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Allegato B
Seduta n. 80 del 30/11/2006
...
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta in Commissione:
CONTENTO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con interrogazione in Commissione del 31 maggio 2006 (n. 5-00011), lo scrivente ricostruiva la vicenda amministrativa relativa al nuovo istituto penitenziario di Pordenone, la cui realizzazione è prevista dal piano straordinario pluriennale di interventi di edilizia penitenziaria predisposto con decreto del Ministro della giustizia in data 12 gennaio 2004;
più precisamente, detto piano contempla l'acquisizione in locazione finanziaria del nuovo carcere stanziando, allo scopo, l'importo di 32.462.000,00 euro;
all'atto di sindacato ispettivo indicato, rispondeva il sottosegretario Luigi Manconi, nella seduta della Commissione giustizia del 12 ottobre 2006;
nell'occasione, dopo aver ricordato il contenzioso con la Commissione europea in ordine alla gara bandita per l'esecuzione dell'opera, in seguito al quale l'amministrazione competente si era determinata all'annullamento di quest'ultima, il rappresentante del Governo concludeva nei termini che seguono: «... e attualmente sono all'attenzione del Ministero diverse ipotesi procedurali circa le determinazioni da adottare riguardo alla realizzazione dell'opera e all'impiego dei fondi a suo tempo stanziati, ferma restando la volontà del Ministero di arrivare comunque, nel più breve tempo possibile, alla realizzazione di una nuova Casa circondariale a Pordenone»;
accade ora che il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia abbia fatto pervenire, alle competenti commissioni parlamentari, la «Relazione concernente il piano straordinario pluriennale di interventi in materia di edilizia penitenziaria»;
il documento in questione, contrariamente alle assicurazioni fornite in più occasioni, rivede le scelte precedentemente assunte per il nuovo istituto carcerario di Pordenone sottraendolo alle iniziative, la cui attuazione era prevista nel contesto del piano pluriennale straordinario, con le risorse ivi stanziate e, rinviandone la realizzazione «nell'ambito del programma di edilizia penitenziaria di competenza del Ministero delle infrastrutture»;
l'importo di 32.462.000,00 di euro, come del resto tutte le risorse ancora disponibili, pari a euro 67.212.301,00, vengono riorientate e, secondo quanto si può leggere, «gli interventi sono stati individuati sulla base di valutazioni e considerazioni che hanno portato a ubicare nelle regioni del centro sud la maggior parte degli interventi;
è di intuitiva evidenza che la decisione proposta finirebbe per frustrare definitivamente ogni possibilità di veder realizzata la nuova struttura carceraria prevista in quel di Pordenone e ciò per le croniche difficoltà che da sempre contraddistinguono l'attuazione del programma di edilizia penitenziaria affidato al Ministero delle infrastrutture;
ancora più grave si appalesa tale scelta sotto il profilo politico e di buona amministrazione;
sotto quest'ultimo aspetto, infatti, sarebbe stato possibile ed opportuno, vista la disponibilità delle somme stanziate, procedere all'avvio della nuova gara mentre, per quel che concerne il profilo politico, va sottolineata quella che l'interrogante giudica l'assoluta inaffidabilità di chi ha fornito, in più occasioni, rassicurazioni circa il rispetto del piano straordinario pluriennale in ordine alla realizzazione del nuovo istituto -:
se non ritenga di estrema gravità il comportamento assunto, attraverso la comunicazione della relazione concernente il piano straordinario pluriennale di interventi in materia di edilizia penitenziaria, in ordine alla costruzione del nuovo carcere di Pordenone;
se non ritenga opportuno, anche allo scopo di evitare un giudizio politico di inaffidabilità in relazione al contraddittorio comportamento adottato sul problema del nuovo istituto penitenziario, rivedere la scelta ipotizzata confermando l'originaria impostazione del piano medesimo;
se abbia qualcosa da dire, alla luce di tale proposta, che penalizza la comunità pordenonese, agli operatori di polizia penitenziaria, alla popolazione carceraria e ai cittadini di Pordenone a cominciare dal primo cittadino.
(5-00459)
Interrogazioni a risposta scritta:
PATARINO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Sottosegretario alla Giustizia senatore Alberto Maritati, dopo aver recentemente visitato il Tribunale di Taranto, ha voluto far notare che lo scopo della visita era dovuto anche ad una propria richiesta di accelerazione delle inchieste;
il suo accompagnatore, in reiterate dichiarazioni successive, ha ribadito lo scopo della visita del Sottosegretario, con particolare riferimento ai Comuni di Taranto e Martina Franca (entrambi impegnati nelle prossime elezioni amministrative);
il Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Taranto dottor Aldo Petrucci, in un'intervista al Corriere del Mezzogiorno, ha evidenziato che le inchieste non devono essere soltanto concluse presto ma anche e soprattutto concluse bene, ossia con una apprezzabile aspettativa di buon esito di fronte agli organi giudicanti;
per lo stesso argomento il quotidiano Taranto Sera del 20 novembre 2006 ha pubblicato tra virgolette la seguente sua dichiarazione «Ormai è chiaro: questa Procura è assediata. Non so perché e non voglio saperlo, il mio compito e quello di tutti i giudici ed i magistrati che lavorano qui è quello di garantire un giusto processo a tutti. Se qualcuno pensa cose diverse, qualcuno che pascola praterie romane e che si attribuisce compiti e competenze di cui non ha titolo, si sbaglia di grosso. Almeno finché in Italia vigerà il sistema democratico questa Procura della Repubblica continuerà a svolgere il suo compito in piena libertà e scevra da condizionamenti politici. Quando e se ci sarà il Soviet...», evidentemente denunciando gravissime interferenze di «praterie romane» nelle attività giudiziarie di Taranto, in fragorosa ed intollerabile violazione del principio costituzionale di autonomia della Magistratura -:
quali provvedimenti intenda assumere per verificare i gravissimi fatti su descritti e per tutelare l'autonomia della Magistratura tarantina da pressioni ed interferenze esterne, anche a garanzia della credibilità del suo operato in una fase politico-amministrativa particolarmente delicata come quella pre-elettorale.
(4-01814)
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il territorio della locride è rimbalzato agli onori delle cronache nazionali per l'omicidio del Vice Presidente del Consiglio regionale della Calabria, dottor Francesco Fortugno, avvenuto il 16 ottobre del 2005 e rimasto, a tutt'oggi, privo dell'individuazione dei responsabili politici che dovrebbero essere rinvenuti dietro questo omicidio;
successivamente è apparsa la notizia della impunità riscontrabile relativamente ai 26 omicidi che si sono registrati sempre nel territorio della locride negli ultimi 2 anni;
sempre in quel territorio è attuato un imponente traffico di sostanze stupefacenti svolto dalle principali cosche locali della 'ndrangheta, che ne ha potenziato il relativo impero economico;
il 27 giugno 2005, dopo un lungo periodo di latitanza in Canada dove conduceva vita agiatissima, è stato tratto in arresto Antonio Commisso, capo dell'omonima cosca di Siderno (Reggio Calabria);
il presunto boss deve scontare una condanna definitiva a 10 anni di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso e traffico di armi e droga;
è di oggi la notizia in base alla quale il Tribunale di Sorveglianza dell'Aquila ha disposto la revoca del regime di 41-bis nei confronti proprio del presunto boss Antonio Commisso -:
se non ritenga necessario ed urgente inviare un visita ispettiva presso il Tribunale di Sorveglianza dell'Aquila per accertare la correttezza delle disposizioni di clemenza attuate nei confronti dei boss;
se non ritenga, altresì, necessario ed urgente effettuare una adeguata attività di monitoraggio per verificare la corretta applicazione del regime di 41-bis nei confronti dei boss mafiosi e dei terroristi.
(4-01815)