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Allegato B
Seduta n. 268 del 17/1/2008
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
l'articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, proclamata dall'Assemblea generale delle nazioni unite il 10 dicembre 1948, afferma il diritto alla vita di ogni essere umano;
il Preambolo della Dichiarazione dei diritti del fanciullo, adottata dall'Assemblea generale delle nazioni unite il 20 novembre 1959, nel quale si afferma che il fanciullo ha bisogno di una particolare protezione e di cure speciali, compresa una adeguata protezione giuridica, sia prima che dopo la nascita;
l'articolo 6, comma 1, del Patto internazionale sui diritti civili e politici, adottato dall'Assemblea generale delle nazioni unite il 16 dicembre 1966, ratificato dall'Italia il 15 settembre 1978 in seguito ad autorizzazione disposta con la legge del 25 ottobre 1977, n. 881, afferma il diritto alla vita della persona umana e il principio in base al quale nessuno può essere arbitrariamente privato della vita, impegnando gli Stati a proteggere tale diritto;
l'articolo 6 della Convenzione sui diritti del fanciullo, adottata dall'Assemblea generale delle nazioni unite il 20 novembre 1990, ratificata dall'Italia il 5 settembre 1991 in seguito ad autorizzazione disposta con la legge del 27 maggio 1991, n. 176, che obbliga gli Stati parti a riconoscere il diritto alla vita di ogni fanciullo e ad assicurare in tutta la misura del possibile la sua sopravvivenza e il suo sviluppo;
l'articolo 1 della legge n. 194 del 1978 nel quale si afferma che «l'interruzione volontaria di gravidanza di cui alla presente legge non è mezzo per il controllo delle nascite»;
si va diffondendo nel mondo della pratica dell'aborto selettivo a danno prevalentemente delle concepite di sesso femminile che va provocando in alcune aree geografiche un forte squilibrio fra i sessi;
esistono legislazioni che attivamente promuovono l'aborto come strumento di controllo demografico e di politiche che colpiscono con sanzioni di vario genere le donne che rifiutano l'aborto;
nel rendiconto economico del Report 2007 dell'UNFPA, United Nation Population Fund, l'agenzia che si occupa della popolazione nel mondo, il 38 per cento degli impegni economici sono stanziati per «l'assistenza ai diritti riproduttivi», termine con cui si suole indicare l'insieme di pratiche che puntano alla «riduzione della natalità»;
nel predetto Report, inoltre, la parola «aborto» viene citata una sola volta, quando si invoca il «controllo delle nascite per ridurre il numero di aborti insicuri», termine che sta per «illegale», prospettando, quindi, una appoggio indiretto alla promozione della legalizzazione dell'interruzione di gravidanza per abbassare il numero di donne che muoiono durante aborti illegali;
l'UNFPA risulterebbe, infine, con un sostegno di 50.000 dollari nel 2006, tra i maggiori finanziatori del Center for Reproductive Rights, una organizzazione che attua una pressante attività di lobbying in favore della legalizzazione dell'aborto nel mondo;
impegna il Governo
a promuovere una risoluzione delle Nazioni Unite che condanni l'uso dell'aborto come strumento di controllo demografico ed affermi il diritto di ogni donna a non essere costretta ad abortire.
(1-00272)
«Volontè, Adolfo, Ciro Alfano, Barbieri, Bosi, Capitanio Santolini, Casini, Cesa, Ciocchetti, Compagnon, D'Agrò, D'Alia, De Laurentiis, Delfino,
Dionisi, Drago, Forlani, Formisano, Galati, Galletti, Giovanardi, Greco, Lucchese, Marcazzan, Martinello, Mazzoni, Mereu, Oppi, Peretti, Pisacane, Romano, Ronconi, Ruvolo, Tabacci, Tassone, Tucci, Vietti, Zinzi».
La Camera,
premesso che:
nel 1998 James Thomson, dell'università del Wisconsin, diede avvio alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, dividendo la comunità medico-scientifica internazionale, per le implicazioni bioetiche degli esperimenti che, utilizzando embrioni ed ovociti umani, violano non solo principi di diritto naturale ma anche le più recenti acquisizioni medico-scientifiche e tecnologiche, secondo le quali l'embrione, fin dal suo concepimento, è un essere umano;
è stata accolta con plauso da tutta la comunità scientifica, la scoperta di una nuova tecnica per la produzione di cellule staminali, che non prevede il ricorso all'utilizzo di embrioni umani. Questa notizia pertanto, definitivamente, porrebbe fine ad una contrapposizione tra opposti schieramenti, riconciliando così la ricerca scientifica all'interno dei confini dell'etica;
l'innovativo studio sulle cellule staminali «adulte», sperimentato da due èquipes di scienziati giapponesi e statunitensi, permetterebbe, in particolare, di evitare la distruzione, a fini sperimentali, di embrioni umani, per garantire invece la riproduzione delle cellule utilizzando i tessuti epidermici di ogni singolo paziente;
già nel 2004, lo scienziato italiano Angelo Vescovi, professore di Biologia cellulare, aveva affermato che esistono valide alternative per produrre cellule staminali senza produrre e distruggere embrioni;
anche il ricercatore britannico Jan Wilmut, creatore della pecora Dolly, aula luce delle recenti scoperte, ha abbandonato le sue ricerche sulla clonazione e la sperimentazione sugli embrioni umani, per rivolgere la sua attenzione alle potenzialità contenute nelle cellule staminali adulte;
recenti pubblicazioni scientifiche in Usa e Giappone, dimostrano che si possono ottenere gli stessi risultati scientifici attraverso l'uso delle staminali adulte, per cui la sospensione di ogni tipo di ricerca basata sulla soppressione degli embrioni è urgente e quanto mai legittima;
il 30 maggio 2006 il Ministro dell'università e della ricerca, Fabio Mussi, a margine del Consiglio dell'Unione europea sulla competitività, in rappresentanza dell'Italia ha ritirato il sostegno che in precedenza il nostro Paese aveva dato alla «dichiarazione etica», sottoscritta da Germania, Polonia, Slovacchia, Austria e Malta, tesa fra l'altro a precludere il prelievo da embrioni viventi delle cellule staminali;
la decisione adottata dal ministro Mussi in ambito europeo si pone in netta contraddizione con quanto previsto dalla legislazione italiana in materia di ricerca e sperimentazione sulle cellule staminali ed in particolare della legge n. 40 del 2004, che venne votata da una maggioranza più ampia di quella politica, e che riconobbe i diritti del concepito, vietando la manipolazione genetica sul medesimo;
l'articolo 13 della legge n. 40 del 2004 in particolare sancisce il divieto di fare sperimentazione sugli embrioni umani, specificando che la ricerca clinica e sperimentale è consentita a condizione che si perseguano finalità esclusivamente terapeutiche e diagnostiche volte alla tutela della salute e allo sviluppo dell'embrione stesso;
l'articolo 14 della legge n. 40 del 2004 inoltre sancisce il divieto di procedere alla crioconservazione (con le eccezioni ivi espressamente disciplinate) ed alla soppressione degli embrioni;
il ministro Mussi ha manifestato esplicitamente l'intenzione di modificare, almeno in parte, la richiamata legislazione italiana sulla ricerca condotta sulle staminali adulte, che, a detta del Ministro, appare troppo restrittiva;
con referendum del 12-13 giugno 2005, gli italiani a stragrande maggioranza hanno manifestato di confermare e condividere tutte le disposizioni della legge n. 40, ed in particolar modo quelle che vietano la ricerca clinica sugli embrioni;
in coerenza con i principi contenuti nella legge, il nostro Paese riconosce dunque i diritti del concepito ed il divieto alle manipolazioni genetiche;
le decisioni assunte dal Ministro Mussi a livello europeo, oltretutto, non sono espressione della totalità del governo, in quanto suoi membri hanno espresso, anche nelle sedi istituzionali contrarietà e dubbi sull'utilizzo delle cellule staminali embrionali;
il nostro Paese ha la possibilità di rivedere la propria posizione in Europa in ordine ai fondi destinati ai progetti di ricerca sulle cellule staminali embrionali:
impegna il Governo:
a promuovere e sostenere, presso le competenti istituzioni europee, una moratoria che consenta di sospendere la distruzione di embrioni umani a fini di ricerca, valorizzando viceversa la ricerca sulle cellule staminali adulte totipotenti, al fine di riconoscere pienamente i diritti del concepito ed il divieto di manipolazione sulle cellule staminali;
a ribadire la condivisione, formale e sostanziale, dell'Italia alla «dichiarazione etica» già sottoscritta con Germania, Polonia, Slovacchia, Austria e Malta, riguardante la ricerca sulle cellule staminali;
a incrementare le risorse finanziarie destinate alla ricerca sulle cellule staminali adulte.
(1-00273)
«Pedrizzi, Castellani, Porcu, Tremaglia, Patarino, De Corato, Saglia, Cirielli, Rositani, Contento, Catanoso, Buontempo, Lamorte, Menia, Ciccioli, Frassinetti, Murgia, Armani, Angeli».