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Allegato B
Seduta n. 205 del 17/9/2007
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COMUNICAZIONI
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle comunicazioni, per sapere - premesso che:
l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha approvato con Delibera n. 209/07/CONS il Regolamento che definisce le procedure per l'assegnazione, da parte del Ministero delle Comunicazioni, dei diritti d'uso delle frequenze nella banda a 3,5 GHz, per le tecnologie di accesso radio a larga banda (Broadband Wireless Access), tra cui il WiMax;
nell'avvio della tecnologia WiMax si rivelano di importanza strategica sia l'obiettivo di consentire l'attribuzione, in maniera efficiente, delle frequenze (efficienza allocativa), sia le esigenze di sviluppo della concorrenza (apertura del mercato a nuovi operatori) e di garanzia della disponibilità della banda larga nelle zone non coperte dal servizio (servizio universale);
il WiMax consente sulla carta, in condizioni ottimali, di scavalcare l'«ultimo miglio» di Telecom Italia e portare banda larga in tutta Italia, aprendo la concorrenza e limitando il digital divide. Oltre a quella di quasi tutti i gestori di telefonia fissa, c'è l'attenzione di operatori televisivi come Sky e Rai (anche Mediaset potrebbe essere interessata) e di Poste Italiane, che ha già annunciato l'ingresso nella telefonia mobile come operatore virtuale;
da più parti sono state sollevate perplessità sulle norme varate dall'Autorità,
in un articolo de Il Sole 24 Ore si sottolinea la difficoltà che eventuali nuovi operatori di livello regionale, desiderosi di entrare nell'affare, potrebbero incontrare nel contrastare colossi nazionali affermati;
si sottolinea la necessità di misure asimmetriche più coraggiose, che favoriscano maggiormente i new comers nell'assegnazione delle licenze, mentre questi ultimi dovranno invece competere con soggetti già presenti e affermati a livello nazionale nel mondo delle TLC;
in particolare, per favorire l'ingresso di operatori medio piccoli si sarebbe potuta prevedere una misura asimmetrica nei riguardi di Telecom Italia e degli operatori mobili con posizione dominante nel mercato dell'accesso telefonico, differendo il loro ingresso nel mercato del WiMax per uno o due anni;
sono soprattutto due le previsioni che spaventano gli osservatori: la logica delle «aste» a «rilancio» ed i non meglio definiti «criteri di idoneità tecnica e commerciale». Sono entrambi fattori che potrebbero fornire un grosso vantaggio a operatori di maggiori dimensioni. Nel primo caso, grazie alle maggiori disponibilità economiche, i grossi operatori potrebbero conquistare una facile vittoria in tutte le macro-aree regionali descritte dal regolamento (piacerà ai grandi operatori che l'asta sarà a rilanci multipli e che assegnerà tre licenze della durata di 15 anni, due delle quali riguarderanno macro-aree da due a quattro regioni). Nel secondo caso, per via dell'obbligo di copertura in 30 mesi, che potrebbe non essere così scontato per una piccola impresa, e in funzione di una logica di concorrenza che vedrà ovviamente favoriti gli organismi più grandi capaci di operare prezzi al dettaglio inferiori;
la possibilità di concorrere su tutta la superficie nazionale viene vista inoltre come un ottimo espediente per consentire agli attuali operatori di acquistare una licenza e decidere di «parcheggiarla», per garantire i propri investimenti compiuti fino ad oggi nell'UMTS;
infine, non è da sottovalutare il rischio che buona parte delle frequenze proposte siano ancora occupate o disturbate dai radar e altre apparecchiature militari, che da tempo avrebbero dovuto traslocare altrove. E purtroppo le frequenze sporche sono proprio in alcune delle principali regioni (Lombardia e Lazio, tra le altre). Significa che in molte zone il WiMax potrebbe non dare quelle garanzie di qualità che sono appunto la sua prerogativa rispetto a tecnologie come WiFi Mesh e Hiperlan (le quali operano su frequenze non licenziate);
c'è dunque il rischio che il WiMax arrivi troppo tardi e depotenziato, sul mercato con pochi vantaggi rispetto ad altre tecnologie wireless e nessuno rispetto all'Adsl -:
se e quali provvedimenti il Ministro interpellato intenda prendere per eliminare questa distorsione nella delicata fase di avvio della tecnologia WiMax, al fine di evitare che l'avvento di questa nuova tecnologia finisca per tradursi in una replica dell'attuale oligopolio che caratterizza il mercato delle telecomunicazioni in Italia.
(2-00718)
«Turco, D'Elia, Beltrandi, Mellano, Poretti».
Interrogazione a risposta orale:
TURCO, D'ELIA, BELTRANDI, MELLANO e PORETTI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
l'Antitrust ha avviato un'istruttoria per abuso di posizione dominante delle Poste nei mercati dei servizi liberalizzati e di quelli di prossima liberalizzazione. Per l'Autorità «gli accordi di fornitura stipulati nel periodo dicembre 2000 - gennaio 2007 con i concorrenti precedentemente titolari di concessione di servizi postali, insieme alle previsioni contenute nel Bando di gara emanato nel maggio 2007, potrebbero configurare una strategia unitaria di Poste mirante a estendere e raf
forzare la propria posizione dominante sui mercati dei servizi attualmente liberalizzati e su quelli che lo saranno in un prossimo futuro»;
secondo quanto dichiarato dall'Aduc in un comunicato stampa «l'attività di Poste Italiane è rivolta più che a prepararsi ad agire in un mercato concorrenziale, a cooptare (vincolandoli con contratti capestro) i concorrenti. È evidente che una simile politica gestionale condurrà le imprese alternative ad operare solo in alcune nicchie di mercato o ad attaccarsi alla mammella delle Poste monopoliste o a puntare unicamente sugli appalti poco remunerativi, offrendo prestazioni di pari livello (come avviene con le cooperative di pulizie sui treni)». E ancora «visto che l'istruttoria avrà una durata di quasi dieci mesi (l'istruttoria dovrà concludersi entro il 30 maggio 2008), se l'ipotesi accusatoria dell'Authority è fondata, Poste Italiane in questo lasso temporale avrà tempo di terminare lo «sterminio» delle imprese alternative»;
l'aumento a cinque euro del costo per inviare un vaglia postale ha reso ancora più evidente che l'azienda Poste S.p.A. è un servizio monopolista a capitale pubblico che si occupa di fornire un servizio di pubblica utilità. Risulta, infatti, evidente che per fare un vaglia postale ci si possa rivolgere solo negli uffici delle Poste S.p.A. e che le Poste possano decidere sul prezzo senza alcun timore della concorrenza;
a questo riguardo e constato che chi si avvale della banca delle Poste, delle banche in generale e dei servizi delle poste on line, avrà una tariffa ridotta, il primo firmatario del presente atto ha presentato anche un'interrogazione per chiedere al Ministro delle comunicazioni quali provvedimenti intenda premere per evitare che il cambiamento del costo dei vaglia penalizzi tutti coloro che non usano transitare attraverso la banca delle Poste o la banca in generale e tutti coloro che semplicemente non accedono ad Internet -:
se il ministro non ritenga di agire con la massima tempestività, incentivando e favorendo l'uscita del capitale pubblico da Poste S.p.A., evitando che il controllore controlli se stesso e favorendo la creazione di un mercato concorrenziale.
(3-01219)