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Allegato B
Seduta n. 62 del 30/10/2006
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzione in Commissione:
La XII Commissione,
premesso che:
negli ultimi anni si è diffusa tra la popolazione della Regione Sicilia una forte preoccupazione per i possibili effetti sulla salute derivanti da esposizioni ambientali dei residenti nei comuni con grandi insediamenti industriali;
tali preoccupazioni sono avvalorate da circa 700 morti di cancro tra i lavoratori del Petrolchimico ENI di Gela e da recenti notizie di stampa le morti sono in aumento e, solo nelle ultime settimane vi sono stati altri sette casi di morti sospette per esposizione ad agenti cancerogeni, per le quali tra l'altro i familiari delle vittime si sono rivolti alla magistratura per l'accertamento della verità;
l'area esposta a tale inquinamento, che colpisce in primo luogo i lavoratori e in generale tutti i residenti, comprende i comuni di Gela, Niscemi e Butera, e conta circa 120.000 abitanti;
a Gela sono migliaia i casi di malformazioni cardiovascolari, agli arti, all'apparato digerente, ai genitali, e che l'indagine avente ad oggetto le morti sospette tra i dipendenti transitati nei reparti dell'AGIP, dell'ANIC e dell'ENI evidenzia un collegamento tra la presenza del Petrolchimico e i tumori;
lo studio della Regione Siciliana - Dipartimento osservatorio epidemiologico - in collaborazione con l'E.S.A Epidemiologia Sviluppo Ambiente e con l'ASL ROMA/E «Stato di salute della popolazione residente nelle aree ad elevato rischio ambientale e nei siti di interesse nazionale della Sicilia - Analisi della mortalità (aa 1995-2000) e dei ricoveri ospedalieri (aa 2001-2003)» ha valutato il quadro di mortalità (1995-2000) e di morbosità (2001-2003) della popolazione residente nelle aree siciliane dichiarate dalla legislazione nazionale e regionale «aree ad elevato rischio di crisi ambientale», tra le quali rientra l'area industriale di Gela, mediante appositi parametri tecnico-statistici rispetto alla popolazione residente nei comuni limitrofi scelti come riferimento;
lo studio citato ha evidenziato che nell'area di Gela vi sarebbe «un eccesso di patologie tumorali sia negli uomini che nelle donne; che si registra in particolare un aumento dei tumori dello stomaco, del colon retto, della laringe, dei bronchi e polmoni, della vescica e dei linfomi non-Hodgkin; un eccesso di ricoveri per le malattie cardiovascolari, per le malattie respiratorie e in particolare per le malattie respiratorie acute, per le malattie polmonari croniche, per l'asma bronchiale e per l'asma nei bambini». Contestualmente lo studio ha rilevato un eccesso di ricoveri negli uomini per la pneumoconiosi e nelle donne per le malattie del rene;
le conclusioni dello studio riportano che «è verosimile che gli eccessi di mortalità e morbosità osservati nelle aree di Augusta-Priolo, Gela e Milazzo siano attribuibili ad esposizioni professionali ed ambientali legate ai numerosi impianti industriali ed al conseguente inquinamento delle matrici ambientali»;
recentemente, e quindi dopo la pubblicazione dello studio, si sono verificate disfunzioni operative nello stabilimento dell'Eni di Gela, con blocco della raffineria e l'emissione di sostanze inquinanti e maleodoranti nell'atmosfera con intuibili conseguenze sull'ambiente, sui lavoratori, sui cittadini ed in definitiva su tutto il territorio;
a fronte dei cospicui investimenti che l'ENI si è impegnato a fare per il miglioramento della sicurezza del lavoro e ambientale, non si vede tuttavia ancora - secondo i proponenti - un risultato soddisfacente,
che possa garantire un miglioramento della situazione di inquinamento ambientale;
l'ENI e le Società operanti a Gela debbono attenersi alla direttiva 96/61/CE del Consiglio del 24 settembre 1996 sulla prevenzione e la riduzione integrata dell'inquinamento, il cui obiettivo è quello di ottenere in modo integrato un alto livello di protezione ambientale;
impegna il Governo
a costituire una task-force coordinata dal Ministero della Salute e alla quale partecipino il Ministero dell'Ambiente, il Ministero del Lavoro, il Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Siciliana, la Provincia Regionale di Caltanissetta, i Comuni di Gela, Butera e Niscemi, nonché i rappresentanti dell'ENI per giungere in tempi rapidi a proposte operative in termini di risanamento ambientale ed occupazionale, quale la predisposizione di una «legge per Gela», in modo da tutelare in primo luogo la salute dei lavoratori e dei cittadini del comprensorio ed in definitiva l'ambiente ed il territorio;
a prevedere investimenti di carattere pubblico finalizzati alla tutela e alla salvaguardia della salute dei cittadini con ospedali specializzati per la cura e lo studio delle patologie più frequenti nell'area, in collaborazione con Università ed Enti di ricerca;
ad invitare l'ENI a predisporre iniziative risarcitorie nei confronti della città di Gela per i danni ambientali provocati.
(7-00070)
«Palumbo, Misuraca, Di Virgilio, Angelino Alfano, Fallica, Marinello, Baiamonte, Germanà, Bocciardo, Mazzaracchio, Ceccacci Rubino».