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XV LEGISLATURA
Resoconto sommario dell'Assemblea
Seduta n. 74 di venerdì 17 novembre 2006
Pag. IIIPRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI
La seduta comincia alle 11,10.
La Camera approva il processo verbale della seduta di ieri.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunica che i deputati in missione sono settantuno.
Seguito della discussione del disegno di legge: Legge finanziaria 2007 (A.C. 1746-bis).
PRESIDENTE. Dà conto delle proposte emendative ritirate prima dell'inizio della seduta dai gruppi UDC e Alleanza Nazionale (vedi resoconto stenografico pag. 1).
Avverte che, non essendo stato ancora ultimato il vaglio di ammissibilità dell'emendamento 16.500 del Governo, si rende necessaria una sospensione della seduta.
EMERENZIO BARBIERI (UDC). Parlando sull'ordine dei lavori, lamenta il costante ritardo con cui iniziano le sedute dell'Assemblea.
GIORGIO LA MALFA (Misto). Chiede alla Presidenza se al testo dell'emendamento 16.500 del Governo, sul quale è in corso il vaglio di ammissibilità, siano state impropriamente apportate modificazioni dopo la sua presentazione.
ROBERTO MENIA (AN). Lamentato l'andamento confuso dell'iter del disegno di legge finanziaria, chiede chiarimenti alla Presidenza circa il prosieguo dei lavori dell'Assemblea; auspica inoltre una riflessione sull'opportunità di modificare le procedure di esame dei documenti di bilancio.
ROBERTO GIACHETTI (Ulivo). Osservato che il ritardo nell'inizio della seduta è sovente dovuto a ragioni di carattere politico-legislativo non imputabili alla Presidenza ovvero agli Uffici della Camera, rileva che l'istituto del vaglio di ammissibilità è anzitutto strumento di garanzia per l'opposizione; sottolinea, infine, che il ritiro di proposte emendative presentate da gruppi di opposizione è avvenuto soltanto dopo che il Governo aveva deciso di ricorrere alla questione di fiducia.
ROBERTO COTA (LNP). Lamentato il fatto che l'emendamento presentato dal Governo nella serata di ieri non è ancora in distribuzione, adombra il dubbio che l'Esecutivo stia ancora apportando modifiche al testo.
LUCA VOLONTÈ (UDC). Precisa che il suo gruppo ha ritirato la maggior parte delle proprie proposte emendative prima che il Governo preannunziasse l'intenzione di porre la questione di fiducia.
MARCO BOATO (Verdi). Auspica anch'egli che le sedute possano iniziare senza ritardi rispetto agli orari prefissati; riconosce quindi che il ricorso alla questione di fiducia da parte del Governo lede le prerogative del Parlamento, pur rilevando che, ove l'opposizione avesse dato seguito al preannunziato intendimento di ritirare gran parte delle proposte emendative, si sarebbe potuto svolgere un proficuo dibattito Pag. IVsul disegno di legge finanziaria per il 2007, senza correre il rischio dell'esercizio provvisorio.
GIUSEPPE MARIA REINA (Misto-MpA). Nell'invitare la Presidenza ad una rigorosa applicazione dell'articolo 11 del regolamento, lamenta la lesione delle prerogative dei singoli deputati che consegue alla fissazione di un termine per la presentazione degli ordini del giorno riferiti al disegno di legge finanziaria pur non essendo ancora disponibile il testo dell'emendamento 16.500 del Governo, che dovrebbe essere distribuito ai deputati prima del vaglio di ammissibilità.
MANLIO CONTENTO (AN). Parlando per un richiamo al regolamento, chiede alla Presidenza di concedere ai deputati, una volta concluso il vaglio di ammissibilità, la possibilità di valutare l'emendamento 16.500 del Governo, anche in relazione alla presentazione di ordini del giorno, il cui termine peraltro chiede che venga differito rispetto a quello precedentemente fissato dalla Presidenza.
ANTONIO SATTA (Pop-Udeur). Nel ritenere opportuna una modifica delle norme relative all'esame del disegno di legge finanziaria, sottolinea la necessità di evitare il ricorso all'esercizio provvisorio, anche in considerazione del ritardo con il quale l'opposizione ha manifestato la sua disponibilità a ritirare numerose proposte emendative.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI (AN). Richiama la Presidenza ad un rigoroso rispetto dei criteri di correttezza nel dare seguito alle richieste di intervento.
IVANO STRIZZOLO (Ulivo). Nel ritenere gravi le illazioni relative a presunte modifiche del testo dell'emendamento 16.500 del Governo mentre è in corso il vaglio di ammissibilità da parte della Presidenza, si associa alla richiesta di differire il termine per la presentazione di eventuali ordini del giorno.
PRESIDENTE. Nel far presente che la Presidenza farà il possibile per evitare ulteriori ritardi nell'orario di inizio delle sedute, ricorda i precedenti casi in cui il vaglio di ammissibilità di maxiemendamenti presentati dal Governo si è protratto per molte ore. Ribadisce altresì che, conformemente ai precedenti, la Presidenza provvederà a rendere noto il testo dell'emendamento 16.500 del Governo al termine del vaglio di ammissibilità.
Comunica altresì che il termine per la presentazione di eventuali ordini del giorno riferiti al disegno di legge finanziaria, già fissato per le 18, è differito alle 20.
ANDREA RONCHI (AN). Invita la Presidenza a fornire rassicurazioni circa il fatto che il testo dell'emendamento 16.500 del Governo non sia stato impropriamente modificato dopo la sua presentazione.
PRESIDENTE. Assicura che riferirà al Presidente della Camera le osservazioni del deputato Ronchi.
Sospende la seduta fino alle 13.
La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 13.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI
PRESIDENTE. Per consentire la conclusione del vaglio di ammissibilità dell'emendamento 16.500 del Governo, sospende ulteriormente la seduta fino alle 14.
La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 14,10.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI
PRESIDENTE. Comunica che la Presidenza ha esaminato l'emendamento 16.500 del Governo, precisando che il testo del quale è stata valutata l'ammissibilità è lo stesso presentato dal Governo, rispetto al quale sono state consentite esclusivamente, Pag. Val fine di garantire la massima trasparenza del procedimento, integrazioni di natura tecnica ed una specificazione di ordine normativo; ricorda inoltre che la Presidenza ha ammesso la presentazione di un unico maxiemendamento soltanto nella misura in cui il testo si muovesse scrupolosamente entro i confini rappresentati dall'articolato originariamente all'esame dell'Assemblea e dalle proposte emendative presentate dalla Commissione e dall'Esecutivo e ritenute ammissibili.
Dà quindi conto delle disposizioni che la Presidenza, in sede di vaglio di ammissibilità, ha ritenuto di espungere dal testo dell'emendamento 16.500 del Governo (vedi resoconto stenografico pag. 12).
Precisa inoltre di aver acceduto ad una successiva richiesta, formulata dal ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, volta ad apportare al testo due ulteriori correzioni di errori materiali.
Rileva altresì che la situazione determinatasi conferma l'improcrastinabilità di un intervento finalizzato a rendere le procedure di esame parlamentare coerenti con il contenuto dei documenti di bilancio ed a garantirne un'impostazione compatibile con un iter parlamentare ordinato ed efficace; preannunzia pertanto l'intendimento di avviare nelle sedi competenti, a partire dalla Giunta per il regolamento, una riflessione propedeutica ad un percorso di riforma condiviso che interessi la legge di contabilità generale dello Stato e le procedure parlamentari di esame dei documenti di bilancio.
Avverte infine che, secondo la prassi, l'emendamento 16.500 del Governo sarà trasmesso alla V Commissione.
PIER FERDINANDO CASINI (UDC). Nel sottolineare l'inadeguatezza dello strumento della legge finanziaria, intende dare atto, a titolo personale, alla Presidenza ed agli Uffici di aver svolto in modo severo e coerente con la prassi in materia il vaglio di ammissibilità dell'emendamento 16.500 del Governo, che ha condotto alla espunzione dal testo di talune disposizioni di tale proposta emendativa.
ROBERTO COTA (LNP). Giudicato grave il tentativo perpetrato dal Governo di apportare significative modificazioni al testo dell'emendamento 16.500, precedentemente presentato, ritiene che ciò denoti l'irresponsabilità e l'incapacità dell'Esecutivo.
CARLO GIOVANARDI (UDC). Nel lamentare che i parlamentari non hanno ancora potuto prendere conoscenza del testo dell'emendamento 16.500 del Governo, esprime un giudizio critico sull'inserimento nel disegno di legge finanziaria di riforme strutturali, quale quella relativa all'ordinamento scolastico, rilevando che l'esautoramento della V Commissione e la successiva posizione della questione di fiducia ne ha precluso un adeguato esame da parte del Parlamento, il cui ruolo risulta pertanto gravemente svilito.
PRESIDENTE. Comunica che nella seduta di domenica, al termine della sessione di bilancio, avrà luogo l'informativa urgente del ministro Turco richiesta da quasi tutti i gruppi dell'opposizione nella seduta di ieri.
MARIO TASSONE (UDC). Nel prendere atto dell'intendimento della Presidenza di avviare un processo volto a rivisitare la disciplina legislativa in materia di contabilità di Stato, nonché la disciplina regolamentare della sessione di bilancio, lamenta che le divergenze interne alla maggioranza, e le conseguenti difficoltà che hanno connotato l'iter del disegno di legge finanziaria, hanno svilito il ruolo e le prerogative dell'istituzione parlamentare.
GIUSEPPE MARIA REINA (Misto-MpA). Giudica una grave espropriazione del ruolo del Parlamento la mancata disponibilità del testo dell'emendamento 16.500 del Governo, che ritiene un atto pubblico nel momento in cui sia stato formalmente depositato alla Presidenza.
MARCO BOATO (Verdi). Nel sottolineare la correttezza, il rigore e l'imparzialità dell'operato della Presidenza, condivide la necessità di procedere ad una riforma della sessione di bilancio.
ANTONIO LEONE (FI). Si riserva di giudicare la correttezza e la trasparenza del vaglio di ammissibilità operato dalla Presidenza all'esito della valutazione del testo dell'emendamento 16.500 del Governo, sottolineando l'assoluta irritualità che ha connotato l'iter parlamentare del disegno di legge finanziaria per il 2007: lamenta, in particolare, la reiterata presentazione di nuove proposte emendative da parte dell'Esecutivo.
SILVANO MOFFA (AN). Nel lamentare che i deputati non sono ancora in condizione di conosce il testo dell'emendamento 16.500 del Governo, sottolinea l'esproprio delle prerogative del Parlamento su materie di particolare rilievo avvenuto nel corso di una sessione di bilancio caratterizzata da numerose anomalie.
PIETRO ARMANI (AN). Sottolineata l'abnorme complessità dell'emendamento 16.500 del Governo, condivide la necessità di procedere ad una rivisitazione della disciplina dei documenti di bilancio, nonché della relativa sessione parlamentare.
GUIDO CROSETTO (FI). Nel lamentare che i deputati non hanno ancora avuto modo di conoscere formalmente il testo del maxiemendamento presentato dal Governo, chiede alla Presidenza di precisare in base a quale criterio sia stata valutata la sua ammissibilità e di prevedere tempi congrui per l'esame di tale proposta emendativa da parte della V Commissione.
ANDREA RICCI (RC-SE). Ringrazia preliminarmente la Presidenza per aver assunto una posizione corretta, volta a tutelare le prerogative dell'Assemblea e dei singoli parlamentari; giudica altresì improcrastinabile procedere ad una riforma delle procedure di esame e di approvazione dei documenti di bilancio, osservando peraltro che l'atteggiamento dell'opposizione ha reso difficoltoso l'iter del disegno di legge finanziaria.
GIANCLAUDIO BRESSA (Ulivo). Rilevato che i criteri seguiti dalla Presidenza nel vaglio di ammissibilità del maxiemendamento del Governo rappresentano una rilevante innovazione della prassi parlamentare, introdotta per garantire la massima correttezza dei lavori, sottolinea che è stato necessario porre la questione di fiducia per concludere nei tempi previsti l'esame della legge finanziaria, messo a rischio dall'atteggiamento ostruzionistico dell'opposizione.
PRESIDENTE. Osservato che la richiesta rivolta all'Esecutivo di formulare il maxiemendamento sulla base delle proposte emendative già presentate in Assemblea era volta a tutelare le prerogative del Parlamento, fa presente che il testo dell'emendamento 16.500 del Governo è a disposizione della V Commissione e dei deputati con le correzioni e le integrazioni presentate dall'Esecutivo contestualmente al medesimo emendamento.
Ritiene pertanto opportuno sospendere la seduta fino alle 18.
GIUSEPPE MARIA REINA (Misto-MpA). Parlando sull'ordine dei lavori, chiede che sia ulteriormente differito il termine per la presentazione degli ordini del giorno.
IGNAZIO LA RUSSA (AN). Chiede alla Presidenza di prevedere una più breve sospensione della seduta, ritenendo comunque impossibile procedere ad un'adeguata valutazione dell'emendamento 16.500 del Governo; preannunzia pertanto che i deputati del suo gruppo si riservano di non prendere parte ai lavori del Comitato dei nove.
Pag. VIIGUIDO CROSETTO (FI). Si associa alle considerazioni svolte dal deputato La Russa.
PIER FERDINANDO CASINI (UDC). Preannunzia che i deputati del suo gruppo prenderanno parte all'esame dell'emendamento 16.500 del Governo in Commissione.
ROBERTO COTA (LNP). Ritiene che non sia comunque possibile procedere ad un approfondito esame dell'emendamento 16.500 del Governo.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI (Ulivo). Prospetta l'opportunità di differire ulteriormente il termine per la presentazione degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Avverte che il termine per la presentazione di eventuali ordini del giorno è differito alle 22.
Conferma invece l'intendimento di sospendere la seduta fino alle 18 per consentire al Comitato dei nove di esaminare l'emendamento 16.500 del Governo.
Sospende pertanto la seduta.
La seduta, sospesa alle 15,25, è ripresa alle 18.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunica che i deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono settantuno.
Si riprende la discussione.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Ricordati la particolare complessità del testo, del quale richiama gli aspetti salienti, e l'elevato numero di proposte emendative presentate, segnatamente dai gruppi di opposizione, sottolinea la necessità di scongiurare il rischio del ricorso all'esercizio provvisorio; a nome dell'Esecutivo, pone pertanto la questione di fiducia sull'approvazione, senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'emendamento 16.500 del Governo, sostitutivo dell'articolo 16 e soppressivo dei successivi articoli del disegno di legge finanziaria.
ELIO VITO (FI). Manifesta sconcerto per le dichiarazioni rese dal ministro per i rapporti con il Parlamento, atteso che il Governo, con l'unica eccezione del ministro Bersani, si è sottratto ad una proficua interlocuzione con l'opposizione, alla quale non è imputabile la responsabilità di aver rallentato i tempi di approvazione del disegno di legge finanziaria; ritiene invece che tale responsabilità sia ascrivibile innanzitutto all'Esecutivo, che è apparso privo di una precisa linea politica sulle principali tematiche oggetto della manovra.
TEODORO BUONTEMPO (AN). Rilevato che la reiterata presentazione di nuove proposte emendative da parte del Governo ha reso particolarmente difficoltoso l'iter parlamentare del disegno di legge finanziaria, sottolinea le divergenze esistenti fra Esecutivo e maggioranza, i cui deputati hanno sovente dissimulato condizioni di forte disagio; auspica, quindi, che la manifestazione di protesta indetta da forze politiche della minoranza per il prossimo 2 dicembre registri un'ampia partecipazione popolare.
LUCIANO VIOLANTE (Ulivo). Osserva che il reiterato ricorso alla questione di fiducia per consentire l'approvazione del disegno di legge finanziaria, oltre ad essere emblematico della debolezza del sistema politico, rende auspicabile una modifica delle procedure di esame parlamentare dei documenti dei bilancio.
GIORGIO LA MALFA (Misto). Nel ritenere che le divergenze esistenti all'interno della maggioranza e del Governo abbiano reso inevitabile il ricorso allo strumento fiduciario, osserva che la particolare complessità del disegno di legge finanziaria è dovuta anche alla possibilità, prevista dalla riforma varata nel 1999, di Pag. VIIIprevedere disposizioni in materia di sviluppo economico; invita infine la Presidenza a fornire chiarimenti circa la declaratoria di inammissibilità delle proposte emendative presentate e la corrispondenza dell'emendamento 16.500 del Governo, sulla cui approvazione è stata posta la questione di fiducia, al testo originariamente presentato.
ANGELO ALESSANDRI (LNP). Sottolineato che una parte significativa dei tempi previsti nell'ambito del contingentamento per l'esame del disegno di legge finanziaria è stata utilizzata da deputati della maggioranza per cercare di trovare una convergenza all'interno della coalizione, ritiene che l'opposizione non possa essere accusata di manovre ostruzionistiche e che l'Esecutivo debba ripensare radicalmente i propri rapporti con l'istituzione parlamentare e con il Paese nel suo complesso.
MARCO BOATO (Verdi). Espresso apprezzamento al ministro Chiti per le argomentazioni addotte a sostegno della determinazione di porre la questione di fiducia, manifesta altresì piena condivisione per le considerazioni svolte dal deputato Violante; giudica infine inaccettabile l'atteggiamento assunto dal deputato Elio Vito, che ha indebitamente cercato di impedire il compiuto svolgimento dell'intervento del rappresentante del Governo.
ANTONELLO FALOMI (RC-SE). Nell'evidenziare il carattere ipertrofico assunto negli ultimi anni dal disegno di legge finanziaria, che ha inciso negativamente sui rapporti tra Parlamento e Governo, ritiene che debbano essere significativamente modificati i tempi e le procedure della sessione di bilancio.
GIAN LUCA GALLETTI (UDC). Nel ritenere ingiusto imputare alle forze politiche di opposizione la responsabilità delle difficoltà che hanno caratterizzato l'iter del disegno di legge finanziaria, lamenta la reiterata presentazione di nuovi emendamenti da parte del Governo; condivide, inoltre, l'opportunità di semplificare la disciplina dei documenti di bilancio e della relativa sessione parlamentare.
ANTONIO SATTA (Pop-Udeur). Espresso apprezzamento per le considerazioni svolte dal ministro Chiti allorché ha posto la questione di fiducia, ritiene che il disegno di legge finanziaria, certamente perfettibile nei contenuti, rappresenti un valido strumento per rilanciate la competitività del Paese. Preannunzia altresì la presentazione di ordini del giorno che recepiscano il contenuto di proposte emendative che non sono state inserite nell'emendamento 16.500 del Governo.
GIUSEPPE MARIA REINA (Misto-MpA). Nel ritenere che la rivisitazione della sessione di bilancio dovrebbe rendere più approfondito l'esame parlamentare dei documenti contabili, anziché svilirlo ulteriormente, preannunzia che esprimerà un orientamento contrario al disegno di legge finanziaria per il 2007.
Intervengono a titolo personale i deputati EMERENZIO BARBIERI (UDC) e FRANCESCO BRUSCO (FI).
FRANCESCO NAPOLETANO (Com.It). Sottolineata la necessità di una revisione delle procedure di esame parlamentare del disegno di legge finanziaria, ritiene che il Governo avrebbe potuto procedere più speditamente nella redazione del testo del maxiemendamento se avesse preliminarmente coinvolto in un ampio confronto politico tutte le componenti della maggioranza.
PRESIDENTE. Conferma che il testo dell'emendamento 16.500 di cui è stata valutata l'ammissibilità è lo stesso presentato ieri dal Governo, con le correzioni e le integrazioni che l'Esecutivo ha contestualmente consegnato alla Presidenza.
Comunica inoltre la prevista articolazione dei lavori dell'Assemblea nelle giornate di sabato 18 e domenica 19 novembre 2006, secondo quanto convenuto a seguito Pag. IXdella riunione di ieri della Conferenza dei presidenti di gruppo (vedi resoconto stenografico pag. 46).
Interviene altresì a titolo personale il deputato MAURO PILI (FI).
PRESIDENTE. Preso atto che non vi sono richieste di intervento per l'illustrazione degli emendamenti, rinvia il seguito del dibattito alla seduta di domani.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:
Sabato 18 novembre 2006, alle 15,30.
(Vedi resoconto stenografico pag. 48).
La seduta termina alle 19,25.