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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2114-B)
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, con il dovuto rispetto verso la Presidenza e verso lei, vorrei dissentire su una sua affermazione di prima, con la quale ha sostenuto che un reato è un'opinione politica.
Se ciò fosse vero, vorrebbe dire che, d'ora in avanti, siamo autorizzati a dare dell'assassino o del ladro senza nessun problema, perché è un'opinione politica. Vorrei dissentire da questa visione (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori, L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, vorrei unirmi anch'io ad una manifestazione di stupore.
Ho ascoltato l'intervento del collega Boato: con tutto il rispetto per un collega che apprezzo, egli non mi ha convinto per Pag. 109niente. Sembrerebbe - e sarebbe interessante conoscere quale sia realmente la verità -, che il Governo abbia espresso due opinioni in contrasto tra loro con riferimento alla proroga e all'estensione al 2020 delle concessioni idroelettriche nelle province di Trento e di Bolzano. Prima ha detto no, poi ha detto sì.
Sembrerebbe - non arrivo a formulare accuse, che pure sono state paventate in questo dibattito - che ciò sia avvenuto a seguito di una particolare attenzione sul tema da parte di esponenti politici locali che fanno parte della maggioranza e che, sopratutto al Senato, con il loro voto, hanno determinato - per me, sin per troppo tempo - la sopravvivenza del Governo.
Concludo subito il mio intervento perché so che non ho molto tempo a disposizione, dicendo che la cosa è quanto meno stupefacente e che un opinione finale del Governo sul tema, da esprimere anche in questo contesto, è fortemente richiesta. È d'accordo o è contrario? E, se è d'accordo, ha preso in considerazione gli effetti sul cosiddetto decreto Bersani, che mi pare sia anche componente di questo Governo e sulle direttive europee in questione?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. All'onorevole Boato e a molti colleghi a maggioranza suggerisco di ricordare alcune offese reali pronunciate da un collega che si chiamava Duca - fra l'altro, un personaggio splendido, una persona splendida al di fuori di quest'aula - rivolte, nella scorsa legislatura, ai banchi dell'allora maggioranza. Ne ricordo alcune: «banditi», «delinquenti». Di tutto. Se le ricorderanno molti tra i colleghi presenti.
Onorevole Boato, a titolo di verità, come lei dice, questa normativa del Governo Berlusconi arrivava a seguito di un decreto del 1999, a firma Bersani, che prorogava le licenze a favore di ENEL ed Edison fino al 2050. L'adeguamento al 2020 è dovuto ai richiami comunitari della questione. Portarlo al 2010 significa vanificare centinaia di milioni di investimento e fare un regalo - per carità legittimo, perché è una legge - alle province autonome di Trento e di Bolzano che, mi pare, anche se vi sono molti colleghi in quest'aula provenienti da tali provincie, non abbiano bisogno di altri soldi, dato che hanno trasferimenti che sono almeno cinquanta volte superiori a quelli di ogni altro ente locale italiano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per dichiarare il voto contrario sugli identici emendamenti in esame, in quanto vorremmo che tutte le province potessero mantenere sul proprio territorio le imposte che vengono pagate su quel territorio. Non dobbiamo credere che sia un privilegio, perché ci sono, per fortuna, alcune province autonome che si gestiscono le proprie risorse e le proprie potenzialità. Quindi, questo è aspetto positivo.
Per quanto riguarda gli emendamenti presentati, la mia motivazione contraria rispetto ad essi è molto semplice: da molto tempo si parla di federalismo, si parla di autonomia, anche all'interno di quest'aula. Vi sono province autonome che lo sono per motivi che tutti sappiamo che, in tal modo, grazie a norme di attuazione, grazie ad un accordo tra lo Stato le regioni, possono disporre di tali opportunità. Vorremmo che tutte le regioni, anche la Lombardia, anche il Veneto, anche la Calabria, potessero avere tali competenze. Le hanno, al momento, sono le province autonome e, quindi, crediamo che, nel rispetto dell'autonomia e del federalismo, ciò possa accadere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Saglia 6.1, Misiti 6.2 e Biancofiore Pag. 1106.4, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 332
Votanti 330
Astenuti 2
Maggioranza 166
Hanno votato sì 60
Hanno votato no 270).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Saglia 6.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Onorevole Presidente, colleghi, vi avrei risparmiato qualche ulteriore piccola perdita di tempo, se il puntuale onorevole Boato non fosse arso di sdegno. Ma, insomma non si tratta di sdegno ben speso, perché qui l'espressione «voto di scambio» si riferiva chiaramente a scambi di tipo politico-territoriale e non inerisce a responsabilità individuali penalmente rilevanti di alcun genere, ma la questione è diversa e l'abbiamo anche specificata nei nostri interventi, ma fate «orecchie da mercante».
Mi fa specie che una sinistra o una sinistra-centro che si scaglia contro determinati particolarismi e favori territoriali (per non dir peggio) non prenda atto che in materia di energia in questi momenti drammatici non è accettabile un feudalesimo o un prodotto DOC per il quale un territorio o una provincia siano privilegiati.
Non ce l'abbiamo con i territori di Trento o Bolzano, ci mancherebbe altro, ma non possiamo privilegiare per un afflusso o un beneficio di carattere finanziario chi ha la particolarità DOC di produrre perché dotato dalla natura di un certo determinato bene che è per tutto il popolo italiano. In questo caso, non siamo al panforte di Siena o a qualche altro prodotto DOC o di origine controllata. Non possiamo dire che, siccome le saline stanno in una certa parte del nostro territorio, il sale goda di benefici di tipo feudale: questo con il federalismo non c'entra proprio niente e meno che meno con il federalismo solidale.
Vi sembra possibile che, mentre Bersani parla di «lenzuolate» di liberalizzazioni, voi lo riduciate al lenzuolo con cui Cesare si copre dalle pugnalate dei sicari, perché queste sono pugnalate. Come si fa a parlare di liberalizzazioni in materia di energia e dei circuiti di azione di questo bene e servizio fondamentale quando parliamo di questo tipo di riserva territoriale e di benefici aggiuntivi per un bene che appartiene a tutti?
Invito soprattutto i colleghi della sinistra, per quelli che sono i loro slogan abituali, a riflettere su questo aspetto. Oltre ai danni che si fanno alle imprese e all'effetto indotto che comporterà un aggravio delle tariffe ed un contenzioso notevolissimo di grandi proporzioni a livello giurisdizionale, si va ad instaurare un principio pericolosissimo: stavolta è per l'energia, ed è un esempio formidabile, ma si potrebbe riprodurre in materia di acque o di altri beni fondamentali qualcosa di paradossale come questo. Secondo noi, perlomeno il nostro emendamento Saglia 6.5 dovrebbe essere accolto da tutta l'Assemblea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Abbiamo tutti fretta, ma questo argomento non può passare senza un intervento. Lo ripeto, lo ricordo a tutti perché ci sia soltanto una presa di coscienza. Questa Camera, andando dietro al voto già espresso al Senato, sta regalando alle regioni autonome di Trento e Bolzano migliaia di miliardi e sta decidendo che delle concessioni che dovevano valere dal 1999 al 2002 e fino al 2050, e adesso fino al 2020, scadranno nel Pag. 1112010 con il passaggio alle due province autonome. A me pare un esproprio da parte della Camera e del Senato di una ricchezza che andrebbe suddivisa a livello più ampio ed un regalo fatto a due province autonome.
Io non ho nulla con le province autonome di Trento e Bolzano e le ho aiutate su battaglie importanti, ma questo mi sembra un regalo incomprensibile ed inconcepibile. Vorrei soltanto che chi lo vota si rendesse conto di quello che sta facendo. Poi, per motivi di maggioranza e di lealtà, lo voterete perché questo decreto deve essere approvato, ma voglio che ogni rappresentante di questa maggioranza sappia che cosa sta facendo: in qualche modo, sta sottraendo ricchezza a tutto il resto del paese, per darla alle due province e regioni autonome più ricche del paese.
Vi ricordo che i trasferimenti della sola provincia di Bolzano, che ha 500 mila abitanti, sono circa 9.000 miliardi all'anno: regaliamogli anche qualche centrale!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Saglia 6.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 315
Votanti 312
Astenuti 3
Maggioranza 157
Hanno votato sì 50
Hanno votato no 262).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cota 6.11, Baldelli 6.12, Benedetti Valentini 6.31 e Ronconi 6.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Per una certa brevità, mi riporterò ai numerosi interventi di colleghi che hanno sottolineato la delicatezza estrema e la portata, quantitativa e qualitativa, di questo aspetto.
Per qualche collega che ancora non l'avesse letta, la norma che chiediamo di sopprimere insieme ai presentatori di analoghi emendamenti dispone: per l'anno 2007, agli enti che non abbiano rispettato per il 2006 il patto di stabilità interno non si applicano le disposizioni previste dall'articolo 1, comma 561 della legge n. 296 del 2006.
A chi ha accusato in passato Governi e maggioranze di fare delle sanatorie inique rilevo che una sanatoria più vergognosa di questa, lasciatemi usare la parola, non possa esistere. Noi stiamo punendo duramente gli enti locali che sono stati virtuosi e stiamo incoraggiando quelli che hanno peccato duramente, rendendoci in questo modo poco credibili non solo nei confronti dell'opinione pubblica e della vasta platea degli amministratori che guardano ai nostri input, ma anche nei confronti dell'Unione europea, con tutti i reciproci rapporti che si possono determinare.
Qui, siamo di fronte ad un'assoluzione a chi non ha espresso pentimento, non stiamo all'evangelico «vai e non peccare più», diciamo «vai e puoi continuare a peccare, non avrai problemi, anzi in qualche modo te ne puoi fare anche premio». Secondo me la portata qualitativa e quantitativa, perché si tratta di risorse ingentissime, che possono essere coinvolte da questa norma, è molto grave.
Quindi, a mio modesto parere, accogliere l'emendamento di Alleanza Nazionale, in sintonia con quello di altri gruppi, rappresenta un segno di responsabilità verso la collettività nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Mi associo alle considerazioni del collega Benedetti Valentini. L'emendamento di cui sono primo firmatario prevede l'ipotesi di soppressione di un comma, inserito al Senato dal Pag. 112relatore Vitali e votato da quella che è ora l'ex maggioranza parlamentare del Senato (che verificheremo poi nei prossimi giorni che fine farà), che apre la possibilità di operare la sanatoria dei cosiddetti precari nel pubblico impiego e negli enti locali anche per gli enti che non abbiano rispettato il patto di stabilità interno per il 2006.
Presidente, spero che il sottosegretario D'Andrea, impegnato a leggere carte, che spero siano attinenti a questo provvedimento, sia consapevole del fatto che questa norma...
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Sono impegnato a leggere la nota del Servizio studi proprio su questo articolo!
SIMONE BALDELLI. Non la sento sottosegretario: se vuole ci possiamo appartare tra di noi dopo. Credo che se il Governo è consapevole del pasticcio e della sanatoria che si compie con questa norma, di quanto questa norma apre i cordoni della spesa pubblica, di ciò che essa comporta, dovrebbe seriamente riflettere sul fatto di aver dato un parere conforme a quello del relatore, cioè contrario a questi emendamenti.
È evidente, colleghi, che dare la possibilità a 163 mila precari del pubblico impiego di essere assunti senza concorso dagli enti locali - si parla di persone nella maggior parte dei casi con bassa qualifica - configura una normativa che ravvisa dei profili molto gravi di incostituzionalità (Commenti dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
Capisco che i colleghi di Rifondazione si riscaldino quando dico che vi è una incostituzionalità palese nell'assumere persone all'interno delle pubbliche amministrazioni senza concorso. In questo caso, però, si compie una sanatoria generalizzata e non soltanto si crea una discrasia fra quei 70 mila vincitori di concorso e gli altri 70 mila idonei che da anni attendono che le pubbliche amministrazioni li facciano entrare in ruolo, ma si crea una discrasia fra persone di bassa qualifica che vengono assunte, portaborse dei politici locali, che vengono presi e assunti dagli enti locali, non solo da quelli che hanno rispettato il patto di stabilità, ma anche da quelli che questo patto non lo hanno rispettato. Si viola la premialità di una norma che inizialmente abbiamo inserito noi, che successivamente è stata però ripresa anche da voi quando in sede finanziaria avete stabilito che solo le amministrazioni con i conti in regola possono permettersi nuove assunzioni, mentre quelle con i conti non in regola dovranno fare la cortesia di preoccuparsi di metterli a posto. Anziché diventare erogatori di stipendi, facessero gli erogatori di servizi ai cittadini, perché questo è il loro ruolo!
Allora, colleghi, dovremmo svolgere una riflessione nell'interesse generale del paese, anche perché il vizio di incostituzionalità di queste norme farà sì che le persone nei confronti delle quali create l'aspettativa di assunzione con un posto pubblico a vita - perché, magari, amici del politico o collaboratori a progetto di quella o quell'altra amministrazione - non solo si illuderanno, ma verranno deluse, magari, tra qualche mese, dalla sentenza di incostituzionalità che verrà emessa nei confronti di questi provvedimenti.
Pertanto, credo si debba riflettere seriamente su questa norma. È una delle misure più gravi che sono state inserite all'interno di questo provvedimento. Non mi interessa tanto - anche se si tratta di una questione giuridicamente rilevante - che si prevedano delle deleghe, considerato che, già per la seconda volta, è stato ipotizzato da parte del relatore e credo anche del Governo, di accogliere un ordine del giorno che impegna il Governo a non esercitare queste deleghe. Quale Governo, poi, non si sa!
Comunque, colleghi, permettetemi di dire che stiamo compiendo un pasticcio gigantesco: stiamo facendo in modo che i cordoni della spesa pubblica italiana vengano «sbracati» da una norma irresponsabile, guarda caso disposta non in sede di legge finanziaria, su cui incombeva l'occhio vigile di Bruxelles, che osservava con attenzione le norme sotto il profilo della Pag. 113rigidità, di correzione, di stabilità, anche con riferimento al meccanismo di premialità di quelle amministrazioni che avevano svolto il loro mestiere in maniera corretta e che avevano speso con oculatezza le risorse pubbliche; accade, invece, in un decreto «milleproroghe», un decreto omnibus di cui, forse, il commissario Almunia non ha contezza ed al quale Bruxelles, forse, volgerà lo sguardo con un certo ritardo!
Mi auguro che i colleghi della ex maggioranza parlamentare, che, ancora con una certa arroganza - mi dispiace! -, continua ad esercitare la sua superiorità numerica, si ravvedano e che il sottosegretario D'Andrea ci dica che su questo specifico tema forse si può cambiare idea (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, abbiamo presentato un emendamento soppressivo del comma 8-sexies dell'articolo 6, perché riteniamo sia indecente la norma prevista nello stesso: è una norma che legittima le solite forme di assistenzialismo e di spesa pubblica incontrollata. Si era introdotto un principio, secondo il quale le pubbliche amministrazioni che non rispettavano il patto di stabilità non potevano ricorrere a nuove assunzioni. Era un principio giusto che poneva le amministrazioni in concorrenza tra di loro, forniva dei parametri; per esempio, un modo di fare, come quello del presidente della regione Campania, sarebbe stato stigmatizzato. Invece, voi che avete fatto? Avete puntualmente riportato il tutto al passato e poi non lamentiamoci se la spesa pubblica cresce e se l'economia non riesce a sfruttare le potenzialità positive che pure oggi avrebbe!
Noi, invece, pensiamo sia necessario abrogare questo comma e reintrodurre il principio secondo il quale chi rispetta le norme sul patto di stabilità, quindi chi amministra in modo virtuoso e si assume le proprie responsabilità possa ricorrere a nuove assunzioni. Chi, invece, non è stato in grado di rispettare i patti deve smetterla con le solite assunzioni clientelari! Il contrario del federalismo è far esplodere la spesa pubblica e scaricare sempre le responsabilità sugli altri, tanto poi paga Pantalone!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bruno. Ne ha facoltà.
DONATO BRUNO. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento Baldelli 6.12.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pelino. Ne ha facoltà.
PAOLA PELINO. Signor Presidente, vorrei anch'io sottoscrivere l'emendamento Baldelli 6.12.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, per ironia della sorte, l'opposizione sta cercando di difendere il comma 561 della legge finanziaria che la maggioranza ha approvato. Ponendo la fiducia sulla finanziaria e quindi approvando anche il comma 561, avete affermato, giustamente, onorevole Ventura, onorevole Duilio, che le amministrazioni che non avrebbero rispettato il patto di stabilità non avrebbero potuto effettuare assunzioni.
Ora, in un provvedimento che non ha nulla a che fare con la legge finanziaria, su un comma che non ha elementi di rilievo per la durata del Governo, la stessa maggioranza misconosce qualcosa di buon senso realizzato un mese fa.
Non mi pare sia il modo di amministrare la finanza pubblica. Non contesto, come ha fatto il collega Baldelli, la costituzionalità legata alla proposta di effettuare Pag. 114150 mila assunzioni. È una scelta politica. Ma, è inaccettabile il fatto di lasciar fare ciò anche agli enti che hanno dissipato risorse, come è inaccettabile il fatto che la norma sia stata inserita in un decreto-legge e, per di più, di nascosto.
Come per gli interventi precedenti, parlo per lasciare una traccia a futura memoria per la responsabilità che vi assumete. Non potete, dopo nemmeno un mese, misconoscere ciò che ci avete spiegato essere parte sostanziale della vostra politica economica nei confronti degli enti locali.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cota 6.11, Baldelli 6.12, Benedetti Valentini 6.31 e Ronconi 6.33, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 325
Votanti 324
Astenuti 1
Maggioranza 163
Hanno votato sì 51
Hanno votato no 273).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giovanardi 6.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 322
Maggioranza 162
Hanno votato sì 48
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Virgilio 6.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 324
Votanti 321
Astenuti 3
Maggioranza 161
Hanno votato sì 47
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Virgilio 6.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 320
Maggioranza 161
Hanno votato sì 50
Hanno votato no 270).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 6.35, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 323
Maggioranza 162
Hanno votato sì 50
Hanno votato no 273).Pag. 115
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 6.36, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 316
Maggioranza 159
Hanno votato sì 49
Hanno votato no 267).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Boscetto 6.16 e Benedetti Valentini 6.32, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 315
Maggioranza 158
Hanno votato sì 50
Hanno votato no 265).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 6.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 315
Maggioranza 158
Hanno votato sì 47
Hanno votato no 268).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cota 6-bis.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, stupisce il parere contrario espresso dal Governo. Abbiamo presentato l'emendamento in esame dopo l'utile correzione avvenuta al Senato per ribadire che queste province, soprattutto la provincia di Monza, devono essere realizzate. Così è stato deciso e questa è la volontà popolare.
Quindi, invece di utilizzare il termine generico di risorse «rese disponibili», proponiamo di utilizzare il termine, più appropriato, «stanziate», per intendere che le somme sono specificatamente individuate per gli adempimenti amministrativi relativi all'istituzione e al successivo funzionamento delle nuove province.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 6-bis.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 312
Votanti 310
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato sì 46
Hanno votato no 264.
Sono in missione 66 deputati).
Prendo atto che il deputato Stucchi non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Di Virgilio 6-quater.1 e Benedetti Valentini 6-quater.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Presidente, intervengo brevemente sui due emendamenti soppressivi in esame riguardanti la norma relativa alla partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie, che noi riteniamo vergognosa perché è una norma artificiosa volta a cercare di spiegare alla popolazione Pag. 116che si è abolito il ticket, mentre non lo si è fatto e anzi si è scritto qualcosa di mistificatorio.
Tutto questo noi lo scorgiamo anche nell'ordine del giorno n. 9/2114-B/4 che è stato firmato dagli ottimi colleghi Ferrari e Zaccaria, i quali dicono che nell'articolo 6-quater vi è il riferimento a una disposizione contenuta nell'articolo 1, comma 796, lettera p), della legge finanziaria, dove però non si comprende bene se ci si riferisca alle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, oppure a quelle per il pronto soccorso. Infatti, quando la nuova norma parla di «quota fissa», potrebbe far pensare che si tratti del ticket per il pronto soccorso, mentre invece si riferisce all'assistenza specialistica ambulatoriale con 10 euro di spesa rispetto ai 25. Tutto questo è stato evidenziato anche dall'ufficio studi della Camera.
Allora, delle due l'una: o si tiene conto dei saggi consigli del nostro Servizio studi, oppure si dica al Servizio studi di non dare consigli, perché mette in imbarazzo la maggioranza quando quest'ultima decide a priori di confermare i provvedimenti che arrivano dal Senato, che devono rimanere tali e quali e che devono essere confermati qualsiasi cosa vi sia al loro interno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
Cosa dice il Servizio studi? Ai fini della migliore formulazione dell'articolo in esame - si osserva - potrebbe risultare opportuna una precisazione in ordine alla quota fissa cui la disposizione si riferisce, considerato che l'articolo 1, comma 796, lettera p) della legge finanziaria disciplina il pagamento di due nuovi ticket, quello relativo all'assistenza specialistica ambulatoriale e quello relativo al pronto soccorso ospedaliero.
Ma la gente non doveva capire bene cosa stava succedendo, bensì doveva pensare che vi fosse un'ampia gratificazione, senza sapere che, intanto, si andava a toccare soltanto quel ticket particolare e non quello più importante e gravoso; e comunque anche questo bonus apparente si converte nel fatto che le regioni dovranno trovare nuovi strumenti per avere una invarianza di bilancio e dovranno quindi chiedere sacrifici ai cittadini, i quali finiranno comunque per dover far fronte ad un medesimo esborso.
Quindi, quando si è inserita questa norma si aveva la «contezza», direbbero gli ottimi marescialli dei carabinieri che prima Benedetti Valentini ha citato, di creare un trucco, così come è stato un trucco il fatto di voler inserire la norma sotto la specie di proroga di termini, dicendo che «le disposizioni relative alla quota fissa di cui all'articolo 1, comma 796, lettera p), della legge 27 dicembre 2006, n.296, si applicano fino al 31 marzo 2007 (...)» - sembra una disposizione in materia di termini, e poi si precisa - «(...) e comunque fino all'entrata in vigore delle misure quali la stipulazione dell'accordo di cui ai commi successivi», che riguardano gli accordi con le regioni. Ciò vuol dire che si pone in essere una norma sostanziale, e che si va a dire che le regioni dovranno stabilire per conto proprio come, a invarianza di bilancio dello Stato, andranno a provvedere a questa situazione, cercando nel contempo di far apparire tutto questo come una norma in materia di proroga di termini.
Quindi, collega Incostante, io la ringrazio tanto per il suo intervento. Lei ha detto delle cose che noi abbiamo già spiegato e condiviso. Purtroppo, voi predicate bene e razzolate male; voi dovevate eliminare quelle due deleghe, rimandare questo provvedimento al Senato; dovevate sopprimere qualche altra norma, compresa questa norma artificiosa. I tempi bisogna trovarli: sono 60 i giorni per la conversione di un decreto...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Boscetto.
GABRIELE BOSCETTO. ...non si può pensare di non bilanciare il tempo, negando ad una Camera la possibilità di intervenire per mandare eventualmente in quarta lettura un provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Boscetto.Pag. 117
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Russo. Ne ha facoltà.
FRANCO RUSSO. Signor Presidente, mi rivolgo a lei e agli uffici per sapere come dobbiamo comportarci. Infatti, pur non entrando nel merito dell'intervento dell'onorevole Boscetto, mi è parso di capire che egli ha apprezzato l'ordine del giorno dei colleghi Ferrari e Zaccaria n. 9/2114-B/4, volto a specificare la norma contenuta nel comma 1 dell'articolo 6-quater. Ora, Presidente, io le chiedo: nel caso in cui venissero respinti gli identici emendamenti Di Virgilio 6-quater.1 e Benedetti Valentini 6-quater.30, sarebbe precluso l'ordine del giorno che ho citato o no? Le domando questo in quanto gli emendamenti prevedono la soppressione dell'intero articolo 6-quater e l'ordine del giorno si riferisce proprio all'articolo 6-quater. Nel caso venissero accolti gli emendamenti, le chiedo se sia possibile mantenere in vita comunque l'ordine del giorno.
Nel caso in cui non fosse così, pregherei i presentatori degli emendamenti di ritirarli, in maniera, se non altro, di avere la giusta interpretazione apprezzata dall'onorevole Boscetto. Infatti, egli ha detto che l'ufficio studi della Camera ha compiuto un ottimo lavoro; l'ordine del giorno Ferrari e Zaccaria n. 9/2114-B/4 si ispira e fa uso di quei materiali nella sua stesura. La ringrazio, Presidente.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Franco Russo. Le confermo che, a giudizio della Presidenza, in caso di reiezione degli emendamenti di cui stiamo discutendo, l'ordine del giorno Ferrari n. 9/2114-B/4 sarebbe comunque ammissibile.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, prima di tutto va ribadito - lo ha detto prima il collega - che non si tratta di una proroga di termini. È anche sgradevole e un po' disonesto volerla far passare come tale. Il marchingegno è facilissimo. Non è una proroga di termini e quindi è particolarmente grave sotto il profilo politico che questa norma sia inserita in un provvedimento cosiddetto «mille proroghe».
La seconda questione è che questa particolare norma - che forse è la più delicata dal punto di vista sociale tra tutte quelle comprese nel testo - conferma l'inappropriatezza di una scelta politica che viene fatta transitare per forza, con la ragione dell'urgenza, nel momento in cui c'è crisi di Governo e quindi vuoto di potestà decisionale a questo riguardo.
Mi sembra ingiusto che, mentre non c'è un Governo in carica debba entrare in vigenza e in operatività una scelta che è legittima, voluta o contrastata che sia, e che comunque comporta la apposizione di un ticket o una sostituzione dei ticket con altra misura equipollente. È una scelta politica di grande rilievo politico e sociale e pertanto mi sembra assolutamente ingiusto e politicamente inaccettabile che ciò avvenga in pendenza di una crisi di Governo e di un vuoto di potestà governativa.
La terza questione di merito mi sembra particolarmente grave: si va ad instaurare intanto una specie di presa in giro del cittadino che è francamente poco simpatica. Si dice che lo si solleva dalla spesa e dall'onere della compartecipazione alla spesa sanitaria e che poi se la vedranno le regioni, o di loro iniziativa ovvero facendo un patto con il ministero, con altre forme alternative che però comportino lo stesso gettito. Il cittadino è preso in giro in maniera rea confessa.
Mi sembra inaccettabile che si prenda in giro la gente in questo modo! Non solo: questa non è una versione del federalismo, tanto meno del federalismo solidale di cui molte volte abbiamo parlato! Anche sotto quest'ultimo profilo, creeremo una gestione sanitaria con i colori di Arlecchino: talune regioni, magari più attrezzate o in condizione di disporre di risorse maggiori, potranno permettersi di non pigiare sull'acceleratore del prelievo o di inventarsi soluzioni che penalizzino meno il cittadino; altre regioni saranno costrette ad Pag. 118incidere maggiormente sul cittadino (naturalmente, ci riferiamo a quello poco abbiente o meno abbiente, perché quello più abbiente è in grado di assorbire magnificamente evenienze simili). Quindi, creeremo una situazione di incertezza tra regione e regione ed un assetto tutt'altro che solidale con riferimento a prestazioni non particolarissime, ma di base, di larghissimo consumo, di larga utilizzazione da parte dell'utente, del popolo che deve ricorrere a servizi fondamentali. Mi pare strano, colleghi della sinistra, che vi rendiate autori di una normativa siffatta.
Non possiamo ritirare un emendamento soppressivo che è altamente qualificante e che crea un vero discrimine, nel modo di sentire l'approccio sociale all'organizzazione sanitaria, tra noi e voi. Ci dispiace dirlo, ma avremmo preferito non avere questo tipo di contrapposizione!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, sarò estremamente sintetico, perché molto è già stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto.
In primo luogo, è sicuro che non siamo di fronte ad una proroga di termini. In secondo, luogo, come ha sottolineato il collega Benedetti Valentini, si tratta di una presa in giro degli amministratori regionali, dei quali si rispetta poco il ruolo. Inoltre, ribadisco che la disposizione si configura come un'ulteriore modifica alla legge finanziaria per il 2007. Infine, i cittadini non avranno alcun beneficio: poiché le regioni non possono modificare i saldi e non possono disapplicare il ticket, se non reperendo ulteriori risorse in altri modi: per i cittadini che già contribuiscono in modo pesante alle casse di questo paese - è il caso dei padani - non si tratterà che di un metro diverso sulla base del quale pagare imposte estremamente esose.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, innanzitutto, desidero aggiungere la mia firma all'emendamento Di Virgilio 6-quater.1.
È intollerabile che il Governo giochi a scaricabarile con le regioni su questo tema! Inoltre, desidero sottolineare che esiste una differenza sostanziale, signor Presidente, tra noi che sosteniamo il federalismo fiscale e questo ex Governo che, invece, con la norma di cui si propone la soppressione, sostiene un fiscalismo di carattere federale, in quella sanitaria come in altre materie!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, faccio semplicemente notare a parecchi colleghi dell'ex maggioranza presenti in aula che, alcuni mesi or sono, sono andati in tutte le piazze d'Italia, in occasione della campagna referendaria (il referendum riguardava la nostra legge costituzionale che modificava la Costituzione), a sostenere che la riforma proposta dalla nostra parte politica voleva introdurre il principio cardine di tante sanità diverse nelle regioni d'Italia.
Ebbene, proponendo di sopprimere l'articolo 6-quater, forniamo ai colleghi, implicitamente, una ragione in più per votare a favore del nostro emendamento soppressivo, che dichiaro di voler sottoscrivere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, le ultime due norme che stiamo esaminando sono particolarmente emblematiche, più di altre, di quella che sembra una politica - scusatemi - un po' schizofrenica di questo Governo: da una parte, si dà il «via libera» agli enti locali che violano il patto di stabilità; da una parte, la politica può fare quel che le pare; dall'altra, i cittadini pagano anche per la sanità!Pag. 119
Colleghi, non eravate voi, come affermava il collega Marinello, quelli che dicevano «no» ad una sanità di serie A e ad una sanità di serie B? Non eravate voi quelli che dicevano «no» ad una sanità peggiore nelle regioni del sud? Lo sapete che i ticket saranno imposti nelle regioni del sud e che in tali regioni vi sarà una tassazione maggiore? Chiedete alle regioni che governate di spendere meglio i soldi per la sanità, non ai cittadini di coprire i «buchi» della sanità pubblica!
Su questo cerchiamo di avere un comportamento coerente e forniamo una risposta comprensiva. Di ciò saranno lieti i cittadini delle regioni meridionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Da lombardo, in campagna elettorale posso dire di averne sentite un sacco e una sporta sulle critiche al modello lombardo della sanità e alla presenza dei ticket. Ebbene, veniamo qui e l'ex ministro della salute mette i ticket. Ci auguriamo dunque che questo ex Governo chiuda questa fase con questa bella operazione di trasparenza, avendo preso per i fondelli per troppo tempo troppa gente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Virgilio 6-quater.1 e Benedetti Valentini 6-quater.30, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 311
Votanti 310
Astenuti 1
Maggioranza 156
Hanno votato sì 38
Hanno votato no 272
Sono in missione 66 deputati).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 6-quater.2, limitatamente alla parte ammissibile, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 308
Votanti 307
Astenuti 1
Maggioranza 154
Hanno votato sì 34
Hanno votato no 273
Sono in missione 66 deputati).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto Dis. 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 307
Maggioranza 154
Hanno votato sì 36
Hanno votato no 271
Sono in missione 66 deputati).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto Dis. 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 120
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 302
Votanti 301
Astenuti 1
Maggioranza 151
Hanno votato sì 36
Hanno votato no 265
Sono in missione 66 deputati).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Santelli Dis. 1.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 308
Maggioranza 155
Hanno votato sì 36
Hanno votato no 272
Sono in missione 66 deputati).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bertolini Dis. 1.3, Cota Dis. 1.4 e Volontè Dis. 1.11, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 307
Votanti 306
Astenuti 1
Maggioranza 154
Hanno votato sì 36
Hanno votato no 270
Sono in missione 66 deputati).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Santelli Dis. 1.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 308
Votanti 307
Astenuti 1
Maggioranza 154
Hanno votato sì 36
Hanno votato no 271
Sono in missione 66 deputati).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Santelli Dis. 1.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 312
Votanti 311
Astenuti 1
Maggioranza 156
Hanno votato sì 40
Hanno votato no 271
Sono in missione 66 deputati).
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale.