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Allegato B
Seduta n. 74 del 17/11/2006
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GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta scritta:
RAITI, BORGHESI, COSTANTINI, D'ULIZIA, EVANGELISTI, MISITI, MURA, LEOLUCA ORLANDO, OSSORIO, PEDICA, PORFIDIA e RAZZI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere -premesso che:
con «anni di piombo» si intende quello stesso periodo, in Italia, in cui a molte persone «insoddisfatte» della situazione politico-istituzionale sembrò che, la violenza di piazza e, successivamente, la lotta armata e il terrorismo, fossero scelta di vita praticabile e strumento utilizzabile per modificare gli equilibri politici e la forma politico-istituzionale-costituzionale dello Stato;
gli anni di piombo segnano la perversione e l'epilogo di quel periodo che fu definito «della contestazione» in Italia e in Europa, dove gli scontri si erano alzati sempre di più nel quadro di una sorta di strategia della tensione dalla quale trassero alimento tentativi di deviazioni istituzionali e nella quale si unirono esponenti criminali e malavitosi;
in quel periodo vigeva un clima di insicurezza e pericolo per i numerosi attentati clamorosi, che si possono definire stragi, ed anche contro obiettivi singoli, cittadini comuni, agenti di polizia, fattorini di banca, tutte vittime del «terrorismo» assassinate in esecuzione di condanne a morte decise in area rimasta ancora oscura e da personaggi mai identificati;
in relazione al periodo degli «anni di piombo», sulla testata Libero viene riportata una e-mail, in data 9 novembre 2006, una dichiarazione che secondo lo scrivente avrebbe fatto il Ministro Ferrero: «Anni di piombo? Macchè, sono stati gli anni d'oro del dopoguerra italiano che solo per colpa di governi ciechi e sordi hanno registrato qualche episodio di violenza. Quelli sono stati gli anni più importanti del secondo dopoguerra, quelli che hanno cambiato di più e in meglio la nostra società»;
gli interroganti, in attesa della smentita ufficiale, hanno seri dubbi che tali affermazioni siano state effettivamente pronunciate dal rappresentante del Governo e ritengono, di conseguenza, estremamente offensivo alle istituzioni quanto apparso su Libero -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare iniziative per tutelare la propria dignità e autorevolezza di Ministro della Repubblica e per salvaguardare la memoria delle vittime del terrorismo.
(4-01691)