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Allegato B
Seduta n. 80 del 30/11/2006
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AFFARI ESTERI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
la lentezza nel rilascio dei visti per i flussi degli extracomunitari per il 2006 è l'ultima conferma che la nostra rete consolare va profondamente riorganizzata prevedendo anche l'apertura di nuove sedi;
la mappa dei consolati italiani nel mondo riflette ancora la ormai storica ramificazione degli italiani emigrati in tutto il secolo scorso, e non tiene conto che l'Italia da storico paese di emigrazione si è trasformato, negli ultimi anni, in paese di immigrazione;
in Moldavia l'Italia non ha rappresentanze diplomatiche di nessun tipo, rendendone un caso praticamente unico fra le nazioni; dell'occidente, e pertanto la giurisdizione territoriale della Moldavia è stata riconosciuta all'ambasciata italiana a Bucarest;
la competenza al rilascio dei visti emessi dalla Repubblica italiana spetta al ministero degli affari esteri ed alla sua rete di uffici diplomatico-consolari abilitati, che restano i responsabili dell'accertamento del possesso e della valutazione dei requisiti necessari per l'ottenimento del visto stesso, che viene successivamente rilasciato dalla rappresentanza territorialmente competente per il luogo di residenza dello straniero, competenza che nel caso della Moldavia spetta all'Ambasciata d'Italia a Bucarest (Romania);
oggi in Italia sono decine di migliaia i moldavi che vi risiedono e lavorano ed è prevedibile che nei prossimi mesi tale numero è destinato ad aumentare notevolmente;
i cittadini moldavi per ottenere i visti d'ingresso per l'Italia devono affrontare pesanti disagi in quanto Chisinau, capitale della Moldova, è priva del consolato italiano, e per usufruire del servizio prestato dal consolato italiano di Bucarest, devono percorrere circa 650 chilometri, tragitto che spesso sono costretti a ripercorrere in media due tre volte per completare l'intero iter richiesto per il rilascio del visto;
com'è noto dal 1o gennaio 2007 la Romania entrerà nella comunità europea e l'assenza di indicazioni certe sulle modalità con le quali i moldavi potranno recarsi a Bucarest per ottenere il visto presso l'ambasciata italiana, sta favorendo lo sviluppo di un'economia malavitosa;
a tal proposito risulta infatti agli interpellanti che a Chisinau esisterebbero organizzazioni criminali dedite alla falsificazione di passaporti o di documenti di identità attestanti la cittadinanza rumena, che venderebbero ai moldavi per facilitarli di fatto, dopo il 1o gennaio 2007, all'ingresso in paesi europei -:
se non ritengano, nell'ambito di una ristrutturazione della rete consolare italiana, di dover con la massima urgenza provvedere alla istituzione di un consolato italiano a Chisinau, capitale della Moldova.
(2-00255)«Venier, Sgobio».
Interrogazione a risposta scritta:
RAMPELLI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
con il test atomico eseguito nei primi giorni di ottobre la Corea del Nord è entrata ufficialmente nella cerchia ristretta
di quei paesi dotati di un arsenale nucleare; si è trattato di una pericolosa provocazione che ha creato grande tensione e profonda preoccupazione nel panorama politico internazionale;
rispetto al passato, tuttavia, sembrerebbe che nel nostro paese il movimento pacifista sia rimasto assolutamente inerme, a differenza di quanto avvenuto in occasione dei test atomici francesi a Mururoa (nel 1995) o dei conflitti armati ogni qualvolta sono intervenuti gli Stati Uniti d'America;
il Parlamento europeo, già nella Risoluzione del 10 marzo 2005, chiedeva al governo nordcoreano di prendere misure concrete nei negoziati di revisione del Trattato di non proliferazione e di adottare un approccio costruttivo;
la Corea del Nord era stata, in particolare, sollecitata a unirsi al suddetto trattato, a revocare la sua decisione di ritirarsi dai colloqui a sei e a consentire la ripresa dei negoziati in modo da trovare una soluzione pacifica alla crisi nella penisola coreana;
al centro dell'attuale crisi vi è la disponibilità da parte della Corea del Nord di un programma di arricchimento dell'uranio completamente operativo;
solo nel giugno scorso, il Parlamento europeo aveva adottato un'altra risoluzione nei confronti della Corea del nord per il mancato rispetto dei diritti umani;
le numerose denunce, in particolare da parte delle persone che sono fuggite dal paese, lasciano presagire un quadro estremamente allarmante di violazioni, tra cui esecuzioni, torture, detenzioni di prigionieri politici e condizioni carcerarie inumane;
una situazione simile si riscontra in Cina, come denunciato dallo stesso interrogante nella mozione n. 1-00026 del 22 settembre 2006;
in Corea del Nord non è tollerato alcun tipo di opposizione e chiunque esprima opinioni contrarie alla posizione del Partito coreano dei lavoratori al potere rischia pene severe; lo stesso dicasi, in molti casi, per le loro famiglie;
i media nazionali sono sottoposti a una rigorosa censura e l'accesso alle emittenti internazionali è limitato; gli apparecchi radiofonici e televisivi sono sintonizzati in modo da poter ricevere unicamente le trasmissioni statali e coloro i quali ascoltano stazioni radio straniere rischiano pene;
qualsiasi assemblea o associazione non autorizzata - si legge ancora nella Risoluzione del Parlamento europeo - è considerata «agitazione pubblica» passibile di sanzioni; la libertà religiosa, per quanto garantita dalla costituzione, è in pratica drasticamente limitata tanto che sono state denunciate gravi repressioni di persone dedite ad attività religiose pubbliche e private, sotto forma di detenzioni, torture ed esecuzioni;
le testimonianze stimano a 200 mila il numero di persone detenute in campi di rieducazione (campi di lavoro), campi di detenzione e penitenziari e le denunce lasciano supporre che le torture e i maltrattamenti siano diffusi e le condizioni estremamente dure;
decine di migliaia di nord-coreani sono a corto di cibo e dipendono dagli aiuti umanitari che il paese riceve da donatori quali l'Unione europea e le Nazioni Unite; moltissimi abitanti sono stati costretti a fuggire in Cina, abbandonando la Corea del Nord, a causa della repressione e della carestia generalizzata -:
quali iniziative l'Italia intenda assumere in campo internazionale sia sotto il profilo della tutela dei diritti umani che delle garanzie sull'utilizzo dell'energia nucleare da parte della Corea del Nord, e, in particolare, se - nei rapporti diplomatici con tale paese - non ritenga opportuno promuovere iniziative volte all'immediata cessazione dei test nucleari e alla ripresa dei negoziati nonché a porre fine alle gravi violazioni dei diritti umani.
(4-01808)