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Allegato B
Seduta n. 261 del 19/12/2007
AFFARI ESTERI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro degli affari esteri, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
dal 16 novembre 2007, il cittadino italiano di origine marocchina Abou Elkassim Britel, detenuto in Marocco nel carcere speciale di Ain Borja di Casablanca, ha iniziato lo sciopero della fame e minaccia l'inizio di quello della sete, come ultimi disperati tentativi per attirare l'attenzione e poter superare la situazione di ingiustizia di cui è vittima dal 2001;
la vicenda giudiziaria di Britel ha inizio nel luglio 2001 quando la Digos di Bergamo, a seguito di una perquisizione nella sua abitazione, avvia le indagini su sospette attività terroristiche e presunta appartenenza all'organizzazione terroristica islamica di Al Qaeda;
durante le indagini, Britel non è sottoposto ad alcuna misura restrittiva cautelare pertanto, nel giugno 2001, con regolare passaporto italiano, si reca in Iran e successivamente in Pakistan per un lungo soggiorno. Nel marzo 2002 nella cittadina di Lahore, a seguito di alcuni accertamenti da parte della polizia pakistana, gli viene ritirato il passaporto italiano e contestata, durante lunghi interrogatori effettuati da funzionari USA e pakistani, la probabile affiliazione a cellule terroristiche;
per Britel inizia la detenzione a cui segue il trasferimento mediante extraordinary rendition in Marocco. In questo paese viene condannato, il 3 ottobre 2003, alla pena di 15 anni di prigione, ridotti a 9 in sede d'appello, con l'accusa di associazione sovversiva e attività politica non autorizzata;
il processo celebrato dalle autorità giudiziarie marocchine si è svolto molto velocemente e, secondo quanto denunciato dall'avvocato di Britel, senza che il diritto alla difesa fosse pienamente garantito e, sostanzialmente, con condanne per reati di opinione e reati associativi;
il 29 settembre 2006, il tribunale di Brescia ha archiviato il procedimento a carico di Abou Elkassim Britel per «totale insussistenza di elementi di accusa processualmente utilizzabili, che consentano di affermare che gli indagati abbiano partecipato ad un'organizzazione terroristica islamica»;
l'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, sollecitando il controllo delle attività di intelligente straniere in Europa, ha chiesto con una risoluzione (1507/2006) e una raccomandazione (1754/2006): «la soppressione da parte degli Stati Uniti del sistema di detenzioni segrete e di trasferimenti illegali attraverso gli Stati; un'analisi degli accordi bilaterali siglati tra gli Stati membri del Consiglio d'Europa e gli Stati Uniti, in particolare quelli relativi allo statuto delle forze americane in stazionamento in Europa e all'utilizzo di infrastrutture militari o simili, al fine di assicurare che tali accordi siano pienamente conformi alle norme internazionali di tutela dei diritti umani; scuse ufficiali e risarcimento alle vittime di detenzioni illegali nei confronti delle quali non era stata formulata alcuna accusa formale né alcun procedimento giudiziario; un'iniziativa internazionale, in collaborazione con gli Stati Uniti, per mettere a punto una strategia globale in grado di far fronte alla minaccia terroristica, conformemente ai principi della democrazia, del rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto»;
il 15 gennaio 2006 è stata istituita dal Parlamento europeo la «Commissione temporanea sul presunto utilizzo di paesi europei da parte della CIA per il trasporto e la detenzione illegali di persone» di cui viene nominato relatore l'onorevole Claudio Fava;
nel corso dei suoi lavori la Commissione temporanea sul presunto utilizzo di paesi europei da parte della CIA per il
trasporto e la detenzione illegali di persone si è occupata anche del caso di Kassim Britel;
nello specifico, nella relazione adottata il 30 gennaio 2007, n. A6-0020/2007, il Parlamento europeo «(...) condanna la consegna straordinaria del cittadino italiano Abou Elkassim Britel, che era stato arrestato in Pakistan nel marzo 2002 dalla polizia pakistana ed interrogato da funzionari USA e pakistani e successivamente consegnato alle autorità marocchine e imprigionato nella prigione "Temara", dove è ancora detenuto; sottolinea che le indagini penali in Italia contro Abou Elkassim Britel erano state chiuse senza che egli fosse incriminato; si rammarica che secondo la documentazione trasmessa alla commissione temporanea dall'avvocato di Abou Elkassim Britel, il Ministero degli interni italiano all'epoca fosse in "costante cooperazione" con servizi segreti stranieri in merito al caso di Abou Elkassim Britel dopo il suo arresto in Pakistan; invita il Governo italiano a prendere misure concrete per ottenere l'immediato rilascio di Abou Elkassim Britel e di Abu Omar in modo che quest'ultimo possa essere processato dal tribunale di Milano; (...) prende atto dei 46 scali effettuati negli aeroporti italiani da aerei operati dalla CIA ed esprime profonda preoccupazione quanto alla finalità di tali voli, che provenivano da paesi collegati con i circuiti delle consegne straordinarie e col trasferimento di prigionieri o che vi erano diretti; deplora gli scali effettuati negli aeroporti italiani da aeroplani che si è appurato essere stati utilizzati dalla CIA in altre occasioni per le consegne straordinarie di Bisher Al-Rawi, Jamil El-Banna, Abou Elkassim Britel, Khaled El-Masri, Binyam Mohammed, Abu Omar e Maher Arar nonché per l'espulsione di Ahmed Agiza e Mohammed El-Zari»;
in data 14 febbraio 2007, il Parlamento europeo, anche sulla base della relazione della Commissione temporanea sul presunto utilizzo di paesi europei da parte della CIA per il trasporto e la detenzione illegali di persone, n. A6-0020/2007 del 30 gennaio 2007, ha adottato la risoluzione n. 0032/2007 in cui definisce l'extraordinary rendition (consegna straordinaria) come «prassi extragiudiziale che contrasta con le norme internazionali vigenti in materia di diritti umani, e secondo la quale un individuo sospetto di coinvolgimento in attività terroristiche viene illegalmente rapito, arrestato e/o posto sotto la custodia di funzionari statunitensi e/o trasportato in un altro paese per essere sottoposto a interrogatori, il che, nella maggior parte dei casi, comporta torture e detenzione in "incommunicado"»;
nella sopra citata risoluzione, il Parlamento europeo inoltre condanna «le consegne straordinarie quale strumento illegale utilizzato dagli Stati Uniti nella lotta al terrorismo; condanna inoltre che in diverse occasioni questa prassi sia stata accettata e tenuta nascosta dai servizi segreti e dalle autorità governative di taluni paesi europei; chiunque abbia partecipato all'interrogatorio di individui che sono vittime di consegne straordinarie, poiché tale partecipazione rappresenta una legittimazione deplorevole di quel tipo di procedura illegale, anche se chi ha partecipato agli interrogatori non sia stato direttamente responsabile del rapimento e della detenzione, della tortura o del maltrattamento delle vittime» e «ritiene che la prassi delle consegne straordinarie abbia dimostrato di esser controproducente nella lotta al terrorismo e che le consegne straordinarie in effetti danneggino e indeboliscano le normali procedure giudiziarie e di polizia contro i sospetti terroristi»; inoltre «sottolinea che, tra la fine del 2001 e la fine del 2005, i voli operati dalla CIA effettuati nello spazio aereo europeo o che hanno fatto scalo in aeroporti europei sono stati almeno 1.245 e che ad essi va aggiunto un imprecisato numero di voli militari utilizzati per lo stesso scopo; ricorda che, da un lato, i voli operati dalla CIA potrebbero essere più numerosi di quelli accertati dalle indagini svolte dalla commissione temporanea ma che, d'altro lato, non tutti i voli in questione sono stati utilizzati per consegne straordinarie»; in particolare per la situazione italiana si
«prende atto dei 46 scali effettuati negli aeroporti italiani da aerei operati dalla CIA ed esprime profonda preoccupazione quanto alla finalità di tali voli, che provenivano da paesi collegati con i circuiti delle consegne straordinarie e col trasferimento di prigionieri o che vi erano diretti» e «condanna la consegna straordinaria del cittadino italiano Abou Elkassim Britel, che era stato arrestato in Pakistan nel marzo 2002 dalla polizia pakistana ed interrogato da funzionari USA e pakistani e successivamente consegnato alle autorità marocchine e imprigionato nella prigione "Temara", dove è ancora detenuto» e «sottolinea che le indagini penali in Italia contro Abou Elkassim Britel erano state chiuse senza che egli fosse incriminato»;
sul caso di Kassim Britel sono stati presentati al Parlamento italiano diversi atti di sindacato ispettivo;
nel rispondere, in particolare, ad un'interpellanza urgente presentata dall'onorevole Locatelli, il Governo, rappresentato dal sottosegretario alla giustizia onorevole Luigi Li Gotti, in data 14 dicembre 2006 ha affermato: «(...) La nostra Ambasciata, oggi, è altresì impegnata per appoggiare la richiesta di grazia presentata dai legali del nostro connazionale. E un ulteriore appoggio verrà assicurato con il massimo impegno in occasione della prossima concessione del provvedimento di clemenza, prevista per il prossimo 31 dicembre. Speriamo che per quella data questo caso così drammatico ed allarmante possa ricevere una prima risposta idonea ad alleggerire la sofferenza del cittadino e della sua famiglia»;
purtroppo, la grazia non è stata concessa e il cittadino italiano Kassim Britel si trova ancora in stato di detenzione in Marocco;
in un'intervista rilasciata a il Manifesto, l'onorevole Claudio Fava, per un anno e mezzo relatore della Commissione temporanea sul presunto utilizzo di paesi europei da parte della CIA per il trasporto e la detenzione illegali di persone del Parlamento europeo, ha dichiarato che: «l'unico modo per restituirlo alla libertà è una forte pressione diplomatica e politica da parte del Governo italiano. Lo abbiamo detto alla Camera ed abbiamo inviato un'apposita chiara richiesta al ministro D'Alema. Siamo di fronte ad una extraordinary rendition, di fronte ad un processo senza garanzie, ad una farsa, celebrata in fretta e al di fuori di qualsiasi tutela, di fronte ad un vero e proprio caso di accanimento processuale. Il Marocco ne ha fatta una questione di principio, vuole salvare la faccia dopo aver condannato una persona senza prove e senza garanzie. Non lo rimetterà in libertà se non grazie a delle forti pressioni diplomatiche» -:
quali urgenti iniziative il Governo intenda adottare nei confronti del Governo marocchino affinché, nell'immediato, sia assicurata piena assistenza al cittadino italiano Kassim Britel, considerate anche le precarie condizioni di salute dovute a più di un mese di sciopero della fame e alle torture subite, e affinché siano adottati tutti i necessari provvedimenti per la sua scarcerazione;
quali iniziative il Governo intenda intraprendere affinché la doverosa lotta contro il terrorismo interno ed internazionale non comporti la violazione dei princìpi, delle regole e delle garanzie dello Stato di diritto, quale è e deve essere lo Stato italiano.
(2-00910) «Boato».
Interrogazione a risposta scritta:
JANNONE. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il villaggio «Asar Para» (Villaggio della Speranza), situato in Asia, nel Bangladesh, è stato distrutto da atti terroristici;
il progetto di costruzione del suddetto villaggio, che prevede 45 casette monofamiglia, parzialmente in muratura e con il tetto in lamiera, atte a resistere ad alluvioni e a monsoni, è stato realizzato
dall'Associazione «Africa 3000 Onlus» grazie ad un contributo di 150 mila euro offerti da imprenditori e cittadini di Bergamo;
in data 11 gennaio 2007, salito al potere, il Presidente della Repubblica del Bangladesh ha dichiarato lo stato di emergenza ed ha instaurato un Governo provvisorio, sostenuto dai militari;
una delle sue prime manifestazioni è stata estendere a tutto il Paese la campagna di demolizioni di mercati, negozi, costruzioni di ogni genere costruite abusivamente su terreni demaniali;
anche se il progetto Asar Para non rientra in questa categoria, poiché il terreno su cui si è iniziato a costruire non è demaniale ma appartiene alla Diocesi, sono arrivati numerosi avvisi-ingiunzioni di demolizione per le casette che ormai erano giunte quasi al termine della costruzione;
il motivo di questo ingiustificato accanimento contro il progetto in esame finanziato da cittadini italiani, sembrerebbe essere il sospetto di proselitismo: il progetto avrebbe lo scopo, per le autorità locali, di attirare i musulmani al cristianesimo;
in data 28 maggio alle 11 del mattino i bulldozer della KDA, l'autorità municipale preposta all'edilizia, ha demolito le 45 case quasi ultimate e in più, ai responsabili di «Asar Para» è stato ordinato di pagare le spese di demolizione e di ripulire il terreno dalle macerie entro 24 ore -:
quali misure il Ministro intenda adottare a sostegno delle numerose e povere famiglie che avrebbero dovuto occupare in via definitiva le case demolite;
quali soluzioni possano essere adottate per ripristinare con urgenza le condizioni che rendano possibile una rapida ricostruzione del villaggio Asar Para;
quale segnale diplomatico possa essere inviato dalle nostre autorità per evitare che in futuro le bande di violenti, che ormai comandano sul territorio, possano ripetere simili brutali azioni.
(4-05945)