Come già
segnalato nel capitolo relativo al mercato del gas (v. capitolo Mercato del gas naturale),
lo stato di avanzamento dei processi di liberalizzazione nei due principali
mercati energetici del nostro paese (elettricità
e gas) è stato oggetto di due
indagini conoscitive svolte congiuntamente dall’Autorità per la concorrenza e il mercato (Antitrust) e
dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas.
Per quanto
riguarda il settore dell’elettricità, l’indagine, conclusasi nel
febbraio 2005, tiene conto anche dei più recenti provvedimenti
normativi.
Il processo di liberalizzazione del settore energetico avviato nella XIII legislatura con il D.Lgs n. 79/99 (c.d. decreto Bersani), è infatti proseguito nella legislatura appena conclusa con alcuni provvedimenti di rilievo, tra i quali si segnala la legge di riordino del settore (legge. n 239/05) (v. scheda Riordino del settore energetico - Legge n. 239/2004). Per quanto riguarda il settore elettrico, il processo suddetto ha come obiettivo la creazione di un mercato unico che assicuri l'economicità dell’energia offerta ai clienti finali e la non discriminazione degli operatori nel territorio nazionale, garantendo, contemporaneamente, la tutela della concorrenza.
La legge di riordino conferma il processo di liberalizzazione delle attività di produzione, importazione, esportazione, acquisto e vendita di energia ai clienti finali, nel rispetto degli obblighi di servizio pubblico derivanti dalla normativa comunitaria e dalla legislazione vigente (art. 1, comma 2, lettera a) L. n. 239/04. La concessione delle attività di trasporto e di dispacciamento, con l'obbligo di connessione di terzi secondo criteri di trasparenza ed imparzialità, dapprima affidata al Gestore della rete di trasmissione nazionale - GRTN - è stata successivamente trasferita, con il DPCM 11 maggio 2004, alla società Terna, la società proprietaria della rete di trasporto nazionale, con la previsione che entro il 2007 Enel riduca la propria partecipazione in detta società ad una quota non superiore al 20%.
L’attività di distribuzione continua ad essere svolta
dalle imprese distributrici titolari di concessioni, rilasciate dal Ministero
delle attività produttive nel Maggio 2001 ed aventi scadenza il 31
dicembre 2030.
All’interno di questo sistema rimangono affidati allo Stato
i compiti di assumere le determinazioni inerenti l’importazione e
l’esportazione dell’energia, di definire il quadro settoriale di programmazione
anche con riferimento alla ricerca scientifica, di definire i principi per il
coordinato utilizzo delle risorse finanziarie regionali, nazionali e
dell’Unione europea, sentita la conferenza unificata (Stato, Regioni,
Città ed Autonomie locali), di cui all’articolo 8 del d. lgs. 28 agosto
1997, 281 (art. 1, comma 7, lettere a), b), o) e p), L. n. 239/04). Inoltre
sono affidati allo Stato i compiti relativi all’adozione di misure finalizzate
a garantire l’effettiva concorrenzialità del mercato dell’energia
elettrica, alla definizione dei criteri generali per le nuove concessioni di
distribuzione dell’energia elettrica e per l’autorizzazione alla costruzione e
all’esercizio degli impianti di generazione di energia elettrica termica
superiore ai 300 MW, previo parere della Conferenza unificata e tenuto conto delle
linee generali dei piani energetici regionali (art. 1, comma 8, lettera a), nn.
5 e 6, L. n. 239/04).
Si ricorda inoltre
che dal 1° aprile 2004 in Italia è operativa la borsa elettrica (IPEX - Italian Power Exchange) - consistente in
un luogo virtuale in cui ogni giorno produttori e acquirenti si
incontrano per vendere e comprare energia – che è stata affidata in gestione al
Gestore del Mercato (GME) nel contesto della liberalizzazione del
settore elettrico.
L'avvio operativo del Gestore del mercato elettrico segna la
nascita nel nostro Paese del primo mercato all'ingrosso organizzato
dell'elettricità, in analogia a quanto già avveniva in altri Paesi europei. La creazione del mercato
elettrico risponde a due esigenze ben precise:
§
stimolare la concorrenza nelle attività
di produzione e vendita all'ingrosso potenzialmente competitive, attraverso la
creazione di una "piazza del mercato";
§
favorire la massima efficienza nella gestione
del dispacciamento dell'energia elettrica, attraverso la creazione di mercati
per l'acquisto dei servizi di dispacciamento.
Le transazioni si svolgono in una piazza del
mercato virtuale alla quale gli operatori si connettono per via telematica con
procedure di accesso sicuro, per la conclusione on-line di contratti di acquisto
e di vendita. Nello svolgimento delle sue funzioni il GME è responsabile
dell'organizzazione e della gestione economica dei seguenti mercati:
§ il mercato
elettrico, che si articola in:
- due
mercati dell'energia: il mercato del giorno prima dell'energia (MGP) e il
mercato di aggiustamento (MA). Su tali mercati i produttori, i grossisti ed i
clienti finali idonei vendono e comprano energia elettrica per il giorno
successivo;
- un
mercato per il servizio di dispacciamento (MSD), sul quale Terna S.p.A. si
approvvigiona dei servizi di dispacciamento necessari alla gestione ed al
controllo del sistema elettrico (soluzione delle congestioni di rete a
programma, acquisto della riserva operativa per il giorno successivo, energia
per il bilanciamento del sistema in tempo reale);
- Il
mercato dei certificati verdi;
-
il mercato dei titoli di efficienza energetica.
Con l’avvio del
mercato elettrico nell’aprile del 2004 si è dunque aperta una nuova fase
del processo di liberalizzazione.
L’indagine condotta dall’Autorità per l’energia elettrica ed il
gas congiuntamente con l’Autorità garante della concorrenza e del
mercato evidenzia tuttavia come rimangano ancora aperte una serie di
criticità strutturali del mercato, legate al peso dell’operatore principale.
Infatti, con
riferimento al settore dell’elettricità nel documento conclusivo
dell’indagine si rileva come, nonostante gli interventi attuati a partire dal
1999 (liberalizzazione della generazione; obbligo per ENEL di scendere al di
sotto del 50% dell’offerta nazionale di elettricità; creazione di un
gestore indipendente della rete di trasmissione nazionale, mantenendo la nuda
proprietà della rete in capo a ENEL; istituzione della borsa elettrica;
apertura del mercato con un percorso progressivo che dal luglio 2004 ha
condotto tutti i consumatori non residenziali a essere liberi di scegliere il
proprio fornitore di elettricità) la concorrenza stenti a realizzarsi e
i prezzi italiani per l’elettricità continuino a essere tra i più
elevati d’Europa, anche tenendo conto dell’assenza di una produzione nazionale
di fonte nucleare.
Tra le cause che
spiegano l’elevato costo dell’energia elettrica sono stati evidenziati anche
ostacoli alla concorrenza derivanti dall’attuale struttura di mercato che vede
la produzione nazionale di elettricità ancora fortemente concentrata
nelle mani dell’ex monopolista ENEL. L’indagine ha evidenziato, altresì,
come l’aver lasciato la nuda proprietà della rete nazionale di
trasmissione ad ENEL abbia impedito al gestore della rete nazionale piena autonomia
nelle decisioni di investimento in nuova capacità trasmissiva e nella
manutenzione straordinaria. Nonostante una quota di importazioni relativamente
elevata, gli ancora scarsi investimenti d’interconnessione, sia con l’estero
sia tra aree all’interno del territorio nazionale, non conducono
all’auspicabile allargamento delle dimensioni geografiche dei mercati,
contribuendo al mantenimento e al consolidamento, a svantaggio dei consumatori,
del potere di mercato delle imprese.
Il perdurare di
problemi strutturali del settore legati alla composizione del parco di
generazione e al forte ricorso alle importazioni che riducono la
competitività del nostro paese è stato denunciato dall’Antitrust
anche in una memoria presentata il 18 marzo 2005 per l’audizione informale
presso la Commissione attività produttive della Camera dei deputati
sulla possibile evoluzione del mercato energetico italiano. In tale occasione,
peraltro, l’Autorità ha posto l’accento sull’adozione di misure (come la
definizione delle regole per l’unificazione della proprietà e della
gestione della rete di trasmissione con il DPCM 11 Maggio 2004 e l’avvio della
borsa elettrica nell’aprile 2004) grazie alle quali il settore elettrico
italiano ha compiuto un passo fondamentale nel processo di liberalizzazione del
mercato.
Con riferimento, in particolare, all’avvio della borsa elettrica,
l’Antitrust ha osservato che, come era facilmente prevedibile, non si è
sviluppato un vero gioco competitivo con conseguenti riduzioni di prezzo: “I
problemi strutturali connessi alla elevata concentrazione dell’offerta, ai
limiti nella rete di trasmissione (nazionale e con l’estero), alla asimmetrica
posizione degli operatori per tipologia di impianti, alla non equilibrata
localizzazione tra zone geografiche, nonché le barriere di tipo
amministrativo/burocratico al rinnovo del parco generazione nazionale, si sono
“traslati” sull’evoluzione dei prezzi di borsa. La borsa, infatti, ha reso
trasparente l’esistenza di problemi competitivi rilevanti, nonché il rischio che,
in assenza di interventi mirati di politica industriale, possa essere esaltato
il potere di mercato ancora detenuto dall’ex-monopolista”.
Tra le possibili linee di intervento suggerite
in occasione dell’audizione dall’Autorità antitrust rientrano, tra
l’altro, il potenziamento, in misura coerente con gli sviluppi della rete di
trasmissione nazionale, delle linee di interconnessione con l’estero e la
realizzazione di linee dirette, nonché l’insediamento di nuovi poli di
produzione nelle zone di mercato che risultano ad oggi deficitarie rispetto
alla domanda.