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Si riprende la discussione (ore 18,15).
(Esame dell'articolo 33 - A.C. 445-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 445-A ed abbinate sezione 27).
Avverto che gli emendamenti Galante 33.60 e Licandro 33.61 sono stati ritirati.
Passiamo pertanto alla votazione dell'articolo 33.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 470
Maggioranza 236
Hanno votato sì 468
Hanno votato no 2).
Prendo atto che il deputato Tenaglia non è riuscito a votare.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Cota 33.01.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Signor Presidente, capisco che i colleghi della Lega tengano all'articolo aggiuntivo in esame, il cui punto politico si trova essenzialmente al comma 3, in cui si prescrive che il Presidente del Consiglio dei ministri o l'autorità delegata comunichino Pag. 78ai presidenti delle regioni interessate qualunque informazione ottenuta dai servizi informativi e di sicurezza.
Formulo l'invito al ritiro di questo articolo aggiuntivo per una ragione molto semplice. Come sappiamo, i presidenti delle regioni non hanno competenza in materia di politica della sicurezza. Naturalmente, possono essere interessati qualora sul loro territorio avvenga qualcosa, ma ciò rientra nella normale cooperazione tra autorità, ciò che la Corte costituzionale definisce «leale collaborazione». Pregherei, quindi - lo ripeto - i colleghi della Lega di ritirare l'articolo aggiuntivo, altrimenti si attuerebbe un meccanismo informativo su materiali assai delicati con diffusione sul territorio di quantità di notizie che, credo, pregiudicherebbe anche l'operatività dei servizi di sicurezza, tenendo conto, inoltre, che i servizi operano in una rete internazionale basata sull'affidabilità di ciascuno dei soggetti coinvolti, i quali, più sono tenuti a diffondere le informazioni, meno, naturalmente, risultano affidabili.
PRESIDENTE Il Governo?
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro.
Ho ascoltato le argomentazioni del presidente Violante. Vorrei far presente che su una materia così delicata abbiamo appena votato una norma, l'articolo 5, relativa al Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica. A proposito di coinvolgere in una materia così delicata autorità non competenti - infatti noi eravamo contrari all'emendamento in questione -, vorrei far notare che abbiamo stabilito che di tale Comitato interministeriale, oltre al ministro dell'interno, a quello della difesa, eccetera, fanno parte anche il ministro della giustizia e quello dell'economia e delle finanze.
La questione ora in esame si riallaccia quindi proprio ad un articolo precedentemente approvato. Dunque le motivazioni che invitano al ritiro dell'articolo aggiuntivo evidentemente non sono di ordine tecnico, dal momento che penso che i presidenti delle regioni, che sono persone elette da milioni di cittadini, abbiano certamente maggiore legittimazione a conoscere notizie che riguardano il territorio della loro regione, rispetto ad un ministro dell'economia e delle finanze che oggi, per esempio, non è eletto da nessuno ed è il rappresentante di certi poteri che sono assolutamente esterni rispetto al Parlamento, alla vita democratica e rispetto alla rappresentanza dei cittadini!
Quindi la motivazione per cui non si accetta questo articolo aggiuntivo è una motivazione politica, che ovviamente risente di un'impostazione assolutamente centralistica, che vuole che tutta la materia della sicurezza e dell'ordine pubblico sia per forza gestita dallo Stato e calata dall'alto sui territori, e così anche la materia delle informazioni sulla sicurezza.
Noi pensiamo ovviamente ad un modello diverso, in cui vengano responsabilizzati i territori e in cui anche i presidenti di regione, che sono figure che fanno riferimento a realtà così importanti, devono essere informati quando sta per succedere - o quando rischia di succedere - qualcosa con riferimento appunto al territorio delle loro regioni. Quindi noi non ritireremo l'articolo aggiuntivo in esame, bensì lo manterremo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Presidente, ad adiuvandum, vorrei far rilevare che i presidenti delle regioni hanno una competenza specifica con riferimento alla polizia locale. Inoltre, nello statuto della regione Sicilia è previsto un meccanismo che si Pag. 79riferisce alla polizia nazionale, con la competenza del presidente della regione (Commenti). Il fatto che tale meccanismo non sia mai stato esercitato non significa che non vi sia! Dunque, il fatto che analogo potere sia rivendicato dalle regioni del nord è un dato altrettanto oggettivo.
Quindi credo sia dovuta un'informativa a persone così autorevoli, come i presidenti delle regioni, anche perché oggi questo spazio esiste nel diritto positivo, con riferimento alla regione Sicilia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Mi dispiace che non sia stato accolto l'invito al ritiro rivolto dal presidente relatore sull'articolo aggiuntivo 33.01, perché ciò ci costringerà ovviamente a votare contro. Vorrei però correggere qualcosa che ho sentito poco fa, che non mi sembra corretto.
Poco fa si è detto che c'è una concezione centralistica riguardo ai temi della sicurezza e dell'ordine pubblico. Questo non mi pare sia vero, non solo perché sul territorio ci sono sistematicamente riunioni dei comitati provinciali, che coinvolgono le autorità locali e i rappresentanti dei cittadini negli enti locali e che prevedono una cooperazione ed una collaborazione per quanto riguarda i problemi della sicurezza, dell'ordine pubblico, fra le autorità dello Stato e gli enti locali, ma la stessa riforma del titolo V della Costituzione, approvata ed entrata in vigore nel 2001, e confermata con referendum, prevede all'articolo 118, terzo comma, che «La legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e regioni nelle materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell'articolo 117 (...)».
La lettera b) del secondo comma dell'articolo 117 riguarda l'immigrazione, mentre la lettera h), sempre di detto comma, concerne l'ordine pubblico e la sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale in quanto quest'ultima è già di competenza degli enti locali.
Pertanto, sia dalla legge ordinaria e dalla prassi amministrativa, sia del dettato costituzionale (articolo 118) è prevista questa forma di cooperazione. Peraltro, colleghi, è in uno spirito di dialogo che sto cercando di spiegare le ragioni per le quali ritengo sbagliata l'osservazione poc'anzi esplicitata. Nel caso di specie, il profilo che si pone è quello delle attività e delle informazioni del sistema di sicurezza (dei servizi informativi e di sicurezza). È dunque materia diversa perché di esclusiva competenza dello Stato, per ragioni ovvie, del resto poc'anzi illustrate dal presidente e relatore Violante.
Quindi, mentre ritengo non accettabile la formulazione dell'articolo aggiuntivo Cota 33.01, sul quale esprimeremo un voto contrario, ritengo però sbagliata l'osservazione poc'anzi svolta riguardo alla circostanza che non vi sarebbe un coinvolgimento delle regioni e degli enti locali nella materia della sicurezza e dell'ordine pubblico; tale coinvolgimento è invece pressoché quotidiano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, noi ci asterremo dal nella votazione su questo articolo aggiuntivo, ma ritengo sia utile spiegare le nostre ragioni.
Con il sistema attuale, appare oggettivamente abbastanza difficile coinvolgere i presidenti delle regioni in un sistema così complesso quale quello di sicurezza; eppure, bisogna sottolineare che la richiesta che viene dai colleghi della Lega è tutt'altro che peregrina. Infatti, collega Boato, essi non dubitano che la sicurezza sia competenza esclusiva dello Stato; semplicemente domandano se non sia opportuno, qualora vi fosse una minaccia sul territorio, informare il presidente della regione competente.
Ribadisco dunque che noi ci asterremo dal voto, ritenendo che con il sistema attuale sia difficile votare a favore dell'approvazione di questo articolo aggiuntivo; non riteniamo, però, di esprimere un voto contrario perché dovremmo porci poi la questione del necessario raccordo legislativo Pag. 80che deve intervenire su questi temi - e, quando verrà attuato il federalismo, verificheremo quali altre riforme dovranno essere effettuate -; infatti, chi oggettivamente rappresenta una regione lo fa sulla base del sistema maggioritario di rappresentanza generale del territorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, noi voteremo contro questa proposta emendativa per due ragioni fondamentali. In primo luogo, il comma 3, cui faceva riferimento il presidente Violante - che ringrazio per la correttezza con la quale sta conducendo i lavori della Commissione - in questo caso prevede una formulazione distonica rispetto alla legge. La proposta, infatti, fa riferimento alla politica informativa ed alla politica di sicurezza nazionale; noi abbiamo precisato esattamente, nel provvedimento, la circostanza che discipliniamo solo i servizi di informazione per la sicurezza nazionale, il che è altro dalla disciplina e dalla tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Stiamo disciplinando la parte preliminare, che non ha, come è noto, alcun rilievo, né sotto il profilo giudiziario né sotto quello più squisitamente connesso alle attività proprie della polizia; una parte preliminare che è comunque funzionale ad un migliore svolgimento di tutte le attività di tutela della sicurezza in senso proprio compiute dallo Stato. Quindi, già la formulazione del comma 3 della proposta, che fa riferimento a due settori, di cui uno non è compreso nell'ambito definito dalla norma recata dal testo dell'articolo, ebbene, ci induce a non votare a favore.
La seconda considerazione ovviamente riguarda il merito ovvero la circostanza che coinvolgere nell'attività di intelligence i venti presidenti di regione, attraverso un meccanismo peraltro indiscriminato di diffusione di informazioni riservate, rischia di scardinare il sistema della legge che si basa sulla riservatezza e sulle classifiche di segretezza delle informazioni che vengono acquisite. Anche perché, nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di informazioni che concernono accordi internazionali sul piano della cooperazione e della sicurezza che, per definizione e per la credibilità dello Stato italiano, non possono essere oggetto di diffusione così allargata.
Queste sono le ragioni per cui voteremo contro l'articolo aggiuntivo proposto dai colleghi della Lega.
PRESIDENTE. Presidente Violante, immagino che l'invito al ritiro non accolto dai presentatori si trasformi in parere contrario?
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Anche per il Governo?
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Cota 33.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 324
Astenuti 134
Maggioranza 163
Hanno votato sì 39
Hanno votato no 285).
Prendo atto che il deputato D'Agrò avrebbe voluto astenersi.
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