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Si riprende lo svolgimento di interpellanze urgenti.
(Iniziative per la commemorazione nelle scuole italiane dell'anniversario dell'abbattimento del muro di Berlino - n. 2-00228)
PRESIDENTE. L'onorevole Frassinetti ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00228 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5).
PAOLA FRASSINETTI. Onorevole Presidente, onorevole sottosegretario, l'interpellanza in trattazione si richiamano al 9 novembre quale «Giorno della libertà», istituito con legge 15 aprile 2005, n. 61. L'atto di sindacato ispettivo verte, in particolare, sul disposto del secondo comma dell'articolo 1 della legge citata, ai sensi del quale «In occasione del "Giorno della libertà", di cui al comma 1, vengono annualmente organizzati cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole che illustrino il valore della democrazia e della libertà (...)». È proprio sulla diffusione nelle scuole, ai fini della conoscenza dell'evento, che si incentra l'interpellanza, rivolta, per tale motivo, al ministro della pubblica istruzione.
È evidente che, senza l'applicazione di questa parte della disposizione, senza la considerazione del riferito secondo comma, cade il senso concreto della ricorrenza di recente istituita. Infatti, attraverso l'educazione dei giovani, attraverso l'insegnamento nelle scuole (con riferimento ad uno degli eventi storici più importanti del secolo scorso), possiamo educare gli studenti e, soprattutto, possiamo far conoscere loro, con atteggiamento propositivo, un avvenimento che ha rappresentato, probabilmente, una delle più grandi conquiste di libertà del secolo scorso.
Le chiavi di lettura che possono essere collegate con questo evento sono proprio relativamente agli studenti e ai giovani. Basti pensare e ricordare le immagini di quei giorni, quando a Berlino le piazze e le strade intorno al muro erano piene di giovani e i giovani che adesso frequentano le scuole erano bambini e ragazzini: quindi esiste un ricordo ed una memoria diretta che vanno però spiegate. Le istituzioni devono svolgere in concreto questo ruolo.
Inoltre, un'altra importante chiave di lettura è proprio verificare come quel muro rappresenti una barriera e che mentre le fortezze, i castelli e i muri della storia venivano eretti per difendere il territorio ed i popoli, questo muro era innalzato per far sì che la gente ed il popolo non potessero avere la libertà di circolare e andare oltre questo muro. L'insegnamento, anche di attualità, chePag. 81oltre ad avere storicamente segnato la fine del comunismo e, conseguentemente, il crollo di un'ideologia, ha un'attualità specifica, perché può essere rivisitato in senso positivo, può far sì che sia rivisitata una parte di storia del nostro paese, che vede anche coinvolte molteplici forze politiche e di pensiero. Noi sappiamo che nel 1961 questo muro venne eretto nel silenzio e nell'indifferenza più assoluti. Si tratta quindi di spunti di approfondimento, spunti educativi che non risulta siano stati effettuati in base a circolari dirette ai dirigenti. Sappiamo che l'autonomia scolastica è tale proprio perché deve declinare sul territorio dei messaggi educativi, ma il Governo e le istituzioni in questo caso dovevano essere più incisivi, dare comunque delle indicazioni precise su tutto il territorio nazionale, perché questo è un evento e una ricorrenza da celebrare su tutto il territorio, ma che ha soprattutto nella diffusione nelle scuole di ogni ordine e grado - in particolare nelle medie superiori - il suo momento di valore simbolico e di insegnamento più alto. Senza questa attuazione la legge rimane soltanto un vuoto monito commemorativo che non va ad incidere nelle coscienze di una generazione che, entrando in un secolo nuovo - si spera libero e scevro da ogni ideologia di violenza - ha bisogno di una memoria che ci riporti a quei giorni non soltanto per stimolare la conoscenza ma anche e soprattutto per stimolare la coscienza.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Mario Lettieri, ha facoltà di rispondere.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Come è noto, la legge n. 61 del 15 aprile 2005 ha dichiarato il 9 novembre «Giorno della libertà» in ricordo dell'abbattimento del muro di Berlino.
La legge istitutiva della giornata prevede al riguardo «momenti di approfondimento nelle scuole», che vanno definiti da ciascuna istituzione scolastica autonoma nell'ambito del piano dell'offerta formativa. Le relative azioni, infatti, rientrano nell'autonomia didattica che questo Governo ha scelto di potenziare e valorizzare.
Proprio per rispettare e valorizzare l'autonomia delle istituzioni scolastiche - che, ricordo, ha assunto rilevanza costituzionale con la legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001 - non sono state emanate circolari ministeriali in occasione di altre ricorrenze analoghe.
Va da sé che i dirigenti scolastici e le singole comunità scolastiche, avendo conoscenza della legge, che ovviamente è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, sono pienamente legittimati a svolgere le iniziative ritenute più opportune per illustrare il significato della giornata istituita dalla legge stessa.
E, in effetti, da notizie acquisite attraverso contatti ed interlocuzioni con gli uffici scolastici periferici, il Ministero era ed è a conoscenza che le scuole avevano ed hanno organizzato e predisposto, ciascuna nella propria competenza, momenti di riflessione, di studio, di confronto e di approfondimento sulla caduta del muro di Berlino e sui valori della democrazia, della libertà, nel rispetto della persona e della convivenza.
Pertanto, il Ministero della pubblica istruzione, nel rispetto della piena autonomia delle scuole ed in coerenza con l'orientamento assunto in analoghe circostanze, si è astenuto dall'emanare la rituale circolare, ma non ha trascurato di seguire le iniziative delle scuole stesse per la ricorrenza.
D'altra parte, voglio ricordare all'onorevole Frassinetti - che ringrazio per aver posto in quest'aula il problema - che anche lo scorso anno l'allora ministro Moratti emanò una specifica circolare per richiamare l'attenzione sulla celebrazione.
Ogni iniziativa che sarà adottata a livello di singola scuola è la benvenuta e credo che si inserisca bene nel quadro della legge e anche nel rispetto della volontà del Parlamento che ha approvato la legge n. 61 del 2005.
PRESIDENTE. L'onorevole Frassinetti ha facoltà di replicare.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, nel ringraziare l'onorevole sottosegretario, mi dichiaro non soddisfatta, in quanto mi sembra che, in questa occasione, come è accaduto in altre circostanze che hanno coinvolto gli enti territoriali, ci si rifugga - perché fa comodo - dietro il paravento dell'autonomia didattica.
Se il precedente Governo non ha provveduto ad emanare queste circolari, è sicuramente da biasimare come l'attuale. Non si tratta di una questione di differenza di coalizione. Infatti, quando operavo come assessore all'istruzione sul territorio ho costatato come spesso e volentieri l'autonomia scolastica venga «usata», tra virgolette, a seconda dei casi, per sanare situazioni e riempire lacune informative che, a mio avviso, dovrebbero essere di competenza del Ministero in questione.
Non vorrei che ci fossero ricorrenze di serie A e ricorrenze di serie B. Sappiamo che la giornata istituita il 10 febbraio per il ricordo delle foibe, ha riportato all'attualità eventi drammatici mai considerati e conosciuti in passato. Penso che per costruire una memoria condivisa ci voglia uno sforzo comune.
In questi ultimi anni sono stati innalzati diversi muri, che, a mio avviso, dividono, non uniscono. Credo che simbolicamente il modo per abbattere questo muro e creare ponti tra popoli e tra la gente sia quello di dare meno peso burocratico alle suddivisioni territoriali e al ruolo delle autonomie didattiche e scolastiche, dando spazio ed impulso come Governo ai dirigenti scolastici, incentivandoli ed inducendoli ad effettuare una operazione educativa profonda tale da incidere nella crescita non solamente didattica, ma anche culturale, esistenziale e di civiltà che dovrebbe avere la futura generazione del nostro paese.