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Allegato B
Seduta n. 205 del 17/9/2007
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UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta orale:
TURCO, D'ELIA, BELTRANDI, MELLANO e PORETTI. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
secondo i dati dell'Oecd (Education at a Glance 2006) solo il 2 per cento del totale degli studenti universitari che frequentavano atenei all'estero nel 2004 (2.651.144 in valori assoluti) ha scelto le
università italiane (40.641 in valori assoluti), a fronte del 25 per cento che si è recato nelle università degli Stati Uniti (572.509), il 12 per cento in quelle del Regno Unito (300.056), il 10 per cento nelle università tedesche (260.314) e il 9 per cento in quelle francesi (237.587);
sempre sulla base dei dati dell'Oecd riferiti al 2004, gli studenti universitari stranieri che frequentavano gli atenei italiani provenivano in gran parte dalla Grecia (17,6 per cento), dalla Germania (3,3 per cento), dalla Svizzera (2,6 per cento), dalla Polonia (2,5 per cento), dalla Francia (2,0 per cento), dalla Spagna (1,0 per cento) e dagli Stati Uniti (0,9 per cento). Solo lo 0,7 per cento proveniva da Cina e India;
gli studenti universitari provenienti dalla Cina (381.330) si concentrano soprattutto negli atenei australiani (17,0 per cento del totale degli studenti universitari cinesi che studiano all'estero), finlandesi (16,5 per cento), inglesi (15,9 per cento), statunitensi (15,4 per cento), tedeschi (11,5 per cento), irlandesi (8,7 per cento) e ovviamente, per ragioni di vicinanza, nelle università del Giappone (64,6 per cento), Corea (60,0 per cento) e Nuova Zelanda (35,1 per cento);
gli studenti universitari provenienti dall'India (129.627) si concentrano negli atenei statunitensi (13,9 per cento del totale degli studenti universitari indiani che studiano all'estero), australiani (9,4 per cento), inglesi (4,9 per cento), irlandesi (2,5 per cento), tedeschi (1,9 per cento) e solo per lo 0,7 per cento nelle università italiane;
gli studenti universitari italiani che studiano presso facoltà estere erano, nel 2004, 44.892 e si concentravano, secondo i dati dell'Oecd (tra parentesi i valori assoluti), per il 18,1 per cento in Germania (8.111), il 13,9 per cento in Austria (6.240), 1'11,6 per cento nel Regno Unito (5.215), il 10,4 per cento in Francia (4.686), il 10,0 in Svizzera (4.507), il 7,4 per cento negli Stati Uniti (3.308) e il 4,1 in Spagna (1.822);
secondo i dati del Ministero per l'università e la ricerca, nell'anno accademico 2005-2006 gli studenti stranieri iscritti negli atenei italiani erano 41.589 (38.298 nell'anno accademico precedente), di cui 28.985 provenienti dall'Europa, con prevalenza di studenti albanesi (10.543), greci (5.020), rumeni (1.630), tedeschi (1.381), polacchi (1.172), croati (1.164), 4.036 provenienti dai paesi dell'Africa, con prevalenza di studenti del Camerun (1.305) e del Marocco (773), 754 provenienti dal Nord America, con prevalenza di studenti degli Stati Uniti (240), Messico (131) e Cuba (97), 2.811 provenienti dal Sud America con prevalenza di studenti del Perù (940) e Brasile (560), Colombia (304), Ecuador (292) e Argentina (255), e 4.742 provenienti dall'Asia, con prevalenza di studenti provenienti da Israele (985), Cina (811), Iran (801, Libano (550) e India (279);
gli studenti stranieri iscritti nelle università italiane si sono concentrati nella facoltà di medicina (6.933, pari 16,7 per cento del totale), di economia (6.124, pari al 14,7 per cento), lettere e filosofia (4.684, pari all'11,3 per cento), ingegneria (4.183, pari al 10,1 per cento), giurisprudenza (3.327, pari all'8 per cento), scienze politiche (2.755, pari al 6,6 per cento), lingue straniere (2.645, pari al 6,5 per cento), farmacia (2.449, pari al 5,9 per cento), scienze matematiche, fisiche e naturali (2.328, pari al 5,6 per cento), architettura (2.167, pari al 5,2 per cento), scienze della formazione (968, pari al 2,3 per cento). Le studentesse sono la maggioranza con quasi il 58 per cento del totale degli studenti stranieri;
in una economia sempre più aperta e globale non si può prescindere dall'apporto del know how dei ricercatori stranieri e dalla formazione di una classe manageriale di sempre più alta qualità e internazionale;
l'attrazione di giovani ricercatori all'interno del nostro sistema universitario dovrebbe realizzarsi con strumenti che sostanzino il pieno inserimento del nostro Paese in uno spazio europeo e internazionale
della ricerca, nel pieno rispetto, del resto, delle indicazioni della Carta Europea dei Ricercatori;
con la legge 68 del 28 maggio 2007 con il decreto di attuazione del 26 luglio 2007 è stata data attuazione a un obbligo dettato dalla normativa europea, abolendo il permesso di soggiorno per gli stranieri che si trattengono sul territorio nazionale meno di tre mesi per visite, affari, turismo e studio e sostituendolo, fermo restando il visto di ingresso, con una dichiarazione di presenza -:
come si possa dar corso all'apertura internazionale delle università italiane e quindi dell'intero sistema Italia, alla luce della scarsa attrattività degli atenei italiani che emerge dai dati in premessa;
se è unanimemente riconosciuta l'importanza e l'urgenza d'internazionalizzare il sistema universitario italiano, quali iniziative si intendano adottare per rilanciare la selezione e l'attrazione di giovani studenti e ricercatori stranieri;
come e con quali tempi, si intendano prevedere e incoraggiare anche in Italia selezioni internazionali dei ricercatori semplici, trasparenti e rigorose, in linea con i principi, gli standard e le regole del mercato del lavoro internazionale e della comunità scientifica;
quali siano i risultati numerici ottenuti con la legge 68 del 2007 che facilità l'ingresso in Italia degli stranieri per motivi di studio e se non sia necessario spingersi, nel campo dell'immigrazione e della mobilità formativa e universitaria, verso un modello simile a quello utilizzato negli Stati Uniti d'America, ove la green card permette procedure ben più fluide di quelle previste dalla burocrazia italiana.
(3-01215)
Interrogazione a risposta scritta:
LOMAGLIO, SASSO, AURISICCHIO, PISCITELLO, SCOTTO, TRUPIA, ROTONDO e PIRO. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni la stampa nazionale ha dato grande rilievo a quanto accaduto in alcuni atenei italiani durante i test di ammissione alle facoltà universitarie;
ha destato particolare scandalo, la vicenda delle due domande errate presenti nel test di ingresso alla facoltà di Medicina cui hanno partecipato in tutta Italia 70 mila studenti. La prima, la n. 71 presentava più risposte possibili mentre la seconda, la n. 79, soffriva del problema opposto in quanto nessuna delle cinque soluzioni proposte era esatta. Ciò ha naturalmente comportato l'annullamento dei due quesiti con l'aggravante che, occorre sottolinearlo, la domanda n. 71 era già presente nel test di due anni fa e, anche allora, fu annullata;
anche i test di ammissione alla facoltà di Odontoiatria sono risultati sbagliati, in particolare alle domande 41 e 52. In questo caso, le conseguenze sono state maggiori di quelle della facoltà di Medicina in quanto non essendosi la Commissione accorta del problema, le graduatorie finali sono state formulate considerando come valide anche le risposte date ai quesiti formulati in modo erroneo;
situazione alquanto diversa quella di Catanzaro. La Procura ha infatti aperto un'indagine su alcuni plichi di test universitari risultati aperti, da cui si presume siano stati sottratti dei modelli, ancora prima della prova di ammissione ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia dell'Università Magna Grecia. A denunciare l'accaduto lo stesso Rettore ed il Preside della Facoltà. Nello stesso ateneo, il Ministero ha già preannunciato interventi che condurranno all'annullamento delle prove, anche in riferimento all'esistenza di dati statisticamente anomali, relativi ai risultati conseguiti dai laureati in medicina in quella sede;
molto grave quanto accaduto in Puglia. La Procura di Bari, infatti, ha iscritto
nel registro degli indagati sette persone per presunte irregolarità nei test di ammissione alle facoltà di Medicina ed Odontoiatria delle Università di Bari, Chieti e Ancona. Nei confronti degli indagati si ipotizzano i reati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione ed alla truffa ai danni dello Stato. Sembra infatti che un'organizzazione collegata con il personale interno, amministrativo e docente, garantiva «aiuti esterni» ai candidati disposti a pagare cifre esorbitanti (fino a 30.000 euro) per superare il test. Una cinquantina sembrano essere gli studenti coinvolti;
altrettanto anomalo appare il dato secondo il quale a Messina si concentrano gli studenti più bravi d'Italia. Ciò alla luce del fatto che gli studenti di quell'ateneo hanno riportato punteggi di gran lunga superiori a quelli della media nazionale (a titolo esemplificativo, i primi 80 della città siciliana risultano aver ottenuto un punteggio maggiore del primo classificato a Sassari);
nella bufera che ha coinvolto gli atenei italiani sono stati tirati in ballo tanto studenti quanto presidi, professori, impiegati degli atenei, consiglieri comunali eccetera. A macchia d'olio hanno iniziato a moltiplicarsi le denunce di errori e anomalie. Alcuni partecipanti al test di ammissione in Medicina all'Università Cattolica hanno evidenziato come nell'aula in cui si svolgeva la prova siano arrivate dieci buste in più rispetto ai partecipanti e che le stesse transitavano tra l'interno e l'esterno dell'aula;
a tal proposito le associazioni studentesche si preparano a dare battaglia. Azione universitaria si è mobilitata con proteste presso tutti gli atenei. L'Unione degli universitari ha invece deciso di effettuare un sit-in davanti al Ministero il 18 settembre per chiedere l'annullamento dei test -:
se il Ministro intenda, dopo aver portato a termine le indagini conoscitive che ritiene opportune ed aver verificato le irregolarità cui si è fatto riferimento in premessa, assumere i necessari provvedimenti nei confronti dei responsabili di quanto accaduto, nell'interesse e tutela di tutti gli studenti bravi e onesti che con passione e fatica si preparano per l'accesso alle università, ed hanno diritto a non essere esclusi da lobby e da truffe organizzate;
se non ritenga infine necessario adottare urgenti iniziative per superare l'attuale sistema di numero chiuso per proporre forme di accesso alle facoltà in grado di garantire il perseguimento del numero programmato di laureati in medicina e nelle altre professioni sanitarie, come previsto in sede europea.
(4-04820)