Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 205 del 17/9/2007
...
RIFORME E INNOVAZIONI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Interpellanze:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, per sapere - premesso che:
ad oggi, quando la pubblica amministrazione ha adottato soluzioni in software libero, ha ottenuto importanti risparmi, come dimostra per esempio il progetto FUSS (Free Upgrade Southtyrol's Schools): un progetto che ha implicato la sostituzione dei sistemi operativi Microsoft Windows XP, pacchetti applicativi Microsoft Office, programmi antivirus, applicativi di uso didattico presenti nei personal computer delle scuole applicativi server che gestiscono la normale attività della rete (posta elettronica, web, content filter, banca dati, eccetera) con omologhi applicativi in software libero per 83 scuole dislocate territorialmente in 23 comuni della provincia di Bolzano, per un totale di 2.460 postazioni client e 70 server con un impegno di formazione 412 persone (per
un totale di 1.052 ore di formazione erogate) ed un costo complessivo di 702.000,00 euro in tre anni;
l'implementazione del software libero da parte delle pubbliche amministrazioni stenta però a decollare;
l'articolo 68, comma 1, (Analisi comparativa delle soluzioni) del decreto legislativo n. 82 del 2005 stabilisce che le pubbliche amministrazioni acquisiscono programmi informatici a seguito di una valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico e che, nell'acquisizione dei programmi informatici, adottano soluzioni informatiche che assicurino l'interoperabilità e la cooperazione applicativa e che consentano la rappresentazione dei dati e documenti in almeno un formato di tipo aperto;
questa norma fatica a trovare attuazione da parte delle pubbliche amministrazioni, come dimostra anche la sentenza n. 2809 del 2007 del T.A.R. del Lazio resa nel giudizio promosso dall'Associazione italiana per il software libero contro il Ministero del lavoro e delle politiche sociali (R.G. n. 3838 del 2006);
spesso l'adozione del software libero da parte degli enti della pubblica amministrazione è anche impedita dalla necessità di comunicare e scambiare dati in formati non aperti con altri enti della pubblica amministrazione usando applicativi non funzionanti su sistemi operativi in software libero;
il repertorio dei formati aperti utilizzabili nelle pubbliche amministrazioni e delle modalità di trasferimento dei formati ha fondamentale importanza per la diffusione del software libero e dei formati aperti nella pubblica amministrazione ma ancora oggi non è disponibile;
ai sensi dell'articolo 68, comma 3, del decreto legislativo n. 82 del 2005 «Per formato dei dati di tipo aperto si intende un formato dati reso pubblico e documentato esaustivamente»;
ai sensi dell'articolo 68, comma 4, del decreto legislativo n. 82 del 2005 «il CNIPA istruisce ed aggiorna, con periodicità almeno annuale, un repertorio dei formati aperti utilizzabili nelle pubbliche amministrazioni e delle modalità di trasferimento dei formati»;
da più parti si indica che, onde evitare incertezze e dubbi, si dovrebbe precisare, adottando le opportune determinazioni, che costituiscono formati aperti solo quelli dei quali sono irrevocabilmente licenziati al pubblico gratuitamente tutti gli eventuali diritti di privativa (diritto d'autore, brevetto, marchio od altro diritto su bene immateriale) che ne limitano l'uso -:
quali azioni siano state intraprese ovvero programmate o quali misure intenda prendere il Ministero:
a) per informare e sensibilizzare gli enti della pubblica amministrazione al rispetto del disposto dell'articolo 68, comma 1, decreto legislativo n. 82 del 2005 (obbligo di valutazione comparativa, di adozione di soluzioni informatiche che assicurano l'interoperabilità e la cooperazione applicativa, di uso di formati aperti);
b) per supportare gli enti della pubblica amministrazione al rispetto dell'obbligo di valutazione comparativa, eventualmente istituendo anche obblighi di trasparenza e pubblicità delle analisi comparative realizzate, e degli altri obblighi previsti all'articolo 68, comma 1, decreto legislativo n. 82 del 2005;
c) per monitorare e controllare se e come gli enti della pubblica amministrazione si adeguino al disposto dell'articolo 68, comma 1, decreto legislativo n. 82 del 2005;
d) per dare impulso alla rapida pubblicazione del repertorio dei formati aperti e utilizzabili nelle pubbliche amministrazioni e delle modalità di trasferimento dei formati;
e) per fare in modo che gli enti della pubblica amministrazione che rendono
disponibili applicativi per la trasmissione di dati ad altri enti ed ai cittadini rendano disponibili tali applicativi in formato funzionante su sistemi operativi in software libero;
f) per rendere chiaro a tutti gli enti della pubblica amministrazione che sono formati dei dati di tipo aperto ai sensi dell'articolo 68, comma 3, decreto legislativo n. 82 del 2005 solo quelli dei quali sono irrevocabilmente licenziati al pubblico gratuitamente tutti gli eventuali diritti di privativa (diritto d'autore, brevetto, marchio od altro diritto su bene immateriale) che ne limitano l'uso.
(2-00714)
«Turco, D'Elia, Beltrandi, Mellano, Poretti».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, per sapere - premesso che:
secondo i dati forniti dall'UNCTAD l'Unione Europea (a 15) nel 2006 assorbe 510.7 miliardi di dollari Usa di investimenti stranieri pari al 41.5 per cento del totale mondiale. L'Italia riesce a canalizzare un modesto 2.4 per cento che rappresenta appena un terzo del volume attratto dalla Francia e meno di un quinto di quello del Regno Unito;
lo stock degli investimenti esteri in rapporto al PIL rappresenta per l'Europa il 33.5 per cento. Il Regno Unito ha un rapporto del 37.1 per cento, la Spagna del 32.6 per cento, la Francia il 28.5 per cento e l'Italia, con un modesto 12.4 per cento si colloca a quasi un terzo della media europea;
secondo l'OCSE nel periodo 2003-2007 gli investimenti privati nazionali rispetto al PIL hanno registrato una media OCSE del 2.88 per cento, con la Danimarca al 6.70 per cento, la Spagna al 5.76 per cento, il Regno Unito al 4.14 per cento, la Francia al 3.12 per cento e l'Italia al penultimo posto - trentesimo su 31 paesi - con un modestissimo 1.52 per cento;
alla luce dei dati sopraesposti appare di vitale importanza per lo sviluppo del nostro paese investire questa tendenza e allinearsi ai livelli del nostro partner europei;
sono state date assicurazioni dal Presidente Prodi nell'aprile scorso, in occasione delle polemiche scaturite dalla vicenda Telecom Italia -:
quali azioni siano state intraprese ovvero programmate per attivare una politica attiva di attrazione degli investimenti di capitali esteri in Italia, attraverso anche la rimozione di tutte quelle diseconomie esterne quali - tra le altre - la pesantezza degli iter burocratici e la forte pressione fiscale sui redditi d'impresa.
(2-00715)
«Turco, D'Elia, Beltrandi, Mellano, Poretti».
Interrogazione a risposta scritta:
PROIETTI COSIMI e LAMORTE. - Al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
da molto tempo, ormai, il Gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale è impegnato nel chiedere al Governo di attivarsi per abrogare esplicitamente l'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, e successive modificazioni, che consente a persone estranee alla pubblica amministrazione di diventare titolari di incarichi dirigenziali di prima e seconda fascia rinnovabili all'infinito, il cui costo, per le casse dell'Erario, è di difficile giustificazione a fronte di una pletora di dirigenti di ruolo che ben potrebbero, invece, esercitare tali funzioni;
in particolare, nonostante la presentazione di vari atti di sindacato ispettivo concernenti questo tema (ad esempio: gli atti n. 3-01184 del 10 settembre 2007, 3-00990 del 18 giugno 2007, 4-04619 del 1o agosto 2007), il Governo non ha ancora risposto. Solo durante il question time del 1o agosto 2007, il Governo ha risposto
all'interrogazione n. 3-01158, senza peraltro fare alcuna menzione di tale tematica che, pur non essendo specificamente oggetto del quesito, era comunque illustrata nel testo dell'atto in correlazione al tema del quesito;
l'applicazione dell'articolo 19, comma 6, del succitato decreto è stata fallimentare, poiché oltre ad avere leso, irrimediabilmente, la suscettibilità professionale dei dirigenti vincitori di concorso pubblico, ha dimostrato il grado di modestia tecnico-professionale di coloro ai quali sono stati conferiti lucrosi incarichi di livello dirigenziale generale e non generale -:
se il Governo non ritenga necessario, infine, assumere urgenti iniziative normative per l'abrogazione della citata normativa, iniziative sulle quali vi sarebbe un ampio consenso politico.
(4-04824)