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Discussione di documenti in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione (ore 17,32).
(Esame - Doc. IV-quater, n. 23)
PRESIDENTE. Passiamo alla discussione del seguente documento:
Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato Volontè (Doc. IV-quater, n. 23).
La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse dal deputato Volontè nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della costituzione.
Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare il relatore, deputato Mormino.
NINO MORMINO, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Giunta riferisce su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità avanzata dal deputato Volontè in relazione ad un procedimento promosso nei suoi confronti dall'onorevole Emma Bonino e dai parlamentari europei Marco Cappato e Marco Pannella, pendente presso il tribunale di Roma.
La controversia nasce da alcune dichiarazioni rilasciate agli organi di informazione dal collega Volontè il 27 aprile 2007, strettamente collegate ad una risoluzione del Parlamento europeo contro l'omofobia e a commenti critici nei confronti della parte politica alla quale l'onorevole Volontè appartiene e, in particolar modo, della Chiesa e dei rappresentanti delle istituzioni ecclesiali.
Il deputato Volontè commentava in maniera fortemente e decisamente negativa le dichiarazioni che erano state rese nel corso del dibattito presso il Parlamento europeo e, in particolar modo, definiva la posizione dei parlamentari radicali come quella di «commercianti di embrioni criocongelati da macellare e agenti della pronta morte». Questa e altre affermazione ed espressioni del collega Volontè venivano censurate dai parlamentari e dagli esponenti politici ai quali ho accennato precedentemente, che chiedevano il riconoscimento della portata offensiva delle sue dichiarazioni.
Indubbiamente, signor Presidente, onorevoli colleghi, un eccesso verbale in tali esternazioni può essere colto. Tuttavia, esso riguarda - ed è stato riconosciuto unanimemente dalla Giunta - il clima polemico che si era creato attorno ad un dibattito politico e legislativo fondamentale della nostra epoca, che riguardava gli aspetti connessi alla procreazione medicalmente assistita. Tale dibattito si era sviluppato attraverso una serie di interventi che, da una parte e dall'altra degli schieramenti, avevano assunto toni estremamente forti, estremamente polemici e in qualche modo - almeno dal punto di vista espressivo - sicuramente aggressivi nei confronti degli antagonisti. È stato possibile accertare che proprio al deputato Volontè l'onorevole Cappato, che in seguito lo ha citato in giudizio per le ragioni esposte, in occasione di una sua intervista al quotidiano Il Foglio del 13 agosto 2006 aveva attribuito la posizione di un «soldato» che aveva imparato a memoria la lezione per cui la pillola RU 486 sarebbe una kill pill per le donne, più pericolosa dell'interruzione chirurgica della gravidanza, e che addirittura l'onorevole Bonino, il 25 maggio 2005, in prossimità del referendum sulla legge n. 40 del 2004, dichiarò all'ANSA che gli astensionisti erano autori di una «miseranda furbata». In maniera ancora più specifica e più determinata, è stato possibile accertare che il deputato radicale Donatella Poretti, che si esprimeva rappresentando la posizione del proprio gruppo politico, aveva affermato che poiché il Governo sostenuto dal Volontè nella XIV legislatura non aveva comunque vietato la ricerca sulle cellule staminali embrionali, il VolontèPag. 49medesimo poteva essere «calorosamente accolto nel club dei serial killer», in maniera tale da attribuirgli una funzione che non è riconoscimento della sua posizione politica, ma che è una sottolineatura estremamente aggressiva del ruolo che egli aveva svolto.
Proprio in considerazione di questa situazione complessiva, dell'attualità del dibattito politico, della sua relazione con quello parlamentare, la Giunta si è orientata ad esprimere all'unanimità un giudizio di insindacabilità, sia per quanto riguarda il contenuto delle manifestazioni espressive che da una parte e dall'altra si sono avute, sia per il rapporto di reciprocità nell'uso di termini sicuramente forti e in buona parte non condivisibili, ma che bene rappresentavano la tensione attorno ad un tema estremamente complesso, delicato, impegnativo e moralmente rilevante, su una questione che tanto ha impegnato l'attività parlamentare.
Per queste ragioni, la Giunta ha deciso di sottoporre all'Assemblea un giudizio di insindacabilità, manifestato all'unanimità dei suoi componenti.
PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.