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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (ore 15,06).
(Misure per l'attuazione del recente decreto ministeriale in materia di recupero dei debiti scolastici - n. 3-01343)
PRESIDENTE. La deputata Ghizzoni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rusconi n. 3-01343, concernente misure per l'attuazione del recente decreto ministeriale in materia di recupero dei debiti scolastici (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), di cui è cofirmataria.
MANUELA GHIZZONI. Signor Ministro, il recente decreto ministeriale che prevede il recupero, in tempi certi, dei debiti scolastici, ha sollevato molte reazioni. Se gli studenti lo hanno criticato con la manifestazione di venerdì scorso, è pur vero che molti sono stati gli apprezzamenti al provvedimento, ai quali il gruppo de L'Ulivo si associa.
Riteniamo, infatti, che l'assolvimento del debito formativo sia il modo per premiare i meritevoli e che rappresenti una risposta al fallimentare sistema ora vigente. Inoltre, crediamo che il mancato recupero dei debiti formativi penalizzi maggiormente gli studenti in condizioni sociali disagiate, poiché la povertà di saperi e di competenze può rappresentare un limite alla loro successiva affermazione professionale e lavorativa.
A tale proposito segnaliamo, infine, le preoccupazioni di studenti e famiglie che temono di dovere sostenere economicamente gli eventuali corsi di recupero. Pertanto, signor Ministro, le chiediamo di dissipare tali preoccupazioni, chiarendo quali siano le modalità previste per il recupero dei debiti scolastici e, in particolare, l'organizzazione dei corsi di recupero stessi e la loro tempistica.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante che miPag. 11consente di fare chiarezza su una informazione distorta, su affermazioni e strumentalizzazioni prive di ogni fondamento che dipingono questo decreto ministeriale come la reintroduzione degli esami di riparazione.
Faccio presente che gli esami di riparazione sono stati abrogati dalla legge 8 agosto 1995, n. 352, ed è grave che in questa Camera o nel Senato della Repubblica si possa ignorare che il ripristino dell'esame di riparazione, che prevede direttamente la commissione giudicatrice, le prove prescritte e carica sulle spalle delle famiglie le spese per le ripetizioni, non poteva essere reintrodotto se non per legge. Non è consentito e non è bello ignorare una disposizione di legge, che soprattutto coinvolge la sensibilità dei nostri ragazzi.
Con decreto, sottoposto al visto di legittimità della Corte dei conti il 10 ottobre 2007, abbiamo disciplinato la rimodulazione dei tempi per il recupero dei debiti formativi, come previsto dalla legge n. 1 dell'11 gennaio 2007, riguardante il rinnovo della commissione per l'esame di maturità e nella quale è prevista la certificazione da parte del consiglio di classe del superamento dei debiti per accedere all'esame di maturità.
Le modalità previste per l'accertamento del superamento del debito sono regolate dalla vigente normativa sia per le verifiche sia per i corsi di recupero. Secondo il regime vigente, quindi, è obbligatorio, come previsto anche all'interno del decreto, che le scuole si facciano carico di organizzare corsi di recupero o interventi didattici a sostegno dello studente che già a dicembre dimostra di avere lacune o insufficienze in alcune materie. Le verifiche vanno effettuate nel corso dell'anno e nel mese di giugno il consiglio di classe, dopo l'effettuazione delle verifiche, decide se quelle lacune sono state superate oppure no.
È data la possibilità, ove il consiglio di classe lo ritiene opportuno, tenuto conto della normativa vigente oggi sui debiti, di un'ultima verifica, da farsi prima dell'inizio dell'anno scolastico, e, in quella sede, il consiglio di classe decide, come era stabilito che decidesse anche oggi e in questi anni, se il debito superato dà diritto ad andare avanti negli studi oppure no.
Questa norma introduce un senso di responsabilità non solo per gli otto milioni di studenti che in dieci anni non hanno recuperato il debito e non sappiamo quando recupereranno le lacune, ma evita anche che i nostri studenti, dopo l'approvazione della legge da parte Parlamento, si vedano costretti a dovere ripetere il quinto anno, per non aver avuto certificato il superamento del debito del terzo e del quarto anno.
PRESIDENTE. Ministro Fioroni, la invito a concludere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Abbiamo stanziato cifre idonee, circa 200 milioni di euro e pagheremo 50 euro ad ora per le lezioni relative ai corsi di recupero che le scuole devono organizzare.
PRESIDENTE. Ministro Fioroni, deve concludere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. In questo modo offriamo un incentivo ai docenti: si possono anche chiamare soggetti esterni, che possono essere neolaureati, docenti di ruolo o professori in pensione per garantire il diritto sacrosanto dello studente di recuperare i debiti scolastici.
PRESIDENTE. L'onorevole Rusconi ha facoltà di replicare per due minuti.
ANTONIO RUSCONI. Signor Presidente, signor Ministro sono soddisfatto dei chiarimenti illustrati che rientrano nell'ottica di restituire autorevolezza al mondo della scuola in ordine al ruolo dei docenti e nel senso di responsabilità e di partecipazione di famiglie e alunni.
In effetti, il provvedimento citato restituisce credibilità al sistema dei debiti scolastici in quanto situazioni simili o addirittura identiche non sono giudicate inPag. 12maniera diversa ma verificate con prove serie. Si evita, inoltre, il paradosso e l'evidente contraddizione che l'alunno consegua il diploma dopo l'esame di Stato anche con risultati discreti, mantenendo però lacune evidenti e in discipline qualificanti per non aver superato debiti nel terzo e nel quarto anno.
Non vi è, dunque, come talora è stato evidenziato, con questa scelta una nostalgia del passato, ma il tentativo doveroso da parte del mondo della scuola di offrire valutazioni serie, obiettive e coerenti rispetto all'impegno e alle conoscenze riferibili ad ogni singolo alunno. Se, poi, questa volontà di un maggior rigore ha incontrato il dissenso (con il conseguente sciopero) di studenti dell'una e dell'altra parte politica, dovremmo, forse, come adulti, riflettere se non sia giusto, dopo la grande stagione dei diritti, proporre l'idea dei doveri, delle responsabilità e di un giusto riconoscimento del merito, che nel mondo della scuola deve accomunare tutti: studenti, docenti e famiglie.