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DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO IVANO STRIZZOLO IN SEDE DI ESAME DEGLI ORDINI DEL GIORNO PRESENTATI AL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 1475
IVANO STRIZZOLO. Onorevole signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, l'esame di questo provvedimento che rappresenta, a mio giudizio, un primo e timidissimo avvio del percorso di liberalizzazione di alcuni settori delle attività economiche e di prestazioni di servizi del paese, ha evidenziato le difficoltà che si incontrano quando si assume l'orientamento di riforma della società.
A mio giudizio il Governo avrebbe dovuto osare di più per incidere su quelle vere e proprie posizioni di rendita che contribuiscono a bloccare la concorrenza e la crescita.
Devo rilevare che sono completamente fuori luogo le critiche rivolte dai colleghi del centrodestra alla parte innovativa di questo decreto. Alcuni hanno parlato di liberalizzazioni finte, altri di misure assolutamente inadeguate e insufficienti. Sarebbe oltremodo semplice rispondere a questi colleghi che la nuova maggioranza, in due mesi, ha prodotto questo inizio di riforma mentre il centrodestra, in cinque anni e disponendo di una maggioranza schiacciante in entrambi i rami del Parlamento, non solo non ha liberalizzato ma ha concorso a consolidare un immobilismo sociale che non ha paragoni in Europa, difendendo una visione chiusa e corporativa della società.
La scarsa mobilità sociale del nostro paese è già, di per sé, una pesante condizione di freno allo sviluppo e il provvedimento che stiamo esaminando cerca, finalmente, di incidere e di rimuovere quelle incrostazioni - al limite di privilegio di casta - che bloccano le dinamiche della libera concorrenza e i nuovi potenziali ingressi di forze nuove e giovani nei settori economici e dei servizi interessati da questo provvedimento.Pag. 267
È pertanto contradditorio che, in particolare per chi si definisce Casa delle libertà, venga dato un giudizio negativo sulla prima parte del decreto.
È vero, ci sono degli aspetti normativi che andranno attentamente monitorati nella fase applicativa, però è chiaramente tracciata una prospettiva riformatrice per l'ammodernamento del paese e la liberazione di potenzialità competitive finora compresse.
Presidente e colleghi, il limitato tempo concesso non permette di approfondire tanti elementi, ma sento il dovere di svolgere alcune altre rapide riflessioni.
Sulla parte fiscale del decreto, vi sono stai interventi non solo pregiudizialmente contrari da parte dei colleghi di opposizione. Alcune osservazioni e rilievi critici hanno anche un fondamento e sono attentamente da valutare.
Mi riferisco in particolare, tra gli altri, agli interventi degli onorevoli Tabacci e Leo che, al di là delle posizioni politiche, hanno espresso delle critiche costruttive, alimentando un confronto sicuramente utile.
Signor Presidente e onorevoli colleghi, contrastare l'evasione e l'elusione fiscale non solo è doveroso ma è anche necessario per eliminare, nella dimensione più ampia possibile, un evidente dato di concorrenza sleale.
Sappiamo che la materia fiscale è un terreno sgradevole sul quale, però, ogni Governo che si rispetti si deve misurare.
Lo strumento fiscale, oltre che a reperire le indispensabili risorse per lo Stato e per il governo delle comunità locali, è indispensabile per realizzare un più accettabile grado di giustizia sociale proprio attraverso un suo uso equo e responsabile, indirizzato a fare in modo che tutti - in modo progressivo come sancito dalla Costituzione - contribuiscano al perseguimento del bene pubblico e dell'interesse generale. Se così sarà, tutti potranno pagare meno tasse!
Al riguardo, diversi colleghi hanno evidenziato la necessità di perseguire l'obiettivo del contrasto di interesse quale meccanismo da praticare per far emergere, almeno in parte, il sommerso. Ritengo che questa sia una strada da approfondire e da sperimentare per ottenere un miglioramento complessivo nel difficile e controverso rapporto tra i contribuenti e il fisco.
È vero, signor Presidente e onorevoli colleghi, forse alcuni punti della parte normativa fiscale del decreto non sono né di facile attuazione e interpretazione né aiutano a costruire un clima più sereno e di maggiore fiducia tra cittadini e Stato.
In relazione a ciò è necessario che da parte del Governo vengano esaminati e valutati attentamente gli effetti reali di alcune disposizioni.
Con il possibile ed auspicabile accoglimento di alcuni ordini del giorno, il Governo è chiamato a prestare attenzione anche ad alcune osservazioni pervenute dagli stessi banchi della maggioranza. Bisogna evitare di dilatare gli aspetti burocratico-amministrativi, puntando invece sul recupero di un rapporto di nuova fiducia tra i contribuenti e il sistema fiscale.
In questa direzione si muove l'ordine del giorno n. 28 che ho presentato assieme ad alcuni colleghi della maggioranza e che ha trovato una importante attenzione da parte dei rappresentanti del Governo.
Diversamente, si corre il rischio di non comprimere le aree di evasione e, al contempo, di incidere su delicati e complessi aspetti della sfera di tutela del diritto alla privacy per il singolo cittadino. È stata invocata - anche con enfasi - la centralità del Parlamento.
Sono profondamente convinto che vada sempre tutelata e valorizzata la funzione centrale, e insostituibile, del Parlamento quale massima espressione democratica dell'organizzazione politico-istituzionale del paese. In questi primi mesi di vita della nuova legislatura ci sono state sicuramente anche delle sfasature rispetto ai ruoli e agli equilibri tra i diversi momenti delle attività di governo e di legislazione; non sono però accettabili le minacce di ricorso alla piazza.
La sede naturale del confronto politico è e rimane il Parlamento e mi auguro chePag. 268le sollecitazioni a più riprese portate in quest'aula in tal senso siano condivise anche in futuro.
Concludendo, signor Presidente e onorevoli colleghi, sono importanti i segnali che il Governo, seppur in una fase molto stretta e difficile, sta dando per restituire speranza e competitività al paese. L'approvazione di questo decreto è un passaggio necessario con l'invito al Governo a sviluppare un dialogo costruttivo con le categorie e gli ordini professionali, costruendo un rapporto utile per favorire l'ammodernamento dell'Italia e promuovere la sua crescita ponendo al centro la persona e le comunità locali.