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Allegato B
Seduta n. 35 del 1/8/2006
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SALUTE
Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si è appreso che l'On. Maura Cossutta è stata incaricata dal Ministro della salute, Sen. Livia Turco, di revisionare le linee guida sulla legge n. 40 del 2004 in materia di procreazione assistita;
l'On. Cossutta, ex deputata al Parlamento nel gruppo del Pdci, nella precedente legislatura condusse una vera e propria battaglia contro la legge 40;
nei giorni scorsi ha dichiarato che «le linee guida non modificano la legge, ma possono fare molto», quindi, le intenzioni dell'ex deputata del Pdci sono chiare: utilizzare le linee guida, ovvero la via amministrativa, per stravolgere e trasformare la legge 40, scavalcando il Parlamento e calpestando la volontà popolare espressasi in maniera inequivocabile al referendum di appena un anno fa;
questa scelta è singolare, in quanto le «linee guida» sono state varate poco più di un anno fa, e non vi è quindi alcuna esigenza di immediata revisione, mentre invece il Ministro della salute ha l'obbligo, derivante dalla legge 40, di riferire sulla sua attuazione, ciò anche al fine di comprendere l'impatto della realtà sulla legge stessa e il perseguimento delle finalità che l'hanno ispirata;
la scelta medesima, invece, si inserisce nello sforzo dell'intero Governo, fin
dall'avvio della sua costituzione, teso a smantellare la forma e la sostanza della legge 40. È appena il caso di ricordare che il 30 maggio 2006 il Ministro dell'università e della ricerca, On. Fabio Mussi, a margine del Consiglio dell'Unione Europea sulla competitività, in rappresentanza dell'Italia, ha ritirato il sostegno che in precedenza il nostro Paese aveva dato alla «dichiarazione etica», condivisa da Germania, Polonia, Slovacchia, Austria e Malta riguardante la ricerca sulle cellule staminali, a tutela degli embrioni viventi. Ciò ha avuto conseguenze in termini di compatibilità fra le decisioni che, grazie anche alla posizione modificata dell'Italia, l'Unione Europea sta per adottare sul finanziamento della ricerca sulle staminali embrionali e le norme della legge 40 che vietano la ricerca sugli embrioni -:
se il Ministro in indirizzo ritenga la scelta di incaricare l'On. Maura Cossutta di modificare le linee guida della legge n. 40 del 2004 compatibile con il dovere dell'Esecutivo che può assumere l'iniziativa per modificare una legge dello Stato, ma non certamente svuotarla in modo surrettizio, di contenuto;
se non ritenga prioritario riferire preventivamente in Parlamento, così come prevede la legge 40, in ordine ai dati concreti relativi alla sua attuazione.
(2-00096) «Bondi, La Loggia, Paoletti Tangheroni, Cossiga, Di Virgilio, Bertolini, Giro, Palmieri, Sanza, Gelmini, Licastro Scardino, Garagnani, Azzolini, Lupi, Pelino, Carlucci, Romele, Campa, Giudice, Paroli, Lainati, Zorzato, Romagnoli, Adornato, Zanetta, Testoni, Cicu, Bocciardo, Mondello, Simeoni, Di Cagno Abbrescia, Mistrello Destro, Marinello, Carfagna, Biancofiore, Santelli, Ceccacci Rubino, Gardini, Aprea, Mario Pepe, Mazzaracchio, Crosetto, Gioacchino Alfano, Pili, Fitto, Rosso, Giuseppe Fini, Armosino».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
il 20 luglio 2006 il Ministro della salute sen. Livia Turco ha annunciato di aver affidato all'onorevole Maura Cossutta il compito di sottoporre a revisione le «linee guida» della legge n. 40/2004 sulla fecondazione artificiale;
secondo il Ministro «l'esperienza di Maura Cossutta è di per sé una garanzia di professionalità e correttezza e sensibilità istituzionali da lei sempre dimostrate in tanti anni di attività politica»;
l'onorevole Maura Cossutta è stata nelle precedenti legislature deputata al Parlamento nel gruppo del Pdci e, in quanto tale, ha, del tutto legittimamente, espresso decisa e forte contrarietà alle proposte di legge poi divenute legge n. 40;
già questo rende evidente che la decisione di affidarle la revisione delle «linee guida» va nella direzione di contrastare l'applicazione della legge 40;
la sua contrarietà a tale legge è confermata da quanto, sulla base delle informazioni fornite dai mass media, ella ha detto, rivolgendosi al Consiglio dell'associazione Luca Coscioni: «le linee guida - sono state le sue parole - non modificano la legge, ma possono fare molto»;
in una intervista al Corriere della Sera del 1o agosto la stessa Cossutta ha affermato che «Non rinnego la mia cultura, né affermo di voler scindere la mia persona. Credo nelle battaglie sostenute, ma ho sempre usato lealtà e correttezza e così farò anche adesso»;
tali affermazioni allarmano perché, se nulla vieta a un Governo di avviare la modifica di norme di legge in vigore che non condivida, procedendo nei modi dovuti, e cioè con la propria qualificata iniziativa legislativa, è precluso a qualsiasi Governo di modificare la sostanza di una legge in vigore, che ha il dovere di applicare fino alla sua eventuale modifica, con interventi di carattere amministrativo;
la strada di «fare molto» nel senso della modifica della legge n. 40 con l'intervento sulle linee guida rientra in questa logica, assolutamente non rispettosa della volontà del Parlamento;
la particolare gravità della scelta del Ministro della salute deriva anche dalla circostanza che, sottoposta a referendum abrogativo, la legge n. 40 è stata, secondo gli interpellanti, confermata dal non voto del 75 per cento degli italiani e dalla contrarietà all'ipotesi abrogativa di un restante 5 per cento circa, così che solo il 20 per cento di iscritti al voto hanno manifestato la volontà di modificarla;
con l'incarico conferito all'onorevole Cossutta, ad avviso degli interpellanti, il Ministro Turco ha quindi mostrato di spregiare non solo la maggioranza del Parlamento, ma anche un'amplissima maggioranza nel Paese;
questa scelta è singolare, in quanto le «linee guida» sono state varate poco più di un anno fa, e non vi è quindi alcuna esigenza di immediata revisione, mentre invece il Ministro della salute ha l'obbligo, derivante dalla legge n. 40, di riferire sulla sua attuazione, anche al fine di comprendere il suo impatto sulla realtà e il perseguimento delle finalità che l'hanno ispirata;
la scelta medesima, invece, secondo l'opinione degli interpellanti, si inserisce nello sforzo dell'intero Governo, fin dall'avvio della sua costituzione, teso a smantellare la forma e la sostanza della legge;
è appena il caso di ricordare che il 30 maggio 2006 il Ministro dell'università e della ricerca, onorevole Fabio Mussi, a margine del Consiglio dell'Unione europea sulla competitività, in rappresentanza dell'Italia, ha ritirato il sostegno che in precedenza il nostro Paese aveva dato alla «dichiarazione etica», condivisa da Germania, Polonia, Slovacchia, Austria e Malta riguardante la ricerca sulle cellule staminali, tesa fra l'altro a precludere il prelievo da embrioni viventi delle cellule staminali;
ciò ha avuto conseguenze in termini di compatibilità fra le decisioni che, grazie anche alla posizione modificata dell'Italia, l'Unione europea sta per adottare sul finanziamento della ricerca sulle staminali embrionali e le norme della legge n. 40 che vietano la ricerca sugli embrioni -:
se ritenga la scelta di incaricare l'onorevole Maura Cossutta di modificare le linee guida della legge 40/2004 compatibile con il dovere dell'Esecutivo se mai di modificare, ma non certamente di svuotare, in modo surrettizio, di contenuto, una legge dello Stato;
se non ritenga invece prioritario riferire preventivamente in Parlamento, così come prevede la legge n. 40, in ordine ai dati concreti relativi alla sua attuazione.
(2-00097) «Volontè, Adolfo, Ciro Alfano, Barbieri, Bosi, Capitanio Santolini, Casini, Cesa, Ciocchetti, Compagnon, Riccardo Conti, D'Agrò, D'Alia, De Laurentiis, Delfino, Dionisi, Drago, Forlani, Formisano, Galati, Galletti, Giovanardi, Greco, Lucchese, Marcazzan, Martinello, Mazzoni, Mele, Mereu, Oppi, Peretti, Romano, Ronconi, Ruvolo, Tabacci, Tassone, Tucci, Vietti, Zinzi».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
in data 7 luglio 2046 gli interpellanti avevano richiesto al Ministro di fornire alcune risposte a dei quesiti inerenti l'utilizzo della pillola abortiva RU 486;
le domande riguardavano:
a) il numero di donne che a Torino, avevano effettuato l'aborto (cioè l'espulsione dell'embrione) in regime di ricovero e quante di esse erano tornate a casa;
b) cosa accade negli ospedali dove la pillola non viene data attraverso una sperimentazione ma attraverso la richiesta diretta;
c) chi controlla se l'aborto avviene effettivamente in ospedale, quanto sono lunghe le degenze e se le donne firmano per tornare a casa o restano almeno 4 giorni in ospedale;
d) se fosse stato rispettato a Torino l'obbligo del confronto tra i diversi tassi di mortalità ai fini di una scelta consapevole da parte della donna;
e) se tale obbligo era stato rispettato anche Pontedera e nei diversi ospedali che hanno usato la Ru486 attraverso l'importazione diretta;
f) per quali motivi una donna di Siena non era stata ricoverata, quali informazioni aveva avuto, cosa c'era scritto sul consenso informato e se le è stato detto che era pericoloso mettersi in viaggio;
a nessuna delle domande fu data una risposta dal Sottosegretario Gaglione che affermò, tra l'altro, che argomenti scientifici possono essere affrontati soltanto nei convegni;
in quella stessa sede gli interpellanti si erano proposti di ripresentare le stesse domande a breve -:
se sia, finalmente, in possesso di dati utili a fornire esaurienti risposte ai quesiti citati in premessa.
(2-00099) «Volontè, Capitanio Santolini, Lucchese, Ronconi, Zinzi, Drago».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
dopo la denuncia di numerose donne, in attesa di interrompere la gravidanza, nella provincia di Palermo, sulle difficoltà che stanno incontrando, in questo periodo, per usufruire di un servizio previsto da una legge dello Stato, abbiamo potuto riscontrare la seguente situazione:
a) Ospedale di Partinico: non servizio di IVG;
b) Ospedale di Termini Imerese: non servizio di IVG;
c) Ospedale di Corleone: non servizio di IVG;
d) Ospedale di Palazzo Adriano: non servizio di IVG;
e) Ospedale di Petralia Sottana: servizio sospeso nei mesi di luglio e agosto;
f) Ospedale Ingrassia: servizio sospeso nel mese di agosto;
g) Ospedale Cervello: due sedute nel mese di agosto;
h) Istituto materno infantile: servizio attivo nei mesi di luglio e agosto;
i) Ospedale Villa Sofia: servizio sospeso nei mesi di luglio e agosto;
j) Clinica Ostetrica: una seduta nel mese di agosto;
risulta agli interpellanti che all'ospedale civico di Palermo, il servizio è attivo, ma i responsabili dichiarano che sono impossibilitati ad affrontare le situazioni di emergenza che stanno precipitando tutte sulla loro struttura e che, di conseguenza, rischiano di dover chiudere il reparto che pratica l'interruzione volontaria di gravidanza;
per sopperire a questa situazione, già in passato, era stata avanzata una proposta, dalla ASL 6 di Palermo, di costituire una «equipe mobile» di ginecologi e anestetisti non obiettori, disposti ad eseguire interventi di IVG presso le strutture della provincia, ma tale iniziativa è rimasta solo sulla carta;
in questa situazione, molte donne residenti nella provincia di Palermo, che già debbono affrontare una scelta difficile e spesso dolorosa, sono costrette a recarsi a Palermo, affrontando difficoltà logistiche ed organizzative, nella speranza di trovare un posto letto libero;
quanto sta accadendo, di fatto, rischia di rendere inapplicata una legge dello Stato e favorisce il ricorso a pratiche clandestine di interruzione della gravidanza;
tutto ciò si inquadra in una situazione più generale che ha visto, negli ultimi anni, diminuire sia il numero dei consultori pubblici sul territorio nazionale che gli operatori, cosicché solo per l'encomiabile dedizione degli operatori sociali e sanitari addetti al servizio si è potuto continuare ad erogare un servizio previsto da una legge dello Stato -:
se sia a conoscenza di quanto sopra esposto e quali dati si hanno, a livello nazionale, sulle strutture disponibili, soprattutto nei mesi estivi, ad eseguire interventi di interruzione volontaria della gravidanza;
cosa intenda fare, nei limiti delle proprie competenze, affinché nella provincia di Palermo, come in tutta Italia, sia consentito a tutte le donne, che scelgano volontariamente di interrompere la gravidanza, di potere usufruire di un servizio previsto dallo Stato, senza dover subire umiliazioni e ritardi;
come intenda operare per garantire la totale ed adeguata applicazione della legge n. 194 del 1978 e se non ritenga necessario che siano potenziati, su tutto il territorio nazionale, i consultori pubblici, in quanto strutture insostituibili per un'adeguata e corretta assistenza nel campo dell'educazione alla prevenzione e al controllo della nascite, nell'assistenza al percorso nascita, al dopo parto, nella consulenza per l'interruzione volontaria della gravidanza.
(2-00103) «Dioguardi, Migliore».
Interrogazione a risposta scritta:
PAGLIARINI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
con decreto del Ministro della salute del 25 maggio 2006, è stato revocato l'incarico con il quale il professor Francesco Cognetti era stato confermato nel ruolo di Direttore Scientifico dell'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma per ulteriori cinque anni (decreto ministeriale 7 aprile 2006);
il professor Francesco Cognetti è una personalità scientifica di elevato e comprovato profilo ed uno scienziato di fama internazionale e che durante la sua direzione l'Istituto Nazionale Tumori di Roma, da piccolo Istituto con valenza regionale, è stato elevato - dati alla mano - ad una posizione di alto profilo nazionale con numerose ed importanti collaborazioni con i maggiori centri del mondo in questo settore;
la materia di cui trattasi è la cura del cancro, che colpisce ancora nel nostro paese circa 300.000 cittadini ogni anno e che miete annualmente circa 150.000 morti, mentre 1.500.000 soggetti attualmente hanno avuto contatto con il cancro o perché recentemente diagnosticate o perché già trattate in passato ed in corso di esami e controlli periodici;
la revoca dell'incarico è stata motivata ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge n. 145 del 2002, sullo spoil system;
suscita perplessità l'applicazione dello spoil system a figure professionali che si cimentano con la cura di una malattia - il cancro - con tali ricadute medico scientifiche, sociali e che ha questo spaventoso impatto sulla popolazione italiana -:
quali motivazioni abbiano portato il Ministro della Salute ad adottare il provvedimento e se corrisponda al vero che si intende affidare l'incarico di direttore
scientifico dello stesso istituto a professionista in possesso di minor titoli scientifici professionali e di carriera.
(4-00790)