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Allegato B
Seduta n. 8 del 31/5/2006
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INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
DE SIMONE, DIOGUARDI e FORGIONE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'istruzione. - Per sapere - premesso che:
il direttore del Conservatorio di Musica «Vincenzo Bellini» di Palermo Carmelo Caruso si è candidato alle elezioni regionali siciliane del 28 maggio nelle liste di Alleanza Nazionale;
il 12 maggio scorso è avvenuta la presentazione della sua candidatura all'interno del Conservatorio che lui stesso dirige; questa presentazione consisteva in una conferenza dal titolo «le note della legalità», all'interno della quale il direttore Carmelo Caruso ha avuto inoltre un incontro con il senatore Nania, coordinatore regionale siciliano di Alleanza Nazionale, dal titolo: «dalla precarietà nella cultura alla stabilità della cultura», ossia lo slogan del proprio programma elettorale;
il 20 maggio si tiene, sempre all'interno del Conservatorio, nel Teatro dell'Istituto, una conferenza stampa e manifestazione per la presentazione dei candidati di Alleanza Nazionale con la partecipazione di Gianfranco Fini; tutto ciò avviene nell'orario delle lezioni con alcune modifiche e chiusure degli abituali portoni d'ingresso, condizionando le attività didattiche di studenti e insegnanti che, tra l'altro, avevano ricevuto tramite sms l'invito per salutare l'onorevole Fini;
l'uso dei locali dell'Istituto, che hanno trasformato il Conservatorio nella sede di un comitato elettorale, e gli inviti volti a sostenere la candidatura del direttore Carmelo Caruso, pervenuti a docenti, personale ATA, genitori e studenti dell'Istituto (La Repubblica dei giorni 11, 20, 21 maggio e Ansa del 13 maggio) sono, secondo gli interroganti, del tutto impropri e antidemocratici e denotano la totale mancanza di un codice etico e deontologico; si presume che per inviare suddetti sms siano stati utilizzati gli indirizzari e i numeri telefonici di studenti e famiglie con una chiara violazione delle norme sulla privacy;
le sopradescritte modalità adottate dal direttore Carmelo Caruso per pubblicizzare la propria campagna elettorale e quella del suo partito, ad avviso degli interroganti, sono inaccettabili e non hanno precedenti simili all'interno di una istituzione preposta all'alta formazione musicale -:
se la concessione dell'uso dei locali per le attività indicate in premessa sia stata deliberata dal consiglio di amministrazione di cui fanno parte due rappresentanti del Ministero;
se il comportamento del direttore sia valutabile sul piano disciplinare.
(4-00149)
OLIVIERI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 2005 è naufragata nel Golfo della Spezia la nave cementiera georgiana Margaret;
il grave incidente ha messo in pericolo la vita dell'equipaggio ed ha rischiato di provocare un vero e proprio disastro ambientale nell'ipotesi di fuoriuscita dell'ingente quantità di carburante presente nei serbatoi della nave;
tali drammatici risvolti sono stati scongiurati dal tempestivo intervento della Guardia Costiera e dall'esito positivo delle operazioni di recupero del carburante;
secondo le notizie riportate dalla stampa la nave Margaret era una della tante «carrette del mare» che si contraddistinguono per la mancanza delle condizioni atte a garantire una navigazione sicura;
il 10 dicembre 2005 si è tenuto un vertice presso la regione Liguria al quale ha preso parte il Capo del Dipartimento della protezione civile Guido Bertolaso che si è reso disponibile ad assumere la gestione delle operazioni di rimozione della nave affondata in caso di inadempienza da parte della proprietà;
a sei mesi di distanza dall'incidente il relitto della nave Margaret giace ancora a pochi metri dagli scogli della diga foranea del Golfo della Spezia;
nonostante la nave Margaret abbia perso gran parte della propria potenzialità offensiva appare non più procrastinabile la rimozione del relitto, anche in considerazione dell'inizio della stagione estiva -:
quali tempi siano previsti per il recupero del relitto;
se, alla luce di quanto accaduto, non ritenga opportuno dotare il nostro Porto di strumenti efficaci per affrontare le emergenze derivanti dalla dispersione in mare di sostanze inquinanti, dislocando nell'Alto Tirreno, per esempio, unità antinquinamento classe Cassiopea, a suo tempo realizzate anche con i fondi della Protezione Civile;
di quali iniziative il Governo intenda farsi promotore in sede europea affinché vengano adottate misure volte ad impedire che le acque del nostro Continente vengano solcate da navi obsolete ed insicure.
(4-00153)
DANIELE FARINA, DE SIMONE, MANTOVANI, LOMBARDI, GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA, CARUSO, BURGIO, CACCIARI, CANNAVÒ, DIOGUARDI, DURANTI, MUNGO, MONGUZZI e ZANELLA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
da oltre nove anni nella città di Bologna si tiene una manifestazione nazionale antiproibizionista denominata street rave parade che si esprime con modalità consolidatesi da tempo in tutta Europa e nella quale confluiscono decine di migliaia di giovani e meno;
tale manifestazione, in questi ultimi anni, è cresciuta in presenza e in qualità politica senza mai registrare problemi legati all'ordine pubblico;
queste manifestazioni si sono diffuse in molte città e particolarmente quella bolognese è sempre stata autorizzata attraverso un processo di dialogo con gli organizzatori e le amministrazioni locali succedutesi;
è sempre stato cura degli organizzatori mettere in atto interventi volti ad informare correttamente i partecipanti sui rischi derivanti dall'utilizzo delle varie sostanze stupefacenti, anche ponendo in essere azioni con il servizio pubblico competente territorialmente;
detta manifestazione nazionale viene preceduta da dibattiti e incontri culturali sulle più avanzate politiche non proibizioniste europee e mondiali in materia di droghe con la partecipazione di esperti, operatori, ed esponenti del mondo politico;
nell'ultimo anno il sindaco del comune di Bologna Sergio Cofferati ha più volte manifestato la propria opposizione allo svolgimento del corteo adducendo nocumento all'igiene pubblica e al riposo delle persone nonché largo spaccio di sostanze stupefacenti;
nel consiglio comunale di Bologna alcuni giorni fa è stato letto un intervento di inizio seduta relativamente alle manifestazioni ed ai comportamenti che esaltano l'uso di droghe e l'abuso di alcool, sottoscritto da alcuni esponenti di entrambi gli schieramenti politici in cui si fa esplicito riferimento alla Street Rave - Manifestazione nazionale antiproibizionista, in cui se ne invoca il contrasto culturale;
successivamente gli stessi e altri esponenti politici sono giunti a invocare il divieto assoluto della manifestazione e il sequestro preventivo dei mezzi necessari a realizzarla;
in data 25 maggio 2006, il Centro Livello 57 di Bologna veniva perquisito ai sensi del Testo Unico delle sostanze stupefacenti così modificato dalla legge n. 49 del 2006, detta Fini-Giovanardi, in entrambe le sedi su iniziativa della Procura bolognese.
in tale perquisizione veniva rinvenuto un modesto quantitativo di hascish palesemente non destinata allo spaccio ma producendo infine l'arresto dell'avvocato del centro stesso con modalità le cui incongruenze, secondo gli interroganti, saranno materia di analisi della magistratura in sede giudicante -:
se il Ministro abbia informazioni generali relative a quando va sviluppandosi nella città di Bologna;
se possieda informative facenti ritenere che dall'iniziativa Street rave programmata per il 1 luglio possano scaturire turbative dell'ordine pubblico o i succitati nocumenti tali da produrre il divieto di una manifestazione politica e la sospensione di fatto di diritti costituzionalmente garantiti;
se la concatenazione degli eventi come riportati non consigli un'attivazione del dicastero presso la questura e la prefettura di Bologna per una ricognizione dei fatti e l'attivazione di un tavolo di confronto tra gli organizzatori e l'amministrazione locale.
(4-00154)
VENIER. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
gli atti di intolleranza razziale stanno sempre più prendendo il sopravvento nel nostro Paese, avendo pervaso oramai larghi strati della popolazione italiana;
numerosi sono gli episodi in cui persone non italiane, spesso provenienti dal continente africano, vengono prese di mira con insulti e aggressioni di stampo razzista e fascista;
di questo clima portano la responsabilità secondo l'interrogante la destra italiana e la Lega, forze politiche che non perdono occasione per additare quali cause dei mali della nostra società la presenza in Italia di emigrati che, al contrario, attraverso il loro lavoro contribuiscono sempre di più al benessere complessivo del nostro paese;
tale campagna di attacco ai valori della solidarietà e della civile convivenza si è dispiegata persino attraverso l'affissione sui muri delle nostre città di manifesti che con i loro messaggi sono fonte di incitamento all'aggressione ed alla violenza contro i migranti presenti nel nostro paese;
in questo clima complessivo il gravissimo episodio accaduto mercoledì 24 maggio 2006 a Milano assume un carattere ancor più inquietante e pericoloso;
mercoledì 24 maggio 2006, alle ore 15,30 circa, in Piazza Repubblica a Milano il cittadino italiano Pap Khouma ha denunciato alle forze dell'ordine il gravissimo atto d'intolleranza razziale del quale è stato vittima, essendo stato aggredito prima verbalmente e poi a pugni e calci da personale dell'ATM di Milano;
il fatto, in sé di estrema gravità, ha avuto un suo evolversi ugualmente inquietante;
il signor Pap Khouma, che precedentemente all'aggressione stava viaggiando su un tram dell'ATM diretto a Piazza Repubblica, durante il percorso è stato avvicinato da due controllori che gli hanno chiesto, per un normale controllo, l'esibizione del biglietto. Il signor Khouma avrebbe, a questo punto validamente esibito la sua tessera mensile, con validità fino al 31 maggio;
una volta arrivato a destinazione il Khouma è sceso dal mezzo e si è fermato sul marciapiede della stessa piazza;
da un altro tram fermatosi anche esso in piazza Repubblica sono scesi altri due controllori ATM che senza motivo di servizio gli hanno chiesto di presentare il suo biglietto. II Khouma di fronte ad una richiesta immotivata, visto che non viaggiava su alcun mezzo, e conoscendo i propri diritti di cittadino, ha risposto loro con un rifiuto adducendo che non stava in quel momento avvalendosi di nessun servizio ATM e che per questo non era tenuto a presentare loro alcunché. A quel punto i due tranvieri hanno iniziato ad offendere il signor Khouma affermando che loro sono «a casa propria» e «fanno quello che vogliono», e che «lui non può venire a casa loro a dettare le leggi»;
alla risposta di Khouma di essere cittadino italiano, e che essendo sul marciapiede non è tenuto ad esibire alcun titolo di viaggio, i due controllori hanno aggiunto altri insulti seguiti da un pugno inferto da uno dei due al Khouma che, ovviamente, si è difeso;
a quel punto sono intervenuti altri tranvieri che non paghi del fatto che Khouma giacesse già per terra, lo hanno pestato con calci;
su questi fatti, oggetto di regolare denuncia sporta alle autorità, dovrà pronunciarsi la magistratura che dovrà individuare le responsabilità personali dirette dell'aggressione -:
se non intendano adottare le opportune iniziative anche in collaborazione con le Autorità locali volte a prevenire che aggressioni come questa possano ripetersi;
se non ritengano urgente costituire un osservatorio permanente che operi un monitoraggio costante sul fenomeno delle aggressioni di tipo razzista subite ogni anno dagli immigrati e dai cittadini italiani di colore allo scopo di aumentare la consapevolezza dell'intera popolazione sulla dimensione e sulla gravità del fenomeno razzista;
se non ritengano oramai improcrastinabile l'avvio di una campagna pubblicitaria istituzionale volta ad evidenziare il carattere multietnico della popolazione italiana.
(4-00160)
VENIER. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 25 aprile 2006 a Verona, senza alcuna autorizzazione o valutazione di opportunità da parte del comune, il questore autorizzava il Comitato «Pasque Veronesi», nota organizzazione legata agli ambienti della estrema destra veneta, a realizzare a pochi metri dalla piazza storica della Resistenza veronese un raduno, secondo l'interrogante, dal chiaro intento provocatorio;
dopo la conclusione delle celebrazioni ufficiali della festa della Liberazione, molti dei democratici presenti decidevano di manifestare il proprio dissenso nei confronti della manifestazione organizzata dalla destra, che vedeva, tra l'altro, tra i partecipanti il Partito neofascista della Fiamma Tricolore, che, notoriamente, disconosce la ricorrenza nazionale del 25 aprile, e personaggi noti come animatori, negli anni settanta, dell'organizzazione eversiva «la Rosa dei Venti»;
gli antifascisti e antirazzisti hanno organizzato un presidio assolutamente pacifico nella piazza in cui era prevista la manifestazione della destra estrema;
invece di valutare l'opportunità di non consentire all'estrema destra di svolgere una manifestazione dai chiarissimi intenti provocatori, la Polizia di Stato ha deciso lo sgombero forzato del presidio antifascista;
la Polizia, di fronte a manifestanti che seduti per terra opponevano resistenza passiva allo sgombero, non ha esitato a «caricare» utilizzando i manganelli, a sequestrare videocamere ed apparecchi fotografici, e successivamente, ad operare una serie di arresti ricorrendo a metodi a giudizio dell'interrogante brutali e gratuiti;
tra coloro che sono stati assurdamente malmenati dalle forze dell'ordine, arrestati e caricati di peso nei cellulari per essere tradotti in questura c'era, tra l'altro, il segretario provinciale del Partito dei comunisti italiani, colpevole di ricercare una mediazione tra manifestanti e forze dell'ordine;
il 27 maggio 2006, sempre a Verona, il questore ha concesso nuovamente alle organizzazioni dell'estremismo neo-fascista di svolgere una parata razzista, provocando la giusta reazione di indignazione da parte della comunità cittadina anche attraverso nuovi episodi di tensione -:
se non ritenga necessario aprire una inchiesta interna sui fatti del 25 aprile 2006 al fine di valutare l'operato assolutamente censurabile, a parere dell'interrogante, delle forze di polizia ed individuare precisamente le responsabilità delle violenze anche al fine di impedire che episodi di questo tipo abbiano a ripetersi;
se non ritenga di dover intraprendere azioni disciplinari nei confronti del questore di Verona che, secondo l'interrogante,
ha dimostrato più di una volta di sottovalutare il pericolo rappresentato dall'attività di gruppi estremisti e razzisti dell'estrema destra;
quali iniziative di indirizzo il Governo intende prendere per impedire che forze neofasciste e dell'estrema destra che si collochino fuori dall'alveo democratico e costituzionale, e possano continuare a realizzare provocazioni più o meno gravi, soprattutto in occasione delle principali ricorrenze nel corso delle quali la Repubblica ricorda la lotta e la vittoria contro la dittatura fascista.
(4-00162)
SALERNO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
nella serata di giovedì 25 maggio 2006 verso le ore 23 circa nel centro di Torino, adiacenze della piazza Vittorio Veneto, e specificamente nel lungo Po dei «Murazzi» una moltitudine massiccia di abusivi di colore svolgeva in presenza dell'interrogante un palese e manifesto esercizio abusivo di commercio con addirittura banchi e strutture di esposizione nonché merci posate sul suolo della strada a mò di fiera;
a ciò si doveva aggiungere una pressocché totale occupazione da parte di altri abusivi di colore che con strutture di cucina e barbecue a cielo aperto preparavano cibi di carne ed altre fritture;
oltre a tutto ciò erano palesi altri tipi di commerci e di scambi indefinibili ma intuibili di altra merce illegale eseguiti di fronte alla gente e senza alcuna reticenza;
a fronte dell'autentico disagio dei cittadini presenti e alla legittima rimostranza di quanti conducono regolari attività commerciali la mancanza di legalità e di ordine pubblico sta causando, di fatto, il totale impedimento da parte di cittadini e turisti di fruire di una delle zone più belle di Torino che tutto il mondo ha ammirato durante le Olimpiadi;
tutto ciò si ripete ogni sera da mesi e così si preannuncia per il futuro;
il commercio è materia di competenza del sindaco della città il quale dovrebbe intervenire nelle situazioni di commercio illegale e palesemente abusivo esercitando un doveroso controllo delle autorizzazione comunali, delle merci esposte e procedendo nel caso a sequestri, ed arresti se in flagranza;
non è accettabile sotto il profilo giuridico ma anche etico che un luogo di così pregio d'arte e paesaggistico come il lungo Po dei Murazzi da tutto il mondo ammirato ed invidiato sia di dominio così assoluto di extracomunitari ed abusivi di colore che invadendolo fisicamente creano disagio ai regolari commercianti torinesi nonché ai cittadini e turisti che ogni anno affollano questi luoghi -:
quali iniziative sotto il profilo della tutela dell'ordine pubblico e della tutela dei beni culturali si intendano adottare in merito ai fatti descritti in premessa.
(4-00163)