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Allegato B
Seduta n. 44 del 28/9/2006
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DIFESA
Interrogazione a risposta in Commissione:
BOSI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
con la totale professionalizzazione degli appartenenti alle Forze Armate si prevede una maggiore movimentazione del Personale Militare che comporta una nuova e consistente disponibilità alloggiativa, prevalentemente nelle grandi aree metropolitane;
la carenza degli alloggi di servizio, ASI ed AST, è assai acuta e sicuramente aggravata dalla norma, a suo tempo approvata dal Parlamento, che ha stabilito l'alienazione di circa 4.500 alloggi dando diritto di prelazione agli occupanti sine titulo;
in tal modo la densità patrimoniale di alloggi della Difesa, circa 18.000 unità va a ridursi a meno di 14.000;
risultano, pertanto, in maggior numero coloro che, nell'ambito, sono costretti a rivolgersi al libero mercato delle locazioni, insostenibile per le retribuzioni medie, alimentando, di conseguenza, un crescente disagio tra il Personale Militare;
considerato che la competente Direzione generale del Ministero ha da tempo allo studio una ipotesi di realizzazione di nuovi alloggi, utilizzando aree di proprietà della Difesa, mediante il ricorso al project-financing, senza gravami per il bilancio del Dicastero e che, in particolare nella città di Roma è stato avviato un procedimento con dette modalità;
risulta all'interrogante che esponenti della maggioranza abbiano ipotizzato l'alienazione dell'intero patrimonio abitativo della Difesa -:
come intenda affrontare la problematica degli alloggi del Personale militare e quanto stimi, ad oggi, l'ammontare dell'intero fabbisogno;
se sia a conoscenza dell'entità del fenomeno degli occupanti sine titulo e se siano in corso di adozione i dovuti provvedimenti amministrativi per il recupero coatto di tali alloggi al fine di assicurare il necessario turn-over;
se sia stato confermato, dalla competente Direzione generale, l'indirizzo di procedere nel piano nazionale alloggiativo incentrato sulla formula del project-financing;
quale sia il parere del Governo circa l'ipotesi di alienazione dell'intero patrimonio abitativo della difesa a favore degli attuali beneficiari per motivi di servizio.
(5-00247)
Interrogazioni a risposta scritta:
PATARINO, BUONFIGLIO, LAZZARI, VITALI, LEONE, FRANZOSO, AMORUSO, LISI, ANTONIO PEPE, MAZZARACCHIO, CARLUCCI, PELINO, MISTRELLO DESTRO e BRUNO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
con la definitiva scomparsa dell'Esercito di Leva è ormai in funzione a pieno regime l'Esercito di Volontari che sta dando ampia prova di ottime qualità professionali in tutti i teatri operativi presenti nel mondo;
quanto sopra ha comportato la chiusura di molti enti e la riorganizzazione complessiva delle Forze Armate, volta anche ad una notevole riduzione dei costi delle strutture organizzative dell'Esercito, dell'Aeronautica e della Marina Militare;
tale riorganizzazione ha coinvolto la Sanità Militare con la chiusura talora incomprensibile di alcuni Ospedali Militari, (recentemente Udine, Bologna, Catanzaro) o la riconversione di altri (l'Ospedale Militare di Verona) con una redistribuzione delle competenze fra Esercito, Aeronautica e Marina Militare del territorio nazionale;
secondo quanto risulta agli interroganti, ultimamente si parla anche con molta insistenza della chiusura dell'Ospedale Militare «L. Bonomo» di Bari;
l'area balcanica, con lo smembramento della Jugoslavia, costituisce dal punto di vista geopolitico (in particolare il Kosovo, Albania, Bosnia) il punto di maggior attrito per la stabilità politica europea ed il nosocomio barese è stato e continua ad essere il primo ed unico punto di riferimento militare ospedaliero nazionale sull'adriatico (le coste albanesi distano solo 70 Km) a conferma di una regione, la Puglia, già all'epoca degli sbarchi (1991 - 1992) considerata «Regione Frontiera»;
gli ufficiali medici dell'Ospedale Militare di Bari, per anni hanno svolto attività sanitaria come Rolle - 3 (reperibilità KFOR e soccorso sanitario in caso di elisgomnberi provenienti dall'Albania - è tuttora presente a Valona un nucleo della Guardia di Finanza) effettuando numerosissime operazioni di soccorso sanitario all'epoca dei famosi sbarchi del 1991 - 1992 (15.000 profughi) nel porto di Bari e nel centro di accoglienza di Restinco (BR);
le competenze dell'Ospedale Militare «L. Bonomo» sono numerosissime e vastissime e vanno: a) dalle richieste del D.M. di Bari, che sta operando la selezione dei VFP1 al concorso sanitario delle caserme viciniori, alle prestazioni sanitarie h 24,00 dell'Ufficiale Medico di Guardia per tutti i reparti presenti in zona, al supporto psicologico da parte degli uffici medico psichiatrici alle famiglie (genitori/coniugi) dei ragazzi caduti o feriti gravemente in teatro; b) dalle CTU nei Tribunali Militari Nazionali e Giudici di Pace, alle «visite fiscali» disposte dagli Organi Giudiziari; c) dalla presenza di medici specialisti per convegni militari fuori regione, alla partecipazione/reperibilità per evenienze straordinarie (calamità, terrorismo, eccetera); d) dalla partecipazione (UU.E SS.UU.) alle operazioni F.A. (dalla Somalia, Libano, all'Iraq, Mozambico, Balcani, Afganistan, eccetera) a quella di convegni scientifici nazionali, riscuotendo ovunque plausi ed encomi; e) dalla possibilità reale di allettare in tempi rapidissimi alcune centinaia di senza tetto in caso di calamità naturali (vedasi in tal senso un vecchio studio della cattedra di Anestesia e Rianimazione del Policlinico di Bari), all'utilizzo di 2 sale operatorie non dismesse con tutto lo strumentario disponibile; f) dalle aggiornatissime e storiche competenze medico-legali che fanno riferimento all'Ospedale Militare di Bari (legge n. 461/01, 335/95, legge n. 210 idoneità ed inabilità, eccetera), al servizio di infermeria presidiaria svolto dal P.S. dell'Ospedale Miliare;
il nosocomio barese, che ancora oggi è sede di convegni scientifici di portata nazionale (vedasi quello prossimo di Psichiatria del 29 e 30 settembre 2006) si è sempre distinto nel campo della formazione per medici specializzandi in patologia clinica e in medicina legale (rispettivamente nel laboratorio analisi e nelle CC.MM.OO. dell'Ospedale Militare) e fu primo fra tutti gli ospedali militari ad effettuare con la chirurgia universitaria, interventi di chirurgia laparoscopica in pazienti civili;
sono attualmente in piena e florida attività il nuovo servizio di endoscopia digestiva, inaugurato nel 2005, e l'ambulatorio di odontoiatria con lunghe agende di prenotazioni per soddisfare le quali avrebbero bisogno di un potenziamento;
la valenza delle professionalità degli ufficiali medici è tale da sopperire a moltissime consulenze specialistiche anche in tempo reale (senza usufruire del Servizio sanitario nazionale) che giungono da tutti gli enti periferici di Puglia e Basilicata;
la concreta possibilità di installare nell'Ospedale Militare di Bari strumentario rx-logico (Tac e/o RMN) potrebbe ridurre notevolmente i tempi di attesa per l'esecuzione di tali esami per il personale civile e militare della difesa (ed anche per esterni), oltre a quella, già presa in esame dall'Università, di istituire in loco una scuola di specializzazione in fisioterapia dell'Università di Bari per SS.UU. infermieri per poter soddisfare la sempre crescente richiesta di F.K.T. (anche purtroppo per i nostri soldati feriti in teatro, e non, e rimasti invalidi);
secondo l'interrogante, sarebbe opportuno istituire una commissione tecnica per fare i dovuti accertamenti e raccogliere le necessarie informazioni che potranno sicuramente essere utili prima di prendere qualsiasi decisione;
a giudizio dell'interrogante, la chiusura dell'ospedale militare «L. Bonomo» di Bari non sarebbe opportuna per le seguenti ragioni:
a) è facilmente raggiungibile, sia grazie alla sua posizione epicentrica e sia grazie agli ottimi collegamenti autostradali e ferroviari, per tutti gli enti dell'esercito sparsi in Puglia e Basilicata e Molise e sia grazie agli ottimi collegamenti autostradali e ferroviari, per tutti gli enti dell'esercito sparsi in Puglia e Basilicata e Molise (da Foggia a Lecce, da Potenza a Termoli), non solo, ma anche per i Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale
dello Stato, sia per le incombenze sanitarie (ricoveri, visite specialistiche, Mod «C», eccetera) sia per quelle medico-legali (per i militari Pubblico impiego nelle CC.MM.OO);
b) dirimpettaio dei Balcani, ha sempre ricoperto nei secoli, dal punto di vista storico, scientifico, religioso, economico e culturale, un ruolo primario di ponte sull'Adriatico, fra il mondo latino e quello slavo, i cui vincoli si sono ancor più rinsaldati negli ultimi 70 anni, grazie anche a quella gloriosa Istituzione Sanitaria, parte integrante del patrimonio pugliese e di tutta l'Italia meridionale e istituita - è bene ricordarlo - nello stesso anno (1936) in cui furono costruiti con le medesime modalità, il Policlinico di Bari e quello di Tirana -:
se i fatti esposti corrispondano al vero e, in caso affermativo, quali iniziative intenda adottare per scongiurare l'ipotesi della soppressione dell'Ospedale Militare «L. Bonomo» di Bari che, ove fosse per davvero decisa e attuata, causerebbe pesantissimi disagi alle FF.AA. e gravissimi danni di tipo economico - sociale e di immagine all'intero territorio pugliese e al suo capoluogo.
(4-01103)
ASCIERTO. - Al Ministro della difesa, al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
l'Arma dei Carabinieri possiede numerosi alloggi di servizio che risultano insufficienti al fabbisogno del personale dell'Arma dei Carabinieri;
infatti gran parte del personale, quasi tutto appartenente alle categorie dei marescialli, appuntati e carabinieri, per far fronte alle esigenze abitative è costretto, nei migliori dei casi ad investire con mutui 20-30ennali nell'acquisto di case oppure deve sopportare affitti molto elevati e comunque, in entrambi casi, le abitazioni risultano spesso molto distanti dalla sede di servizio e talvolta raggiungono anche i 50/60 km;
il mercato immobiliare per i notevoli costi, spesso non consente al personale di reperire abitazioni disponibili nelle vicinanze delle sedi di servizio, soprattutto nelle grandi città dove i costi sono elevati;
l'Arma dei Carabinieri affronta tale esigenza con un numero inadeguato di «alloggi di servizio» destinati al personale con specifichi incarichi e quindi di conseguenza la maggior parte di essi sono assegnati ai gradi più elevati;
lo svantaggio di quanti svolgono una funzione esecutiva nell'Arma e nelle Forze di Polizia appare evidente e senza dubbio meritevole di attenzione, poiché proprio costoro notoriamente sono meno abbienti e quindi più bisognosi di aiuti;
da alcuni anni non sono state stanziate risorse per costruzioni di abitazioni dirette alle forze di Polizia e quindi non si costruisce più per tali finalità, nonostante il ricollocamento dei fondi, circa 360 milioni di euro, dell'articolo 18 che il ministero delle infrastrutture aveva effettuato nella finanziaria del 2005;
diversi alloggi di servizio, ubicati presso i Comandi dell'Arma dei Carabinieri della Capitale, raggiungono e superano i 250 mq e potrebbero essere divisi, per ricavarne almeno due unità, ed aumentare cosi le disponibilità, ma nonostante le segnalazioni in tal senso degli organismi di rappresentanza, sembrerebbe inascoltata tale opportunità;
sempre nella Città di Roma, in alcuni Comandi territoriali, sono ubicati diversi alloggi ed il locale Comandante del reparto è chiamato ad assolvere anche a tutte le varie necessità logistiche-amministrative, alla stregua di amministratori di condomino, con ulteriore aggravio di lavoro -:
se il Ministro delle infrastrutture intenda stanziare fondinel disegno di legge finanziaria destinati alla creazione di nuovi alloggi per le Forze dell'ordine al fine di rendere più agevole l'attività istituzionale degli operatori della pubblica sicurezza;
se il Ministro della difesa intenda dare disposizioni all'Arma dei Carabinieri per studiare un nuovo piano di assegnazione degli alloggi ai militari in servizio che premi maggiormente i ruoli non direttivi ed inoltre per verificare la possibilità di aggiudicare l'unità abitativa solo a coloro che effettuano il servizio nella stessa sede in cui è ubicato l'alloggio;
se non ritenga opportuno che l'Arma dei Carabinieri, dopo un accurato studio di fattibilità, preveda di dividere, nelle città più grandi, i grossi alloggi in altri più piccoli per soddisfare le esigenze di più famiglie;
se intenda, far sapere come sono distribuiti gli alloggi di servizio dell'Arma nella Capitale fra le varie categorie (Appuntati eCarabinieri, Sovrintendenti, Marescialli, Ufficiali) indicando per ogni categoria, epercentuale di personale che è priva di alloggio di servizio (esempio Ufficiali 1,5 per cento, marescialli 35 per cento, eccetera).
(4-01114)
ASCIERTO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
le autovetture in uso ai Nuclei Radiomobile dell'Arma dei Carabinieri nelle grandi città (Roma, Milano Napoli, eccetera) sono dotate di dispositivi di sicurezza, come ad esempio divisorio fra i sedili posteriori ed anteriori, protezione antiproiettile alle portiere, bloccaggio automatico delle portiere, eccetera;
il Comando Generale dell'Arma ha recentemente dotato le Pattuglie Mobili di Zona delle Compagnie Carabinieri della Capitale di Fiat Stilo 1900 JTD prive di dotazioni di sicurezza;
le Pattuglie Mobili di Zona svolgono gli stessi compiti di pronto intervento dei Nuclei Radiomobile ed inoltre sono impiegati in servizi di protezione a personalità, denominati «piani» -:
quali siano i motivi per i quali le autovetture, delle Pattuglie Mobili di Zona, che svolgono gli stessi servizi dei Nuclei Radiomobile non hanno le stesse dotazioni di sicurezza;
se l'Arma dei Carabinieri al fine di tutelare la sicurezza dei propri uomini in servizio, abbia in previsione di dotare tutti i veicoli impiegati in servizi particolarmente esposti, come i servizi di protezione, delle particolari dotazioni di sicurezza.
(4-01118)