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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Quantificazione delle risorse destinate alle famiglie italiane nell'ambito della ripartizione dell'extra gettito tributario - n. 3-00910)
PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00910 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevole Ministro, dopo il Family day, su cui abbiamo ascoltato parole sconcertanti, nei giorni in cui più di un milione di persone hanno dimostrato l'esperienza positiva della famiglia, e dopo la conferenza di Firenze, si sono susseguite notizie confuse. Definisco tali notizie confuse perché il 13 aprile del 2007 il Presidente del Consiglio, su un quotidiano indipendente di larghissima tiratura, ha affermato che i due terzi del «tesoretto» sarebbero stati utilizzati come quota di finanziamento per risolvere strutturalmente i problemi della famiglia.
Il Ministro dell'economia e delle finanze ha quantizzato quei due terzi in 2,5 miliardi di euro, mentre il Presidente del Consiglio aveva parlato di circa 10 miliardi. Non vogliamo far passare sotto silenzio questa contraddizione, ma soprattutto non vogliamo che passino sotto silenzio quell'avvenimento, quella conferenza e l'emergenza della famiglia, che l'ISTAT, non il Vaticano, ha definito come la prima emergenza, ma che rappresenta anche la prima reale opportunità di questo Paese. Vorremmo sapere lei cosa ne pensa e quale cifra possano aspettarsi le famiglie italiane.
PRESIDENTE. Il ministro per le politiche per la famiglia, Rosy Bindi, ha facoltà di rispondere.
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Signor Presidente, credo che all'onorevole Volontè non sia sfuggito il significato dei lavori della Conferenza nazionale sulla famiglia, durante la quale da parte di tutti è stato riconosciuto il ritardo del nostro Paese nelle politiche per la famiglia. Proprio per questo, il quinquennio della legislatura è stato individuato come tempo minimo necessario per recuperare un ritardo storico così lungo e profondo. Credo che nessuno pensi - e possa pensare - che con un colpo di bacchetta magica si possa recuperare tanto ritardo e si possano mettere in atto politiche che nei Paesi europei vantano una pratica all'incirca trentennale. Sottolineo che questa è stata la prima conferenza nazionale della famiglia realizzata dal nostro Paese, mentre la Francia è alla ventesima edizione.
Vogliamo dare risposte vere, non una tantum e dobbiamo, pertanto, fare un piano per la famiglia. A tal fine, c'è la disponibilità da parte del Governo ad avviare una commissione della quale facciano parte associazioni, parti sociali e anche tutte le parti politiche che abbiano partecipato attivamente ai lavori della Conferenza. È necessario stilare un piano strategico che preveda tempi e modi di realizzazione di politiche a sostegno dellePag. 5famiglie con figli. Tali politiche avranno il compito di aiutare i giovani a mettere su famiglia, agevolare la conciliazione del lavoro della donna con la famiglia, fornire servizi per l'infanzia e consentire la presa in carico dei non autosufficienti.
Non sfuggirà, inoltre, all'onorevole Volontè l'ingente quantità di risorse economiche che sono, a questo fine, necessarie. Tuttavia, si intende certamente partire da subito, così come abbiamo già stabilito con la legge finanziaria per il 2007, che non contiene proposte una tantum, ma quanto meno 3 miliardi di euro, tra assegni familiari e detrazioni fiscali. Si intende sicuramente agganciare una parte dell'extra gettito, come è stato chiaramente annunciato, per finanziare il debito che pesa anche sulla vita delle famiglie italiane. Tuttavia, come dichiarato dal Presidente del Consiglio, la parte che non andrà a colmare il debito dovrà essere assegnata alle famiglie partendo dalla priorità indicata nella legge finanziaria per il 2007: le famiglie più deboli, i nuclei di anziani poveri e le famiglie con figli. In maniera particolare, userei il termine «incapienti» che racchiude coloro i quali, a partire dalla legge finanziaria per il 2007, non hanno, ad esempio, potuto lucrare l'effetto della detrazione. Tuttavia, l'aspetto più interessante è ciò che riusciremo ad inserire insieme nel DPEF, dove deve essere già disegnato il piano delle politiche per la famiglia...
PRESIDENTE. Ministro Bindi, la prego di concludere.
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. ...che dovrà trovare una realizzazione significativa già a partire dalla legge finanziaria per il 2008.
PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di replicare.
LUCA VOLONTÈ. Signor Ministro, non voglio aprire alcun tipo di polemica. Sappia che noi non arretreremo di un millimetro, come le abbiamo dimostrato per molti mesi, chiamandola a rispondere a questo nodo prioritario, lo ripeto, non per l'opinione dei cattolici, né per quella dei laici, ma per i dati delle statistiche italiane.
Ho apprezzato la sua iniziativa della Conferenza, anche se mi permetta di affermare che non tutti la pensavano come lei, ma questo può far parte anche della situazione. Ieri abbiamo avuto un assaggio di come la pensa il Ministro Pollastrini, che, pur occupandosi delle pari opportunità, non considera le pari opportunità dei figli all'interno della stessa famiglia; delle giovani coppie; della libertà di scelta a disposizione di un uomo italiano che si vuole sposare, a differenza della donna, né della libertà di scelta di cura all'interno delle mura domestiche e neanche della professione.
Lei dà ragione - mi dispiace, anzi mi fa piacere dirlo - alla richiesta, avanzata prima da altri partiti della coalizione, poi dal nostro gruppo la settimana scorsa, infine ancora una volta ieri nella Conferenza dei capigruppo, di conferire carattere d'urgenza, alla Camera e al Senato, ai provvedimenti che riguardano la famiglia. Le chiedo di fare il possibile perché il Governo si esprima positivamente.
Per fare questo piano della famiglia - l'ho chiamato piano decennale, da qualche anno - c'è bisogno che ci si confronti apertamente dentro il Parlamento, prima del DPEF possibilmente, perché le due Camere possano dare almeno delle linee guida che sostengano l'azione del Governo in tale piano decennale. Diversamente, sarà ben difficile che il Parlamento possa incidere su un Documento di programmazione economico-finanziaria che non è emendabile e, a posteriori, su alcune scelte, come lei ha giustamente detto, che sono un primo passo verso un'intesa più ampia.
Noi vogliamo parlare di questi argomenti, lo auspichiamo, e le chiediamo di «tener duro», nonostante molti suoi colleghi la pensino all'opposto rispetto a lei.