Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Si riprende la discussione.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 525-bis ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nardi. Ne ha facoltà.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, rinuncio ad intervenire.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabris. Ne ha facoltà.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.Pag. 54
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Balducci. Ne ha facoltà.
PAOLA BALDUCCI. Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crapolicchio. Ne ha facoltà.
SILVIO CRAPOLICCHIO. Signor Presidente, onorevoli deputati, noi Comunisti italiani abbiamo votato lo stralcio della legge sull'amnistia e, con lo stesso spirito, oggi avremmo voluto rendere la nostra favorevole dichiarazione di voto.
Riteniamo la legge sull'indulto una legge giusta ed, in tal senso, avevamo depositato una proposta di legge. È un dato di fatto, nostro malgrado, che la situazione delle carceri italiane abbia ormai raggiunto livelli drammatici ed, in tal senso, i dati forniti dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria sono assai eloquenti.
Crediamo che il vertiginoso aumento della popolazione carceraria sia dovuto alla presenza di imputati e di condannati per reati di droga e per reati legati all'immigrazione clandestina. Dunque, per leggi sbagliate, come ad esempio la cosiddetta legge Bossi-Fini. La detenzione, infatti, riguarda i settori più marginali della società, una massa di soggetti senza diritti, tossicodipendenti ed immigrati clandestini, che affolla le carceri senza alcuna prospettiva di reinserimento sociale. Su questi soggetti senza diritti si è abbattuta la scure della cosiddetta tolleranza zero, veicolata dall'approvazione della legge ex Cirielli, destinata ad aumentare il numero dei disperati nelle nostre carceri.
È indubbio che l'approvazione del solo indulto non consentirà una riduzione della popolazione carceraria entro i limiti della capienza della stessa. Ovviamente, siamo consapevoli che meri atti di clemenza non potranno da soli risolvere una situazione che trae origine anche e soprattutto da una cattiva legislazione. Legislazione che in questi anni ha puntato essenzialmente ad un generale inasprimento delle pene, senza tuttavia essere accompagnata da un vero programma di recupero e di reinserimento sociale dei detenuti.
Da qui la necessità, a nostro avviso, di pianificare un programma di intervento che inverta completamente l'attuale situazione di cronica carenza di organico. Un programma capace di incentivare la presenza di medici, assistenti sociali e, in generale, del personale penitenziario attivando, se del caso, istituti di pena alternativi, che potranno aiutare il detenuto a procedere verso un'auspicabile nuova dimensione.
Crediamo, altresì, che ciò debba essere accompagnato anche da una rapida revisione delle leggi che hanno portato nelle carceri masse di disperati, a fronte di reati per i quali si sarebbero potute applicare pene alternative o, addirittura, per i quali in precedenza la detenzione non era affatto prevista.
Abbiamo cercato, inutilmente, di migliorare il testo licenziato dalla Commissione, proponendo emendamenti e votando anche proposte emendative di altre forze politiche. Detto ciò, tuttavia, non possiamo accettare nostro malgrado, se non vi saranno fatti nuovi, di subire ricatti in nome di qualche famigerato personaggio che indebitamente vuole approfittare di un legittimo atto di clemenza.
Pertanto, dichiaro che il gruppo dei Comunisti italiani - che in questa sede ho l'onore di rappresentare - si asterrà dal votare un testo così formulato, quale presupposto di un accordo scellerato, sempre che non si registrino fatti nuovi anche da parte del Governo.
Mi sia infine concesso un commento sulla reiterata bocciatura dell'emendamento che escludeva dall'indulto il voto di scambio elettorale politico-mafioso; vergogna, vergogna, vergogna (Applausi dei deputati del gruppo dei Comunisti Italiani)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Donadi. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, stiamo per approvare un provvedimento complesso e delicato, che richiede indubbiamente ponderatezza e riflessione, soprattutto per l'estensione degli anni dell'indulto, che oggi riguarda circa 40 mila persone già in carcere o alle quali si applicano sanzioni alternative al carcere e che, nei prossimi cinque o sei anni, riguarderà non meno di altre 30 mila persone.
È un provvedimento sul quale occorre riflettere attentamente, soprattutto quando se ne fa - e lo dico in senso tecnico, non etico - un uso improprio, nel senso che non stiamo prevedendo un atto di clemenza, ma un atto necessitato dall'impossibilità e dall'insostenibilità dell'attuale situazione carceraria italiana.
Indubbiamente, oggi, nelle carceri, esiste un colossale problema umanitario, al quale occorre fornire subito una risposta. Tuttavia, la risposta che questo Parlamento ha ritenuto di fornire - e ciò non ci convince - sta tutta in quel patto che più volte è affiorato durante il dibattito di questi giorni. Un patto affrettato, che non si è nemmeno tentato di raggiungere prima all'interno della maggioranza per poi proporlo all'opposizione, un patto che si è stipulato in fretta e in furia direttamente con quella parte dell'opposizione che si sapeva più incline a votare comunque un provvedimento di indulto (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori). Questo non va bene!
E vi è stata talmente tanta fretta - una fretta così maledetta - di prevedere questo indulto che si è subito un ricatto, la personalizzazione di questo indulto, assoggettando l'approvazione di tale atto di clemenza al fatto che alcuni reati necessariamente dovessero essere inclusi. Non posso non sottolineare lo stupore per il fatto che quest'Assemblea abbia respinto l'esclusione di reati come l'estorsione, la corruzione, i reati fiscali e tanti altri. Ma non voglio insistere su questo.
Credo che tale patto abbia avvicinato di molto la valenza di questo indulto ad alcune leggi ad personam emanate nella precedente legislatura (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori). Ma sono anche convinto del fatto che, se le leggi ad personam approvate nella precedente legislatura sono e resteranno uno sfregio alla storia democratica di questo paese, l'unica cosa peggiore che si potrebbe fare è quella di emanare leggi contra personam, in quanto ciò equivarrebbe all'eclissi dello Stato di diritto.
Non siamo preoccupati per il fatto che qualcuno ottiene ciò che voleva. Noi siamo preoccupati per le conseguenze di carattere generale. Non possiamo accettare la tesi del relatore Buemi - più volte riecheggiata in questa sede - secondo la quale i reati sono tutti uguali e si misurano soltanto in relazione alla pena stabilita dal codice penale. Questa è un'interpretazione, che potrei definire un po' da salumeria (tre etti sono sempre tre etti, sia che si tratti di mortadella sia che si tratti di soppressa), che non possiamo accettare (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori)!
Credo, allora, che il legislatore abbia il dovere di affrontare e gestire dinamiche sociali e politiche complesse. Ritengo debba riconoscere queste complessità e dare risposte diversificate. Non possiamo nascondere ciò che lo stesso Presidente Prodi ha detto nel discorso con il quale in quest'aula ha presentato il suo Governo, ossia che in questi anni nel paese, per quanto riguarda i mercati economici e finanziari e la gestione dei cittadini verso il fisco, vi è stato un crollo di etica (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori). Non possiamo dimenticare che, così facendo, realizziamo l'ennesimo colpo di spugna rispetto a tutto l'intreccio che si è determinato in questo paese tra reati finanziari, reati fiscali e reati economici, che sono costati a 800 mila famiglie di consumatori italiani, in questi dieci anni, 35 miliardi di euro. Non sto parlando di Vanna Marchi, bensì di Parmalat, di Cirio, di «bancopoli», delle tangenti (ApplausiPag. 56dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori - Commenti del deputato Ruggeri)! Abbi la correttezza di lasciarmi finire!
E veniamo alla giustificazione che ha addotto chi sembra aver siglato questo patto: i processi si faranno lo stesso, le condanne ci saranno lo stesso e la riprovazione sociale c'è tutta; più di questo cosa volete? Ma voi credete veramente che il paese, fuori di qui, dirà che siamo stati bravi? Adesso, i giudici spenderanno milioni di euro per fare le indagini e per svolgere i processi; dopodiché, diremo agli interessati: siete stati cattivi, ma per questa volta andate a casa. Credete che ci applaudiranno? O diranno che, ancora una volta, abbiamo tradito cinque anni di lotta condotta come opposizione contro queste cose? Abbiamo tradito il programma che tutti insieme abbiamo detto di voler realizzare, contro l'evasione fiscale, contro i «furbetti dei quartierino» e contro tutti questi fenomeni!
Credo che l'indulto che oggi verrà licenziato da quest'aula - l'ho già detto in un altro intervento - purtroppo non ci consentirà di uscire a testa alta. Soprattutto, è un indulto - mi sento di dirlo - che, così com'è, con la fretta con cui lo abbiamo realizzato, era evitabile. Avremmo potuto tranquillamente intervenire, a maggioranza semplice, in un tempo ancora più breve, abrogando pochi articoli della cosiddetta legge Bossi-Fini, per cui nel 2005 ci sono stati 9.500 ingressi in carcere. Infatti, la risposta al fenomeno dell'immigrazione non è il carcere (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori)!
Avremmo potuto abrogare alcuni articoli della cosiddetta legge Fini-Giovanardi, perché la risposta alla tossicodipendenza non è il carcere (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori)! Avremmo raggiunto gran parte degli obiettivi dell'indulto ed avremmo avuto molto più tempo e non questa fretta maledetta - maledetta questa fretta! - per fare un indulto giusto.
Anche dai banchi di Alleanza Nazionale si è affermato di non essere contro l'indulto comunque, ma che si potevano escludere alcune ipotesi come i recidivi, i delinquenti abituali.
PRESIDENTE. Per favore, colleghi, ci stiamo avviando alla conclusione ed inviterei a consentirlo.
MASSIMO DONADI. Avremmo potuto accogliere altri emendamenti, come quelli che, per garantire un minimo di certezza della pena, subordinavano l'indulto al fatto di aver scontato almeno un terzo o un quarto della pena: non si è voluto fare!
Per questo motivo - lo diciamo forte in quest'aula e riteniamo di doverlo dire anche fuori, con tutto il paese - diremo «no» a questo orribile indulto (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maroni. Ne ha facoltà.
ROBERTO MARONI. Presidente, ribadisco il voto contrario del gruppo della Lega Nord Padania a questo provvedimento, che rappresenta un colpo di spugna. Rinvio agli interventi svolti da numerosi deputati della Lega per le ragioni di merito.
Noi siamo dalla parte dei cittadini onesti, dalla parte di chi chiede maggiore sicurezza per sé, per i propri cari e per le proprie famiglie. Siamo dalla parte delle vittime dei reati, e non di chi li commette. Sono ragioni importanti, a cui si aggiungono peraltro quelle che sono venute dal dibattito e dal voto in Assemblea in questi giorni. Un'Assemblea e una maggioranza che hanno respinto quasi tutti gli emendamenti presentati dalla Lega e, in particolare, quelli che riducevano ed escludevano l'indulto per reati molto gravi contro la persona, come l'omicidio, e per i reati legati alla mafia. Questo, francamente, mi sorprende molto. Una maggioranza che, nei cinque anni del Governo Berlusconi, non ha esitato ad accusare il Governo e l'allora maggioranza di essere collusi con la mafia, approva oggi un provvedimentoPag. 57che esclude molti reati e consente l'indulto per reati di mafia previsti dall'articolo 416-ter.
ENRICO BUEMI. Bugiardo!
ROBERTO MARONI. Mi chiedo come esponenti politici che hanno fatto dell'antimafia una professione, uscendo dal Parlamento, possano continuare a guardare a viso aperto i propri cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e di Alleanza Nazionale). Onorevole Violante - mi rivolgo a lei perché riconosco il suo impegno in tutti questi anni contro la mafia - ma cosa andrà a dire ai giovani di Locri dopo aver votato questo provvedimento? Che la mafia non esiste? Oppure che è giusto rimettere in libertà cittadini che hanno commesso reati di mafia?
ENRICO BUEMI. Bugiardo!
ROBERTO MARONI. Presidente, siamo abituati agli insulti, anche se nelle passate legislature, quando c'era un atteggiamento di intolleranza nei confronti di un deputato, il Presidente della Camera interveniva con maggiore determinazione, perché gli insulti non sono accettabili (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania). Rivendico per chiunque il diritto di esprimere, soprattutto in quest'aula, le proprie opinioni senza essere insultato.
PRESIDENTE. Deputato Maroni, lei sa che gode della mia stima e di quella di tutta l'Assemblea.
ROBERTO MARONI. Grazie, la sua stima mi è sufficiente. Siamo per la certezza della pena, siamo contro i colpi di spugna, rifiutiamo e respingiamo al mittente le obiezioni che sono state avanzate. L'obiezione più importante riguarda il fatto che il colpo di spugna servirebbe per l'emergenza carceraria. Ministro Mastella, la invito a vedere ciò che il suo predecessore ha fatto in questi anni.
Negli ultimi cinque anni, la cosiddetta emergenza carceraria è stata gestita dal ministro Castelli senza indulti, senza colpi di spugna e senza problemi di ordine pubblico. Non veniteci a raccontare questa favola, soprattutto non raccontatela a chi è stato vittima dei reati e dei criminali che voi volete rimettere in libertà. In tutti i questi anni, il Governo Berlusconi è stato accusato di rimettere in libertà detenuti, di rimettere in libertà criminali con le leggi che ha approvato. Ogni giorno, la magistratura insorgeva, in particolare la componente Magistratura democratica, ed accusava il Governo di aprire le porte delle carceri, diminuendo quindi il livello di sicurezza. Non ho sentito un solo magistrato intervenire a proposito del ruolo che ha la magistratura.
Da ultimo, mi rivolgo al ministro Di Pietro: in questi giorni abbiamo assistito ad un «balletto» francamente grottesco da parte sua e di altri esponenti del Governo. Vede, ministro Di Pietro, lei aveva un modo molto semplice per opporsi a questo provvedimento, noi lo abbiamo fatto tante volte in questi anni. Quando non si è d'accordo, si dice «no»! Quando non si è d'accordo su un provvedimento che comporta - come lei ha denunciato - questioni morali, cioè questioni più importanti di quelle politiche, si ha il dovere di andare fino in fondo, non si può giocare semplicemente con le parole per avere qualche spazio in più sui giornali.
Credo che lei ed il suo gruppo avreste potuto fermare questo provvedimento togliendo la fiducia al Governo Prodi (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania). Non l'ha fatto, continua a non farlo e continua a giocare sulla pelle dei detenuti per avere qualche vantaggio politico. Questo, se mi consente, è ancora più grave che votare a favore dell'indulto (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania e di deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, rinuncio ad intervenire.
Pag. 58PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, come ormai è noto dopo il dibattito lungo, aspro e sentito svoltosi in quest'aula, Alleanza Nazionale voterà contro questo indulto. Sottolineo «questo indulto», signor Presidente, perché desidero sgombrare il campo, nel mio breve intervento, da un discorso che ci vede contrari ad un indulto che non accolga le condizioni legittimamente poste dal mio gruppo.
La nostra legittima domanda è: perché l'indulto? Alleanza Nazionale ha il grande difetto di avere la memoria lunga e di ricordarsi delle vittime dei reati, che non saranno da noi mai dimenticate.
Ci si dice, con qualche ragione, che l'indulto è indispensabile perché le carceri sono sovraffollate: a fronte di 40 mila posti di capienza, ci sono 61 mila detenuti. Tuttavia, noi non abbiamo chiesto la luna: abbiamo chiesto l'impegno per nuove carceri, abbiamo chiesto che venissero esclusi dal beneficio di clemenza coloro che avevano già posto in essere attività delittuose. Avevamo chiesto che venisse previsto un fondo per le Forze dell'ordine, estendendo i benefici alle vittime dei reati terroristici e mafiosi, cioè a quanti sono morti nell'adempimento del proprio dovere in occasione di reati terroristici o mafiosi. Avevamo chiesto che venissero esclusi coloro che già avevano commesso reati in modo ripetuto, cioè i plurirecidivi. Nessuna risposta è stata data alle legittime domande avanzate da Alleanza Nazionale.
È vero, noi votiamo contro, ma lo facciamo con sofferenza, perché non siamo insensibili al problema posto dall'articolo 27 della nostra Costituzione (Commenti dei deputati del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Vi prego di ascoltare con attenzione...
GIUSEPPE CONSOLO. Tuttavia, non possiamo fare altro che assumere una posizione, rigida nel risultato ma non nelle premesse, a favore delle vittime dei reati, a favore di coloro che non devono vedere uscire indenni dal carcere i loro carnefici, a favore di vittime colpevoli solo di aver subito.
Questo è il mio personale pensiero, questo è il pensiero della stragrande maggioranza dei colleghi del mio partito.
PRESIDENTE. Vi prego di ascoltare senza rumoreggiare!
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, è stato approvato un documento politico, al quale Alleanza Nazionale si ispira; documento discusso, oggetto di attenzione, ma che impone a noi di Alleanza Nazionale delle riflessioni. Tutto questo è stato ascoltato con assoluta indifferenza da parte di quella che dovrebbe essere la maggioranza di quest'aula.
Per tali motivi, Alleanza Nazionale non può e non deve - ce l'ha nel proprio DNA - dimenticare per nessun motivo le vittime dei reati. Con le nostre richieste avevamo detto di porle almeno sullo stesso piano; la vittima di un reato non può certo essere collocata in posizione inferiore rispetto all'autore del reato stesso: niente. Avevamo chiesto il risarcimento del danno: niente.
Allora, che senso ha un indulto che libererebbe le carceri, come le precedenti esperienze ci hanno insegnato, esclusivamente per pochi mesi, come è successo in occasione dell'ultimo indulto votato quando era guardasigilli l'ex ministro Vassalli?Pag. 59
Signor Presidente, onorevoli colleghi, questi sono i motivi della posizione del partito al quale mi onoro di appartenere. Non è una posizione sorda e cieca, ma consapevole e determinata perché, non dimenticatelo mai, anche se può sembrare un luogo comune, nel momento in cui Alleanza Nazionale viene dai fatti portata a votare un provvedimento di clemenza, certamente, tra Caino, colui che ha commesso il reato, ed Abele, colui che l'ha subito, non può che schierarsi, per le vostre negligenze, dalla parte di Abele (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, rinuncio a svolgere la mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bressa. Ne ha facoltà.
GIANCLAUDIO BRESSA. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Seguono ora, essendosi conclusi gli interventi per la dichiarazione di voto finale dei gruppi, gli interventi a titolo personale, per due minuti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catone, per due minuti. Ne ha facoltà.
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, rinuncio a svolgere la mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Carta, per due minuti. Ne ha facoltà.
GIORGIO CARTA. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monaco, per due minuti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MONACO. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo constente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Federica Rossi Gasparrini, per due minuti. Ne ha facoltà.
Vi prego, ci avviamo alla conclusione.
FEDERICA ROSSI GASPARRINI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il mio voto difforme da quello del gruppo di appartenenza, cioè l'Italia dei Valori (Applausi dei deputati dei gruppi de La Rosa nel Pugno e dei Popolari-Udeur).
Quando uno Stato non garantisce un sistema carcerario umano e l'espiazione della pena in condizioni di rispetto della dignità umana, atti di clemenza come questo dell'indulto sono doverosi e ispirati al civile sentire. Reputo che si debba esprimere apprezzamento per i gruppi politici che, lavorando anche con coraggio, sono riusciti a trovare un punto di mediazione che permette di superare gli interessi di gruppo, per consentire il rispetto dei diritti di tanti cittadini, 12 mila e oltre.
Pertanto, voterò anche tenendo in considerazione il lavoro importante svolto da quest'aula ed apprezzando il valore aggiunto che l'Italia dei Valori ha, comunque, portato ai fini del miglioramento del testo.
Tuttavia, voterò a favore dell'indulto! Sarò accusata per questo di non amare la giustizia? Esiste un provvedimento, l'A.C.Pag. 60n. 1328, che ho presentato su richiesta dei giovani di Locri, che si sono chiamati «E adesso ammazzateci tutti», su richiesta del gruppo di studio Lazzati. Questo provvedimento reca il seguente titolo: Disposizioni concernenti il divieto di svolgimento di propaganda elettorale per le persone sottoposte a misure di prevenzione (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, de La Rosa nel Pugno, dei Verdi, e di deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, ovviamente non voglio ripetere quanto affermato sinora. Voglio soltanto approfittare della presenza del Capo del Governo per dire che, in questa ultima campagna elettorale, così come la coalizione che rappresenta negli ultimi cinque anni, ha utilizzato ampiamente i valori della legalità, della lotta alla corruzione, garantendo un futuro di sicurezza per i cittadini.
Ebbene, in questo breve periodo di Governo, in un momento così importante, non è stata spesa una parola, non dico dal ministro dell'interno, ma dal Capo del Governo per ribadire l'impegno affinché l'Italia sia una nazione più sicura e, soprattutto, quello, assunto in campagna elettorale, per una lotta decisa contro l'illegalità e la corruzione. Oggi, la maggioranza che lo sostiene non ha speso una sola parola, fatta eccezione per qualche gruppo, in maniera concreta nell'una e nell'altra direzione! Ecco perché, a maggior ragione, il mio voto sarà assolutamente contrario (Una voce: Dov'è il dissenso?)
PRESIDENTE. È un intervento a titolo personale!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.
CARMEN MOTTA. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Motta, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nucara. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Nucara, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Vorrei chiederle, vista la delicatezza della votazione che ci apprestiamo ad effettuare, di procedere al controllo delle schede, perché è un elemento di certezza di voto che garantisce tutti.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, l'unica sofferenza che ho mentre ci si appresta a votare questo provvedimento è il pensiero che rivolgo a quelle migliaia di agenti di pubblica sicurezza, di carabinieri, delle Forze dell'ordine e di magistrati che hanno rischiato la vita per mettere in carcere le 40 mila persone che, con questo provvedimento, nonostante abbiano ricevuto una condanna definitiva, torneranno in libertà. Come tutte le statistiche dimostrano, dopo un anno, circa ilPag. 6140 per cento di costoro rientreranno in carcere, dopo aver arrecato altro danno e compiuto altri delitti.
Io voto convintamente «no»; credo che questa sia la tradizionale posizione che ha sempre assunto il gruppo di Alleanza Nazionale, e lo ha dimostrato anche nel corso di questo dibattito e di questa battaglia parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Menia. Ne ha facoltà.
ROBERTO MENIA. Signor Presidente, riaffermo con orgoglio che il gruppo di Alleanza Nazionale ha sostenuto con coerenza questa battaglia parlamentare. Una coerenza che viene da un'antica storia per cui, per noi, sono prioritari i valori della legalità e del senso dello Stato; noi non abbiamo mai fatto assurgere a valore la disobbedienza alle leggi: da noi ci sono non i «disobbedienti», ma coloro che invece preferiscono che alle leggi si ubbidisca.
Ecco perché, signor Presidente, posso con orgoglio affermare che dal gruppo di Alleanza Nazionale, anche se si è avuta una lunga dialettica e casi personali nei quali taluno voleva far prevalere il senso del perdono in una battaglia che per noi era politica, ebbene, da questo gruppo, signor Presidente, non verrà neppure un voto a favore di questo provvedimento, che continuiamo a considerare ingiusto e sbagliato (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cancrini. Ne ha facoltà.
LUIGI CANCRINI. Signor Presidente, rinuncio alla mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alemanno. Ne ha facoltà.
GIOVANNI ALEMANNO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per annunciare la mia astensione dal voto su questo provvedimento (Commenti dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
Come ha già dichiarato prima il collega Menia, alcuni, come il sottoscritto, ritenevano necessario un provvedimento di clemenza per ridurre la pressione del sovraffollamento carcerario. Purtroppo, la dialettica di questi giorni, l'elenco dei reati esclusi ed inclusi in questo provvedimento non hanno dato trasparenza al provvedimento stesso, e quindi non consentono un voto favorevole su di esso (Applausi di deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.