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Sull'ordine dei lavori (ore 17,30).
PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'esame del disegno di legge finanziaria per il 2008. Ha tuttavia chiesto di parlare il presidente della Commissione bilancio, deputato Duilio.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, intervengo per chiedere una sospensione di un'ora e mezza dei nostri lavori perché, a seguito della conclusione dei lavori del Comitato dei nove, vi è bisogno di svolgere alcuni approfondimenti in relazione a quanto emerso in seno allo stesso Comitato dei nove con il Governo.
LUCA VOLONTÈ. Ancora? Ma non è possibile!
RICCARDO PEDRIZZI. Basta!
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo, pertanto, di aggiornare i nostri lavori tra un'ora e mezza.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, lei conosce il mio rispetto per le istituzioni, nonché il mio rispetto personale nei confronti del presidente della Commissione bilancio. Sappiamo tutti però, senza alcun infingimento, che la predisposizione dei tre maxiemendamenti è cominciata il giorno stesso in cui si è aperta la discussione generale in Commissione bilancio (Commenti). Indipendentemente dall'attenzione dei rappresentanti del Governo e del presidente della Commissione, mi affido veramente...
PRESIDENTE. Per cortesia, vorrei invitare i colleghi a prestare attenzione agli interventi che riguardano precisamente l'argomento che è stato sollevato. Grazie.
LUCA VOLONTÈ. Evitiamo di irridere con tale modo di lavorare questo ramo del Parlamento. Sappiamo tutti che vi è il bisogno e la necessità che il Governo attenda ancora un'ora e mezza o due - sottosegretario D'Andrea, ce lo dica lei -, ma evitiamo di inventare che vi sono approfondimenti che sappiamo bene non essere ancora stati svolti (e che non saranno svolti) dalla Commissione fino a quando il Governo non avrà scritto i tre maxiemendamenti e questi ultimi non verranno depositati e sottoposti al vaglio di ammissibilità, e domani, nel tardo o nel primo pomeriggio, verrà posta la questione di fiducia, alla faccia della discussione ePag. 44dell'approfondimento sui temi! Signor Presidente, valuti la richiesta del presidente Duilio, ma valuti anche il decoro della nostra istituzione che, come mi ero permesso di sottolineare stamani, non può essere prima insultato con ingiurie istituzionali e poi calpestato con una procedura che, francamente, mette in imbarazzo il più puro tra noi a favore di questa maggioranza.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, ho ascoltato esterrefatto la richiesta del presidente Duilio e voglio rendere noto solo un fatto. Quest'anno ho partecipato, dal primo all'ultimo minuto, all'intera settimana di lavori (ma appellarli in tale modo è per certi versi un eufemismo) della Commissione bilancio. Lei sa benissimo che il ritmo dei lavori non è stato né altalenante né a singhiozzo: si è trattato di un ritmo di non lavoro, caratterizzato da lunghe e ingiustificate pause. Per usare un termine latino che proviene dalla mia professione, che evidentemente non ho dimenticato, si è trattato molto spesso di una sorta di mintio interrupta.
Signor Presidente, lo scorso 4 dicembre - esattamente otto giorni fa - ho assistito ad una serie di vicende e ho ascoltato una serie di interventi, anche in modo casuale, e ho provveduto a denunziarli. Ho dichiarato in tale data, come è riportato nel bollettino dei lavori delle Commissioni, che era già in atto la materiale stesura del maxiemendamento e già se ne percepivano i movimenti. Denunziai allora che si stava svolgendo una pseudo-riunione nella Sala del mappamondo, cui assistevano i deputati e i giornalisti del Paese, ma nel frattempo la vera Commissione stava lavorando. Qualche autorevole membro della maggioranza - mi riferisco, facendo nomi e cognomi, al presidente del gruppo più consistente rappresentato in questa Camera, ossia al capogruppo del Partito Democratico - si dava un gran da fare, andando e venendo, con i documenti in mano e interpellando diversi deputati per capire come ammannire le richieste principali. Allora denunziai tale fatto e le agenzie di stampa lo riferirono regolarmente. Devo aggiungere che il mio amico nonché parlamentare del mio stesso gruppo, onorevole Crosetto, ebbe - con fare incredulo - a smentirmi, affermando che mai e poi mai avrebbe ritenuto veritiera una simile vicenda, tanto più che il Presidente della Repubblica era già intervenuto in merito, ammonendo di non ricorrere alla questione di fiducia in questa occasione.
Tuttavia, devo aggiungere, per onestà intellettuale, che il presidente Duilio affermò in tale data di non essere assolutamente a conoscenza dei fatti, smentendo così che si potesse arrivare ad un esito di tal genere. Ora sembra di capire che invece tutto ciò che avevo denunziato otto giorni fa si sta regolarmente verificando e risponde esattamente al vero. Signor Presidente, chiamiamo le cose con il loro nome! È inutile chiedere rinvii di un'ora o di un'ora e mezza al fine di permettere improbabili riunioni del Comitato dei nove, che non condurranno ad alcun risultato.
Inoltre, mi consenta di svolgere un'ultima considerazione. Poiché si parla tanto dei costi della politica e della necessità di risparmiare anche le spese di funzionamento del nostro Parlamento si sarebbe potuto evitare l'esborso di quattrini per pubblicare gli emendamenti che sono - così come è giusto che sia - a disposizione di tutti. Sarebbe stato meglio se gli emendamenti fossero rimasti su un dischetto, per imperitura memoria, poiché credo che questa farsa sia durata fin troppo a lungo!
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, non a caso stamattina mi ero riferito all'articolo 8 del nostro Regolamento,Pag. 45appellandomi proprio al Presidente della Camera, quale garante del decoro e del buon andamento dei lavori parlamentari. Signor Presidente, indipendentemente dalla sua volontà, ritengo che presiedere una Camera così ridotta e così trattata dal Governo non sia né piacevole né gradevole e credo che vi sia amarezza, specialmente in chi ha fatto della politica il primato della sua vita. I nostri interventi possono apparire di rito ed inutili. Credo, invece, che non sia mai inutile richiamare ciascun parlamentare alla responsabilità della propria funzione.
Sono indignato non poco nel constatare come il vertice di questa Camera consenta che vengano trattati i deputati della Repubblica, gli eletti dal popolo per garantire legalità nel nostro Paese. Un cittadino comune sa che il nostro Paese è paralizzato dallo sciopero del personale delle società di trasporto privato, è allarmato dal fatto che nel terzo millennio si possa morire sul posto di lavoro come un secolo fa (è avvenuto in America e a Marcinelle), sente sulla propria pelle il pericolo di una emergenza dell'ordine pubblico che lo Stato sembra impotente a fronteggiare. Di fronte a ciò, vede le immagini di questa Camera, da questa mattina prigioniera di un Governo inetto ed incapace, che sta creando solo danni al nostro Paese. La Presidenza della Camera non può essere complice! Il Governo può essere di qualunque colore politico, ma l'autonomia della sede legislativa e del Parlamento è una ricchezza della democrazia, che va e deve andare oltre le coalizioni politiche. Ho svolto interventi del genere anche quando al Governo vi era il centrodestra e quando osservavo che si esagerava nel trattare i deputati come fossero dipendenti del Governo. Oggi il Governo è giunto in questa Assemblea in maniera veramente scomposta. Ha messo a disagio tutti, non si voleva incattivire il dibattito per il nostro decoro.
Signor Presidente, lei sa bene che questo era un programma già fatto e la Presidenza della Camera non doveva consentirlo! Non ci sono ragioni, non ci sono precedenti, non c'è prassi che tenga, perché la prassi non può umiliare il Parlamento. Quindi, siccome si sa che questo ulteriore rinvio non va a beneficio dei lavori parlamentari, la Presidenza dovrebbe respingere tale richiesta, che serve solo allo scopo che sapete: non ci sono ancora i testi, i maxiemendamenti sembra che siano tre, non si capisce bene in quale momento verrà posta la fiducia. Probabilmente, tra qualche momento lei si troverà a farci giocare - uso il termine più nobile possibile - sulle proposte emendative, sapendo che poi, domani mattina, la fiducia non sarà dovuta all'ostruzionismo, né all'opposizione che impedisce di governare, né al fatto che i gruppi di opposizione fanno la loro parte. La fiducia verrà richiesta perché questo Governo ormai è un'emergenza politica di ordine pubblico e porterà il nostro Paese a scontri sociali nelle piazze! I cittadini, infatti, vedono un Governo tutto ripiegato nella tutela del proprio potere! Ho concluso, signor Presidente. Mi auguro che ancora una volta lei faccia qualcosa per svincolare la Presidenza della Camera da questa morsa a tenaglia fatta dal Governo sulle istituzioni.
ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, anche il gruppo di Alleanza Nazionale intende denunciare questa situazione particolarmente grave, proprio alla luce delle considerazioni svolte su altri provvedimenti (in particolar modo, penso al decreto-legge collegato al disegno di legge finanziaria) proprio dal presidente Duilio, da diversi esponenti della maggioranza e dell'opposizione. Lei stesso, signor Presidente Bertinotti, sulla posizione della questione di fiducia proprio sul recente decreto-legge, ha richiamato alla necessità di avviare comunque una nuova fase, affermando che il sistema bicamerale veniva di fatto messo in discussione, attraverso un ricorso alla posizione della questione di fiducia da parte del Governo eccessivamente frequente, oserei dire spregiudicato.Pag. 46Quindi, signor Presidente, abbiamo svolto l'esame in Commissione, seppure in tempi molto ristretti. L'opposizione, come lei ben sa, ha sollevato più volte, durante il dibattito e la discussione in Commissione, la necessità di estendere i tempi, di poter approfondire un testo organizzato su un numero di articoli veramente imponente. Più volte ha posto a lei, signor presidente Bertinotti, tale questione. Lei è stato chiamato in causa relativamente alla necessità di approfondire in Commissione in maniera adeguata un testo ancora oggi al nostro esame.
Signor Presidente, francamente non comprendiamo la richiesta del presidente Duilio di sospendere i lavori dell'Assemblea quando la stessa è stata convocata da tempo per iniziare il dibattito sul disegno di legge finanziaria e, come abbiamo sempre fatto in passato, è possibile iniziare a istruire gli articoli e a discutere in Aula. Riteniamo, infatti, che questa sia la sede per il popolo italiano in cui discutere della legge finanziaria e di tutti i provvedimenti di legge. Presidente, l'impressione è chiara: vi è una difficoltà da parte della maggioranza nell'affrontare l'Assemblea, e a fronte di tale difficoltà si chiede la sospensione dei lavori in attesa - è evidente - di un maxiemendamento che il Governo dovrebbe presentare tra pochi minuti o forse tra qualche ora. Signor Presidente, ciò per noi è inaccettabile e chiediamo che si prosegua con l'esame del disegno di legge finanziaria; vogliamo affrontare l'esame degli articoli, ascoltare il parere del relatore e del Governo sugli emendamenti e cominciare ad entrare nel merito delle questioni anche perché ognuno si deve assumere le proprie responsabilità. Se il Governo ha la necessità (e ritiene quindi di assumersene la responsabilità) di porre la questione di fiducia, nonostante i richiami del Presidente della Camera e del Presidente della Repubblica, se ne assuma la responsabilità, ma noi non vogliamo e non possiamo rinunciare ad un ruolo che rivendichiamo e che oggi, nel nostro sistema democratico e costituzionale, è un ruolo necessario.
Presidente non è mai accaduto che si interrompano i lavori ancora prima di iniziarli, in attesa che accada qualcosa di cui tutti stanno dibattendo e di cui tutti ormai sanno, e che concretamente si rinunzi a svolgere la funzione per la quale ci troviamo in questa sede, pagati ed eletti dai cittadini per svolgere il nostro compito. Dunque, signor Presidente, la richiesta è chiara: si cominci dall'esame dell'articolo 1, si affronti il testo di questo disegno di legge finanziaria, si dia il parere sugli emendamenti e si inizi a discutere in quest'Aula; in caso contrario è evidente che è inutile continuare ad appellarci al senso di responsabilità quando poi, quando si presentano le occasioni per affermare fino in fondo un ruolo di dignità del Parlamento, e in particolar modo della Camera dei deputati, anche nel confronto con il Senato, si rinuncia a svolgere tale funzione.
LUCA VOLONTÈ. Bravo!
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che a fronte della richiesta del presidente della Commissione bilancio di un breve supplemento di tempo per affrontare le ultimissime questioni aperte in relazione alla definizione del testo conclusivo del disegno di legge finanziaria che verrà sottoposto all'Aula, dobbiamo anzitutto considerare - devo dire positivamente - il fatto che, rispetto allo scorso anno, abbiamo avuto (così come abbiamo ora) la possibilità di confrontarci anche con l'opposizione. È ciò che è stato fatto nei giorni scorsi e nelle scorse settimane in Commissione di merito, in relazione al mandato conferito al relatore di riferire all'Assemblea su un testo che è stato ampiamente discusso e modificato, con emendamenti presentati non solo dai colleghi della maggioranza ma anche da quelli dell'opposizione che sono stati fatti propri dalla CommissionePag. 47bilancio; quindi, a differenza dello scorso anno, possiamo discutere su un testo compiuto. Inoltre, non si è fatto ricorso ad alcuna delle modalità che rischiavano di diventare una tradizione non proprio positiva, seguite nella scorsa legislatura, nel periodo di vigenza di una maggioranza diversa dall'attuale...
TEODORO BUONTEMPO. Vergognatevi!
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. ...modalità con le quali si è dovuto prendere coscienza di una condizione specifica del Parlamento che da anni è costretto a discutere di manovre finanziare in vigenza di una legge di bilancio che nessuna maggioranza e nessun accordo di carattere bipartisan è sinora riuscito a cambiare.
Abbiamo più volte tentato un accordo anche con l'opposizione per cercare di accelerare il processo di modifica dei regolamenti e delle norme che presiedono alla sessione di bilancio. Non ci siamo riusciti e oggi sono ancora vigenti un Regolamento antiquato e una condizione di discussione e di votazione delle leggi finanziaria e di bilancio che dura tre mesi, che si trascina nel tempo, fatta più di azioni emendatarie che di responsabilità del Governo di fronte al Parlamento e del Parlamento di fronte al Governo, affinché siano evidenti le scelte e gli indirizzi che devono essere compiuti di fronte al Paese.
Tuttavia, credo che dobbiamo apprezzare il fatto che quest'anno la conduzione della sessione di bilancio abbia consentito di approdare ad una manovra composta da un decreto-fiscale, da un disegno di legge che ha consegnato al Paese, facendolo proprio, il Protocollo sul welfare, che è stato oggetto di discussione e di accordo tra il Governo e le parti sociali e da un disegno di legge finanziaria assai impegnativo, che, peraltro, per la prima volta, non impone sacrifici a carico di una serie di categorie, ma è in grado di determinare condizioni di sviluppo per il Paese, a favore delle famiglie, delle imprese e anche di un'azione di carattere redistributivo nel Paese.
LUCA VOLONTÈ. Non è un comizio questo, però!
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Penso che questi aspetti debbano essere apprezzati insieme all'apprezzamento che, da parte mia e del mio gruppo - e credo anche di tutta l'Aula - non può non andare al modo in cui la Presidenza della Camera ha gestito questi lunghi tre mesi di discussione e di confronto, che ci hanno consentito di giungere - siamo in dirittura d'arrivo - a formulare e discutere un disegno di legge finanziaria e altre norme incluse nel pacchetto complessivo della manovra finanziaria, che consegneranno al Paese una condizione sicuramente più avanzata, sul piano sia del bilancio dello Stato sia delle condizioni economiche in cui versano la nostra società e la nostra economia.
LUCIO BARANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, non intendevo intervenire, ma l'intervento di mera ipocrisia del collega Quartiani, che abbiamo appena ascoltato, non può che trovarci in disaccordo e provocare disappunto.
Signor Presidente, se ciò che abbiamo ascoltato fosse propedeutico ad una discussione della manovra economica, qualunque essa sia, in Parlamento - non dimentichiamo che la manovra finanziaria è stata presentata in Parlamento dal Governo, quindi se la dicono, se la fanno e se la modificano - potremmo concedere anche due, tre o quattro ore. Tuttavia, in ascensore, due ore fa, ho avuto la sfortuna di imbattermi in tre blocchi di maxiemendamento del Governo. Li ho toccati e, alla domanda che ho rivolto sul perché vi fossero tre blocchi, mi è stato risposto: perché intendiamo porre tre questioni di fiducia.
Io sono un neofita, ma mi sembra un paradosso, visto che ho assistito de visu a questo oltraggio perpetrato ai danni del Parlamento. Sento questa filippica dall'onorevolePag. 48Quartiani, secondo cui si pensa al Paese, quando invece troviamo un Paese in ginocchio, discutendo fino a poco fa anche di morti. Egli ci viene a dire che si vuole continuare l'accanimento terapeutico su un Governo che non ha più la maggioranza nel Paese e che cerca di tenere insieme i cocci per una mera questione di divisione del potere. Noi lo respingiamo completamente. Sarebbe stato apprezzato e apprezzabile se non vi fosse l'intenzione di porre la questione di fiducia, ma mi dicono addirittura che vi saranno tre voti di fiducia. A questo punto, chiedo al Presidente della Camera di salire sul colle e di recarsi dal Presidente della Repubblica per comunicargli che in Parlamento non esiste più la maggioranza a favore di questo Governo, perché la manovra finanziaria non l'abbiamo proposta noi.
Quindi i maxiemendamenti non riguardano nostre, ma vostre proposte, su cui non vi trovate d'accordo; d'altronde, tutto il Paese non è d'accordo con voi.
PRESIDENTE. Assistono ai nostri lavori gli allievi e gli insegnanti dell'Istituto di Arcevia, in provincia di Ancona, che saluto e ringrazio per la loro presenza (Applausi).
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Onorevole Presidente e onorevoli colleghi, da qualche anno sono parlamentare, per volontà degli elettori - naturalmente, si dice così - e tante volte ho assistito alla posizione della questione di fiducia in occasione dell'approvazione della manovra finanziaria; quindi, so che ogni volta l'opposizione protesta, si scandalizza e la maggioranza sostiene che la pone per evitare l'ostruzionismo dell'opposizione: il voto di fiducia si è verificato molte volte.
Anche questa volta si sarebbe potuta muovere una critica serrata, maggiore di quella mossa in passato, perché il Presidente della Repubblica aveva affermato che non avrebbe più consentito voti di fiducia di tale genere, ma alla fine tutto si sarebbe svolto nella normalità dell'anormalità delle discussioni sulla manovra finanziaria.
Stavolta vi è qualcosa di nuovo però, signor Presidente: lo testimonia la richiesta di sospensione dei lavori.
La verità è che l'attuale maggioranza non intende passare all'esame degli articoli: normalmente si avvia la discussione sugli articoli e poi ad un certo punto il Governo decide di presentare uno o più maxiemendamenti e si interrompono i lavori per consentire agli uffici di verificare l'ammissibilità di tale maxiemendamento.
Questa volta, tuttavia, non siamo neanche nella condizione di partire con il normale esame degli articoli e, nel frattempo, assistiamo ad una vera e propria pantomima di un Governo morto e sepolto, incapace di presentare - ormai da cinque ore! - una benché minima parvenza di maxiemendamento.
Sappiamo - lo sanno tutti - che i maxiemendamenti saranno tre; sappiamo che dovremmo cominciare a votarli venerdì, ma così facendo il ritardo non dipenderà da un ostruzionismo che non c'è o da altri lavori che non vi sono: dipende solo da un'inconsistenza totale dell'attuale Governo.
Dunque, signor Presidente, apprezzo il suo desiderio di non lasciarci in Aula a «menare il can per l'aia» (infatti è ciò che stiamo facendo, da oggi, naturalmente con l'eccezione delle drammatiche notizie sulle quali ha riferito il Governo).
Credo che, anziché sospendere, l'azione migliore da compiere sia quella di passare immediatamente e anticipare il momento dell'informativa del Governo relativa alla vicenda dello sciopero degli autotrasportatori: se non altro, ci occupiamo di un problema serio e importante, accomunato alla manovra finanziaria dall'incapacità del Governo di affrontarlo e risolverlo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ciò mi sembra molto saggio.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, visto che siamo all'inizio del percorso che ci porterà ad esaminare il lavoro svolto in Commissione, voglio innanzitutto dare atto a tutti i colleghi dell'opposizione del lavoro che è stato compiuto, anche dall'opposizione, cioè dare atto del lavoro di collaborazione che si è sviluppato. Sostengo inoltre che è proprio per valutare opportunamente il lavoro cui siamo pervenuti che ho chiesto una procrastinazione.
PRESIDENTE. Poiché il presidente Duilio ribadisce la richiesta di rinvio di un'ora e trenta e il deputato La Russa ha avanzato la proposta di passare allo svolgimento dell'informativa urgente del Governo, mi pare che entrambe le proposte possano essere accolte.