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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Misure per la tutela delle donne vittime di violenze - n. 3-01450)
PRESIDENTE. La deputata Dioguardi ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01450, concernente misure per la tutela delle donne vittime di violenze (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).
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DANIELA DIOGUARDI. Signor Presidente, l'8 novembre all'ospedale civico di Palermo una giovane donna incinta di 26 anni, Sabina Giambelluca, è morta per setticemia dovuta alla morte del feto avvenuta quattro giorni prima. I medici hanno riscontrato sul corpo della donna ecchimosi e lividi che fanno ritenere come probabile il fatto che la morte del feto e della donna siano la conseguenza dei maltrattamenti da lei subiti. Sono in corso tutti gli accertamenti necessari, e dalla stampa apprendiamo che la giovane aveva più volte denunziato episodi di maltrattamento alle forze dell'ordine e agli organi competenti, senza che accadesse alcunché.
Purtroppo, la cronaca ci dimostra quotidianamente che non si tratta di un caso singolo; chiedo, quindi, che venga attuato il Piano nazionale antiviolenza, così com'è nei propositi della Ministra delle pari opportunità, che pone l'accento sulla formazione specifica degli operatori e delle operatrici dei servizi sociali e sanitari che vengono coinvolti in simili episodi.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il problema della violenza sulle donne, che si tratti di violenza sessuale, di maltrattamenti, di abusi fisici, psicologici o economici, è una delle questioni che il Governo considera centrali. La violenza di genere mette in discussione l'universalità dei diritti umani.
Il Governo, come è noto, il 22 dicembre del 2006 ha approvato un disegno di legge, oggi ancora all'esame del Parlamento, che prevede un intervento volto ad investire tre livelli: le misure di sensibilizzazione e prevenzione, i diritti della vittima e la tutela penale. La scelta del Governo è stata, dunque, di non limitarsi ad interventi di tipo repressivo, ma di promuovere un diverso approccio culturale insieme a risposte di tipo sociale.
Il 17 ottobre scorso, alla luce del dibattito svoltosi presso la Commissione Giustizia, l'Assemblea della Camera ha deliberato lo stralcio degli articoli 13 e 18 del disegno di legge. Conseguentemente è stata presentata una proposta di testo unificato composta da tre articoli: i primi due, volti a disciplinare sotto i profili sostanziali e processuali il delitto di atti persecutori, il terzo in materia di discriminazione fondata sull'orientamento sessuale. Si tratta di un atto importante che può accelerare - mi auguro che acceleri fortemente fino alla sua conclusione - l'iter della legge contro le molestie alle donne.
Per quanto attiene ai servizi socio-sanitari il disegno di legge, all'articolo 3, prevede interventi specifici di formazione del personale sanitario al fine di migliorare l'intervento assistenziale riabilitativo per le donne vittime di violenza. Per quanto riguarda il quesito relativo alle azioni del Piano nazionale antiviolenza, la legge finanziaria per l'anno 2007 ha istituito un fondo nazionale contro le violenze sessuali di genere, destinato in parte all'istituzione di un osservatorio contro la violenza e in parte ad un piano di azione nazionale contro questi delitti.
Il 16 maggio scorso con un decreto ministeriale sono stati destinati al fondo, per l'anno 2007, tre milioni di euro e con un decreto del 3 agosto scorso sono stati stabiliti i criteri di ripartizione, destinando una quota di due milioni e duecentomila euro al piano nazionale di azione. Nel disegno di legge finanziaria per l'anno 2008, approvata dal Senato e che la Camera esaminerà tra poco, è stato ulteriormente implementato il piano nazionale contro le violenze alle donne con l'istituzione di un fondo di 20 milioni di euro.
Oggi si è tenuta presso il Ministero per i diritti e le pari opportunità l'assemblea per discutere le proposte per il piano d'azione pluriennale. L'incontro, che vede coinvolti i rappresentanti del Governo, dei centri antiviolenza, del mondo dell'associazionismo, del Parlamento e delle istituzioni locali mira a produrre una risposta efficace, ma anche continuativa neiPag. 59confronti del fenomeno della violenza di genere e al lancio dell'osservatorio nazionale.
PRESIDENTE. La deputata Dioguardi ha facoltà di replicare.
DANIELA DIOGUARDI. Signor Presidente, mi ritengo soddisfatta della risposta anche se il problema è talmente drammatico che anche l'agire immediato è da considerarsi tardivo rispetto a quello che dovremmo fare. Sicuramente la Ministra ha mostrato una sensibilità ed un'attenzione particolari rispetto al grave problema della violenza fisica e sessuale che, come sappiamo e come ci riferisce il Consiglio d'Europa, è la prima causa di morte per le donne nel mondo, ovvero uccide più donne rispetto alla guerra e al cancro.
In Italia i dati forniti dall'Istat ci mostrano che il 32 per cento delle donne è vittima di violenza fisica e sessuale (si tratta di quasi 7 milioni di donne). È necessario sottolineare, inoltre, che il 60 per cento della violenza avviene all'interno della famiglia, contro una percentuale bassissima, ovvero il 6 per cento, in cui la violenza è opera di estranei e, quindi, anche di immigrati.
Ciò deve essere sottolineato, in quanto mostra in maniera chiara che il problema della violenza non è di ordine pubblico o di sicurezza (come, invece, lo si vorrebbe ridurre), ma è un problema che attiene al rapporto tra i sessi; è un problema complesso che deve essere affrontato con sensibilità e in maniera celere.
Credo che un piano nazionale debba collocare al centro la competenza e l'esperienza che in tutti questi anni i centri antiviolenza e le case di rifugio hanno raccolto su tale attività. Tutti gli operatori sanitari e dei servizi sociali, inoltre, devono lavorare in raccordo con i centri di accoglienza. Le donne italiane attendono da troppo tempo una legge. Dobbiamo molto alle donne italiane e nessuna donna deve essere lasciata sola di fronte ad un problema così drammatico.