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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 10,08).
(Misure a favore degli inquilini di un complesso immobiliare venduto dalla società Sara alla società Babcok & Brown Montipò Srl - n. 2-00419)
PRESIDENTE. L'onorevole Buontempo ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00419 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 4).
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, la compagnia di assicurazioni Sara, proprietaria di una serie di immobili, all'improvviso ha venduto questi appartamenti ad una società americana senza chiedere neppure agli inquilini che vi abitano da dieci, quindici o venti anni se volevano o meno comprarli. Credo che quello di prelazione sia un diritto quasi naturale, nel senso che chi abita in un appartamento, in caso di vendita dello stesso, debba avere la priorità nell'acquisto.
La Sara, che è una compagnia di assicurazioni, ha un azionista unico, cioè l'Automobile club italiano: quindi, nel capitale della società Sara c'è anche un capitale pubblico, di conseguenza non può essere considerato esclusivamente privata. L'Automobil Club è un ente pubblico senza scopo di lucro, con un amministratore indicato dai Ministeri dei trasporti e del tesoro. Pertanto, onorevole sottosegretario, se la Sara, che è una società per azioni, ha effettuato la vendita del complesso immobiliare in piena legalità, non si comprende come la proprietaria della stessa, l'ACI, non abbia influenzato la dirigenza della Sara ad avere comportamenti rispettosi dei problemi sociali, con particolare riferimento al rispetto degli inquilini, in un momento di particolare emergenza abitativa, specialmente a Roma.
Vi è anche da considerare che l'unico articolo ancora in vigore della legge sull'equo canone, a suo tempo in parte abrogata, è quello che riconosce all'inquilino il diritto di prelazione sull'immobile locato, a condizione che l'immobile sia venduto in blocco.
È anche rilevante il ruolo degli inquilini che, riuniti in associazione, hanno manifestato l'intenzione di acquistare l'immobile loro locato anche in blocco, purché le condizioni di vendita non assumessero e non assumano valore speculativo. Tale ultima legittima operazione appare sensata ed accettabile soprattutto in considerazione del fatto che la proprietà della Sara assicurazioni è nelle mani dell'Aci che, come già detto, è un ente pubblico senza scopo di lucro.
Chiedo pertanto al Governo quali iniziative intenda adottare per fare in modo che il contratto tra la Sara e la società acquirente venga contestato e, qualora non si possa dar seguito a tale ipotesi, se non ritenga di intervenire presso la nuova proprietà per mettere gli inquilini nelle condizioni di acquistare l'immobile.
Non capisco come mai si fanno fare gli affari a società finanziarie (nel momento in cui si dispone una vendita, tali case vengono vendute al prezzo di mercato, meno il trenta per cento che viene riconosciuto per le case occupate da inquilini), mentre allo stesso prezzo non possono essere vendute agli inquilini sia per non aumentare l'emergenza abitativa, specialmente in una città come Roma, sia per non creare condizioni di ingiustizia, anche perché gli inquilini hanno provveduto nel corso degli anni alla manutenzione ordinaria di tali abitazioni, tenendo in piedi immobili, che spesso vengono lasciati in uno stato di abbandono.
Il comune di Roma sta assumendo delle iniziative al riguardo, ma, a causa dell'arroganza di questi amministratori, non vi è stato alcun incontro con il sindaco diPag. 12Roma, che voleva rappresentare questa situazione di emergenza. Mi auguro che il sottosegretario, considerata anche la sua persona, non fornisca una risposta formale, burocratica, preparata dagli uffici.
Il sottosegretario sa, quando parliamo di emergenza case a Roma, quanto sia grave la situazione. Mi rendo conto che ai sensi delle norme vigenti il diritto di prelazione non è applicabile in assoluto alle proprietà private, ma, considerando che si tratta anche di capitale pubblico e che l'ACI svolge una funzione pubblica per conto della pubblica amministrazione, bisogna in una qualche maniera intervenire a tutela dei diritti degli inquilini.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Alfonso Gianni, ha facoltà di rispondere.
ALFONSO GIANNI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, onorevole Buontempo, per rispondere adeguatamente - me lo auguro - e nei tempi brevi che sono dovuti in ragione dell'interpellanza in esame, ho fatto riferimento ai dati forniti dall'Istituto di vigilanza sulle assicurazioni. Mi auguro che il collega Buontempo non voglia ritenere ciò un atto burocratico, ma un buon modo per cominciare ad approfondire il problema.
Sulla base delle informazioni che ho raccolto, sono in grado di presentare un quadro della seguente natura. L'ISVAP, precisando naturalmente che non esiste obbligo alcuno né di preventiva comunicazione delle compravendite in parola, date le loro caratteristiche, né di alcun provvedimento autorizzatorio da parte dell'Istituto medesimo, ha tuttavia fornito le seguenti informazioni, che sono desunte e, quindi, desumibili anche dall'esame dei documenti forniti dalla società Sara, con lettera 20 marzo del 2007, su specifica richiesta dell'Istituto.
In base a questa risposta posso affermare quanto segue. In primo luogo, gli immobili appostati in bilancio al 31 dicembre 2005 per 4,8 milioni di euro per lo stabile di via Acton e di 6 milioni di euro per quello in viale dei Promontori sono stati ceduti alla società Babcok & Brown Montipò Srl, con sede in Milano, ad un valore pari rispettivamente a 16,1 milioni di euro e 18,7 milioni di euro. Gli atti di compravendita, stipulati il 20 dicembre 2006, a rogito notaio Antonio Mazzocca di Roma, hanno riguardato la vendita in blocco dei complessi immobiliari in questione, oltre che di altri fabbricati siti in Trieste e Venezia. Il prezzo, determinato anche in base alla valutazione complessiva effettuata dalla società per azioni Praxi, è stato regolarmente saldato. La decisione assunta dal consiglio di amministrazione della società Sara è stata motivata, secondo quanto ha dichiarato la società stessa, da considerazioni di ordine strategico relative a nuovi e diversi intendimenti in merito agli investimenti immobiliari.
Dalla lettura degli atti di compravendita risulta che i contratti di locazione in essere sugli immobili trasferiti, indicati negli atti stessi, sono ceduti all'acquirente. Da alcuni dei modelli di contratto di locazione allegati ai predetti atti si rileva l'esistenza della previsione esplicita del riconoscimento del diritto di prelazione limitatamente al caso di vendita frazionata, mentre in altri modelli tale previsione risulta implicitamente riconosciuta attraverso il rinvio alle norme del codice civile, nonché alle altre leggi in vigore, segnatamente le leggi n. 392 del 1978 e n. 431 del 1998, per quanto non espressamente previsto nel contratto di locazione.
La società acquirente, che ha per oggetto sociale la compravendita di immobili, come riportato anche nei predetti atti, dichiara di voler rivendere i cespiti acquistati entro tre anni dalla data di stipula.
Infine, la società Sara ha dichiarato che non risultano vertenze in atto, ad eccezione di quelle già intraprese prima della compravendita, volte al recupero delle morosità e alla riconsegna dell'immobile nei casi, e solo in quelli, in cui il contratto non era stato rinnovato a scadenza.
PRESIDENTE. L'onorevole Buontempo ha facoltà di replicare.
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TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, mi aspettavo che il sottosegretario terminasse proponendo una medaglia d'oro al valor civile agli azionisti della Sara, perché da quello che emerge da quella nota sarebbero da premiare, in quanto hanno compiuto un'opera meritoria, vendendo case abitate da qualche decennio, facendo un buon affare con queste società, rispetto alle quali sarebbe interessante accertare in quale anno sono state costituite e con quali entità di capitali. È noto a tutti che nella vendita frazionata il diritto di prelazione è maggiormente tutelato. È anche vero che la società venditrice avrebbe potuto proporre agli inquilini l'acquisto dell'intero edificio allo stesso prezzo: è questa la domanda che ho rivolto al Governo.
Ogni singolo rappresentante del Governo, prima di rispondere ad atti di sindacato ispettivo, dovrebbe approfondire le questioni per le quali è chiamato a prospettare una soluzione, altrimenti siamo in balia di mattinali, di note riassuntive, mentre con gli atti di sindacato ispettivo si chiede al Governo di effettuare degli approfondimenti e, se necessario, anche qualche forzatura.
Quindi, vorrei mi fosse spiegato perché questa società, che vende a dieci, non possa farlo allo stesso prezzo al privato che occupa l'edificio in questione. La società, proprio perché è a capitale misto, avrebbe dovuto proporre l'acquisto dell'intero edificio agli inquilini, i quali avrebbero potuto costituirsi in cooperativa, accendendo un mutuo con le banche.
Si tratta di un'operazione che, per esempio, ha riguardato anche l'ente dei medici, che addirittura ha garantito i mutui di cui si sono serviti gli inquilini. Anche in quel caso la storia è iniziata allo stesso modo, nel senso che si è appreso dai giornali che l'ENPAM vendeva degli appartamenti. Il buon senso e la volontà del precedente Governo hanno consentito che l'ENPAM rivedesse la sua posizione originaria, consentendo agli inquilini di acquistare, senza alcun danno per l'ente stesso. Non stiamo chiedendo alla Sara Assicurazioni di rimetterci soldi, poiché dovrebbe proporre l'acquisto agli inquilini allo stesso prezzo e alle stesse condizioni: su questo deve intervenire il Governo!
L'ACI svolge un servizio pubblico, abbiamo a che fare con denaro pubblico, quindi non è possibile che società che gestiscono denaro pubblico trattino a pesci in faccia il cittadino normale e consentano affari d'oro alla società Babcok & Brown Montipò Srl. Perché questa società ha più diritti degli inquilini? Caro sottosegretario, perché il Governo non si informa su questi signori e non si chiede perché si regala loro questo patrimonio pubblico. Le compagnie di assicurazioni hanno usufruito anche di agevolazioni per la costruzione di case a garanzia e a protezione delle pensioni.
Mi dispiace che il sottosegretario Gianni mi abbia fornito una risposta come avrebbe fatto un qualunque altro sottosegretario, essendo egli di Roma ed appartenendo ad una forza politica a me avversa, che comunque si è occupata di questi problemi, tutelando persino le occupazioni delle case in diversi settori, compreso quello assicurativo. Un esponente politico che ha lottato per il diritto alla casa, specialmente nelle grandi città, una volta andato al Governo non può rispondermi come un qualunque sottosegretario, che si poteva trovare anche nella cantina di un partito politico o di quella società, che se ne frega altamente dei problemi e dei drammi della gente comune.
Quindi, sottosegretario, la invito ad approfondire questa questione e a rivolgersi anche ai sindacati che si occupano del problema casa, che lei dovrebbe conoscere e che erano disponibili alla costituzione di cooperative per l'acquisto degli interi edifici.
Il Governo, a mio avviso, ha titolo per intervenire perché queste società che hanno comprato, nel caso in cui rivendessero dovrebbero applicare le condizioni praticate alla Sara; inoltre, va verificato se, tramite l'Avvocatura dello Stato, si possano impugnare questi contratti a difesa degli inquilini, i quali non possono agire individualmente.Pag. 14
Questo contratto è regolare? Certo, perché la società per azioni Sara ha venduto, ma si vuole tenere conto del diritto naturale e sacrosanto alla prelazione? È inutile allora promuovere cortei sull'emergenza casa e sui senzatetto, se, una volta al Governo, non si fa assolutamente nulla per tutelare il cittadino, che oltretutto ha intenzione di acquistare la casa.
Perché dobbiamo avere queste migliaia di persone, che saranno quanto prima sfrattate, visto che chi ha comprato lo ha fatto sulla pelle dei lavoratori per fare affari d'oro? Perché il Governo non assume l'iniziativa di incontrare il consiglio di amministrazione della società Sara e quello della società Babcok & Brown Montipò, invitando al tavolo anche i sindacati che si interessano del problema della casa, al fine di verificare quali soluzioni siano possibili, avvalendosi anche di consigli legali, per recuperare questa situazione?
Questo è il comportamento che a mio avviso dovrebbe tenere un Governo che si dice sensibile a questi aspetti, anziché quello di ripetermi la storia, che in maniera sintetica nell'interpellanza che ho presentato ho già citato. Quello che mi ha detto il sottosegretario nella sua risposta è a me, così come agli inquilini, già noto. Noi vogliamo sapere invece cosa il Governo abbia intenzione di fare.
Normalmente si rivolge un'interpellanza per capire se il Governo abbia studiato il problema e se sia possibile o meno praticare una strada. Il quesito che si rivolgeva al Governo infatti era testualmente il seguente: «...se non intendano acquisire informazioni dalla società venditrice sulla compravendita citata e se si possano valutare iniziative che diano certezza di continuità alle 220 famiglie, evitando così disagi sociali di grave rilevanza, che spesso incidono su individui di età ormai avanzata, che ben difficilmente, autonomamente, sarebbero in grado di individuare soluzioni alternative».
Si chiede cioè al Governo, che può disporre di strumenti, di avvocati, di tecnici e di esperienza, di andare oltre, rispetto a dove può arrivare il cittadino semplice, ciò al fine di vedere come tali cittadini possano essere tutelati da queste vere e proprie truffe! Così io le definisco e me ne assumo la responsabilità. Se si trattasse infatti solo di un problema di entrata di bilancio, chiedo perché questa entrata non potrebbe venire dai soldi degli inquilini, anziché da quelli della società americana, che viene a comprare case a Roma per poi farci spesso altre cose o per metterle sul mercato in maniera speculativa! Dunque, c'è una società che ha capitale pubblico che consente a signori X o Y di una società americana di fare affari sulla pelle degli inquilini di quegli stabili!
Mi auguro, in conclusione, che il sottosegretario voglia approfondire dopo la sua risposta ciò che non ha approfondito prima e sinceramente mi dispiace che egli non abbia avuto maggiore cura nel capire questo problema.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.