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XV LEGISLATURA
Resoconto sommario dell'Assemblea
Seduta n. 260 di martedì 18 dicembre 2007
Pag. IIIPRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI
La seduta comincia alle 9,40.
La Camera approva il processo verbale della seduta del 15 dicembre 2007.
I deputati in missione sono settantanove.
Annunzio di petizioni.
RENZO LUSETTI (PD-U), Segretario. Dà lettura del sunto delle petizioni pervenute alla Presidenza (vedi resoconto stenografico pag. 1).
Discussione del disegno di legge S. 1872, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 181 del 2007: Allontanamento dal territorio nazionale per esigenze di pubblica sicurezza (approvato dal Senato) (A.C. 3292).
PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
PINO PISICCHIO (IdV), Relatore per la II Commissione. Nel rilevare che la competenza della Commissione giustizia attiene alle disposizioni di natura giurisdizionale e sostanzialmente penale del decreto-legge in discussione, sottolinea la problematica inerente all'articolo 1-bis, introdotto dal Senato, concernente le discriminazioni per determinati motivi, tra cui le tendenze sessuali. Rilevato, quindi, che il riferimento del suddetto articolo all'articolo 13, n. 1, del Trattato di Amsterdam non pare essere corretto, sottolinea che la materia dell'omofobia è all'esame attento ed approfondito della II Commissione da circa un anno. Ricorda, inoltre, la grande questione della diversità dei parametri di valutazione dell'estraneità di materia degli emendamenti nei due rami del Parlamento. Nell'esprimere apprezzamento per la volontà manifestata dal Ministro Chiti di correggere la suddetta disposizione con un intervento successivo, manifesta condivisione sulla restante parte del provvedimento in discussione. Invita, pertanto, il Governo ad intervenire tempestivamente al fine di operare la correzione citata e l'Assemblea a convertire in legge il decreto-legge in esame.
ROBERTO ZACCARIA (PD-U), Relatore per la I Commissione. Ricordato che il decreto-legge in esame risponde all'esigenza di introdurre nell'ordinamento giuridico italiano strumenti per rendere più efficace l'allontanamento dei cittadini dell'Unione europea la cui presenza nel territorio nazionale contrasti con motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o per cessazione delle condizioni che ne determinano il diritto di soggiorno, si sofferma sulle principali innovazioni introdotte dal provvedimento. Giudica, quindi, le modifiche relative alla disciplina delle espulsioni apportate dal Senato rilevanti e funzionali a conferire al provvedimento una maggiore rispondenza al dettato costituzionale. Nel soffermarsi, infine, sulla problematica inerente alla norma contenente un errato rinvio all'articolo 13, n. 1, del Trattato di Amsterdam, ritiene opportuno procedere comunque all'approvazione del disegno di legge di conversione così come licenziato dal Senato, posto che Pag. IVil perseguimento delle esigenze di sicurezza e prevenzione appare compatibile con il dettato costituzionale.
PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
GABRIELE BOSCETTO (FI). Giudica indispensabile che il provvedimento d'urgenza in discussione venga modificato dalla Camera per espungere dal testo l'erroneo riferimento dell'articolo 1-bis all'articolo 13, n. 1, del Trattato di Amsterdam, ritenendo peraltro che si possa giungere ad una definitiva approvazione dello stesso da parte del Senato entro i termini di scadenza previsti. Nel ricordare, inoltre, che la Corte costituzionale, nella sentenza n. 171 del 2007, ha rigorosamente circoscritto presupposti e limiti della decretazione d'urgenza, sostiene che appaiono del tutto pretestuosi i riferimenti alle differenti discipline dei Regolamenti di Camera e Senato in ordine ai parametri di valutazione dell'ammissibilità degli emendamenti. Giudica quindi assolutamente inidonea la soluzione individuata dal Governo di operare una tempestiva correzione del testo del decreto-legge in discussione, evidenziando le palesi contraddizioni interne allo stesso.
ROBERTO COTA (LNP). Osservato preliminarmente che l'allargamento dell'Unione europea a Stati con caratteristiche disomogenee rispetto agli altri Paesi membri ha creato gravi problemi di ordine pubblico e sicurezza, sottolinea l'incapacità del Governo di affrontare in modo efficace la questione dell'immigrazione, anche comunitaria, con gli strumenti ordinari. Nel giudicare, quindi, non solo inefficace, ma anche dannoso il decreto-legge in discussione, che non prevede meccanismi effettivi di espulsione, manifesta contrarietà alla disposizione che attribuisce al prefetto la competenza ad adottare provvedimenti di allontanamento, ritenendo più opportuno che sia il sindaco ad individuare i soggetti da espellere. Si sofferma, infine, sull'inopportunità di aver inserito nel decreto-legge in discussione, con un erroneo riferimento normativo, la disposizione concernente le discriminazioni per tendenze sessuali, recante profili di dubbia costituzionalità che assumeranno particolare rilevanza al momento della promulgazione del provvedimento da parte del Presidente della Repubblica.
CARLO LEONI (SDpSE). Giudicate di carattere meramente propagandistico le opinioni espresse sulla presunta indifferenza della sinistra alle preoccupazioni e alla percezione di insicurezza avvertita dai cittadini, sottolinea la necessità di dotare la magistratura e le forze dell'ordine di strumenti, anche legislativi, idonei a favorire il loro operato nella repressione dei fenomeni di criminalità e di lasciare agli amministratori locali il compito di rimuovere i disagi sociali e favorire l'integrazione. Nel rilevare quindi il costante aumento delle violenze, segnatamente nei confronti delle donne, perpetrate all'interno delle mura domestiche da cittadini italiani, ritiene che le modifiche apportate dal Senato abbiano reso il decreto-legge in discussione più rigoroso e coerente sia con i valori sanciti dalla Costituzione sia con la normativa europea. Manifestato, pertanto, il consenso del suo gruppo alla tempestiva conversione in legge del provvedimento d'urgenza in esame, senza ulteriori modifiche, al fine di evitarne la decadenza, giudica opportuno che i provvedimenti vertenti su materie particolarmente delicate non siano varati sull'onda dell'emotività e, al contempo, che le forze politiche con impegno e condivisione manifestino netta contrarietà all'omofobia e a tutte le forme di discriminazione, che ledono gravemente i valori sanciti dalla Costituzione.
MARCO BOATO (Verdi). Preannunzia l'orientamento favorevole del suo gruppo sul disegno di legge di conversione del provvedimento d'urgenza in discussione, associandosi, peraltro, alle considerazioni svolte dal deputato Leoni.
Pag. VPRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
MARCO BOATO (Verdi). Nel paventare, inoltre, il rischio di rispondere ai tragici fatti di cronaca con una legislazione di carattere emergenziale che possa introdurre disposizioni di dubbia compatibilità costituzionale e contrastanti con la logica dello Stato di diritto, condivide la necessità che il Governo provveda tempestivamente a sanare l'evidente errore di carattere tecnico-giuridico di cui all'articolo 1-bis del provvedimento d'urgenza in discussione, giudicando grave il comportamento di coloro che hanno motivato il contrasto a tale disposizione con ragioni di carattere ideologico o religioso. Nel condividere, quindi, le finalità complessive del decreto-legge, ribadisce talune perplessità in merito alle modalità di recepimento della direttiva comunitaria in materia di circolazione e soggiorno dei cittadini comunitari nell'Unione.
MAURIZIO GASPARRI (AN). Espresso un giudizio negativo sul contenuto e sulle modalità con le quali si sta procedendo all'esame di un provvedimento d'urgenza sostanzialmente inutile, ritiene che il Governo non garantisca adeguatamente la sicurezza dei cittadini, riducendo le risorse a favore del Ministero dell'interno e promuovendo deprecabili provvedimenti come l'indulto. Richiamate, quindi, le lodevoli iniziative assunte dal precedente Esecutivo di centrodestra in materia di sicurezza, lamenta il mancato accoglimento al Senato delle proposte emendative presentate dal suo gruppo, finalizzate al superamento delle numerose criticità presenti nel testo. Stigmatizzato altresì il confuso operato del Governo, che introduce un riferimento normativo errato e, al contempo, commette l'errore politico di abrogare una parte della cosiddetta legge Mancino, invita la maggioranza a tenere nel debito conto le dichiarazioni rese dal Presidente della Repubblica, che ha assicurato un esame attento e rigoroso della questione, anche a seguito dei rilievi critici formulati da taluni esponenti dell'opposizione. Auspica, infine, l'adozione di norme più stringenti e rigorose in materia di sicurezza, nonché un adeguamento dei relativi trattati europei.
GRAZIELLA MASCIA (RC-SE). Nel considerare sbagliato rispondere a problemi reali sull'onda dell'emotività e di una logica emergenziale, atteso che a seguito di tragici episodi criminosi rischiano di divampare reazioni anche xenofobe, ritiene che il Parlamento e tutte le istituzioni debbano impegnarsi a superare la diffusa convinzione secondo cui l'immigrazione determina necessariamente un incremento della criminalità. Nel condividere, quindi, le considerazioni svolte dal relatore Zaccaria, esprime apprezzamento per le modifiche al testo apportate dal Senato, tese a garantire una maggiore conformità del decreto-legge ai principi costituzionali e alla normativa comunitaria. Manifesta, infine, disponibilità ad individuare una soluzione che consenta di porre rimedio all'errore tecnico contenuto nell'articolo 1-bis.
FRANCO GRILLINI (Misto-SocpC). Ricordato che in tema di famiglia la Costituzione non contiene alcun riferimento a discriminazioni di tipo sessuale e richiamate altresì le gravi conseguenze della diffusione di una vera e propria ondata antirumena, a seguito del drammatico fatto di cronaca recentemente occorso a Roma, sottolinea l'importante contributo fornito dagli immigrati allo sviluppo della società italiana. Rilevato, quindi, che l'erroneo riferimento di cui all'articolo 1-bis del decreto-legge in discussione potrebbe essere corretto rispettando la volontà politica espressa con il voto di fiducia al Senato, sottolinea che tale soluzione appare impraticabile a causa degli evidenti contrasti all'interno della maggioranza e del Governo; pertanto, giudicando meno dannosa la decadenza del provvedimento d'urgenza rispetto alla cancellazione di fatto della cosiddetta legge Mancino, ovvero il ricorso da parte del Governo alla delega legislativa, sottolinea l'inderogabile Pag. VIesigenza di discutere comunque della materia oggetto dell'articolo 1-bis, atteso peraltro che solo in Italia non è ancora in vigore una disciplina in materia di omofobia, anche a causa delle pressioni esercitate dalla gerarchia vaticana.
MARIO TASSONE (UDC). Espresso rammarico per il contenuto del decreto-legge in discussione, il quale reca misure di carattere propagandistico estranee al tema della sicurezza, paventa le deleterie conseguenze che potrebbero derivare dall'eventuale attuazione delle disposizioni in esso previste, che ritiene peraltro di difficile applicazione a causa dell'esiguo stanziamento di risorse finanziarie. Manifestata quindi contrarietà all'utilizzo della decretazione d'urgenza in una materia così delicata e complessa, invita il Governo a chiarire il proprio intendimento circa il presumibile ricorso alla questione di fiducia. Esprime, infine, la forte perplessità del suo gruppo sulla strumentalizzazione politica della tragica vicenda di cronaca sottesa all'adozione di un provvedimento d'urgenza che, invece, prevede anche disposizioni inerenti al contrasto del fenomeno dell'omofobia.
La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15,05.
I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono ottantuno.
FRANCESCO ADENTI (Pop-Udeur). Manifesta condivisione, anche a nome del suo gruppo, per il provvedimento d'urgenza in discussione, apprezzando l'impegno dell'Esecutivo a garantire, come esigenza prioritaria, la sicurezza dei cittadini nel rispetto dei diritti della persona umana. Denunziate inoltre l'estraneità di materia e l'inopportunità politica della previsione della disposizione, peraltro erronea, di cui all'articolo 1-bis del decreto-legge, a seguito della quale richiama la necessità di riconsiderare quanto prima le prassi parlamentari in tema di ammissibilità degli emendamenti, ricorda che il suo gruppo ha ritirato l'emendamento soppressivo di tale articolo per senso di responsabilità e lealtà nei confronti del Governo, il quale si è impegnato ad operare tempestivamente una correzione della medesima disposizione, al fine di evitare la mancata conversione del decreto-legge in discussione. Preannunzia, pertanto, sullo stesso il voto favorevole del suo gruppo, ribadendo la prioritaria esigenza di garantire l'integrazione degli stranieri nel nostro Paese e contemporaneamente un adeguato rafforzamento, anche in termini finanziari, delle forze dell'ordine operanti sul territorio.
JOLE SANTELLI (FI). Espresso un giudizio negativo su un provvedimento d'urgenza illeggibile, frutto dell'incapacità del Governo di mantenere un indirizzo univoco in materia di sicurezza e rispondente unicamente all'esigenza politica di siglare un compromesso al ribasso interno alla stessa maggioranza, ritiene che l'Esecutivo abbia sottovalutato i potenziali rischi sottesi ad un'immigrazione incontrollata derivante dall'allargamento dell'Unione europea. Giudica, infine, il decreto-legge in discussione inidoneo a rispondere alle legittime aspettative dei cittadini, ritenendo peraltro che esso introduca un riferimento normativo errato e, al contempo, abroghi una parte della cosiddetta legge Mancino.
SILVIO CRAPOLICCHIO (Com.It). Nel prendere atto che il decreto-legge in discussione nasce da una grave situazione di malessere e di allarme sociale generatisi a seguito del brutale episodio di violenza verificatosi a Roma nel novembre scorso, evidenzia i limiti dell'intervento emergenziale a fronte della complessità della questione della sicurezza dei cittadini. Pur giudicando positive ed accoglibili le disposizioni antidiscriminatorie contenute nel provvedimento d'urgenza in discussione, ritiene, tuttavia, che le stesse non siano idonee a risolvere pienamente la problematica in oggetto, essendo connotate da eccessiva generalità e da aspetti ingiustificatamente repressivi. Auspica, pertanto, che a breve possa essere avviata una riforma organica della materia e che, nel Pag. VIIfrattempo, il Governo si adoperi al fine di attuare interventi atti a prevenire il verificarsi di episodi lesivi della sicurezza dei cittadini.
MARIA IDA GERMONTANI (AN). Rileva innanzitutto che il richiamo del Presidente della Repubblica in tema di sicurezza costituisce un autentico ammonimento nei confronti del Governo e del suo modo di legiferare e rappresenta un valore aggiunto per l'intera comunità nazionale e per tutte le forze politiche. Nel ricordare che il provvedimento in discussione reca una serie di modifiche al decreto legislativo n. 30 del 2007, che recepisce la direttiva comunitaria n. 38 del 2004, richiama le principali ragioni di contrarietà allo stesso, soffermandosi in particolare sulla disposizione contenuta nell'articolo 1-bis, introdotta al Senato per soddisfare, a suo avviso, le richieste della sinistra estrema e che disciplina il reato di omofobia, nonché sull'articolo 1-ter, che attribuisce competenze del giudice di pace al tribunale ordinario in composizione monocratica in ordine alla convalida del provvedimento di allontanamento.
SANDRO GOZI (PD-U). Nel dichiarare la piena condivisione del suo gruppo per il lavoro svolto dal relatore e dal Governo sul provvedimento d'urgenza in discussione, che recepisce uno dei più rilevanti obiettivi dell'Unione europea, quello del diritto alla libera circolazione dei cittadini, evidenzia una stretta corrispondenza tra l'allargamento dell'Unione ed una necessaria maggiore collaborazione tra gli Stati, al fine di migliorare il livello di sicurezza dei cittadini. Nel giudicare condivisibile l'obiettivo posto dal decreto-legge in discussione, in aderenza al dettato costituzionale, manifesta apprezzamento, tra l'altro, per la mancata previsione della proroga biennale riguardante talune categorie di lavoratori rumeni, che ha impedito situazioni illegittime di lavoro nero.
ELIO VITO (FI). Parlando sull'ordine dei lavori, prospetta l'opportunità di sospendere la seduta in attesa che il Governo chiarisca le proprie intenzioni relativamente al prosieguo dell'iter del provvedimento d'urgenza in discussione.
ROBERTO COTA (LNP). Invita anch'egli il Governo a chiarire la propria posizione sul decreto-legge in discussione, stante l'estrema delicatezza della materia oggetto del provvedimento.
NICOLA BONO (AN). Stigmatizzato il comportamento contraddittorio del Governo sulla legge finanziaria e paventato il rischio di un comportamento analogo anche sul decreto-legge in discussione, invita la Presidenza a tutelare il ruolo e i diritti dei parlamentari, associandosi, a nome del suo gruppo, alla richiesta che il Governo chiarisca le proprie intenzioni circa il prosieguo dell'iter del provvedimento d'urgenza sulla sicurezza.
MAURIZIO RONCONI (UDC). In considerazione della situazione di indeterminatezza venutasi a creare con riferimento al prosieguo dell'iter del provvedimento d'urgenza in discussione, si associa alla richiesta che il Governo fornisca chiarimenti al riguardo.
LUCIO BARANI (DCA-NPSI). Nell'associarsi, a nome del suo gruppo, alla richiesta formulata dai colleghi intervenuti, giudica inopportuno il proseguimento della discussione di un provvedimento d'urgenza che, presumibilmente, non potrà essere convertito in legge, anche alla luce della posizione assunta dal Presidente della Repubblica.
GIANCARLO LAURINI (FI). Nell'associarsi alla richiesta di chiarimenti rivolta al Governo, ricorda che, alla luce di una recente sentenza della Corte costituzionale, l'eventuale conversione in legge del decreto-legge in discussione non sanerebbe l'errore contenuto nel testo dello stesso.
ANTONELLO SORO (PD-U). Non condividendo le considerazioni svolte dai colleghi dell'opposizione intervenuti, atteso il fisiologico andamento del dibattito parlamentarePag. VIII in corso, invita il deputato Elio Vito ad esplicitare l'eventuale intenzione di ritenere concluso l'iter del provvedimento d'urgenza in discussione e di procedere all'esame delle questioni pregiudiziali presentate.
PRESIDENTE. Invita il deputato Elio Vito a chiarire se intenda formalizzare la richiesta di sospensione dei lavori.
ELIO VITO (FI). Ribadisce la richiesta di chiarimenti reiteratamente sollecitati e chiede che, in attesa che il Governo li fornisca, la seduta sia sospesa per un'ora.
Sulla richiesta formulata dal deputato Elio Vito intervengono i deputati ROBERTO COTA (LNP), a favore, e ROBERTO GIACHETTI (PD-U), contro.
Decorre da questo momento il termine regolamentare di preavviso per le votazioni elettroniche senza registrazione di nomi.
La seduta, sospesa alle 17, è ripresa alle 17,10.
PRESIDENTE. Avverte che il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali ha chiesto al Presidente della Camera di convocare una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo per comunicazioni del Governo; a causa di impegni fuori sede del Presidente, la riunione potrà tenersi domani alle 9,30; rinvia quindi alla seduta di domani il seguito dell'esame del disegno di legge di conversione.
Non essendovi obiezioni, rinvia altresì la trattazione del successivo punto iscritto all'ordine del giorno.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:
Mercoledì 19 dicembre 2007, alle 10,30.
(Vedi resoconto stenografico pag. 77).
La seduta termina alle 17,15.