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Discussione di documenti in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione (ore 17,32).
(Esame - Doc. IV-ter, n. 7-A)
PRESIDENTE. Passiamo dunque alla discussione del seguente documento:
Relazione della Giunta per le autorizzazioni su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Tiziana Parenti, deputata nella XIII legislatura (Doc. IV-ter, n. 7-A).
La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse da Tiziana Parenti, deputata all'epoca dei fatti, nell'esercizio delle funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare il relatore, deputato Antonio Pepe.
ANTONIO PEPE, Relatore Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Giunta riferisce su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità parlamentare ai sensi dell'articolo 68, primo comma della Costituzione, trasmessa alla Camera dalla Corte di appello di Brescia in un procedimento che vede interessata Tiziana Parenti, deputato all'epoca dei fatti.
Mi riporto, per brevità, alla relazione scritta per i fatti per cui viene imputata la Parenti. Ricordo che la Parenti aveva affermato, in un'intervista concessa a Il Giornale nel 1997 con riferimento al pool di Mani pulite di Milano, che «il loro impegno di questi tre anni è stato quello di cercare di abbattere Berlusconi. E poi ci si domanda come mai gli altri processi vanno in prescrizione. Sono tre anni che con le loro teorizzazioni lavorano soltanto per colpire il leader di Forza Italia».
Per tali frasi la Parenti è stata condannata in primo grado per diffamazione nei confronti del giudice, dottor Gherardo Colombo. La Parenti è stata anche ascoltata nella Giunta per le autorizzazioni e ha osservato che la sintesi con cui i giornalisti necessariamente riportano le dichiarazioniPag. 46degli intervistati può aver reso le espressioni più forti di quanto inteso. Ha sottolineato però che il suo impegno in materia politico-giudiziaria è noto ed ha contraddistinto il periodo in cui ha ricoperto il mandato parlamentare. La Parenti infatti era responsabile in materia di giustizia per Forza Italia.
La Giunta ha anche esaminato alcune proposte di legge in materia di giustizia presentate dall'onorevole Parenti, nonché un'interpellanza sempre a sua firma nella quale si lamentava per la pretesa lentezza di un'inchiesta sull'ENI condotta proprio dalla procura di Milano.
Devo dire che in generale quasi tutti i membri della Giunta hanno rilevato che l'argomento del carattere politico dell'operato del pool di «Mani pulite» è stato una costante delle posizioni adottate da Forza Italia, il partito cui apparteneva Tiziana Parenti; e al di là del merito, ha ritenuto che l'attività politica complessiva dell'interessata è stata sempre corrispondente alle affermazioni sopra riportate.
Per tutti questi motivi, rilevando il carattere politico delle affermazioni della Parenti, la Giunta ha proposto a maggioranza di deliberare che i fatti ascrivibili all'ex-deputato Tiziana Parenti concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni.
PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vacca. Ne ha facoltà.
ELIAS VACCA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima ancora che all'onorevole Pepe, mi fu affidato nella Giunta per le autorizzazioni l'incarico di relazionare sulla vicenda appena riassunta. Debbo dire che la sua peculiarità risiede nel fatto che l'affermazione così sinteticamente riportata dal giornalista e ascritta all'onorevole Parenti afferiva non soltanto all'uso politico della giustizia - fatto del resto che la collega Parenti più volte aveva lamentato, anche in atti tipici della funzione parlamentare - ma anche a un'affermazione ulteriore, cioè quella che a cagione dell'uso politico e della scelta di priorità politica nell'esercizio dell'azione penale, i suoi colleghi della procura di Milano, il cosiddetto pool, rischiavano di far andare in prescrizione altri procedimenti non meno importanti, ma probabilmente di minore rilevanza mediatica. Nel rendere allora il mio parere dissi che se - e fui rassicurato sotto questo profilo da colleghi - fossero stati rinvenuti atti parlamentari tipici presentati dall'onorevole Parenti, atti di sindacato ispettivo o proposte di legge afferenti le affermazioni espresse nell'intervista, mi sarei pronunciato favorevolmente rispetto all'insindacabilità.
Per la verità, gli atti che sono stati prodotti riconducono al tema dell'affermato uso politico della giustizia (fatto che peraltro assolutamente non condivido), ma solo parzialmente ricomprendono l'opinione dell'onorevole Parenti. In questo caso, non essendomi estraneo che in quel periodo, e particolarmente nella Commissione bicamerale, si discuteva anche - con affermazioni che, lo ripeto, nel merito non condivido - del tema della giustizia e del ruolo del pool di Milano, per tale ragione, e perché il tema complessivamente è stato trattato, ritengo di dover esprimere a questo punto un prudente voto di astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, prendo brevemente la parola per motivare il mio voto di astensione in Giunta e ora anche in Assemblea.
Da una parte ci sono le dichiarazioni dell'ex-collega Parenti, che sono da me giudicate molto severamente; dall'altra parte, però, c'è stata una volontà della stessa collega Parenti di attenuare le medesime dichiarazioni, affermando che la stampa era andata oltre quella che era veramente la sua intenzione.
D'altra parte, anche io ho rilevato, insieme al collega Vacca, che non esiste con certezza un atto parlamentare tipicoPag. 47al quale riferire l'attività e le dichiarazioni della collega Parenti.
Per tali ragioni, preannunzio il voto di astensione mio e del gruppo di Italia dei Valori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, intervengo non come presidente della Giunta per le autorizzazioni, ma come parlamentare, per ricordare che a tutti i colleghi è capitato e capiterà, se fanno seriamente i parlamentari, di prendere posizione anche su grandi questioni che riguardano il Paese.
Ricordo, ad esempio, la grande battaglia condotta a sinistra nei decenni passati contro quello che era stato definito il «porto delle nebbie», la procura di Roma, con accuse che in questa Camera sono state fatte molto severamente rispetto a comportamenti di chi allora reggeva quella procura.
Ricordo anche la passione con la quale ci siamo interrogati più volte in Parlamento - e la collega Parenti, anche con la sua esperienza di magistrato, lo ha fatto più volte - circa una questione che è ancora di attualità. Mi riferisco all'obbligatorietà dell'azione penale: è obbligatoria, ma sappiamo che essa è obbligatoria tra migliaia e migliaia di cause che possono essere coltivate. Non è il Parlamento a definire l'indirizzo da seguire, ed avevamo discusso a lungo se dovesse essere il Parlamento il luogo in cui orientare anche le procure d'Italia su certi specifici reati che potevano destare maggiore preoccupazione sociale di altri.
È oggettivo, infatti, che vi siano cause penali e processi che arrivano velocemente alla loro conclusione, mentre altri inevitabilmente, colposamente o, qualche volta, forse maliziosamente non vengono adeguatamente coltivati.
Sono state questioni di cui abbiamo parlato in questa Assemblea. La collega Parenti è firmataria di un disegno di legge che proponeva proprio alcuni rimedi al problema delle prescrizioni e della discrezionalità dell'azione penale, ed è stata protagonista di interventi parlamentari negli anni in cui era deputata di Forza Italia, un gruppo cioè che si era particolarmente preoccupato di tale argomento. Richiamo, pertanto, tutti i colleghi alla nozione di tipicità: se c'è una situazione che tocca proprio opinioni che sono state espresse attraverso disegni di legge, interpellanze e comunque attraverso un lavoro politico e parlamentare, questo è proprio il caso tipico della collega Parenti che - prima in una posizione politica di centrodestra con Forza Italia, ed oggi di centrosinistra con i Socialisti Italiani - si è comunque sempre interessata di problemi giudiziari.
Quindi, in questo caso invito davvero i colleghi, in nome di una prerogativa di libertà di parola che interessa tutti i parlamentari, a votare secondo quanto la Giunta ha indicato.