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Allegato B
Seduta n. 84 dell'11/12/2006
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COMUNICAZIONI
Interpellanza:
La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro delle comunicazioni, per sapere - premesso che:
il 28 luglio 1999 l'emittente Europa 7 ottiene una delle sette licenze rilasciate nella gara d'appalto per l'assegnazione ai privati delle concessioni a trasmettere sulle frequenze televisive nazionali. Nel corso della stessa gara d'appalto l'emittente televisiva Rete 4 perde il diritto a trasmettere;
nonostante l'ottenimento della concessione, Europa 7, fino ad oggi, non ha potuto trasmettere;
la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 466 del 20 novembre 2002, stabilisce che nessun privato può possedere
più di due reti televisive e che le reti eccedenti, in questo caso Rete 4, devono cessare la trasmissione in via analogica terrestre. La Corte, inoltre, fissa un limite improrogabile, il 31 dicembre 2003, entro cui le frequenze occupate da Rete 4 devono andare a Europa 7;
nell'estate del 2002, il Ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri presenta un disegno di legge per il riordino del sistema radiotelevisivo italiano e l'introduzione della trasmissione digitale terrestre. La legge, che permette a Rete 4 di continuare a trasmettere in via analogica terrestre in netto contrasto con la sentenza della Corte Costituzionale, viene approvata dal Parlamento il 3 maggio 2004;
nel luglio 2005 il Consiglio di Stato, dopo il ricorso di Europa 7, chiede alla Corte europea di Giustizia di pronunciarsi sulla vicenda. Il Consiglio invia alla Corte una «questione pregiudiziale» articolata in 10 quesiti. I quesiti riguardano il caso specifico del mancato piano di riassegnazione delle frequenze e alcuni punti della legge Gasparri sul riassetto del sistema radiotelevisivo. Lo stesso Consiglio solleva la questione di un possibile conflitto con il diritto comunitario e con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo;
il 19 luglio 2006 l'Unione Europea avvia una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia per la legge Gasparri, in particolare per i vantaggi consentiti al duopolio Rai-Mediaset anche nel nuovo mercato del digitale terrestre in contrasto con le regole europee sulla concorrenza;
il Ministro delle Comunicazioni onorevole Paolo Gentiloni, in risposta alla messa in mora della Commissione Europea, sostiene in più occasioni l'illegittimità della legge Gasparri e l'impegno a riformarla;
il 15 novembre scorso il Ministro invia una lettera ufficiale al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta, nella quale annuncia l'imminente udienza davanti alla Corte Europea di Giustizia del 30 novembre e la necessità di modificare la posizione dell'Avvocatura dello Stato sul caso Europa sette;
il 30 novembre scorso dinanzi alla Corte Europea di Giustizia si tiene l'udienza per discutere della illegittimità della legge Gasparri e della vicenda di Europa 7;
l'agenzia stampa Apcom il 30 novembre scorso riporta che «durante l'udienza, l'Avvocato dello Stato italiano, Paolo Gentili, ha difeso la linea sostenuta dalla memoria difensiva del precedente governo Berlusconi, secondo quanto hanno confermato ad Apcom fonti della Corte di Giustizia». In sostanza l'Avvocato dello Stato mantiene le posizioni espresse nelle osservazioni già depositate sostenendo che le reti televisive non rientrano nel campo di applicazione delle direttive sulla comunicazione elettronica e che il generale assentimento concesso dalla Legge Gasparri a Rete 4 non viola la normativa comunitaria;
in un articolo pubblicato dal Sole 24 ore, in data primo dicembre 2006, il giornalista Marco Mele scrive: «Eppure, in una lettera alla Presidenza del Consiglio, a metà novembre, il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni aveva avvertito: tenete conto del netto mutamento occorso nell'indirizzo politico in materia» -:
se il Governo concorda con la posizione sostenuta dall'Avvocatura Generale dello Stato davanti alla Corte Europea di Giustizia;
quali iniziative il Governo intenda assumere per risolvere il problema della mancata assegnazione delle frequenze ad Europa 7.
(2-00273) «De Zulueta».
Interrogazioni a risposta scritta:
FERDINANDO BENITO PIGNATARO e LAGANÀ FORTUGNO. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
da qualche tempo nell'ambiente calabrese di Poste Italiane si registra una
forte preoccupazione per l'annunciata riorganizzazione delle strutture territoriali oggi operative, cui farebbe seguito la chiusura della cosiddetta Filiale di Locri, sorta nel 1999 in un importante centro urbano non sede di capoluogo di provincia ed ormai consolidata nel rispettivo territorio;
la nascita di tale struttura ha consentito un miglioramento significativo nella gestione degli Uffici Postali, creando sinergie positive che hanno condotto a risultati commerciali più che lusinghieri, attraverso il presidio costante e diretto del territorio, ridando dignità a centinaia di lavoratori e migliorando anche le relazioni con la clientela e quindi la qualità dei servizi offerti;
la Filiale di Locri comprende territorialmente i 58 comuni della fascia ionica da Melito Porto Salvo a Monasterace M.na, nonchè attraverso il passo della Limina, alcuni Comuni della cosiddetta Piana di Gioia Tauro;
comprende ben 84 uffici postali dislocati su un territorio vasto e logisticamente debole per la mancanza di una rete infrastrutturale adeguata, da tempo opera in condizioni di estremo disagio a causa dell'assenza prolungata di un Dirigente, con le inevitabili ripercussioni sulla gestione delle risorse che lamentano la mancanza di un riferimento autorevole e motivante;
l'attuale modello organizzativo si inserisce nel complessivo quadro nazionale, che considera il decentramento funzionale per incidere positivamente sulle diverse realtà territoriali, fornendo risposte tempestive ed efficaci, che tengano conto delle peculiarità che ogni territorio deve affrontare;
la riorganizzazione dei servizi e la razionalizzazione delle risorse non può ignorare le diversità e le esigenze dei singoli territori e, soprattutto, non può emarginare ulteriormente il territorio calabrese, già penalizzato da problemi socio economici, logistici e di viabilità purtroppo assolutamente peculiari;
l'eventuale ritorno alle origini (cioè con l'accorpamento della Filiale di Locri a Reggio Calabria), riprodurrebbe l'incredibile situazione di comuni posti a 170 Km dal capoluogo reggino, con una percorrenza di quasi tre ore per raggiungere la sede della filiale;
a quanto risulta agli interroganti, da circa due anni nella filiale si assiste ad un progressivo depauperamento di risorse e di investimenti, una lenta ma costante esautorazione di funzioni che mortificano il personale e inducono a comportamenti di disaffezione e insofferenza;
non esiste a livello nazionale alcun progetto riorganizzativo generale che preveda la chiusura di strutture, non sedi di capoluogo di provincia, come quella di Locri;
sulla Locride si è concentrata l'attenzione dei massimi vertici politicoistituzionali che hanno assunto impegni per lo sviluppo e la rinascita di questo martoriato territorio, rafforzando la presenza dello Stato nei vari settori economici e sociali, accogliendo così le legittime istanze che dallo stesso comprensorio provengono -:
quali azioni, secondo le proprie prerogative, intenda intraprendere il Ministro per dare assicurazioni ai cittadini calabresi e confermare le attuali strutture territoriali che hanno finora garantito una efficace azione di sviluppo dei servizi offerti da Poste Italiane, nel pieno rispetto della logica di decentramento operativo e del rapporto privilegiato che soprattutto l'attuale gestione ha inteso assegnare agli accordi di servizio, nella consapevolezza che si tratta di problematiche di cui non è possibile ignorare le ricadute sul piano economico e sociale.
(4-01901)
CIRIELLI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
da quanto si evince dalla lettera allegata alla presente interrogazione e redatta a cura del «Comitato Pro-ripetitore»
del Comune di Sassano, in provincia di Salerno, pare che nel predetto comune non sia mai giunto il segnale RAI;
da quanto si evince dalla predetta lettera, pare che la sezione RAI di Napoli abbia inviato all'Amministrazione comunale di Sassano una relazione dettagliata riconoscendo che in alcune zone del Paese vi è la completa assenza del segnale radio televisivo RAI;
i cittadini del comune di Sassano pagano annualmente il canone ma non hanno mai usufruito del servizio radio-televisivo della RAI -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se gli stessi corrispondono al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare con particolare riferimento alla possibilità di installare un ripetitore RAI che possa servire il Comune di Sassano.
(4-01916)