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Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge Ascierto; Zanotti ed altri; Naccarato; Mattarella ed altri; Ascierto, Galante ed altri; Deiana; Fiano; Gasparri ed altri; la Mascia; Boato; Boato; Boato; Scajola ed altri; D'Alia; Maroni ed altri; Cossiga; Cossiga: Sistema di informazione, per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto (A.C. 445-982-1401-1566-1822-1974-1976-1991-1996-2016-2038-2039-2040-2070-2087-2105-2124-2125-A).
(Esame dell'articolo 30 - A.C. 445-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 445 ed abbinate sezione 24).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 30.200 e invita al ritiro dell'emendamento Papini 30.65. Gli identici emendamenti Buemi 30.1 e Belisario 30.2 sono stati ritirati. La Commissione esprime inoltre parere favorevole sugli identici emendamenti Boscetto 30.61, D'Alia 30.62 e Papini 30.64.
La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Evangelisti 30.60.
Ricordo che questa mattina abbiamo ritenuto di accantonare l'emendamento Pag. 67D'Alia 30.63 perchè al momento della trattazione l'onorevole D'Alia non era presente e la materia in esso contenuta è molto importante. Naturalmente, Presidente, stante l'accantonamento dell'emendamento D'Alia 30.63, non si potrà procedere al voto sull'articolo 30. Tuttavia, mi sembra di aver colto una disponibilità del collega D'Alia a ritirare eventualmente il suo emendamento e pertanto, la Commissione formula un invito in tal senso.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento 30.63.
PRESIDENTE. Il Governo?
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 30.200 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, stiamo votando velocemente, ma alcuni passaggi vanno sottolineati.
Attualmente il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (Copaco) è composto da quattro deputati e da quattro senatori. Questo, oggettivamente, impedisce un controllo efficace da parte del Parlamento, perché all'interno di questo organismo non sono rappresentate tutte le forze politiche. Stiamo parlando di una materia molto delicata sulla quale dovrebbe avere il controllo un organismo il più possibile rappresentativo di tutte le forze politiche presenti in Parlamento, ovviamente, tenendo conto del fatto che questo organismo non può essere pletorico. Il Comitato interparlamentare deve essere composto da un numero di persone che non può essere elevatissimo.
Poiché con la nuova legge i poteri di controllo del Parlamento, oggettivamente, aumentano, abbiamo voluto presentare una serie di emendamenti al fine di ampliare la composizione di questo organismo. Le nostre proposte emendative prevedevano un Comitato composto da sette senatori e sette deputati o, in subordine, da sei senatori e sei deputati o cinque senatori e cinque deputati.
Inizialmente, è stato accolto un emendamento della Lega che stabiliva che il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica fosse composto da cinque deputati e cinque senatori. Quindi, abbiamo salutato questa innovazione positivamente.
Oggi, di fatto, la Commissione, nel suo emendamento, ha accolto una delle nostre proposte che prevedeva un Comitato composto da sei senatori e sei deputati. Quindi, non possiamo che votare favorevolmente, salutando con piacere il fatto che questo organismo diventa un può più rappresentativo. Del resto, abbiamo toccato con mano la mancanza di rappresentatività, quando è uscito il cosiddetto testo del Copaco, che è stato presentato come un testo predisposto all'unanimità e frutto di un'ampia discussione. In realtà, non si trattava di un testo discusso all'unanimità; è stato il frutto di un dibattito complessivo, ma alcune forze politiche non erano rappresentate. Il testo in oggetto è radicalmente diverso da quello licenziato dal Copaco.
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, volevo precisare che solo sull'emendamento Papini 30.65 il Governo si rimette all'Assemblea.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Papini. Ne ha facoltà.
ANDREA PAPINI. Signor Presidente, vorrei far presente al Governo che il mio Pag. 68emendamento 30.65 rischia di essere precluso dall'approvazione dell'emendamento della Commissione.
PRESIDENTE. Sarebbe precluso in caso di sua approvazione.
ANDREA PAPINI. Quindi, il Governo in qualche modo deve rendersi conto di quanto stiamo deliberando.
A titolo personale, vorrei sottolineare un punto. Capisco l'esigenza della rappresentanza, ma qui abbiamo un sistema per cui, al forte potere di responsabilità politica assegnata al Governo fa da bilanciamento una capacità effettiva di controllo da parte del Comitato di controllo parlamentare, che, molto opportunamente, viene affidato, nella sua presidenza, all'opposizione ed è un Comitato paritetico secondo la mia proposta che viene accolta.
Ma il punto è che, portandolo a 12 componenti, come è stabilito nell'emendamento della Commissione, il rischio che il Comitato perda la sua efficacia è molto elevato.
Dunque, chiederei l'approvazione del mio emendamento 30.65 che, pur mantenendo il riferimento alla pariteticità, prevede un totale di otto componenti parlamentari (quattro deputati e quattro senatori), senza arrivare a dodici membri. Infatti, in tal caso, l'efficacia dell'organo diminuirebbe grandemente e, dunque, quel bilanciamento necessario nei confronti del Governo si verrebbe a perdere (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, mi era accaduto di presentare una proposta di ampliamento della composizione del Comitato parlamentare, in riferimento ovviamente alla legge n. 801 del 1977, nel corso della X legislatura al Senato. Ovviamente, in quel contesto - parliamo degli anni dal 1987 al 1992 - questo tipo di argomenti non venne preso in esame. Eravamo anche in uno scenario politico e istituzionale completamente diverso dall'attuale.
Oggi che mettiamo in campo una riforma organica - e non una mera correzione della legge n. 801 del 1977 - dei servizi di informazione per la sicurezza e della disciplina del segreto di Stato, credo, invece, sia assolutamente opportuna - e in ciò dissento dal collega che mi ha preceduto - la scelta che proponiamo all'Assemblea con l'emendamento 30.200 della Commissione. Quest'ultimo propone di allargare, sia pure in misura assai ridotta, la composizione del Comitato parlamentare, che passerà a 12 componenti, con la rappresentanza paritaria di maggioranza e opposizione e con la presidenza attribuita a un rappresentante dell'opposizione, come del resto accade già oggi. Si tratta di una composizione un po' più ampia.
Il collega Cota, intervenuto poco fa, ha messo in rilievo un aspetto obiettivamente esistente: all'interno del Comitato parlamentare sono rappresentate soltanto le forze politiche presenti in Parlamento più rilevanti numericamente. Neppure questa soluzione risolverà il problema di una rappresentanza di tutti i gruppi parlamentari costituiti alla Camera o al Senato o in entrambi i rami del Parlamento, ma indubbiamente, almeno, ci sarà una rappresentanza politica più ampia, sia per la maggioranza sia per l'opposizione. Credo che tale previsione sia doverosa, nel momento in cui si accentuano gli aspetti di segretezza e di riservatezza dell'attività del Comitato, addirittura sanzionando pesantemente chi violasse tale riservatezza. Tuttavia, si incentra ancor più l'attenzione sul ruolo di questo Comitato e sul compito di controllo da parte del Parlamento. Il Parlamento non è un club limitato soltanto a cinque o sei forze politiche. Quindi, mi sembra poco corretto immaginare che un maggior pluralismo politico comporti una dequalificazione del Comitato parlamentare. Ciò mi sembra poco rispettoso nei confronti dei gruppi parlamentari. Mi sembra necessario che questo maggiore pluralismo politico, accompagnato ad un severo rigore istituzionale per quanto riguarda Pag. 69l'assolvimento di questi compiti, permetta al Comitato parlamentare di avere una più ampia rappresentanza.
Per questo motivo i Verdi esprimeranno un voto favorevole sull'emendamento 30.200 della Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, confesso che le argomentazioni del collega Papini mi convincono. Non vorrei polemizzare con il collega Fiano, ma egli ricorderà che su questo punto all'unanimità eravamo d'accordo per mantenere il numero originario dei componenti il Comitato, ossia otto membri.
Tuttavia, siccome è legittimo anche cambiare opinione e confrontarsi - guai se non fosse così! - è evidente che, pur salvaguardando una serie di principi, cioè la rappresentanza paritaria di maggioranza e opposizione e, all'interno dei gruppi di maggioranza e di opposizione, la rappresentanza in modo proporzionale, in Commissione si è sostenuta la tesi di aumentare il numero dei componenti del Copaco da otto a dieci, ma non in considerazione del numero dei gruppi parlamentari, caro collega Boato, perché non è questo il senso, perché se fosse questa la logica io dovrei votare allora contro l'emendamento della Commissione.
Non stiamo qui, infatti, a stabilire se vi sono gruppi più numerosi, come ad esempio nel centrosinistra, che legittimamente rivendicano spazi di presenza all'interno del Comitato parlamentare per la sicurezza, perché hanno una consistenza numerica superiore a quella degli altri, ma l'aumento dei componenti è in ragione del numero delle competenze e dei poteri di controllo che sono stati sensibilmente accresciuti in capo al Copaco.
Ciò che non comprendo, però, è perché, rispetto all'ipotesi e all'accordo fatto in Commissione, cioè quello di allargare a dieci (cinque per la maggioranza e cinque per l'opposizione) il numero dei componenti del Comitato parlamentare, arriviamo oggi a dodici, cioè due in più per la maggioranza e due in più per l'opposizione: mi sembra un numero oggettivamente sovradimensionato rispetto al ragionamento fatto.
Non vorrei che nel passaggio dalla Camera al Senato e poi in quello dal Senato alla Camera, in ragione del numero dei gruppi parlamentari, non solo della Camera ma anche del Senato, ci torni un Comitato parlamentare per la sicurezza di diciotto componenti: è evidente che ciò ne snaturerebbe la funzione, la natura e la condizione di organo di controllo parlamentare dell'intero Parlamento e non dei gruppi parlamentari.
Quindi, chiederei al presidente Violante di fornirci un chiarimento sulla circostanza di essere passati da cinque a sei (e perciò da dieci a dodici), ritenendo che il numero corretto sia di cinque componenti per la maggioranza e di cinque per l'opposizione, che mi sembra giusto in ragione - lo ripeto - del più ampio conferimento di poteri che con legge abbiamo stabilito, e stiamo ora dando, al Comitato parlamentare, ma non esageriamo perché altrimenti il rischio è quello di snaturarne veramente il ruolo e la funzione.
Queste sono le considerazioni in base alle quali chiederei al presidente Violante, e alla sua cortesia illuminata, di darci qualche chiarimento in proposito, sul numero e non sul modo in cui viene composto, perché poi sia l'emendamento del collega Papini che quello della Commissione sono sostanzialmente identici, e recepiscono anche una serie di proposte emendative di tutti i colleghi.
Credo che sul numero dovremmo forse fare una riflessione più approfondita.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Presidente, noi abbiamo presentato l'emendamento che limitava ad otto il numero dei componenti il Comitato, per la ragione che se il Comitato stesso deve essere ristretto per Pag. 70questioni di riservatezza e di garanzia, allora il numero di dieci componenti non va bene. Noi riteniamo peraltro che vi sia un diritto ad una vigilanza ravvicinata di tutte le forze politiche presenti in Parlamento, che giustifica un'estensione ragionevole nella composizione del Comitato.
Il Comitato con una composizione ristretta certamente può essere utile, però allora esso deve essere composto da rappresentanti dell'opposizione e delle minoranze interne alle maggioranze, perché noi sappiamo quale potrebbe essere l'uso improprio di un settore così delicato: se vigilanza deve esserci, deve essere garantita a tutte le forze politiche!
Certamente, l'attuale frammentazione del quadro politico italiano può creare problemi da questo punto di vista, e anche la necessaria rappresentanza delle due Camere. Però, dobbiamo sapere che le forze maggiori hanno maggiori possibilità di intervento, perché spesso hanno incarichi ministeriali, o spesso rapporti ravvicinati con gli organi dello Stato e comunque una maggiore influenza.
Se quello in esame deve essere un Comitato di vigilanza e di garanzia, allora deve esserlo per tutti, non soltanto per coloro che sono in grado di fare la voce forte sempre.
Quindi, siamo favorevoli alla costituzione o di un Comitato ristretto, con le caratteristiche precedentemente illustrate, oppure, in alternativa, di un Comitato che, per la sua composizione, sia in grado di rappresentare la pluralità delle posizioni politiche presenti in Parlamento, nonché di offrire una tutela più generale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, colleghi, come mi è capitato di sostenere nell'ambito dell'esame di una precedente proposta emendativa, credo si debba considerare innanzitutto il «cuore» del provvedimento, nonché la parte di esso che ci accingiamo a votare.
Vorrei evidenziare che ci stiamo occupando dei nuovi poteri di controllo del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Ritengo sia questo l'avanzamento sostanziale, rispetto alla situazione previgente, prodotto dal progetto di riforma in esame. Il nuovo Comitato parlamentare di controllo, infatti, disporrà di nuovi, più ampi e maggiormente incisivi poteri di controllo sull'attività dei servizi di informazione; esso, inoltre, avrà un rapporto più stretto con il Governo su tale materia.
Lasciatemi dire, onestamente, che trovo difficile argomentare razionalmente che l'assunto principale - vale a dire, il fatto che la riforma in oggetto intende aumentare, ai fini di una maggiore trasparenza ed incisività...
PRESIDENTE. La prego di concludere...
EMANUELE FIANO. ...il controllo parlamentare sull'attività dei servizi - possa risultare leso dalla circostanza che detto Comitato sia costituito da otto (come avviene oggi), oppure da dieci o da dodici componenti.
PRESIDENTE. Deve concludere, perché per il suo gruppo è già intervenuto il deputato Papini.
EMANUELE FIANO. Concludo allora il mio intervento, Presidente, dichiarando di appoggiare senz'altro l'emendamento 30.200 della Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mascia. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, desidero interloquire in particolar modo con il collega D'Alia, poiché egli sa che, quando si manca una volta, si perde qualche parte di ragionamento. Questa mattina, infatti, egli aveva altri impegni, ed essendo quello in esame un provvedimento molto complesso, nonché molto delicato, il collega D'Alia comunque sa che esso è il Pag. 71frutto di un lavoro molto faticoso, ma anche molto condiviso. Ognuno di noi, infatti, ha cercato di tener conto delle esigenze degli altri parlamentari: si è raggiunto pertanto un equilibrio condiviso, che comunque risponde alle finalità ed agli obiettivi indicati da ciascuno.
Quindi, talvolta abbiamo espresso parere favorevole su alcune proposte emendative, come è spesso accaduto oggi per quelle frutto del contributo del collega D'Alia; altre, invece, abbiamo tenuto conto delle esigenze degli altri deputati. Ciò che ritengo importante è che, nell'ambito di tale equilibrio, si siano rispettati gli obiettivi di fondo che ciascuno di noi ha dichiarato di voler perseguire.
Ricordo che le parti più delicate del provvedimento, che esamineremo nella seduta di domani, concernono le garanzie funzionali ed il segreto di Stato, e riguardo ad esse deve essere ancora trovato un equilibrio. È per questa ragione, dunque, che ritengo debba essere apprezzato anche in questo caso il lavoro svolto.
Infatti, come ha sottolineato qualcuno prima di me, un Comitato parlamentare di controllo che vede la sua composizione salire a dieci o a dodici componenti non perde la propria autorevolezza e non snatura la propria funzione, perché non si tratta di un organismo pletorico. Al contempo, esso garantisce quel pluralismo che, giustamente, è stato richiesto dalle diverse forze politiche attualmente non rappresentate in seno al Copaco.
Ritengo veramente legittimo e giusto, quindi, estendere ad altre forze politiche la possibilità di partecipare ad un Comitato parlamentare che assume poteri di controllo così significativi.