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EGITTO A ROMA - OBELISCHI

La scelta di questo tema per l'allestimento di un percorso espositivo all'interno della Biblioteca della Camera dei deputati scaturisce dal legame creato da una singolare coincidenza: infatti i luoghi attualmente occupati dalle sedi istituzionali della Camera dei deputati si sovrappongono alla regione dell'antica Roma in cui più cospicua e duratura nel tempo fu la presenza di questi monumenti, che concentrano in sé, oltre all'innegabile valore del manufatto, una carica simbolica di rara intensità.

Inoltre, molti degli obelischi portati a Roma a partire dall'epoca di Augusto, per sottolinearne la potenza e legittimarne il dominio sull'oriente, sono stati rinvenuti, nel corso dei secoli, nel perimetro e nelle vicinanze del Convento domenicano della Minerva, sorto sui resti dell'antico Iseo campense e attuale sede delle commissioni parlamentari bicamerali, della Biblioteca e dell'Archivio storico della Camera dei deputati. Ad illustrare, quindi, la ricchezza e la complessità di significati degli obelischi romani si è scelto di utilizzare materiali dei fondi antichi della Biblioteca, in particolare provenienti dal Fondo Kissner, integrandoli con alcuni volumi della Biblioteca Casanatense, anch'essa collegata intimamente alla storia e alla topografia dell'insula domenicana.

Il percorso della mostra si articola in una successione di volumi ed incisioni che accompagnano e commentano il viaggio, nello spazio e nel tempo, di questi singolari monumenti: l'arrivo dall'Egitto alla Roma imperiale, la rovinosa decadenza nell'età di mezzo, il recupero avviato a partire dal XVI secolo.

L'ETÀ SISTINA

Dopo secoli di oblio, nel Rinascimento, il nuovo interesse suscitato dagli obelischi, anche in relazione alla ripresa della tradizione ermetica, trova conferma nella volontà papale di innalzarne nuovamente alcuni ad ornamento dei luoghi cardine della città santa. In particolare, fu Sisto V, (1585-90) a dare decisivo impulso alla riutilizzazione dei monoliti. Una sezione particolarmente ampia è dedicata allo spostamento, primo in ordine cronologico e coronato da successo, su piazza S. Pietro dell'obelisco Vaticano: le incisioni del Fontana e i volumi esposti, tra i quali l'opera commissionata Michele Mercati, protonotario apostolico, testimoniano la risonanza che all'epoca si volle creare attorno all'avvenimento e l'intento di suscitare un ampio consenso nell'opinione pubblica.

DAL XVII AL XIX SECOLO

L'innalzamento degli obelischi nell'età barocca è contrassegnato dalla genialità del Bernini, cui si deve l'innovativa utilizzazione degli obelischi quali elementi di un complesso architettonico dinamico e vitale.

Trovano collocazione così l'obelisco Agonale e l'obelisco della Minerva. E' anche l'età in cui il gesuita padre Kircher produce il suo grandioso sistema di interpretazione dei geroglifici, di cui è parte l'opera Obeliscus Pamphilius.

Il circuito espositivo prosegue commentando, attraverso incisioni e testi coevi, la vicenda dei successivi recuperi degli obelischi e il dibattito suscitato dal ruolo e dalla funzione cui si intendeva destinarli, fino ad arrivare al XIX secolo e alla sistemazione dell'ultimo obelisco, ritrovato nell'area di Santa Maria sopra Minerva nel 1883, nei pressi delle terme di Diocleziano.

LA COLLEZIONE KISSNER E I FONDI ANTICHI DELLA BIBLIOTECA

Il fondo Kissner proviene dalla raccolta privata Franklin H. Kissner (1909-1988), industriale americano e bibliofilo appassionato di Roma, ed è entrato a far parte del patrimonio della Biblioteca della Camera dei deputati alla fine del 1990, in seguito all'acquisto avvenuto ad una vendita alla casa d'aste Christie's di Londra. Nella collezione della Camera sono compresi oltre 2000 volumi e raccolte di incisioni pubblicati dal XVI secolo fino a tutto il XIX secolo. Roma, antica e moderna, costituisce il soggetto centrale della collezione; accanto ad esso si trovano numerose relazioni di viaggio in Italia e in Europa.

Il fondo antico della Biblioteca della Camera, formatosi a partire dal 1848 per mezzo di acquisti sul mercato antiquario, è composto da circa 2100 volumi e raccolte di incisioni pubblicate dal XV al XIX secolo, e comprende tre incunaboli e 91 edizioni del XVI secolo.

Entrambe le collezioni sono ospitate nella sala intitolata a Enrico Colombo, tipografo della Camera dei deputati.

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