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La Sacra Famiglia, di Giulio Romano (nota di restauro)


L'intervento conservativo ha preso il via ai primi di gennaio, dopo un breve periodo di esposizione alla Camera dei Deputati. L'opera versava in pessimo stato. Negli ultimi anni la stessa rimozione dall'altare maggiore della Chiesa di Santa Maria dell'Anima era considerata problematica. Vasti sollevamenti del colore e ampie lesioni indicavano un crescente malessere del dipinto.

Il dipinto è stato collocato in un locale attrezzato a laboratorio, protetto, climatizzato e reso visibile al pubblico per tutta la durata dell'intervento. Chi ha voluto assistere, ha potuto rivolgere domande direttamente ai tecnici sulla storia e lo stato di salute dell'opera. Era disponibile un video che ripercorreva tutto l'itinerario conservativo.

Il restauro, integrale, ha compreso il ripristino della funzionalità del supporto e il recupero dello splendore dei valori cromatici originali, ed è stato arricchito da uno studio scientifico documentato in ogni particolare.

E' stato inizialmente eseguito un complesso lavoro di risanamento del supporto con sette assi in legno di pioppo assemblate verticalmente e legate da quattro traverse scorrevoli di cui due originali.

Le lesioni e i punti di giuntura tra gli elementi lignei sono stati risanati in modo da ricostituire una continuità della superficie. Le due traverse ottocentesche, fissate con chiodi, sono state sostituite con elementi più funzionali e compatibili, montati su asole mobili, mentre è stata ripristinata la scorrevolezza di quelle originali.

Una volta garantita la stabilità della tavola, si è proceduto alla rimozione delle sostanze alterate che sovrastavano la pellicola pittorica rendendo illeggibile il dipinto nei suoi valori cromatici e nei suoi piani prospettici. Di grande impegno il lavoro di raccordo tra la parte del dipinto originale e le varie stesure pittoriche che si sono susseguite nel tempo (quelle di maggior rilievo sono identificate in due interventi, documentati, di Carlo Maratta e Carlo Saraceni), allo scopo di porre rimedio ai gravi danni che la pala aveva subito in alcune devastanti inondazioni. Questi interventi sono stati conservati in quanto, oltre ad avere un valore storico di estrema rilevanza, non celano brani significativi di pittura attribuibile a Giulio Romano, ma solo alcuni frammenti, come si è potuto apprezzare osservando la radiografia. Tutto l'intervento è stato costantemente sostenuto e affiancato da una vasta campagna diagnostica, che ha permesso di operare in totale sicurezza e nello stesso tempo di raccogliere una serie di dati scientifici importanti sulla tecnica esecutiva dell'opera.

La collaborazione della Camera all'iniziativa conferma il vivo interesse dell'istituzione per il mondo del restauro, volto a diffondere la cultura della tutela, a contribuire alla didattica e alla comunicazione, a promuovere la ricerca e la professionalità italiane nel settore della conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico nazionale.

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