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Allegato B
Seduta n. 92 del 16/1/2007
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazioni a risposta immediata:
VOLONTÈ, COMPAGNON, RONCONI, D'AGRÒ, DRAGO, PERETTI, MEREU, FORMISANO e LUCCHESE. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
nel mese di novembre 2006 il Commissario europeo Almunia aveva promosso la legge finanziaria per il 2007, da cui era stato scorporato il capitolo previdenza, confidando nell'impegno del Governo italiano ad affrontare la questione con le parti sociali nel breve termine;
dal vertice di Caserta sembrerebbe emersa la volontà del Governo di agire sul ridimensionamento dei coefficienti di trasformazione previsto dalla cosiddetta «riforma Dini», ma, nonostante questa soluzione sia chiaramente indicata nel documento di programmazione economico-finanziaria perché «contribuirà a preservare la stabilità finanziaria del sistema previdenziale e di quella delle finanze pubbliche nel suo complesso», alcuni autorevoli esponenti del Governo, come i Ministri Ferrero, Bianchi e Pecoraro Scanio, e i sindacati hanno ribadito l'impraticabilità della revisione dei coefficienti e che l'unica riforma possibile è l'abbattimento del cosiddetto «scalone»;
la Commissione europea soltanto poche settimane fa ha classificato l'Italia tra gli Stati a «medio rischio» per quanto riguarda la capacità di fronteggiare l'aggravio di spese nel settore previdenziale, generato dal progressivo invecchiamento della popolazione a cui il Governo, peraltro, non ha risposto con un adeguato sistema di politiche per favorire la natalità e la famiglia nel nostro Paese;
l'agenzia di rating Fitch si è detta pronta a rivedere l'outlook dei nostri conti pubblici, dopo averli declassati nel mese di ottobre 2006, solo in presenza di una reale volontà di affrontare la riforma del sistema previdenziale;
secondo uno studio dell'Ocse, senza interventi rafforzativi della riforma introdotta nella XIV legislatura la spesa pubblica italiana esploderà;
secondo alcune recenti dichiarazioni il Ministro interrogato ha di fatto vincolato alle risorse economiche la possibilità di eliminare lo scalone, che innalzerà dal 1o gennaio 2008 l'età pensionabile, con 35 anni di contributi, da 57 a 60 anni;
sempre secondo il Ministro interrogato «al momento non c'è nessuna data per la convocazione dei tavolo con i sindacati», smentendo le voci sulla convocazione delle parti sociali sulla riforma delle pensioni a Palazzo Chigi entro la settimana prossima -:
se non ritenga che tale atteggiamento dilatorio non rischi di compromettere la credibilità del Governo nei confronti delle istituzioni europee e delle agenzie di rating, oltre a determinare un ulteriore appesantimento del debito pubblico.
(3-00528)
VACCA, DILIBERTO e PAGLIARINI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Villacidro (Cagliari) esiste, o forse dovrebbe intendersi «esisteva», lo stabilimento industriale Nuova Scaini, esistente dal 1908 e fino agli anni settanta tra i leader nel settore, già in proprietà di Agip Petroli s.p.a. fino al 1997;
in quell'anno Agip Petroli decide di dismettere lo stabilimento, individuando un compratore pressoché sconosciuto nel mondo imprenditoriale: la Zacharias Management
AG (con capitale sociale di lire 116.000.000), facente capo a certo Barcherini. La cessione venne notificata ai sindacati in un incontro presso il ministero dell'industria, ma non vennero fornite le richieste informazioni relativamente al piano industriale ed al profilo imprenditoriale dell'imprenditore;
all'acquirente venne conferito l'80 per cento delle azioni, con promessa di trasferimento senza ulteriori oneri economici del residuo 20 per cento al saldo dell'80 per cento;
l'importo versato dall'acquirente era pari a un miliardo di lire, il residuo corrispettivo, pari a lire 13.800.000.000, avrebbe dovuto essere versato in 15 anni;
non consta che il contratto sia stato onorato dall'acquirente, risulta al contrario agli interroganti che sia stata avviata nei confronti di quest'ultimo un'azione civile per inadempimento contrattuale tuttora pendente;
nelle more, il 1o maggio 1999, la Nuova Scaini s.p.a., in assenza di un serio piano industriale e di rilancio e per le gravi perdite maturate, viene posta in liquidazione a causa del grave dissesto finanziario del gruppo acquirente, con l'assenza dell'Agip Petroli all'assemblea straordinaria che deliberò in tal senso;
lo stabilimento prosegue nella sua attività in regime di liquidazione fino alla cessazione ed il liquidatore, manifestata la volontà di chiedere la cassa integrazione guadagni straordinaria, non riesce ad individuare un possibile acquirente, cosicché lo stesso liquidatore nel settembre 2000 decide la messa in mobilità previo licenziamento di circa 150 lavoratori;
da quella data quei lavoratori sono stati costretti a chiedere la reiterazione della mobilità, non avendo nessuna prospettiva di essere rioccupati in alcun modo;
risulta, inoltre, agli interroganti che nell'ambito della procedura di liquidazione i macchinari industriali siano stati venduti e trasferiti in Turchia e quel che restava dello stabilimento sia stato ceduto alla società New Millennium Medical, che si occupa di produzione di materiale e macchinari sanitari, per 5 milioni di euro, dei quali un milione pagato in contanti e la restante parte in azioni;
quest'ultimo acquirente è inerte da oltre un anno rispetto alle sollecitazioni di Sviluppo Italia al perfezionamento degli atti necessari all'intervento di quest'ultima società;
nel 2003 i lavoratori interessati dalla vicenda hanno proposto un esposto alla procura della Repubblica presso il tribunale di Cagliari, relativamente alla svendita dello stabilimento e dei macchinari, ma non si ha notizia del relativo procedimento;
così è stata svuotata e soffocata una fabbrica che rappresentava nel territorio sardo una delle poche iniziative sostitutive delle attività minerarie dimesse, ottenuta dopo anni di mobilitazione e di lotta delle popolazioni dell'intero bacino minerario;
gli stessi lavoratori hanno attuato le più drammatiche forme di lotta abbarbicandosi sui serbatoi del gas per difendere il posto di lavoro e la dignità delle proprie famiglie e da ormai tre anni occupano stabilmente il comune di Guspini;
la situazione ha suscitato l'interesse delle autorità civili e religiose del territorio, tra le quali il prefetto di Cagliari ed il vescovo di Ales, e la sopportazione di quei lavoratori, dopo una serie reiterata di promesse e accordi sottoscritti e mai mantenuti, è giunta oltre ogni umano limite;
l'età media di quei lavoratori è alta ma non sufficiente ad ottenere la pensione e, in assenza di un intervento straordinario, le prospettive di un loro reinserimento nel lavoro sono nulle;
con decreto del 19 giugno 2006, il Ministro interrogato disponeva il piano di riparto del contingente numerico di 3.000
unità provenienti da varie aziende in crisi da ammettere al programma di rimpiego per i lavoratori ultracinquantenni;
agli interroganti non appare chiaro il suddetto decreto, nella parte in cui, pur citando in premessa la Nuova Scaini tra le imprese interessate alle finalità del provvedimento, non indica specificamente la quantità e la destinazione del lavoratori della stessa azienda interessati dal riparto -:
per quanto non contemplato dal suddetto decreto, se e quali azioni si intendano porre in atto allo scopo di affrontare la sopraindicata emergenza occupazionale e sociale in un territorio già duramente colpito dalla disoccupazione ed interessato da una vera e propria desertificazione industriale.
(3-00529)
Interrogazione a risposta orale:
PROIETTI COSIMI, LAMORTE e MENIA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
durante la puntata del noto programma «Matrix», andata in onda su Canale 5 lo scorso 8 gennaio, è stata condotta un'inchiesta riguardante i rom presenti nella periferia di Schio, in provincia di Vicenza;
intervistato da un giornalista del programma, un Rom dichiarava di vivere da vent' anni in Italia, di non lavorare e di percepire da dieci anni un sussidio da parte dell'INPS di 1.100 euro al mese;
la moglie rom dell'intervistato dichiarava di avere rifiutato già due appartamenti offertigli dal Comune di Schio, perché li reputava poco adatti alle proprie esigenze e a quelle dei suoi figli. In particolare, la donna lamentava la mancanza di balconi in uno dei due appartamenti, visto che i figli erano abituati a giocare all'aperto -:
se quanto esposto risponda al vero e se il Ministro interrogato non ritenga opportuno avviare un'indagine per comprendere a che titolo il rom intervistato percepisca il sussidio da parte dell'INPS;
quanti siano i cittadini stranieri che percepiscono tali sussidi e a che titolo.
(3-00513)