Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 84 dell'11/12/2006
...
POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazione a risposta scritta:
ZANELLA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il piano faunistico-venatorio per il quinquennio 2007-2012, approvato il 29 novembre 2006 dal Consiglio Regionale Veneto, peggiora in maniera sostanziale il vecchio piano venatorio, risalente al 1996 e riesumato più volte a suon di proroghe, andando ad assecondare ulteriormente le richieste del mondo venatorio più estremista, con particolare riferimento ai cacciatori di uccelli migratori;
in particolare, secondo l'interrogante, tale piano mette a rischio proprio i siti «Natura 2000», come le aree SIC e ZPS (Zone di Protezione Speciale e i Siti di Importanza Comunitaria) tutelate dall'Europa ai sensi delle direttive «Uccelli» ed «Habitat» che non saranno dunque tutelate ad Oasi;
viene diminuita la superficie regionale protetta, in pianura in misura superiore al 2 per cento (dal 23,41 per cento al 21,35 per cento), mentre in zona Alpi verrà ridotto del 10 per cento circa (dal 29,19 per cento al 19,61 per cento), arrivando a situazioni come quella della provincia di Vicenza, nella zona Alpi, dove si proteggerà una percentuale di territorio pari all'8,30 per cento, inferiore cioè al limite minimo di legge del 10 per cento (la legge prevede una forbice dal 10 al 20 per cento di aree protette); stessa cosa avverrà per la percentuale del territorio di pianura protetto di altre province, che sarà inferiore
al minimo di legge, pari al 21 per cento (la legge prevede una forbice dal 21 per cento al 30 per cento di aree protette), in particolare Treviso il 18,71 per cento, Verona il 15,25 per cento e Vicenza con, addirittura, solo il 6,91 per cento;
per la prima volta, viene previsto il limite dell'1 per cento al diritto dei proprietari dei terreni di poter chiedere il divieto di caccia nei propri fondi, superato il quale ci sarà la privazione di un sacrosanto diritto previsto per cittadini ed agricoltori;
potranno essere installati appostamenti di caccia distanti l'uno dall'altro solo 100 metri, consentendo la presenza di autentiche cortine di ferro, meglio dire «di piombo», contro gli uccelli migratori;
questo piano contiene numerose illegittimità e violazioni alla Direttiva comunitaria «Uccelli», alla Direttiva comunitaria «Habitat», alla legge statale sulla caccia n. 157 del 1992 e a quella regionale n. 50 del 1993;
il piano approvato, inoltre, prevede anche alcune decisioni prive di fondamenti tecnico scientifici: a titolo di esempio, sono state istituite delle Zone di Ripopolamento nell'aeroporto militare di Istrana, sede del 51o stormo dell'aviazione militare, e Oasi di Protezione sugli specchi d'acqua del Lago di Garda e in mezzo alla laguna viva di Venezia, mentre la legge statale, la n. 157 del 1992, sancisce che le aree protette previste dai piani faunistico venatori, quali le oasi e le zone di ripopolamento, devono avere caratteristiche tali da consentire alla fauna di sostare agevolmente, riprodursi e avere cura della prole; è chiaro che tra i boati dei jet militari, le piste asfaltate dell'aeroporto militare di Istrana, oppure nello specchio d'acqua del lago di Garda o in quello della laguna viva di Venezia sarà impossibile a qualsiasi animale, anatre comprese, nidificare, riprodursi ed avere cura della prole;
esiste il fondato sospetto che l'istituzione di tali Zone di Ripopolamento sia solo una comoda sostituzione delle aree della Rete Natura 2000 che l'Europa ha previsto come degne di massima tutela, e vengano utilizzate dunque per il raggiungimento della quota minima di territorio protetto che ogni piano deve garantire in ciascuna provincia e regione, visto che non interessano i cacciatori, per la totale assenza di fauna selvatica;
la mancata aderenza, primariamente per ragioni legate alla caccia, ai dettati delle direttive comunitarie può costare allo Stato multe di milioni di euro e rischiare di impedire all'UE di elargire miliardi di euro in sostegni all'agricoltura nel nostro Paese -:
se il Governo sia al corrente delle illegittimità e violazioni alle direttive comunitarie in materia di caccia, contenute nel piano faunistico-venatorio 2007-2012 della Regione Veneto e del rischio al quale si trovano esposti, di conseguenza, proprio i siti «Natura 2000», come le aree SIC e ZPS;
se il Governo non intenda attivarsi presso la Regione Veneto per chiedere che venga posto un freno a tali infrazioni da parte dell'Italia nei confronti dell'UE, rispetto ai dettati delle Direttive Comunitarie in materia di protezione della Natura, al fine di evitare lo scempio naturalistico permesso da tale piano faunistico-venatorio.
(4-01912)