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Allegato B
Seduta n. 61 del 27/10/2006
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INTERNO
Interrogazione a risposta orale:
D'IPPOLITO VITALE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la situazione dell'ordine pubblico di Lamezia è gravissima: oggi due nuovi assassini in pieno centro cittadino; dall'inizio dell'anno più di 80 attentati di natura estorsiva denunciati;
rischiano di essere coinvolti da atti violenti e criminosi, indiscriminatamente, in tutte le ore del giorno ed ogni posto della città, semplici cittadini, donne e bambini, oltrechè le attività produttive, addirittura le abitazioni di interi quartieri;
attentati incendiari, intimidazioni e minacce, in numero sempre crescente in una città che per potenzialità intrinseche, geografiche ed economiche, attrae interessi e faide sempre crescenti;
a giudizio dell'interrogante, le misure poste in essere dal Governo allo stato risultano assolutamente insufficienti, tanto da rendere indifferibili ed urgenti nuove iniziative di coordinamento tra forze di polizia, magistratura, prefettura e istituzioni nel loro complesso;
non si può chiedere ai cittadini collaborazione e partecipazione democratica all'azione di contrasto alla criminalità ed al malaffare attraverso il coraggio della denuncia e l'assunzione di rischi personali a fronte di una inadeguata risposta da parte dello Stato al legittimo bisogno di sicurezza e di tutela;
la presenza del super prefetto De Sena nella città deve poter rappresentare un momento concreto di coordinamento, di iniziativa e di proposta visibile e determinata;
le istituzioni locali devono svolgere ruolo propulsivo rispetto al Governo nazionale in direzione di risposte immediate e concrete;
tale situazione di emergenza si inquadra all'interno di una regione fortemente in difficoltà, condizionata nella sua concreta possibilità di sviluppo proprio da una organizzata e penetrante presenza della criminalità -:
quali provvedimenti intenda adottare per avviare a definitiva soluzione le questioni rappresentate, altresì, per garantire sicurezza, tranquillità, per rinsaldare il patto fiduciario tra cittadini e Stato, prima condizione per la tutela della democrazia.
(3-00356)
Interrogazioni a risposta scritta:
PALOMBA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la stampa ha dato particolare e giusto risalto alle minacce ed alle intimidazioni subite dal Sindaco di Donori, Rita Massa e dal Vice Sindaco Ambrogio Muscas, che è anche Consigliere Provinciale;
simili criminosi atti fanno seguito ad altri analoghi verificatesi in precedenza;
i fatti hanno prodotto profondo turbamento tanto negli interessati e nelle loro famiglie, quanto nella comunità di Donori, in cui gli amministratori sono benvoluti ed assai stimati;
fatti di questa natura necessitano di forti interventi di contrasto anche per evitare fughe dalle responsabilità amministrative e tutelare le espressioni democratiche della volontà popolare -:
accertata la reale entità dei fatti di cui sopra, nelle proiezioni tanto personali quanto sociali, quali misure di contrasto siano state adottate o si intenda adottare per la sicurezza personale dei suddetti amministratori e della comunità interessata, nonché per prevenire e reprimere analoghi fatti criminosi connessi con la sicurezza pubblica.
(4-01446)
MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel servizio televisivo andato in onda il giorno 24 ottobre 2006 nella trasmissione Le Iene, si è evidenziata senza alcun dubbio un'assoluta situazione di illegalità diffusa all'interno della struttura denominata «Campeggio di Arezzo Wave» appositamente allestita dall'amministrazione comunale di Arezzo per ospitare i numerosi giovani che accorrono al festival ogni anno;
il comune di Arezzo, La fondazione Arezzo Wave e l'amministrazione provinciale coordinano l'organizzazione del festival per quanto concerne gli aspetti legati all'ordine pubblico con i rappresentanti delle forze dell'ordine (Questura, Comando provinciale Carabinieri e Comando e Guardia di finanza) e del Governo (Prefettura);
in occasione dei vari incontri tra i soggetti sopra menzionati vengono decise e coordinate le misure atte a tutelare l'ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini al fine di prevenire reati, quali lo spaccio di stupefacenti, purtroppo comuni nell'occasioni di queste kermesse musicali -:
se vi fossero già state segnalazioni da parte dell'amministrazione comunale riguardo ai fenomeni di illegalità diffusa presenti durante la kermesse musicale denominata Arezzo Wave;
quali azioni intenda promuovere il Ministro dell'interno al fine di venire a conoscenza del perché all'interno della struttura comunale «Campeggio di Arezzo Wave» si sia verificata nei fatti una palese situazione di illegalità diffusa;
quali siano le misure che il Ministro intende adottare per garantire l'ordine e la sicurezza non solo all'interno della città, ma anche all'interno della struttura che ospiterà i ragazzi che accorreranno nelle prossime edizioni del festival e se verranno posti in essere controlli sistematici su tutti i visitatori provenienti dai caselli autostradali (Monte San Savino e Arezzo) dalla stazione di Arezzo e dalle principali arterie viarie;
come mai non vi fossero presidi delle forze dell'ordine all'interno della struttura comunale ospitante il campeggio del festival e se risulti vero che non erano stati autorizzati per «presunti problemi di ordine pubblico».
(4-01447)
RAITI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la comunità di Naso in provincia di Messina, si trova in una situazione di grave difficoltà a causa di una conduzione amministrativa improntata a continue illegalità e irregolarità, sostenuta dal disprezzo di ogni forma di convivenza democratica e di confronto;
sembra che l'attività del sindaco sia volta soprattutto a favorire «amici» e a mortificare «nemici» e si rischia un inquinamento del nucleo essenziale della vita della comunità, sia da un punto di vista sociale che economico e democratico; la libertà di agire e di formazione del consenso sono messi a repentaglio;
nel luglio del 2005 sette consiglieri comunali presentarono, un Dossier-Denuncia, ampiamente e puntualmente documentato, nel quale vennero evidenziate e documentate presunte e gravi irregolarità nella gestione amministrativa, commesse dagli organi amministrativi del Comune e, in particolare dal sindaco e dal Presidente del Consiglio Comunale;
nel settembre del 2005 alcuni deputati regionali, di entrambi gli schieramenti politici, presentarono una interrogazione per chiedere di indagare sulla situazione di cui in epigrafe;
nell'ottobre 2005 l'Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e delle Autonomie Locali della Regione Siciliana (a seguito del Dossier-Denuncia e delle Interrogazioni Parlamentari) ha avviato una ispezione per accertare la situazione amministrativa nel comune di Naso, conclusasi con una relazione che evidenziò la sussistenza di quanto denunziato con persistenti violazioni di norme e quindi l'ispettore richiese l'applicazione dell'articolo 40 della legge n. 142 del 1990, recepito dalla legge regionale n. 48 del 1991 (oggi articolo 142 del decreto legislativo n. 267 del 2000);
nel luglio del 2006 alcuni consiglieri comunali di Naso hanno presentato l'ennesimo esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti, in merito alle procedure di aggiudicazione lavori pubblici nel comune di Naso, segnalando che sindaco, giunta e consiglieri comunali di maggioranza continuano imperterriti ad agire seguendo un disegno che appare finalizzato a perseguire obiettivi che si pongono al di fuori o addirittura in contrasto con la legge;
la situazione preoccupante della gestione dell'Ente investe ogni campo dell'amministrazione comunale:
a) l'esecuzione dei lavori pubblici nei vari settori dei servizi, il cui affidamento viene assegnato secondo il sistema delle ordinanze e/o trattative private, per le quali si riscontrano le solite irregolarità in ordine alla inesistenza dei presupposti di legge;
b) lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (la cui gestione è oggi affidata all'ATO rifiuti), dal settembre del 2002 al luglio 2004, è stato affidato con ordinanze sindacali contingibili e urgenti a ditte scelte volta per volta a svolgere tale servizio, violando le norme all'uopo previste;
c) il Piano Regolatore Generale del comune, il cui incarico viene conferito a professionisti esterni e revocato ai tecnici comunali e per il quale manca la copertura finanziaria;
d) l'assistenza domiciliare agli anziani assegnata tramite un affidamento diretto (e non, come previsto, con una gara) ad un Associazione di volontariato che opera nel settore dei Servizi Sociali;
e) l'assetto organizzativo dell'Ente il quale, fino al 2003, come da regolamento amministrativo, aveva una suddivisione di servizi in quattro aree e quindi la gestione era affidata a quattro figure professionali con funzioni dirigenziali, mentre il sindaco ha ritenuto, in assenza di apposito atto regolamentare, di attribuire (per circa due anni) ad una unica figura, individuata nella persona del Segretario Comunale (nominato dalla stesso sindaco), la titolarità della gestione di tutte e quattro le aree dell'Ente. In quel Comune sono stati assunti per chiamata diretta, professionisti esterni senza alcuna selezione o criterio di scelta se non la discrezionalità del sindaco che ha persino nominato a capo dell'Area Tecnica un soggetto candidato nella sua lista elettorale, risultato non eletto;
f) nel campo giudiziario si è registrato negli ultimi anni un enorme incremento dei contenziosi con una propensione alla lite senza precedenti e si è evidenziato che l'attuale amministrazione, pur in presenza di provvedimenti esecutivi dell'Autorità giudiziaria, si rifiuta di darvi esecuzione, con la conseguenza della denuncia penale;
per circa quattro anni il sindaco non ha prodotto le relazioni dovute impedendo, quindi, anche al Consiglio di poter esprimere le proprie valutazioni ed ha evitato di rispondere alle interrogazioni presentate alle quali era tenuto a dare riscontro entro trenta giorni;
il sindaco, inoltre, non ha proceduto alla nomina di un assessore e ha conferito la relativa delega di vicesindaco, conseguente alla revoca operata dal sindaco (ex
articolo 12, comma 9, legge regionale n. 7 del 1992) avvenuta nel maggio 2005. A tutt'oggi la Giunta opera con una unità in meno continuando a deliberare nonostante la legge regionale n. 7 del 1992 stabilisca che «contemporaneamente alla revoca, il sindaco provvede alla nomina dei nuovi assessori»;
i consiglieri comunali di opposizione nel mese di settembre del 2006 si sono auto-sospesi in quanto impediti, nella loro qualità, ad esercitare il munus pubblico al quale vengono frapposti continui dinieghi ed omissioni, in violazione delle vigenti norme che disciplinano l'accesso agli atti e la partecipazione al procedimento amministrativo;
la situazione sopra rappresentata illustra, secondo l'interrogante, che l'attività svolta dall'Amministrazione del Comune di Naso, in particolare dal sindaco, è stata posta in essere violando la legge, incidendo certamente sulla situazione sociale ed economica e turbando i normali rapporti e le regole di mercato inerenti allo sviluppo economico della comunità;
i cittadini nasitani, se pur appartenenti ad una piccola realtà, hanno diritto di poter svolgere la loro vita e le loro attività in un contesto di legalità e garanzia, rispettoso dei diritti e permeato da agibilità democratica -:
se il Prefetto di Messina abbia informato il Governo in ordine alla situazione di diffusa illegalità del Comune di Naso e, in caso affermativo, quali iniziative siano state intraprese dagli organismi competenti, per porre rimedio alla situazione illustrata;
se il Ministro non ritenga, anche alla luce di quanto affermato nella relazione ispettiva predisposta dall'Assessorato della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali della Regione Sicilia, di procedere alla sospensione del sindaco dalle sue funzioni amministrative, ai sensi dell'articolo 40 della legge n. 142 del 1990, ora trasposto nell'articolo 142 del decreto legislativo n. 267 del 2000.
(4-01448)
MISTRELLO DESTRO, MILANATO, ZORZATO e GARDINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 3 settembre 2006 a Padova il Ministro della Solidarietà sociale, on. Paolo Ferrero, accompagnato dall'Assessore comunale alla casa Daniela Ruffini, ha visitato il complesso Serenissima in via Anelli dopo i clamori anche internazionali suscitati dall'erezione di un muro metallico realizzato dall'Amministrazione Comunale di Padova, fatto questo che ha screditato l'immagine della città ancor di più dell'esistenza stessa del famigerato ghetto. Durante la visita il Ministro ha incontrato, su iniziativa dell'Assessore Ruffini, un rappresentante dei cittadini extracomunitari definito Il Sindaco di Via Anelli, risultante clandestino e colpito a norma di legge da decreto di espulsione dal nostro Paese;
risulta altresì che lo stesso assessore si sia giovato della collaborazione della medesima persona clandestina in più circostanze, compresa l'organizzazione di una partita di calcio all'interno del complesso. A giudizio degli interroganti questi comportamenti si appalesano come un reale incoraggiamento ad ignorare le leggi dello Stato italiano e rappresentano di fatto una pericolosa sconfessione della difficile attività di contenimento e governo della immigrazione, portata avanti fra mille difficoltà dalle Forze dell'Ordine;
ancor più grave sembra agli interroganti, l'aver coinvolto istituzioni nazionali e locali (amministrazione comunale e rappresentante del Governo) che dovrebbero essere esempio di correttezza e serietà politica, in confusi ed ambigui tentativi di dialogo senza regole e senza prospettive con l'area grigia della clandestinità -:
se il Ministro sia al corrente delle circostanze summenzionate, per altro ampiamente documentate dalla stampa locale;
se il Ministro dell'interno non ritenga grave il coinvolgimento di un Ministro della Repubblica nei rapporti che un rappresentante
della Pubblica amministrazione intrattiene con un cittadino che non rispetta le leggi dello Stato italiano, tali da costituire un reale incoraggiamento a rimanere nella irregolarità;
quali iniziative intenda assumere per ritornare al ripristino della legalità senza se e senza ma, assumendo come unica guida il rispetto delle norme e delle leggi vigenti che valgono per chiunque voglia soggiornare e vivere nel nostro territorio;
quali atti amministrativi e politici voglia mettere in atto per favorire l'integrazione di chi, immigrato regolare, lavora e vive all'interno della nostra comunità e sente con forza la necessità di distinguersi e di essere protetto rispetto a chi resta nella clandestinità e spesso diventa strumento della delinquenza organizzata;
quale politica intenda sviluppare a supporto delle Forze dell'Ordine impegnate in attività di prevenzione e di repressione, garanzia di sicurezza per i cittadini padovani e per gli stessi immigrati regolari.
(4-01450)
ASCIERTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il sito internet «indymedia.org.uk». pubblica come foto «segnaletiche» le foto dei poliziotti che hanno espletato servizio durante il G8 di Genova del 2001 e che hanno partecipato all'irruzione nella scuola Diaz su cui indaga la magistratura locale;
all'interno del sito, gran parte delle foto pubblicate, appaiono foto «ufficiali» a colori, tratte da documenti, probabilmente da carte d'identità, o tesserini professionali degli appartenenti alla polizia di stato, tant'è che in alcune di esse sono evidenti le spille e le «bullonature» che si applicano normalmente nella documentazione ufficiale;
secondo l'interrogante appare chiaro che le foto provengono dai fascicoli personali dei dipendenti che dovrebbero essere custoditi, in maniera esclusiva, dal ministero dell'interno;
il sito di indymedia si è reso più volte responsabile di minacce nei confronti di politici e poliziotti e ha visto nel proprio blog l'intervento di esponenti dell'area antagonista, affermandosi come il sito ufficiale dei centri sociali;
la pubblicazione di tale materiale non solo espone gli appartenenti alla polizia di stato ad un evidente pericolo di ritorsione ma è una palese violazione del più fondamentale diritto alla privacy di ogni cittadino -:
a giudizio dell'interrogante, occorre adottare provvedimenti affinché il sito indymedia già noto per la sua attività spiccatamente vessatoria nei confronti delle forze di polizia non continui nella sua opera denigratoria nei confronti di uomini e donne, appartenenti alle forze di polizia, che ogni giorno servono il nostro Paese con professionalità, correttezza e grandissima dedizione -:
le ragioni per le quali ancora non sia stato disposto l'immediato sequestro o oscuramento del sito internet;
se intenda il Ministro interrogato attivare una indagine che chiarisca;
se sia vero che le foto pubblicate siano state tratte dai fascicoli personali degli appartenenti alla Polizia di Stato;
come abbiamo fatto i gestori del sito di indymeda ad entrare in possesso delle foto.
(4-01451)