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Allegato B
Seduta n. 84 dell'11/12/2006
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta scritta:
AMORUSO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 2, comma 161, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito nella legge 24 novembre 2006, n. 286, afferma che gli incarichi conferiti nella pubblica amministrazione «prima del 17 maggio 2006 cessano ove non confermati entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, fatti salvi, per gli incarichi conferiti a soggetti non dipendenti da pubbliche amministrazioni, gli effetti economici dei contratti in essere»;
un altro passo contempla la possibilità di un'«eventuale maggiore spesa derivante dal presente comma»;
al 3 dicembre 2006, giorno di scadenza dei «sessanta giorni» previsti dalla norma richiamata, si sono registrati i primi casi di incarichi revocati a dirigenti che in questo modo continueranno a percepire «gli effetti economici dei contratti in essere» pur non ricoprendo più gli incarichi a cui questi ultimi erano legati;
a parere dell'interrogante, l'operazione di spoils system finalizzata a rimpiazzare i dirigenti nominati dal precedente governo, oltre che politicamente discutibile, è causa di un inutile esborso per lo Stato che, in base alla norma richiamata, si trova a pagare doppi stipendi (al nuovo dirigente e a quello vecchio, al di là della nuova qualifica ad esso data) -:
se ritengano corretta l'applicazione della decorrenza del termine dei sessanta giorni, così come applicata da alcuni Ministri, a partire dalla data di pubblicazione del decreto de quo e non già dalla data di pubblicazione della legge di conversione, come recita l'articolo 15 della legge 23 agosto 1988, n. 400;
quanti, e in quali Ministeri, sono stati i dirigenti cessati dai loro incarichi;
quali costi sono derivati allo Stato dall'applicazione della norma richiamata in premessa.
(4-01910)
CARLUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in data 4 aprile 2006 Federdistribuzione ha presentato alla Commissione europea
un esposto nei confronti dello Stato italiano in relazione agli aiuti di Stato concessi, in violazione della normativa comunitaria, alle principali cooperative di consumo aderenti a CoopItalia, denunciando - in particolare - il trattamento fiscale di favore di cui esse godono esse e specificamente:
a) la deducibilità del 70 per cento dell'IRES dalla base imponibile;
b) la deducibilità integrale degli aiuti destinati a riserva legale e le deducibilità del 70 per cento degli utili destinati a riserva volontaria;
c) la possibilità di raccogliere denaro dai propri soci/consumatori a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle praticate dal sistema di finanziamento bancario («prestito sociale»);
in base a questi presupposti, le principali cooperative aderenti a CoopItalia versano allo Stato un'IRES (imposta sul reddito delle società) che è circa la metà rispetto a quella che versano le altre società non cooperative e ciò - unito al regime del «prestito sociale» - fa sì che esse possano ogni anno disporre, a basso costo, di somme notevolissime da reinvestire sul mercato ed in tal modo rafforzare la propria posizione competitiva rispetto agli altri operatori italiani o appartenenti agli altri Stati membri;
si rileva, altresì, che tale regime di favore opera solo a beneficio delle grandi cooperative aderenti a CoopItalia e non del sistema cooperativo in generale;
non si può più, infine, parlare di natura mutualistica né di valore sociale - così come riconosciuto dall'articolo 45 della Costituzione al movimento cooperativo - per quanto riguarda le cooperative aderenti a CoopItalia (leader nazionale sul mercato italiano della grande distribuzione organizzata con un fatturato annuo di circa 11 miliardi di euro) le quali generano ogni anno importanti profitti che generalmente non sono ridistribuiti ai soci sotto forma di ristorno ma che invece vengono reinvestiti anche in attività del tutto estranee all'oggetto e alla funzione sociale tradizionale di una cooperativa di consumo;
in relazione a quanto sopra esposto la Commissione europea ha chiesto ragione al Governo italiano delle agevolazioni concesse e sulla base delle risposte ricevute sta valutando se archiviare la pratica o aprire formalmente una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia -:
se e quando il Governo intenda rivedere la posizione espressa al riguardo nel documento inviato alla Commissione europea il 25 ottobre scorso, nel quale - ribadendo il valore e la peculiarità del mondo cooperativo nel sistema economico del Paese - conferma la piena conformità con la normativa europea dei provvedimenti fiscali che attualmente lo regolamentano;
quali iniziative il Governo intenda tempestivamente mettere in atto per evitare che nel gennaio 2007 l'Italia si trovi a dover subire l'apertura della procedura di infrazione per violazione dell'articolo 87 del Trattato istitutivo delle Comunità Europee il quale vieta gli aiuti pubblici che favorendo determinate imprese o produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza, incidendo sugli scambi tra gli Stati membri.
(4-01913)