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Strage di Ciaculli, Ciaculli (Pa), 30 giugno 1963
Un’auto imbottita di esplosivo, destinata ad uccidere il boss Salvatore Greco, viene abbandonata lungo un viale della borgata di Ciaculli. Qualcuno avvisa le forze dell’ordine. Accortisi della presenza di alcuni fili elettrici collegati ad una bombola del gas presente nell’abitacolo della vettura, i carabinieri fanno intervenire un artificiere dell’esercito per disinnescare l’ordigno. Nessuno si accorge della presenza di un secondo ordigno. Appena aperto il bagagliaio posteriore, l’auto scoppia causando la morte di sette persone tra carabinieri, poliziotti e membri dell’esercito. Le vittime sono: Mario Malausa, Silvio Corrao, Calogero Vaccaro, Eugenio Altomare, Mario Fardelli, Pasquale Nuccio, Giorgio Ciacci.
Lo Stato reagisce duramente con retate e perquisizioni, vengono denunciate e arrestate diverse persone in Sicilia. Per Cosa Nostra si apre un momento di crisi e l’organizzazione è retta da un triumvirato composto da Gaetano Badalementi, boss di Cinisi, Stefano Bontate, boss della borgata di S. Maria del Gesù a Palermo e da Luciano Liggio, capo della famiglia dei Corleonesi.