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Allegato B
Seduta n. 205 del 17/9/2007
...
INTERNO
Interpellanze:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
in data 19 luglio 2007 il giornale La Stampa ha pubblicato la notizia secondo la quale il debito della Fondazione Ordine Mauriziano è cresciuto alla cifra record di oltre 460 milioni di euro, il che rende di fatto oltremodo complessa ogni operazione di risanamento dell'Ente;
tale cifra, se confermata dai documenti contabili, dimostra come lo sbilancio dichiarato ufficialmente all'atto del Commissariamento nel 2002, e confermato dalla Corte dei conti con sentenza 320/06 (la cui responsabilità è dovuta alla Regione Piemonte per i mancati pagamenti dovuti per le prestazioni sanitarie effettuate dagli Ospedali Mauriziani nell'ambito della programmazione sanitaria regionale), sia molto aumentato, quasi raddoppiato, pur in presenza di alcuni fattori:
1) a partire dal 2003, l'Organo Commissariale ha progressivamente dismesso funzioni, in violazione del dettato costituzionale, cedendo gli ospedali di Lanzo e Valenza e le attività di istruzione e culto;
2) a partire dal 2005, la gestione sanitaria dell'ospedale Umberto I è stata assunta direttamente dalla Regione Piemonte;
3) La Regione Piemonte ha liquidato nel 2006, sulla base del protocollo d'intesa sottoscritto dall'allora Presidente Ghigo e la Commissaria D'Ascenzo, la somma di 50 milioni di euro, somma liquidata dall'assessorato alla Sanità ed impropriamente incamerata dalla Fondazione, ancora retta dalla dr. D'Ascenzo, che non svolgeva più attività sanitaria;
4) non sono stati ancora ad oggi, a distanza di cinque anni, liquidati i numerosi
creditori (quasi 2000) dell'Ente ai quali era stato garantito, dalla stessa commissaria, un rapido rimborso;
il presidente della Fondazione Mauriziano, professor Giovanni Zanetti, in un articolo-intervista apparso su Il Sole 24 Ore, supplemento del Nord Ovest, del 5 settembre 2007, ha denunciato una serie di difficoltà derivanti dal passato e, tra queste, risulterebbe: a) che non ci sarebbe un bilancio della Fondazione a partire dal 2003; b) che l'ultima stima del debito è di circa 450 milioni di euro; c) non si potrà rispettare il termine del novembre 2007 per pagare i creditori;
nel corso degli anni sono state presentate numerose interrogazioni alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed al Ministero dell'Interno per evidenziare sia le responsabilità regionali nell'aver causato lo sbilancio dell'Ordine sia le responsabilità dell'Organo commissariale nella gestione dell'Ente, sottolineandone le palesi violazioni di legge e le azioni non coerenti con una effettiva volontà di mantenimento dell'Ordine;
le sentenze n. 223/05 e 320/06 della Corte dei conti hanno definitivamente riconosciuto le responsabilità della Regione Piemonte, restituendo onorabilità ai precedenti amministratori, e lo stesso Governo per bocca del sottosegretario D'Andrea, nell'ambito della risposta ad una precedente interrogazione, ha preso atto di tali sentenze;
l'ingiustificato aumento del debito deve trovare ora un immediato chiarimento di natura sia politica che contabile, con individuazione delle precise responsabilità, tanto più che le reiterate proroghe, decretate dal Ministero dell'Interno, della Dr. D'Ascenzo nella Carica di Commissaria dell'Ordine, trovavano come motivazione la necessità di «proseguire nel risanamento dell'Ente» -:
quale sia, ad oggi, l'esatta situazione contabile della Fondazione Ordine Mauriziano, evidenziando la reale consistenza del deficit procurato dalla gestione commissariale;
se corrisponda al vero che non sono stati approvati o comunque risultino incompleti i bilanci relativi agli anni di gestione commissariale dell'Ente;
quali provvedimenti siano stati ad oggi assunti dagli organi preposti (Ministero dell'Interno e Regione Piemonte) per dar seguito a quanto sancito dalla Corte dei conti che riconosce indubitabilmente nella Regione Piemonte e negli atti da questa assunti, negli anni 1999-2002, la responsabilità per la situazione di dissesto dell'Ordine;
se non si ritenga indispensabile, ove trovino conferma lo stato di aumentato dissesto dell'ente e la carenza ed insufficienza di strumenti contabili, l'avvio immediato di una azione di responsabilità nei confronti di coloro che hanno determinato tale stato di cattiva gestione di risorse pubbliche.
(2-00719)
«Violante, Bellillo, Buemi, Cardano, Chianale, Crapolicchio, Di Salvo, Fiorio, Giulietti, Leddi Maiola, Lovelli, Lucà, Marcenaro, Marino, Giorgio Merlo, Provera, Rampi, Barbi, Calgaro».
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
si fa riferimento alle dichiarazioni apparse sul maggior quotidiano bolognese del noto editorialista Magdi Allam, il quale, a proposito della nuova moschea di Bologna, di ben 6000 mq. con annesso centro islamico e scuola coranica, ha affermato testualmente: «la percentuale dei praticanti è del cinque-otto per cento» (e quella ipotizzata sarebbe senza ombra di dubbio la più grande del nord Italia come l'interpellante ha evidenziato in un precedente atto di sindacato ispettivo rivolto al Governo) e soprattutto ha ritenuto «inammissibile imporre una moschea che per di più sarebbe consegnata all'Ucoii, organizzazione estremista affiliata
ideologicamente ai fratelli mussulmani movimento che vuole la distruzione dello stato di Israele [...] la predicazione d'odio è apologia di terrorismo. È la prima fase. Oggi è diffusa in gran parte delle moschee anche a Bologna» -:
se il Governo - alla luce di quanto sopra ed in considerazione della dirittura morale di Magdi Allam, noto per le sue coraggiose e motivate posizioni a difesa dei diritti umani ovunque violati - disponga d'informazioni che confermino quanto dichiarato dal suddetto giornalista in merito al ruolo delle moschee e di alcuni imam come centri di propagazione del terrorismo islamico e se siano state chiarite tutte le modalità di acquisizione dei fondi per la costruenda moschea, anche all'estero, con un preventivo dettagliato dei costi di manutenzione dello stabile e del personale impiegato, i curricula vitae completi ed esaustivi dei responsabili dell'organizzazione con sede a Segrate che sarebbero i referenti di fronte alle autorità, la natura del centro islamico e della scuola coranica annessa;
se in particolare, in riferimento a recenti iniziative assunte in altre parti d'Italia (vedi ad esempio la scuola islamica di Milano), intenda chiarire senza ombra di dubbio che gli istituti scolastici debbono sottostare pienamente e senza equivoci alla legislazione italiana con la supervisione del dirigente scolastico provinciale, e che l'eventuale scuola islamica pertanto deve sottostare alle regole stabilite per le scuole private nell'ovvio ed integrale rispetto della Costituzione italiana (ciò appare importante, in considerazione di quella che appare all'interpellante l'incredibile leggerezza della Giunta di Bologna nell'affrontare un'importante problema quale quello dell'educazione delle giovani generazioni che debbono essere educate nel rispetto della storia della tradizione culturale e religiosa del paese in cui vivono);
se, infine - in riferimento al fallito attentato alla basilica di San Petronio e alla continua sorveglianza cui la medesima è sottoposta e alla espulsione da Bologna qualche mese fa di 4 immigrati marocchini sospettati di collusione con il terrorismo, nonché al convegno tenutosi nel mese di aprile del corrente anno al Pala Nord di Bologna, che vide la mancata partecipazione di un noto predicatore estremista trattenuto a Milano per ragioni di ordine pubblico, nel quale convegno furono usate espressioni duramente offensive verso chi non si riconosceva in una determinata visione dell'Islam e furono proiettati video pericolosi - tutti, e si sottolinea tutti, gli organizzatori della costruenda moschea abbiano condannato decisamente quei fatti e abbiano pienamente manifestato l'adesione ai principi fondamentali della nostra Costituzione, compreso il diritto di famiglia ed il ruolo della donna in una società moderna;
se, come già chiesto in precedenti atti di sindacato ispettivo esistano relazioni particolareggiate della Digos di Bologna e di quella nazionale sulla situazione dell'ordine pubblico a Bologna per quanto concerne eventuali collegamenti fra settori No Global ed ambienti dell'estremismo islamico;
se il Governo - nel presupposto che la libertà di religione consacrata giustamente dalla Carta costituzionale non può costituire un paravento per atti contrari alla legalità repubblicana e potenzialmente eversivi - non intenda chiarire senza equivoci e condizionamenti di parte la reale situazione dell'ordine pubblico e le misure che saranno adottate (al riguardo sarebbe utile conoscere il numero dei poliziotti e carabinieri richiesti per il monitoraggio costante di un edificio estremamente ampio come la moschea in zona Caab) per la sicurezza dei cittadini, nella sventurata ipotesi che il progetto della moschea - a parere dell'interpellante, per come configurato, vera e propria offesa alla storia, cultura e tradizione della città di Bologna - decolli;
se il Governo - di cui l'interpellante condivide le preoccupazioni espresse a
più riprese dal Ministro dell'interno Amato sulla «necessità di mantenere sempre alta l'attenzione verso luoghi che dovrebbero essere solo di attività religiosa» - intenda, nel rispetto delle competenze proprie dell'ente locale, interloquire (come fatto nel caso della moschea di Colle Val d'Elsa) circa le linee generali cui è stata orientata l'azione di Governo in tema di dialogo con l'Islam e di edilizia di culto, con la Giunta comunale di Bologna, che l'interpellante giudica sorda agli appelli di tanti bolognesi, auspicando che essa possa soprassedere ad un progetto gravido di rischi per la città felsinea, e allo scopo di ottenere una reale integrazione dei cittadini extracomunitari, di cui si avverte il bisogno, evitando generalizzazioni che coinvolgano tutta la comunità mussulmana.
(2-00720)«Garagnani».
Interrogazione a risposta orale:
BUONTEMPO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sulla Gazzetta Ufficiale n. 72 dell'11 settembre 2007 - è stato pubblicato il decreto con il quale si è indetta una procedura selettiva, per titoli ed accertamento dell'identità motoria, per la copertura, di posti, nei limiti dell'articolo 1, comma 519, della legge n. 296 del 2006 nella qualifica di vigile del fuoco nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, riservata al personale volontario del C.N.V.V.F. che, alla data 1o gennaio 2007, risulti iscritto negli appositi elenchi di cui al decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, da almeno tre anni, e alla medesima data abbia effettuato non meno di 120 giorni di servizio;
l'articolo 1 del citato decreto alla lettera C fissa l'età non superiore ai 37 anni alla data del 1o gennaio 2007;
il decreto del Presidente della Repubblica 6 febbraio 2006 n. 76 all'articolo 6C stabilisce l'età per il reclutamento dei vigili del fuoco volontari discontinui che deve essere compresa tra gli anni 18 e 45;
il decreto del Ministro Amato esclude così inevitabilmente dalla selezione tutti coloro che hanno svolto attività di servizio dal 37o al 45o anno;
tale condizione determina una situazione valutata soltanto in base alla data di nascita e non già al periodo di prestato servizio -:
quali iniziative il Ministro intenda assumere per rettificare il decreto n. 72 citato in premessa: innalzando l'età di selezione a tutti coloro che hanno raggiunto l'età di anni 45, che il turn-over sia garantito con l'assunzione di 6.000 vigili del fuoco discontinui selezionandoli con riferimento alla anzianità di servizio e non ai giorni di servizio prestati, ed infine che siano esclusi dalla stabilizzazione tutti coloro che, pur iscritti nei quadri volontari discontinui, risultino occupati altrove con un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
(3-01211)
Interrogazioni a risposta scritta:
SGOBIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei giorni 13-14-15-16 settembre si terrà ad Albano Laziale (Roma), presso la Villa Comunale Doria, la festa nazionale del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore;
diversi militanti di tale gruppo politico si sono resi protagonisti nei mesi precedenti di aggressioni e atti di chiara matrice neofascista;
tra questi alcuni risultano condannati o sotto processo per istigazione all'odio razziale, come previsto dal decreto Mancino, apologia di fascismo e manifestazioni usuali del disciolto partito fascista;
durante questa manifestazione si esibiranno gruppi musicali come gli Zetazeroalfa appartenenti all'area di destra radicale
che non nascondono le proprie simpatie per il regime fascista -:
quali siano le misure predisposte atte ad evitate azioni dirette a provocare danni a cose e persone durante il periodo dello svolgimento della festa;
se il Ministro sia a conoscenza dei gravi fatti a premessa e quali iniziative intenda assumere per impedire il dilagare della violenza politica propugnata da tali soggetti;
come sia possibile che gruppi politici che si richiamano al fascismo, in quella che all'interrogante appare una palese violazione all'articolo 3 della legge n. 645 del 20 giugno 1952 («riorganizzazione del partito fascista»), possano liberamente operare sul territorio nazionale e compiere azioni atte a diffondere una cultura di odio, discriminazione e violenza e a ledere i princìpi fondamentali della nostra Costituzione.
(4-04810)
JANNONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 12 settembre 2007, è stato assassinato a colpi di pistola l'artigiano bergamasco Giuseppe Realini, testimone oculare di un precedente omicidio avvenuto il 25 aprile scorso nella provincia orobica;
l'artigiano era sottoposto a tutela da parte delle autorità preposte a causa del ruolo di testimone nell'ambito dell'omicidio suddetto; nello specifico era stata installata una telecamera nei pressi dell'abitazione, soggetta a controllo non continuativo da parte delle forze dell'ordine;
detta telecamera era stata successivamente disattivata, secondo quanto dichiarato dal Procuratore di Bergamo, dottor Adriano Galizzi, «per mancanza di fondi» -:
se esistano altri casi analoghi, sul territorio nazionale, di testi la cui sorveglianza è venuta meno per motivi economici;
quali misure il Ministro intenda intraprendere per verificare l'esistenza di testimoni o di persone sottoposte a tutela, la cui sorveglianza è stata sospesa per mancanza di fondi pubblici.
(4-04813)
FUGATTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 12 settembre 2007, Luisella Mayer, nomade, arrestata l'11 settembre dai Carabinieri di Trento per aver messo a segno una rapina in una tabaccheria di Gardolo, ha patteggiato una pena pari a dieci mesi e venti giorni di reclusione;
la predetta Luisella Mayer è stata conseguentemente rimessa in libertà lo stesso 12 settembre a dispetto della gravità del reato commesso;
nelle scorse settimane sempre in provincia di Trento, alcuni minorenni nomadi sono stati arrestati e poi rilasciati (in quanto minorenni) dopo aver commesso dei furti, causando non poco disappunto e sfiducia sulle leggi in vigore sia tra chi tali furti li ha subiti e sia tra l'opinione pubblica;
l'allarme sociale per il degrado dell'ordine pubblico nella provincia di Trento, nonostante i continui sforzi delle forze di polizia, si sta considerevolmente aggravando, e la normativa vigente sembra inadeguata a garantire la certezza della pena anche in presenza di reati gravi;
la rapidità con la quale è rimesso in libertà anche chi commette reati come le rapine alle tabaccherie ed è arrestato in flagrante costringe ad enfatizzare le attività di prevenzione e controllo del territorio -:
se, tenuto conto dei fatti generalizzati nella premessa, ritenga opportuno incrementare le attività di prevenzione della microcriminalità nella provincia di Trento, nonché di apportare interventi correttivi ad una legislazione penale che
non garantisce la certezza della pena neanche in presenza di reati gravi come la rapina.
(4-04819)