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Allegato B
Seduta n. 244 del 16/11/2007
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
REINA, ZELLER, BRUGGER, WIDMANN, BEZZI e NICCO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 47 del 1985 dispone che qualora dall'esame della documentazione risulti un credito a favore del presentatore della domanda di concessione in sanatoria, certificato con l'attestazione rilasciata dal sindaco, l'interessato può presentare istanza di rimborso all'intendenza di finanza territorialmente competente» (articolo 35);
il decreto ministeriale del 13 aprile 1988 ha disciplinato le modalità per il rimborso del credito per erroneo o maggior versamento dell'oblazione in favore del richiedente la concessione edilizia in sanatoria e dispone che: «1. Qualora dall'esame della documentazione il richiedente la concessione o autorizzazione edilizia in sanatoria ritenga sorto a proprio favore un credito per erroneo o maggior versamento dell'oblazione, potrà inoltrare apposita istanza di rimborso all'intendenza di finanza territorialmente competente. 2. L'istanza di cui al comma 1, corredata dal certificato del sindaco attestante l'ammontare dell'oblazione dovuta, o il diniego di concessione o autorizzazione edilizia in sanatoria, e dalle ricevute dei versamenti effettuati sul conto corrente postale n. 255000 intestato all'Amministrazione postale - Oblazioni abusivismo edilizio, deve essere inoltrata a mezzo plico raccomandato senza avviso di ricevimento»;
posto che alle Intendenze di Finanza, in attuazione del decreto legislativo n. 300 del 1999, sono subentrate le Agenzie per le Entrate, competenti in particolare a svolgere i servizi relativi alla amministrazione, riscossione e contenzioso dei tributi diretti e dell'imposta sul valore aggiunto, nonché di tutte le imposte, diritti o entrate erariali o locali già di competenza del dipartimento delle entrate del Ministero delle finanze o affidati alla sua gestione in base alla legge o ad apposite convenzioni stipulate con gli enti impositori;
si pone dunque la questione se per le domande di rimborso presentate per erroneo o maggior versamento dell'oblazione in seguito al condono edilizio del 2003 sia ora competente l'Agenzia delle Entrate territorialmente competente;
in tal senso sembra essere indirizzato l'articolo 32 del decreto-legge n. 269 del 2003 che, al comma 25, rinvia alle disposizioni di cui ai capi IV e V della legge 28 febbraio 1985, n. 47, e successive modificazioni ed integrazioni, come ulteriormente modificate dall'articolo 39 della legge 23 dicembre 1994, n. 724, e successive modificazioni ed integrazioni, che si applicherebbero anche alle opere abusive che risultino ultimate entro il 31 marzo 2003;
un altro argomento in tal senso dovrebbe essere rappresentato dal modulo F24 predisposto dalla stessa Agenzia delle Entrate con cui sono stati effettuati i relativi pagamenti e in cui si rinvia espressamente all'articolo 32, comma 32 del decreto-legge 269 del 2003 e si richiama inoltre il numero di conto corrente postale n. 255000, già previsto nel sopracitato decreto ministeriale 13 aprile 1988 -:
se le domande di rimborso per la restituzione di erronei o maggiori versamenti a titolo di oblazione, legati a domande di condono edilizio, vadano rivolte all'Agenzia delle Entrate o, in caso negativo, quale sia l'Amministrazione competente per provvedere alla restituzione e se tale restituzione spetti anche in caso di condono negato e quindi di mancato rilascio della concessione edilizia in sanatoria.
(5-01786)
ATTILI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'Associazione Mondo x Sardegna è rimasta esclusa dalla ripartizione del 5 per mille del 2006;
i benefici ammontano a euro 68.000, derivanti dalla scelta di 2.000 contribuenti;
questa esclusione deriva da un difetto formale (l'autocertificazione del Presidente attestante il possesso dei requisiti al 30 giugno 2006) facilmente sanabile;
l'Adiconsum ha rivolto un appello alle più alte cariche istituzionali perché intervenga sul problema dato che il numero dei soggetti esclusi per vizi formali supera a livello nazionale il 20 per cento;
di fatto la non validazione rappresenta un danno per le Associazioni e una violazione del diritto di scelta dei cittadini -:
quali iniziative siano state intraprese dal Governo per sanare una situazione che va rapidamente risolta.
(5-01789)
Interrogazioni a risposta scritta:
HOLZMANN. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il sottoscritto interrogante è intervenuto con analoga interrogazione all'indomani della firma del protocollo d'intesa sulla permuta di beni demaniali tra Stato e Provincia Autonoma di Bolzano;
tale protocollo d'intesa prevederebbe, secondo notizie di stampa, la cessione di beni di notevole valore economico in cambio della realizzazione, su terreno demaniale, di 250 alloggi per i militari;
in seguito, i medesimi organi d'informazione (quotidiano Alto Adige, Corriere dell'Alto Adige e Dolomiten), hanno diffuso la notizie che vi sarebbe un allegato all'intesa di cui in premessa, che conterebbe l'elenco di alcuni beni che verrebbero ceduti gratuitamente alla Provincia Autonoma di Bolzano, tali beni sarebbero ubicati nel territorio dei comuni di Silandro, Laces, Corces, Elvas, Naz Sciaves, Villabassa;
tali indiscrezioni sono state successivamente confermate dal comunicato ufficiale della provincia Autonoma di Bolzano del 1o agosto 2007;
in data 18 ottobre 2007, il quotidiano Il Sole 24 Ore ed il giorno seguente il giornale Libero Mercato, hanno riportato le dichiarazioni del Vice Ministro Visco e del Vice Presidente del Consiglio, Rutelli, secondo le quali sarebbe finita l'era delle
regalie e delle svendite di beni immobiliari demaniali a svantaggio dello Stato -:
per quali motivi beni immobili di elevato valore verrebbero ceduti gratuitamente alla Provincia Autonoma di Bolzano, visto che le amministrazioni statali sono già gravate, in Alto Adige, di notevolissimi affitti passivi per le caserme dei Carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia di Stato, degli uffici finanziari, eccetera;
cosa stia facendo l'Agenzia del demanio di Bolzano per tutelare il patrimonio dello Stato sottoposto al suo controllo;
se la cessione a titolo gratuito di beni di elevatissimo valore non configuri il danno erariale e se al riguardo sia stato chiesto un parere preventivo all'Avvocatura e alla Corte dei conti.
(4-05678)
ZANELLA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il giorno 6 novembre scorso un gruppo di famiglie, insieme a rappresentanti dell'A.SI.A. RdB e ad attivisti del Blocco Precario Metropolitano, hanno occupato a Roma la sede dell'ABI, l'Associazione Bancaria Italiana, per protestare contro i profitti stellari delle banche a danno delle famiglie e dei lavoratori, che, impossibilitati a pagare le rate dei mutui vengono sottoposti a provvedimenti di pignoramento (Corriere della Sera, 7 novembre 2007);
sostenere la rata del mutuo è un impegno sempre più gravoso per un crescente numero di famiglie italiane, tanto che il numero di pignoramenti ed esecuzioni è in costante aumento;
a pesare sui portafogli delle famiglie - evidenzia uno studio dell'Adusbef - è il fatto che i mutui erogati sono in gran parte, il 91 per cento, a tasso variabile, quindi suscettibili «anche per la rapidità delle banche italiane» nel trasferire le decisioni di politica monetaria, di variare a ogni ritocco del costo del denaro (la stampa.it);
secondo l'Adusbef, il 91 per cento dei mutui italiani sono a tasso variabile «per colpa delle banche»: gli istituti hanno «costretto milioni di consumatori, ad accendere mutui a tasso variabile quando, specie nel 2004, i tassi di interesse erano ai minimi storici e tutti gli indicatori stimavano un loro futuro massiccio aumento; dunque non si doveva consigliare o imporre (molte banche non erogavano proprio i tassi fissi) agli utenti bancari, di essere gravati di pesanti prestiti di lungo periodo (30-40 anni) a costi apparentemente più bassi che però, con il rincaro del costo del denaro, solo due anni dopo diventavano sempre più insostenibili»;
il tasso di interesse iniziale medio - emerge dall'analisi dei dati dell'Osservatorio Immobiliare - è passato dal 3,85 per cento del 2004 al 4,47 per cento del 2006, ossia è salito di 0,62 punti percentuali (+16 per cento) (la stampa.it);
secondo le stime le procedure immobiliari o pignoramenti sarebbero pari al 3,5 per cento del totale dei mutui, quindi a circa 120.000 su 3,5 milioni del totale; solo a Milano i pignoramenti e le esecuzioni dovrebbero salire quest'anno del 22 per cento, mentre a Roma l'incremento dovrebbe attestarsi al 21 per cento;
i dati diffusi dall'ultimo Bollettino mensile della Bce mostrano come nel terzo trimestre le richieste di finanziamenti per l'acquisto di una casa sono scese del 15 per cento, che si va ad aggiungere alla flessione del trimestre precedente. Ciò in parte è legato all'aumento dei tassi e alle maggiori garanzie richieste dopo la crisi dei mutui subprime statunitensi;
non sono solo le famiglie italiane ad essere in difficoltà per il caro-mutui: in Germania, la prima economia europea, le cose non vanno meglio: a ottobre 2007 i tedeschi hanno registrato un incremento delle insolvenze del 20 per cento e alla fine dell'anno si potrebbe sforare quota
100.000; dal 1999 ad oggi sono circa 400.000 i tedeschi che non sono riusciti a onorare i debiti contratti, un quarto solo nel 2006, quando sono state registrate 92.000 dichiarazioni di insolvenza (la stampa.it);
si sta svolgendo in questi giorni un confronto tra Abi, consiglio Nazionale del Notariato e alcune associazioni di consumatori sulla questione mutui e, in particolare, sull'interpretazione di alcuni articoli della legge Bersani;
Adusbef ha denunciato le violazioni più frequenti, da parte delle banche, di questa normativa - ma anche di quella riguardante la simmetria dei tassi - ed è stata proprio l'Abi a richiedere un confronto per appianare le divergenze;
le violazioni denunciate sono tre;
la prima riguarda la simmetria dei tassi ovvero l'obbligo per le banche all'adeguamento automatico dei tassi bancari, debitori e creditori, che devono essere adeguati in contemporanea con le variazioni stabilite dalla Bce, secondo l'articolo 10 del decreto Bersani;
rispetto a ciò, in un anno, la Bce ha effettuato 5 aumenti del costo del denaro, pari all'1,25 per cento: dalle 5 decisioni BCE (agosto, ottobre e dicembre 2006; marzo e giugno 2007), le banche italiane hanno tempestivamente aumentato il costo del denaro sui mutui, prestiti personali fidi e finanziamenti, con una stangata di 1.350 euro l'anno su un modesto mutuo a tasso variabile, senza aumentare minimamente i tassi sui depositi;
questa elusione sistematica dell'articolo 10 del decreto Bersani, ha consentito alle banche un guadagno illecito pari a 5,7 miliardi di euro al 30 settembre 2007, calcolato su un monte depositi di 682 miliardi di euro;
la seconda violazione denunciata riguarda la portabilità garantita e gratuita dei mutui che banche monitorate da Adusbef e Federconsumatori non hanno ancora applicato;
la terza violazione denunciata riguarda la cancellazione della ipoteca sui vecchi mutui: la legge Bersani (Legge 2 aprile 2007 n. 40), oltre ad aver abrogato le penali sui nuovi mutui, ha stabilito una disciplina nuova sulla semplificazione delle cancellazioni ipotecarie (senza bisogno dei notai), applicabile nei casi di estinzione totale dell'obbligazione garantita (compresi gli oneri accessori, quali interessi, spese, ecc.); l'applicabilità delle nuove norme sulla cancellazione automatica dell'ipoteca è espressamente prevista anche ai mutui estinti in precedenza all'entrata in vigore della legge, laddove alle modalità di applicazione, impone che «l'ipoteca si estingue automaticamente all'estinzione della obbligazione garantita del mutuo senza alcun onere aggiuntivo per il debitore» (http://contintasca.blogosfere.it, 6 novembre 2007);
i dati diffusi dall'Adusbef vengono però contestati dall'Abi che affermano che quelle cifre sono a loro ignote, che non avrebbero alcuna relazione con i tassi di interesse sui mutui;
sarebbero ormai circa 300.000 le famiglie che stanno per sfondare il tetto di sopportabilità della rata; si tratta di quella fascia di reddito che si colloca nel «primo quintile», cioè quel 20 per cento di famiglie (4,7 milioni) che possono contare su un reddito netto mensile che non supera i 912 euro mensili, stando all'indagine sulla condizione abitativa svolta da Nomisma per il Ministero delle Infrastrutture; queste famiglie si trovano ormai a pagare un mutuo che supera il 30 per cento del reddito netto mensile, e sono, dunque, a un passo dal diventare debitori insolventi (Il Sole 24ore, 12 novembre 2007);
gli effetti dell'aumento degli interessi dal 2005 ad oggi (+24 per cento secondo Banca d'Italia) si ritrovano anche nel calcolo dell'incremento subito dalla rata del mutuo a tasso variabile: ad esempio, 1.600 euro in più all'anno da pagare per le famiglie di Ragusa, ovvero 131 euro al mese, mentre le famiglie romane hanno subìto un aumento di ben 2.500 euro all'anno;
a Ragusa, oggi, la rata pesa la metà del reddito e in altre sette province italiane supera il 40 per cento;
in generale, ormai circa un quarto del reddito degli italiani finisce nel pagamento del mutuo per l'abitazione -:
se il Governo non ritenga opportuno intervenire nei modi che gli sono propri affinché sia fatta chiarezza sulle cause e sulle eventuali responsabilità di questo massiccio aumento dei mutui che rischia di mettere in ginocchio migliaia di famiglie italiane;
se il Governo non consideri necessario ed urgente mettere in atto misure adeguate a limitare gli effetti negativi di tale caro mutui per l'economia del Paese, attraverso un'adeguata politica di sostegno alle famiglie.
(4-05682)