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Allegato B
Seduta n. 84 dell'11/12/2006
...
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta orale:
GASPARRI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nel corso della XIV legislatura i ministri Tremonti e Castelli sottoscrissero intese volte all'istituzione a Latina della Scuola superiore della magistratura;
l'attuale Ministro interpellato ha annunciato nei giorni scorsi che le sedi delle Scuole superiori della magistratura saranno individuate a Benevento, a Bergamo
e a Firenze, con la esclusione della città di Latina, che era stata indicata il 29 aprile 2006 come sede nel centro Italia della prestigiosa Scuola per la formazione e aggiornamento dei magistrati;
tale decisione era stata accolta con grande favore a Latina dalla locale amministrazione ed era di pubblico dominio, con conseguenze positive sulla vita sociale e culturale della città laziale -:
quali siano i reali motivi che hanno portato all'esclusione di Latina da parte del Governo di centrosinistra;
se alla base di questa decisione non vi sia un atteggiamento di pregiudizio politico da parte dell'attuale Governo o, peggio ancora, pressioni di natura clientelare;
se non si ritenga di rispettare l'accordo del 29 aprile 2006, procedendo con immediatezza alla costituzione, nella città di Latina, della Scuola superiore della magistratura.
(3-00469)
Interrogazioni a risposta scritta:
CIRIELLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da quanto si evince dalla missiva redatta a cura dell'Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria, pare che «... da diversi mesi e sin dall'insediamento della S.V. quale Ministro della Giustizia, l'O.S.A.P.P., quale Organizzazione Sindacale Nazionale del Corpo di Polizia Penitenziaria, Le ha inoltrato, almeno per conoscenza, una considerevole mole di corrispondenza riguardante i gravi disagi del Personale di Polizia Penitenziaria e le disfunzioni in essere negli istituti penitenziari, in particolare del Piemonte-Valle d'Aosta, della Lombardia e del Triveneto...»;
da quanto si evince dalla predetta lettera, pare che «...Rispetto a tali realtà regionali, la differenza sostanziale con il restante territorio è il continuo ed indisturbato ripetersi di gravi disattenzioni per quanto riguarda il rispetto delle minime regole in materia di:
1) equità nel trattamento del Personale per quanto riguarda le turnazioni, i servizi notturni e festivi, la distribuzione delle risorse economiche quali straordinari, buoni pasto e servizi di missione;
2) equità e trasparenza nell'assegnazione di determinati posti di servizio di maggiore o minore gravosità;
3) procedimenti disciplinari che, invece di costituire l'extrema ratio nella gestione del Personale di Polizia Penitenziaria, divengono la modalità esclusiva ed indiscriminata del «governo» del Personale del Corpo, quando anche non si preferisce sempre e comunque fare ricorso all'autorità giudiziaria;
4) relazioni sindacali, in ragione di una persistente assenza di confronto, della mancata conclusione di specifici accordi, del mancato rispetto del contratto collettivo nazionale di lavoro approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 164 del 2002 e dell'Accordo quadro Nazionale del 24 marzo 2006, nonché della mancanza di informazioni alle parti e al Personale nell'assoluta autoreferenzialità e discrezionalità nelle scelte effettuate dai Dirigenti degli istituti»;
secondo quanto affermato nel testo della predetta missiva, pare che «nelle regioni del Piemonte-Valle d'Aosta, della Lombardia e del Triveneto, i Dirigenti Generali preposti a tali circoscrizioni in qualità di provveditori regionali, non intervengono mai, non riscontrano né controllano e se lo fanno è per negare qualsiasi disfunzione soprattutto se le segnalazioni pervengono da alcune sigle sindacali piuttosto che da altre, non adottano correttivi anche di minima entità ed in alcuni casi, pur in presenza di episodi gravi, non si recano neanche presso gli istituti interessati...»;
nel testo della lettera si afferma quanto segue: «... per tali situazioni, che da tempo non trovano soluzione, né tantomeno
ascolto, ci si attendeva un qualche minimo miglioramento almeno in termini di vivibilità lavorativa, dagli effetti sul sovraffollamento del recente provvedimento di indulto che, invece, non solo non ha consentito di ristabilire in favore del Personale la dovuta serenità ma non ha influito neanche in termini di migliore organizzazione e trasparenza...»;
nel testo della predetta missiva il Segretario dell'O.S.A.P.P., Leo Beneduci, afferma quanto segue: «...Si potrebbe quindi ed a ragione, affermare che in Piemonte-Valle d'Aosta, nella Lombardia e nel Triveneto, benefici dall'indulto per la Polizia Penitenziaria non ve ne sono state e non per scelte di carattere politico bensì per le gravi carenze di chi gestisce l'Amministrazione penitenziaria in tali realtà territoriali...» -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se corrispondenti al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare.
(4-01915)
D'ELIA. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
Il 21 ottobre 2006, su un quotidiano nazionale (l'Avanti), è apparsa la notizia della situazione assurda e paradossale di cui è vittima Luigi Di Napoli: «Un imprenditore salentino nel tritacarne».
già il 19 ottobre 2006, nel corso di varie edizioni del telegiornale di Telenorba (emittente locale pugliese), è stato trasmesso un servizio sulla drammatica situazione che, in quelle ore, stava vivendo, a Gallipoli, la famiglia Di Napoli con intervista rilasciata dall'avvocato Roberto Di Napoli, figlio della vittima, che, disperato, lamentava la mancata tutela dello Stato e gli abusi da parte delle Forze dell'Ordine che, per eseguire il rilascio dell'unica abitazione del Di Napoli, avrebbero, perfino, invaso i locali dell'immobile impedendone l'accesso a chiunque, compresa l'emittente televisiva;
il signor Luigi DI NAPOLI, imprenditore leccese, sarebbe, dal 1988, oggetto di una vera e propria persecuzione giudiziaria che lo ha distrutto economicamente e che sta compromettendo la serenità della sua famiglia; nel 1988, mentre contestava un appalto truccato, e riconosciuto tale nelle sedi amministrative, dopo avere ricevuto minacce, ha subito un attentato che lo costringe tuttora all'uso delle stampelle;
la sua è una storia di usura ed estorsione, di denunce reciproche tra la vittima e magistrati. Egli ha subito 21 processi e per 21 volte è stato assolto; ha sempre rinunciato ad amnistia e prescrizione per farsi processare;
il signor Di Napoli, tramite il figlio avvocato Roberto Di Napoli, sin dal 15 settembre 2006, aveva sollecitato il Commissario e il Comitato di solidarietà per le vittime dell'usura e dell'estorsione ad intraprendere ogni iniziativa al fine di far rispettare la sospensione dell'esecuzione ex articolo 20 legge n. 44 del 1999, intervenuta ope legis in favore della vittima Di Napoli in seguito al conforme parere dell'autorità amministrativa (S.E. Prefetto della Provincia di Roma) ricordando, tra l'altro, la ratio della legge n. 44 del 1999, che come ribadito dalla giurisprudenza, consente l'ammissibilità ai benefici ivi previsti anche in favore delle vittime fallite in seguito ed a causa delle condotte delittuose;
il 25 settembre 2006, Di Napoli ha subito l'accesso degli ufficiali giudiziari che gli chiedevano di rilasciare l'abitazione e, soltanto verso le ore 19, veniva comunicato il rinvio dell'esecuzione al 19 ottobre 2006; in tale data il Di Napoli afferma di aver subito un trattamento da parte sia dagli ufficiali giudiziari che dalle forze dell'ordine non in conformità con le norme vigenti in materia, subendo aggressioni fisiche che hanno comportato il ricovero dello stesso presso il locale Presidio Ospedaliero. Azione esecutiva che, stante il dolore causato al Di Napoli dalle percosse subite, è culminata con il suo arresto per presenta aggressione a pubblico ufficiale
(arresto che è stato revocato soltanto lo scorso 23 novembre 2006) -:
1. le motivazioni per cui non siano stati adottati i provvedimenti al fine di fare osservare la sospensione di cui all'articolo 20 legge n. 44 del 1999 considerato che il Di Napoli ha già ottenuto pareri conformi del Prefetto di Roma che lo riconoscono meritevole dei benefici di cui alla legge antiusura ed antiestorsione;
2. se, nell'esecuzione della procedura di rilascio dell'immobile del 19 ottobre 2006 gli organi preposti abbiano agito nel pieno rispetto delle normative vigenti.
(4-01923)