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Informativa urgente del Governo sul grave attentato in Afghanistan che ha causato la morte del maresciallo capo Daniele Paladini e di alcuni cittadini afgani, nonché il ferimento di tre militari italiani.
(Intervento del sottosegretario di Stato per la difesa)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per la difesa Marco Verzaschi.
MARCO VERZASCHI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, onorevoli deputati, vengo a riferire a nome del Governo sul grave attentato avvenuto il 24 novembre scorso in Afghanistan, con la conseguente morte di un nostro militare e il ferimento di altri tre.
Il Ministro della difesa si trova in questo momento a Novi Ligure per le esequie del militare caduto e ha, pertanto, delegato il sottoscritto a riferire al Parlamento quanto al momento è noto.
Il 24 novembre 2007, alle ore 7,30 circa, in un sito nei pressi della cittadina di Paghman, a circa 25 chilometri nord ovest dal centro di Kabul, personale del gruppo multinazionale del Genio stava completando i lavori di gittamento di un ponte pedonale posto sopra un torrente. I lavori erano svolti da manodopera locale, con l'assistenza tecnica dei nostri genieri. Sul luogo, come normalmente avviene in questi casi, era presente la popolazione locale - tra cui molti bambini - che Pag. 2assisteva ai lavori con interesse, stante l'importanza del ponte per la loro vita quotidiana.
Nei pressi del ponte era stata posta una cornice di sicurezza, composta da una squadra del Genio, che aveva provveduto a regolare il traffico civile sull'adiacente strada asfaltata e a vigilare sui dintorni del cantiere di lavoro.
A partire dalle ore 8, il dispositivo di sicurezza veniva integrato da un distaccamento di ranger del 4o reggimento alpini paracadutisti «Monte Cervino». Alle ore 8,40 circa sopraggiungeva anche il Comandante del contingente italiano, colonnello Alfredo De Fonzo, accompagnato dal Comandante del citato gruppo del Genio e dall'ufficiale addetto alla cellula progettazione del Comando del contingente nazionale.
Alle ore 9,50, i militari che fornivano la protezione dell'area notavano un soggetto che si avvicinava ai civili locali che assistevano ai lavori in corso, risalendo il greto del torrente e costeggiando una fila di alberi. Insospettiti, rapidamente intimavano l'altolà e a questo punto l'attentatore, in prossimità dell'area dei lavori dove si trovavano numerosi bambini e ad alcuni metri dai nostri militari, ritenendosi scoperto, faceva esplodere la carica esplosiva che aveva con sé.
Dai primi accertamenti il soggetto - probabilmente non di origine afgana - indossava un giubbetto imbottito con esplosivo, con al suo interno sfere d'acciaio.
Circa un minuto dopo l'esplosione, un militare di sorveglianza al posto di controllo a valle esplodeva sei colpi di avvertimento in aria con l'arma in dotazione, al fine di bloccare e allontanare alcune autovetture che tentavano di transitare per l'area interessata dall'attentato.
L'esplosione investiva il seguente personale: maresciallo capo Daniele Paladini, del 2o reggimento Genio pontieri di Piacenza; colonnello Alfredo De Fonzo, comandante del 5o reggimento alpini di Vipiteno; capitano Salvatore Di Bartolo, dell'11o reparto infrastrutture di Palermo; capitano Stefano Ferrari, del 2o reggimento Genio Pontieri di Piacenza; caporal maggiore scelto Andrea Bariani, del 5o reggimento alpini di Vipiteno.
Il maresciallo capo Daniele Paladini, il quale si trovava sulla parte posteriore dell'autocarro per trasporto terra, a seguito delle ferite riportate, perdeva subito conoscenza e veniva trasferito nei pressi del vicino campo da calcio in costruzione, prontamente adibito a zona atterraggio elicotteri, per permettere l'evacuazione dei feriti.
Il capitano Di Bartolo veniva investito dalle schegge sul lato destro del volto e ad una gamba, mentre il capitano Ferrari veniva lievemente colpito da schegge alle gambe.
Il caporale maggiore scelto Bariani subiva, a seguito dell'impatto con le schegge, lesioni minori ad un braccio e alla mandibola, non destando da subito particolare preoccupazione. I predetti ufficiali e il Bariani sono stati sgomberati a mezzo aeromobile.
Il colonnello De Fonzo, che al momento dell'attentato suicida si trovava sul lato destro del torrente intento a seguire l'andamento dei lavori, veniva attinto da una biglia d'acciaio alla coscia. La ferita leggera non gli ha impedito di continuare a svolgere la sua azione di comando.
L'esplosione coinvolgeva anche i civili presenti sul posto uccidendo, da una prima stima, sette civili (tra i quali almeno tre bambini) e ferendone almeno altri nove.
I civili feriti venivano soccorsi dalle ambulanze locali, giunte sul posto pochi minuti dopo, mentre per i militari feriti veniva richiesta l'evacuazione a mezzo elicottero, avvenuta alle successive ore 10.40 circa con una coppia di elicotteri dell'Armée de terre francese; il personale militare coinvolto veniva trasferito d'urgenza all'ospedale Role 2 sito nella base di Camp Warehouse, anch'esso francese.
Alle ore 11.15 il comandante del contingente lasciava il comando locale delle operazioni di recupero delle attrezzature tecniche e di cantiere all'ufficiale responsabile, lasciandogli in rinforzo, per le operazioni di sicurezza, il distaccamento operativo Pag. 3del 4o reggimento alpini paracadutisti e si recava presso l'infermeria per le medicazioni del caso.
In maniera approssimativa, alle ore 12 circa ora locale di Kabul, il dirigente del servizio sanitario del contingente italiano Italfor XVI certificava la morte del maresciallo capo Daniele Paladini per arresto cardio-circolatorio verosimilmente conseguente a grave trauma cranico con vasta ferita penetrante del capo in sede occipitale e lesione del sottostante tessuto cerebrale.
Gli altri militari hanno riportato le seguenti lesioni: il capitano Salvatore Di Bartolo: ferita da scheggia penetrante regione oculare destra, regione mandibolare destra e porzione del collo laterale destro (prognosi di 20 giorni); il capitano Stefano Ferrari: ferita da scheggia penetrante arto superiore destro con lesione dei tessuti molli regione retro-auricolare destra (prognosi di 15 giorni); il caporal maggiore scelto Andrea Bariani: ferita da scheggia penetrante coscia destra e fianco destro, senza evidente coinvolgimento degli organi addominali e interessamento anche della mandibola destra (prognosi di 30 giorni).
Alle ore 14.30 (ora locale), una coppia di elicotteri dell'Aeronautica militare italiana trasferiva due carabinieri ed altri operatori della Squadra investigazioni della Multinational military police company del Comando regionale-capitale di Kabul per effettuare i rilievi tecnici del caso, terminati alle ore 17.50 circa con il rientro in sede della squadra.
Sull'evento stanno procedendo la magistratura ordinaria e militare di Roma e le autorità militari, ciascuna per le rispettive competenze.
Questa, in sintesi, è la dinamica degli eventi.
Concludo questa comunicazione con un doveroso omaggio alla memoria del maresciallo capo Daniele Paladini, caduto nel compimento del suo dovere di militare, al servizio della Repubblica.
Certo di condividere anche i sentimenti di questa Assemblea, desidero inviare un forte messaggio di solidarietà alla moglie, alla figlia e ai suoi familiari.
Ai feriti, fortunatamente non gravi, va il nostro augurio di pronta guarigione, e soprattutto il nostro grazie per l'esemplare comportamento tenuto nell'espletamento del loro incarico.