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Si riprende lo svolgimento di interpellanze urgenti.
(Interventi per la piena funzionalità delle scuole, con particolare riferimento all'assegnazione di risorse per incarichi di supplenza - n. 2-00874)
PRESIDENTE. La deputata Frassinetti ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00874 concernente interventi per la piena funzionalità delle scuole, con particolare riferimento all'assegnazione di risorse per incarichi di supplenza (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 6).
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente e onorevole rappresentante del Governo, la nostra interpellanza urgente viene presentata sulla base dell'emergenza relativa alle nomine dei supplenti. Una premessa che pare scontata va però, a mio avviso, effettuata.
Le nomine dei supplenti servono ad assicurare lo svolgimento regolare delle lezioni in caso di assenza dell'insegnante titolare e a garantire da parte dello Stato il diritto dell'alunno alla prestazione. Si tratta di una premessa importante, di sostanza e non solo di forma, in quanto nelle scuole italiane esiste un'emergenza. Tale emergenza si verifica soprattutto nelle scuole di Milano e della Lombardia come anche è stato riportato da alcuni articoli di stampa, in primis quello del Corriere della Sera del 19 novembre 2007, che si riferiva proprio alla lamentata insufficienza di fondi riguardanti le scuole di Milano e della Lombardia.
Le scuole maggiormente in crisi sono quelle materne ed elementari dove i supplenti vanno chiamati anche solo per pochissimi giorni di assenza del titolare. Le scuole sono purtroppo costrette a effettuare continue anticipazioni di cassa, non hanno più fondi per le attività relative ai progetti e vanificano, quindi, qualsiasi seria programmazione. In alcune scuole la situazione debitoria raggiunge persino importi di 100 mila euro.
Si è rivelato anche insufficiente il decreto legge n. 147 del 2007, adottato con il consenso dell'opposizione dopo un dibattito in Commissione cultura e istruzione, che trasferisce a carico del Ministero dell'economia e delle finanze la spesa per le supplenze per la maternità. Tale provvedimento lascia, infatti, ugualmente a carico delle scuole le altre tipologie di supplenze, altrettanto lunghe, come sono quelle, ad esempio, dei congedi parentali.
È evidente che le risorse assegnate dal Ministero della pubblica istruzione sono, allo stato, insufficienti e si basano su un trend della spesa media effettivamente sostenuta dalle scuole negli ultimi anni. Tali risorse sono costituite da una somma iniziale calcolata sui parametri del decreto ministeriale n. 21 del 2007 e sulle successive integrazioni che risultano comunque insufficienti per la copertura della spesa.
Le scuole, tra l'altro, non sono messe in condizione di verificare i conti in caso di discordanza tra il conteggio loro risultante e gli importi assegnati dal Ministero dal momento che i finanziamenti arrivano alle scuole senza più distinzioni di voce, afferendo ad un unico capitolo e sono comprensivi, oltre al pagamento dei supplenti, anche dei costi del contratto integrativo di scuola, delle funzioni strumentali dei docenti e delle funzioni aggiuntive del personale amministrativo, tecnico e ausiliario.
Si impone una riflessione. Il tanto reclamizzato accreditamento diretto dei finanziamenti alle scuole da parte del Ministero della pubblica istruzione, senza i passaggi intermedi degli uffici scolastici regionali o provinciali, ha comportato - sembra un paradosso ma purtroppo è una realtà - una ulteriore dilazione nei tempi di assegnazione. In conclusione, sottolineiamo che le scuole lamentano una Pag. 43scarsa attenzione al problema e si tratta sicuramente di un allarme che proviene da tutti i tipi di scuola.
Con questa interpellanza si chiede, in particolare, di conoscere quali interventi il Ministero dell'istruzione abbia adottato e, soprattutto, intenda adottare per garantire la piena funzionalità delle scuole perché noi sappiamo che questa è una vera e propria piaga aperta nel mondo dell'istruzione. Chiediamo di sapere, quindi, come il Ministero intenda risolvere una tale problematica.
PRESIDENTE. Il Viceministro della pubblica istruzione, Mariangela Bastico, ha facoltà di rispondere.
MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, confermo che anche al Ministero sono giunti gli elementi di preoccupazione e di allarme che gli onorevoli Frassinetti e La Russa segnalano nella loro interpellanza urgente. Vi è da dire che questa realtà è circoscritta in particolare ad alcune regioni come la Lombardia e l'Emilia Romagna e che non vi sono molte altre regioni che presentano questa situazione di allarme relativamente ai fondi per il funzionamento corrente. Per chiarire la situazione e soprattutto per evidenziare i problemi che abbiamo posto in essere, vorrei ricordare che questo allarme è presente fin dall'inizio della legislatura, quando è emersa una situazione di grave difficoltà finanziaria delle scuole.
Questa situazione ha le sue radici e le sue motivazioni nel periodo di riferimento 2002-2006. Infatti, a seguito di una serie di tagli, operati nel detto periodo di riferimento dal Governo di centrodestra, alle spese di funzionamento delle scuole - in particolare con la riduzione del 46,6 per cento delle risorse per supplenze (494,6 milioni di euro), con il taglio del 72,6 per cento delle risorse per gli esami di Stato (106,4 milioni di euro) e con il taglio del 53 per cento sulle spese di funzionamento amministrativo e didattico (159,8 milioni di euro) - queste ultime si sono trovate in una situazione di enorme difficoltà.
A seguito della ricognizione che abbiamo operato sono stati certificati deficit, maturati nelle scuole dal 2002 al 2006, pari a 1 miliardo 33 milioni di euro: una situazione davvero molto allarmante. Questa situazione aveva anche prodotto, per l'andamento dell'anno 2007, rischi di ulteriore deficit, e proprio per questo siamo intervenuti immediatamente con dei correttivi - che poi illustrerò con precisione - proprio per evitare che anche nel 2007 la gestione corrente delle scuole si chiudesse con il prodursi di debiti.
Questa condizione è stata vissuta dalle scuole con la seguente modalità. Le scuole hanno continuato a iscrivere in bilancio gli importi nelle varie voci di spesa, trattandosi sostanzialmente di spese obbligatorie - lo voglio sottolineare - ed hanno registrato il fabbisogno accertato oppure quanto era stato assegnato negli anni precedenti. Quindi, hanno prolungato la loro contabilità secondo una modalità legata al bisogno o al pregresso, con la conseguenza che nelle loro contabilità figurano dei residui attivi che sono però privi di un'idonea copertura nello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione e del bilancio complessivo dello Stato.
È questo il quadro per il quale ancora oggi alcune scuole si trovano in una situazione di assoluta difficoltà. Questa condizione si è evidenziata con particolare gravità - come lei sottolinea - sulle supplenze, in modo specifico nella scuola dell'infanzia ed elementare dove non si può fare a meno della nomina del supplente anche per supplenze molto brevi e, inoltre, questa situazione si è aggravata per l'effetto, da un lato, dei tagli e, dall'altro, di un mutato quadro normativo relativo ai congedi per maternità.
Mi riferisco in particolare alla sentenza della Corte costituzionale n. 337 del 27 ottobre 2003, che ha riconosciuto il diritto al trattamento economico del personale supplente della scuola che abbia maturato il diritto alla nomina e non possa assumere il servizio in quanto in congedo per maternità. Di fatto si è riconosciuto il diritto alla maternità a tutti coloro che Pag. 44erano supplenti, anche per supplenze brevi, e, addirittura, il giorno stesso in cui venivano nominati.
Tutto ciò ovviamente ha incrementato le spese ed aggravato questo quadro complesso di carattere finanziario. Ho spiegato quanto accaduto nel passato e intendo altresì precisare quali sono i provvedimenti che abbiamo messo in atto.
Da subito abbiamo corretto l'andamento del 2007, al fine di evitare - come dicevo - che si producessero altri debiti. Ad esempio, per quanto riguarda gli esami di Stato, da 40 milioni di euro, previsti per il finanziamento ordinario nel 2005-2006, siamo passati a 183 milioni di euro, arrivando quindi a pareggiare la spesa per i costi delle commissioni degli esami di Stato. Successivamente, con il decreto-legge n. 81 del 2007, convertito nella legge n. 127 del 2007, sono state incrementate di 180 milioni di euro le risorse per le supplenze per maternità, e poi, con la legge di assestamento in bilancio, vi è stata un'ulteriore integrazione di 58 milioni per le spese di funzionamento.
Inoltre, con il decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, convertito nella legge 15 ottobre 2007, n. 176, sono state poste a carico dell'amministrazione centrale, cioè del Ministero della pubblica istruzione e del Ministero dell'economia e delle finanze, le spese per la sostituzione del personale assente per maternità, e le indennità correlate alla maternità del personale supplente. Lei è ben a conoscenza di questo provvedimento, perché lo abbiamo discusso e mi sembra sia largamente condiviso all'interno della VII Commissione della Camera.
Un altro provvedimento molto importante riguarda la tassa sui rifiuti solidi urbani. Una disposizione, già approvata in questo ramo del Parlamento e contenuta nel disegno di legge intitolato «Disposizioni urgenti in materia di pubblica istruzione», ora all'esame del Senato, intende risolvere in via definitiva il problema del pagamento della tassa per i rifiuti solidi urbani. Si tratta anche in questo caso di una delle spese che grava pesantemente sui bilanci delle scuole: dal 2008 sarebbe interamente a carico dell'amministrazione centrale, ossia del Ministero della pubblica istruzione, che pagherebbe direttamente ai comuni le somme relative ad essa. Auspico che tale norma sia approvata molto, molto rapidamente, perché è davvero attesa.
Come vede, sono stati varati provvedimenti in via di assoluta urgenza. Tutto ciò si colloca all'interno della scelta, contenuta nella legge finanziaria per il 2007, di innovare le modalità di finanziamento delle scuole. Debbo confermare la positività e l'importanza di tale scelta. Devo ricordare all'onorevole Frassinetti che la situazione precedente - che attribuiva alle scuole risorse estremamente rigide e vincolate, suddivise in diverse decine di capitoli - aveva provocato una situazione nella quale veniva negata nei fatti l'autonomia di funzionamento delle nostre scuole. Si ledeva, quindi, un principio contenuto nella legge e nel testo costituzionale stesso secondo il quale le scuole possono governarsi con una certa autonomia. Inoltre, detta situazione rendeva molto rigida la gestione delle risorse finanziarie in modo tale che poteva accadere che alcuni capitoli venissero esauriti molto rapidamente e, invece, per altri, maturassero numerosi residui attivi.
La nuova modalità di erogazione delle risorse attraverso due grandi capitoli, che abbiamo chiamato il «capitolone», ha sicuramente messo in maggior allarme le scuole, perché è evidente che un'innovazione forte e importante le rende responsabili della gestione delle risorse. Quindi so che qualche preoccupazione, al riguardo, si è manifestata.
A mio avviso, si tratta certamente di un elemento fondamentale che via via, di anno in anno, si assesterà e sarà realmente apprezzato dalle scuole. L'ammontare del «capitolone», suddiviso nei due capitoli che lo determinano, è di 3 miliardi 114 milioni di euro, a cui si sono aggiunte le risorse che ho segnalato prima.
Oltre a tali finanziamenti, per l'anno 2007 abbiamo inoltre autorizzato l'incremento di altri 750 milioni di euro che provengono dagli uffici scolastici provinciali e che sono riferiti alla cosiddetta Pag. 45contabilità speciale, cioè a risorse giacenti e non spese. Quindi, le scuole hanno fruito sostanzialmente di quasi 4 miliardi di euro.
Le risorse sono state attribuite in modo assolutamente tempestivo, attraverso varie tranche (complessivamente sei) secondo i criteri prestabiliti, gli stessi già definiti nel passato, con piccoli correttivi per aiutare le scuole che hanno una maggiore popolazione scolastica e che si trovano in una situazione di leggero squilibrio rispetto alla situazione pregressa. Quindi, si è introdotto qualche correttivo, nell'ambito di criteri evidenziati in modo trasparente. Sottolineo che le tranche sono state attribuite in modo assolutamente tempestivo. È vero che si collocano in un quadro debitorio in cui praticamente la scuola fatica a distinguere il finanziamento di tipo corrente rispetto al ripianamento dei debiti pregressi, anche se la scuola è assolutamente tenuta a distinguere il pagamento dei debiti pregressi rispetto alle spese di funzionamento corrente.
Voglio anche sottolineare che i fondi del «capitolone» non sono esaustivi perché ad essi si devono aggiungere le risorse del Fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa, vale a dire le risorse previste dalla legge n. 440 del 1997 (quelle cosiddette all'autonomia), che vengono assegnate - con un po' di ritardo, è vero - a fine anno, agli uffici scolastici regionali i quali, a loro volta, le ripartiscono alle varie scuole.
I finanziamenti previsti da tale Fondo, in effetti, sono stati attribuiti a novembre e, quindi, penso che stiano giungendo proprio in questi giorni alle scuole. Sottolineo, infine, che rispetto al funzionamento di attività aggiuntive che debbono essere svolte dalle scuole - in particolare, lei citava il problema del recupero dei debiti scolastici -, abbiamo previsto finanziamenti aggiuntivi, di cui una parte - 65 milioni di euro - sono già stati attribuiti e vengono finalizzati con vincolo di destinazione a incrementare le risorse del Fondo scolastico per i corsi di recupero.
Sempre dal fondo scolastico legato al contratto collettivo nazionale di lavoro sono stati destinati 160 milioni di euro per la stessa finalità. Pertanto, si tratta di 65 milioni di euro più 160 milioni di euro.
Vorrei, inoltre, aggiungere che al di fuori del cosiddetto «capitolone» si collocano: la formazione e l'aggiornamento del personale docente per il comparto della scuola e i dirigenti scolastici (somme a parte); la formazione dei docenti specializzati nell'attività di sostegno degli alunni diversamente abili; le spese per le attrezzature tecniche e per i sussidi didattici e i vari ausili sia per l'attività d'integrazione degli alunni diversamente abili sia per il funzionamento didattico; le spese in materia di sicurezza. Tutti i citati trasferimenti sono autonomi, forniti dal Ministero della pubblica istruzione agli uffici scolastici regionali.
Vorrei concludere, in particolare, con le preoccupazioni evidenziate per la Lombardia. Le assicuro che la Lombardia ha ricevuto le varie tranche di funzionamento, alla data dell'8 novembre vi erano infatti cinque accrediti diretti alle istituzioni scolastiche (per i mesi di aprile, maggio, giugno, agosto e novembre). Le segnalo che la sesta tranche è in via di attribuzione, perché copre la fine dell'anno scolastico.
Tutte le citate spese sono state erogate sulla base dei criteri che ho segnalato e che sono contenuti nel decreto ministeriale n. 21 del 1o marzo 2007. Inoltre, sono state attribuite tranche in aggiunta per le supplenze brevi: trecento istituzioni scolastiche nel Paese, in particolare nella regione Lombardia, hanno ricevuto, nel mese di luglio, una sorta di integrazione proprio per il pagamento delle supplenze brevi.
Spero di averle illustrato dettagliatamente questo quadro, proprio perché stiamo facendo tutto il possibile per mettere le scuole nella condizione di lavorare in una condizione finanziaria serena. Predisporremo un piano di riparto e una nuova rilevazione dei debiti pregressi; auspichiamo che con i 750 milioni di euro ne siano stati pagati una buona parte, in modo da poter realizzare, relativamente alla parte restante, un piano di risanamento complessivo, perché ritengo che la Pag. 46scuola debba essere liberata dal pesantissimo fardello dei debiti. Ritengo, altresì, che la scuola debba oggi garantire il funzionamento corrente, perché per tale funzionamento abbiamo garantito le risorse.
PRESIDENTE. La deputata Frassinetti ha facoltà di replicare.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, ringrazio il Viceministro Bastico per i dati così puntualmente forniti, ma non mi ritengo soddisfatta, perché intravedo una grande confusione per quanto riguarda questi finanziamenti generalizzati. La ringrazio, signor Viceministro, anche per aver avuto l'onestà di ammettere che certe preoccupazioni contenute nella mia interpellanza urgente n. 2-00874 erano reali. Tuttavia, quanto ai finanziamenti cui lei faceva prima riferimento - i percorsi di recupero dei debiti formativi -, è evidente come vi sia una certa confusione. Infatti, i fondi previsti per contratto e i finanziamenti una tantum spesso sono spacciati, entrambi, come nuovi e permanenti.
Vorrei, altresì, fare riferimento ad una nota del Ministero della pubblica istruzione del 5 dicembre 2007, la n. 2.491, in cui vengono richiamate le diverse fonti di finanziamento con i relativi importi, in modo da rendere possibile un'idonea programmazione delle attività da parte delle istituzioni scolastiche. Su questo punto, a mio avviso, vi è ancora molta confusione.
Secondo la predetta nota, per esempio, la quota del fondo di istituto derivante da quello per gli interventi didattici educativi integrati sarebbe di 134 milioni di euro. Si tratta di una cifra che, utilizzando il parametro finanziario del contratto collettivo nazionale del 2003, consente un numero di docenti pari a 280 mila o 290 mila. A mio avviso, si tratta di un dato erroneo, in quanto da fonti del Ministero nell'organico di diritto, per l'anno scolastico 2007-2008, vi sarebbero 219.484 docenti. Quindi, nelle scuole non verrebbero distribuiti 134 milioni di euro, bensì poco più di 102 milioni di euro.
Senza «dare i numeri», vorrei svolgere una riflessione di tipo più politico. Per quanto riguarda le altre risorse citate nella nota, è da sottolineare che i 30 milioni di euro previsti nella legge finanziaria per il 2007 sono stati distribuiti alle scuole nei primissimi giorni di dicembre.
Inoltre i 107 milioni di euro, previsti per acquisto, comodato e prestito di libri, peraltro ancora da assegnare, non possono essere utilizzati per il recupero dei debiti formativi; il 70 per cento delle risorse residue, è una somma indeterminata, posto che non se ne conosce il 100 per cento; per i 5 milioni di euro finali da assegnare ad alcune scuole che ne facciano richiesta, non sono stati stabiliti i criteri di distribuzione.
In questa confusione, le richieste spesso di buonsenso dei dirigenti scolastici, a mio avviso, sono inascoltate. Queste ultime sono relative al raccordo della normativa sui debiti formativi con quella dell'obbligo d'istruzione, alla tempestiva certezza delle risorse necessarie, alla precisazione delle modalità di identificazione dei supplenti nei corsi estivi, alla revisione dello stato giuridico dei docenti che ne delinei con chiarezza i doveri rispetto alla necessità di sostegno e recupero.
Si sa che, in quest'ambito, le scuole chiedono informazioni certe sulle risorse che dovranno ricevere e sui tempi di assegnazione, per poter programmare l'attività di recupero. Pertanto ritengo che, anche se sono stato fatti importanti passi avanti - il provvedimento relativo alla TARSU, da lei citato e sul quale noi abbiamo votato a favore e all'unanimità, in Commissione, ne costituisce sicuramente un segnale -, tuttavia resta ancora tanto cammino da fare, soprattutto per dare chiarezza e conforto alle istituzioni scolastiche che, ogni giorno, si trovano a confrontarsi con una scuola che cambia, che ha bisogno di risorse e soprattutto, di un rifondazione del merito che, senza risorse, non può essere effettuata.
La nostra preoccupazione si basa su tali presupposti. Pertanto, continueremo a vigilare perché alle scuole sia garantita la possibilità di far sì che i dirigenti scolastici (che, troppo spesso sono soli e abbandonati), nel rispetto dell'autonomia scolastica,Pag. 47 possano far in modo che gli studenti abbiano anche, qualora ve ne sia la disponibilità e la necessità, supplenze che offrano un livello di insegnamento adeguato, per poter colmare alcune lacune della nostra educazione che, a mio avviso, forse, sono difficilmente superabili se non si impegnano le risorse necessarie in tale settore.