Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 9 del 6/6/2006
...
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO
Interrogazione a risposta scritta:
CAMILLO PIAZZA, FRANCESCATO e TREPICCIONE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il notiziario ambientale/energetico on-line e gazette.it il 29 maggio 2006 ha pubblicato un articolo nel quale le associazioni ambientaliste e Confartigianato denunciano un'allarmante situazione che va delineandosi in Italia, in seguito all'applicazione della Direttiva Emission Trading, l'assegnazione delle quote massime di emissioni di anidride carbonica (C02), in attuazione del Protocollo di Kyoto che sta
provocando un forte aumento dei costi di approvvigionamento energetico delle imprese;
secondo il suo Presidente Giorgio Guerrini, soltanto per le 520.000 imprese rappresentate dalla Confartigianato gli oneri aggiuntivi rischiano di essere pari a 20 milioni di euro per l'anno 2005, senza che i consumatori possano verificare la congruità dei costi e senza che il meccanismo della Direttiva produca effetti positivi in termini di «impatto ambientale»;
il Presidente della Confartigianato, che ha già segnalato il problema ai Ministri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico, all'Antitrust, all'Autorità dell'energia, all'Acquirente Unico e all'Enel, ha sottolineato come le bollette elettriche delle imprese si stiano gonfiando a causa di sovra-oneri derivanti da scelte sbagliate effettuate negli anni passati dai produttori elettrici italiani e riguardanti gli impianti di generazione dell'energia e le fonti di alimentazione, che hanno provocato lo sfondamento dei tetti di emissioni di C02 attualmente imposti agli impianti di generazione termoelettrica;
la situazione è inoltre aggravata dal fatto che ogni anno i consumatori elettrici italiani versano, con la componente tariffaria A3 (finalizzata alla costruzione di impianti da fonti rinnovabili), un importo totale pari a circa 2 miliardi di euro, pari a circa il 6 per cento della loro spesa energetica mensile versamento che non è stato sufficiente ad abbattere le quote CO2 attribuite alle centrali del nostro Paese dal meccanismo di assegnazione della direttiva Emission Trading;
il risultato è che i sovra-oneri da C02 vengono trasferiti al 100 per cento nella bolletta elettrica dei consumatori finali che operano nel mercato libero e probabilmente anche in quella dei clienti del mercato vincolato, nonostante le previsioni di risparmi previsti grazie alla liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica;
le associazioni ambientaliste denunciano la società elettrica italiana Enel che, avendo superato di 8 milioni di tonnellate le emissioni di anidride carbonica assegnate alle sue centrali dal piano nazionale di allocazione varato recentemente in applicazione del Protocollo di Kyoto, ha immediatamente addebitato sulle bollette un costo aggiuntivo di 1,67 euro a megawattora per il mancato rispetto dei tetti emissione di CO2 che ha costretto l'azienda all'acquisto di crediti di emissione;
l'Italia dovrebbe ridurre le emissioni di anidride carbonica del 6,5 per cento entro il 2012 rispetto al 1990, mentre fino a oggi sono aumentate del 13 per cento, e ciò è dovuto da due grandi settori di utilizzo dell'energia: i trasporti e la produzione termoelettrica;
mentre proseguono i progetti di riconversione a carbone (il combustibile che emette la maggior quantità di anidride carbonica) delle centrali di Civitavecchia e Porto Tolle, nell'Unione europea ci attestiamo agli ultimi posti per la produzione di energie pulite, perdendo anno dopo anno posizioni per quanto riguarda l'efficienza energetica;
non rispettare Kyoto rappresenta per il nostro paese anche un danno economico, perché costringe l'Italia ad acquistare diritti di emissione -:
come il Governo intenda intervenire tempestivamente affinché per il quinquennio 2008-2012 siano previste misure di controllo sui produttori elettrici italiani e sugli impianti di generazione dell'energia e le fonti di alimentazione, affinché non sia necessario ridiscutere all'Unione europea l'impegno italiano di riduzione delle emissioni;
se non ritenga opportuno prevedere opportuni meccanismi di vigilanza sulle modalità di attuazione del sistema di Emission Trading, per evitare la diffusione di comportamenti che, invece di attenuare l'impatto ambientale della produzione termoelettrica, si traducano in ulteriori costi per i consumatori finali;
come intenda finanziare ulteriori produzioni di energia rinnovabile, in particolare quella fotovoltaica.
(4-00177)