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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi.
(Presunto avvio di lavori preliminari alla costruzione di una nuova base militare USA all'interno dell'aeroporto Dal Molin di Vicenza - n. 3-00153)
PRESIDENTE. Il deputato Galante ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-00153 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
SEVERINO GALANTE. Signor Presidente del Consiglio, confido che vorrà rispondere in modo preciso ad alcune puntuali domande avanzate dai cittadini in merito al progetto di raddoppio della base militare americana di Vicenza.
Vorrei pertanto chiederle, in primo luogo, da quando il Governo italiano è a conoscenza di tale progetto. Le domando, in secondo luogo, se il suo Governo sa che, nell'area dell'aeroporto Dal Molin, sono già iniziati diversi lavori preparatori in attuazione del progetto in questione. Vorrei chiederle, inoltre, se sia vero, come è stato recentemente affermato in questa sede dai ministri Rutelli e Chiti, che il Governo italiano non ha mai stipulato alcun accordo formale con gli americani. Chi lo ha deciso, allora? Su quale fondamento giuridico?
In quarto luogo, vorrei segnalarle che sia il comune e la provincia di Vicenza, sia il Governo negano di aver autorizzato alcunché; tuttavia, la realizzazione del progetto americano sta procedendo. Debbo ritenere, allora, che vi siano aree del nostro paese sottratte alla sovranità nazionale?
PRESIDENTE. La prego di concludere...
Pag. 53SEVERINO GALANTE. Infine le chiedo, signor Presidente del Consiglio, se il suo Governo intende far sospendere ogni lavoro preliminare in corso.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, in merito all'interrogazione testè illustrata, si precisa che non sono intervenuti fatti nuovi successivamente alle valutazioni precedentemente espresse sia in questa sede, il 31 maggio ed il 6 luglio, sia presso il Senato, in risposta ad uno strumento di sindacato ispettivo di analogo contenuto, il 13 luglio.
Intendo mettere in rilievo nella mia risposta, quindi, gli aspetti precedentemente evidenziati. Gli Stati Uniti hanno avanzato al precedente Governo la richiesta di poter utilizzare l'area in questione, in previsione della rimodulazione della già presente 173aAirborne Brigade, comprendente anche il trasferimento in loco di circa 1.600 uomini. La richiesta statunitense è finalizzata ad ottenere un'idonea sistemazione logistica di tutta la brigata in oggetto, parte della quale è tuttora localizzata in un altro paese.
In tale ambito, si sottolinea che il precedente Governo ha espresso la disponibilità a tale concessione, rinviando tuttavia la definizione dell'operazione ad uno specifico piano di transizione (al momento in elaborazione), nel contesto dell'accordo tecnico che governa l'uso delle infrastrutture dell'area di Vicenza.
È, pertanto, in sede di definizione del predetto piano (in relazione al quale ricordo essersi già tenuta a Roma, il 6 luglio ultimo scorso, una prima riunione tra tutti i soggetti interessati) che gli aspetti connessi alla realizzazione di tale progetto potranno e dovranno essere valutati sia per quanto riguarda l'attuazione, sia per le condizioni di esecuzione, il cui approfondimento non può prescindere, a parere del Governo, dal pieno coinvolgimento delle amministrazioni locali.
Peraltro, si rende noto che il comitato misto paritetico costituito presso la regione Veneto, nel corso della sua riunione del 15 giugno, ha approvato, con un solo astenuto, tutti i programmi infrastrutturali USA relativi, in particolare, alla costruzione degli edifici per il comando, la logistica e l'alloggiamento del personale.
Riguardo ai lavori di bonifica e preparazione del terreno, richiamati dall'onorevole interrogante, si conferma che si tratta di sondaggi geognostici (quelli che vengono comunemente chiamati «carotaggi») per i quali gli Stati Uniti erano già stati autorizzati. Si tratta di atti propedeutici a verificare l'idoneità dell'area allo sviluppo del progetto preliminare.
Nessun altro intervento mirato all'eventuale provvedimento in discussione risulta al momento avviato o ufficialmente autorizzato. Non va tuttavia sottaciuto che la disponibilità espressa dal precedente Governo ha certamente alimentato aspettative nella controparte statunitense sulla possibilità di riunificare la 173aAirborne Brigade in Vicenza.
Pur muovendo da queste premesse e presa coscienza della preoccupazione emersa in sede locale, il Governo intende riconsiderare con gli Stati Uniti il progetto nel suo complesso, riaprendo nei tempi più brevi possibili un confronto al riguardo, sulla base di un approfondimento delle problematiche relative all'impatto ambientale dell'insediamento e all'eventuale saturazione urbanistica, nonché ai possibili livelli di inquinamento e ai probabili disagi di viabilità nella località vicentina. Tutto questo ovviamente coinvolgendo le amministrazioni locali.
PRESIDENTE. Il deputato Galante ha facoltà di replicare.
SEVERINO GALANTE. Due note in replica, signor Presidente. Una di metodo: la ringrazio per essere qui a dare risposte. So che questo è un suo dovere, ma in cinque anni - forse lei non lo sa - il suo predecessore Berlusconi questo dovere non lo ha mai - dico mai - rispettato. Lei invece lo rispetta sin dall'inizio e questo è un buon segnale di avvio.Pag. 54
L'altra nota è di merito. Premetto che la mia parte politica è assolutamente contraria alla realizzazione di quel manufatto. È evidente che ci sono responsabilità del comune e della provincia di Vicenza, che hanno omesso di informare le istituzioni e i cittadini, accettando invece il progetto degli americani a scatola chiusa. Queste gravi responsabilità locali, indubitabili, sono state assunte in coerenza con la mancanza di autonomia che ha guidato il Governo Berlusconi in tutte le sue relazioni con gli Stati Uniti. Non possono però - voglio sottolineare questo punto, Presidente - essere avallate anche dal suo Governo. Per questo motivo apprezzo molto l'impegno da lei assunto di riconsiderare tutta l'opera. La questione infatti è troppo impegnativa per le conseguenze sul territorio e per le implicazioni politiche generali; anche questo è un aspetto che non va dimenticato. Sicché la sollecito ad essere appunto coerente con l'impegno che lei ha testé preso e ad agire quindi impegnativamente, rispettando le aspettative e la volontà non soltanto delle istituzioni - che è un punto decisivo -, ma soprattutto della popolazione, che ha raccolto migliaia di firme per ottenere questo risultato (Applausi dei deputati del gruppo dei Comunisti Italiani).
(Posizione sostenuta dal Governo al Consiglio dell'Unione europea sulla competitività in ordine alle ricerche sulle cellule staminali embrionali - n. 3-00154)
PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00154 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2), per un minuto.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente del Consiglio, il valore della vita umana fin dal concepimento non è negoziabile. Tale valore a nostro avviso è un valore laico, civile. Da più parti, si è definito l'accordo europeo di lunedì sulla ricerca un'ipocrisia e un'incoerenza - un po' come diceva Nietzsche: non esistono fatti, ma solo interpretazioni -, perché non si oppone di fatto alla ricerca distruttiva sin dall'inizio della vita umana, lasciando aperte le ipotesi di distruzione preordinata e di un massacro di embrioni nei laboratori. Ciò è in contrasto con la legge n. 40 del 2004, con il referendum italiano del 2005 e con l'articolo 2 della Dichiarazione di Oviedo ed era impedito dalla minoranza di blocco, a cui partecipava l'Italia, finché Mussi tolse la firma nel mese di maggio scorso.
Vorremmo sapere quale sia stato il mandato da lei conferito al ministro Mussi e quali siano le iniziative che lei intende assumere per l'inaccettabile decisione assunta lunedì scorso.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Come è noto, il Consiglio europeo sulla competitività, che si è riunito il 24 luglio scorso a Bruxelles ha approvato il VII Programma Quadro per la ricerca. Questo programma include i finanziamenti ai progetti per le staminali embrionali, escludendo quei progetti che comportano la distruzione di embrioni umani.
La decisione, alla quale si è arrivati dopo un lungo dibattito, è stata approvata a maggioranza qualificata, grazie anche al ruolo di mediazione svolto dall'Italia, che ha permesso di raggiungere una linea comune con Germania e Lussemburgo e di ottenere un'intesa larga e condivisa.
La posizione del ministro Mussi, costantemente concordata con il Presidente del Consiglio, ha fatto sì che, con l'accordo raggiunto a Bruxelles, sia stato compiuto un importante passo in avanti per la tutela della vita umana fin dal concepimento. Sono perciò orgoglioso che la ripresa di un ruolo internazionale dell'Italia in questa fase si sia affermata anche su questo terreno.
L'apertura di un ambito di ricerca che preveda l'uso di cellule staminali embrionali riguarda solo linee cellulari già esistenti. Il ministro aveva proposto di individuarePag. 55una data per meglio garantire la coerenza fra questi due punti, cioè il rispetto pieno della vita e l'apertura alla ricerca scientifica. Questa proposta non è stata accolta. Noi auspichiamo che ciò non avvenga nel prossimo passaggio al Parlamento europeo. Io mi impegno personalmente a fare quanto è possibile in questo senso.
C'è da sottolineare che la scienza sta compiendo enormi progressi e che, grazie alle nuove opportunità, verosimilmente il dibattito tra le diverse posizioni potrà, in futuro, non avere più ragione di esistere, perché penso che scienza e vita siano destinate a camminare insieme con piena soddisfazione di entrambe.
Sottolineo, infine, che proprio lo spazio europeo e il metodo della democrazia europea possono far crescere il consenso intorno a valori condivisi, primo fra tutti la dignità della vita umana.
PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di replicare.
LUCA VOLONTÈ. Onorevole Presidente, voglio apprezzare due cose tra quelle che lei ha detto: la sua assoluta e ferma volontà di tutelare la vita umana fin dal suo concepimento e il suo impegno, che immagino sia tale e uguale nei confronti dei parlamentari europei di origine italiana a quello che lei ha preso nei confronti del voto sull'Afghanistan, che ha visto opinioni diverse da parte della sua maggioranza, ossia un impegno assoluto.
Tuttavia, voglio sottolineare alcuni aspetti. Sono perplesso che lei abbia detto che tutto era concordato con il ministro Mussi. Il ministro Rutelli, infatti, un mese fa ha detto che non sapeva niente del ritiro della firma. Quindi, questo è un elemento di novità, ma anche di gravità, dal mio punto di vista.
Sono felice che lei dica che il suo impegno e quello del Governo italiano, in vista della discussione presso il Parlamento europeo, riguarda anche la data. Tuttavia, prendo atto che il presidente dell'associazione Luca Coscioni (che fino a questo momento l'ha sempre azzeccata), è felice del fatto che non siano state inserite date ed è questo l'oggetto del compromesso gradito dal ministro Emma Bonino.
Immagino che lei farà tutto il possibile per modificare la decisione. Tuttavia, non ci ha spiegato attraverso quali modalità: una lettera ai parlamentari italiani? Una lettera al componente italiano della Commissione europea? La invito fortemente a lavorare in questa direzione, perché è in gioco la vita umana. È in gioco la vita umana per la quale lei ha convocato la Conferenza a Roma per il Medio Oriente, la stessa vita umana, anzi, forse, un vita umana più nascosta, ma è ancora più grave l'omicidio in questa direzione.
C'è il mito dell'idea del progresso in Europa che ha prodotto, già nel secolo scorso, milioni di morti, proprio a partire dagli esperimenti di laboratorio. Onorevole Presidente del Consiglio, la procedura che ha seguito il Parlamento in questa vicenda ha molto di inquietante. Le risposte al question time sono state molto ambivalenti. Prendiamo atto del suo impegno; tuttavia, questa decisione rimane assolutamente inaccettabile.
Voglio ricordarle anche in relazione all'impegno successivo delle prossime ore, una preghiera anglicana: l'Onnipotente ci faccia sempre seguire la nostra coscienza ad essere dei buoni servitori del re, ma soprattutto servitori di Dio. Spero che una delle due servitù possa essere di illuminazione al suo Governo (Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e di deputati del gruppo di Forza Italia).
(Iniziative volte a garantire, in materia di ricerca, il principio della inviolabilità assoluta dell'embrione - n. 3-00155)
PRESIDENTE. Il deputato Picano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fabris n. 3-00155 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3), di cui è cofirmatario.
ANGELO PICANO. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, anche noiPag. 56abbiamo sollevato il delicatissimo problema dell'utilizzazione delle cellule staminali embrionali per scopi di ricerca scientifica. Ci consideriamo abbastanza soddisfatti per la sua precedente risposta, perché anche noi riteniamo che i valori della vita e della famiglia non siano negoziabili e tanto meno siano in contrasto con la promozione della ricerca scientifica. D'altra parte, una legge italiana - la legge n. 40 del 2004 - e un successivo referendum hanno sanzionato anche questa nostra convinzione.
Il problema di fondo è quello relativo all'utilizzazione di embrioni non più impiantabili. Poiché oggi nessuno sa dirci quando un embrione non è più vitale e, quindi, non è più impiantabile, la verifica andrebbe condotta, innanzitutto, su embrioni animali per cercare di sapere qualcosa di meno incerto sulla vitalità degli stessi.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ANGELO PICANO. Solo così verrà rispettato alla lettera lo spirito della risoluzione del Senato.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, questa è un'interrogazione molto simile a quella illustrata in precedenza dall'onorevole Volontè. Pertanto, richiamo la mia risposta e confermo che il Governo intende sostenere le ricerche che non implichino la distruzione di embrioni umani, come è stato ribadito più volte, tra l'altro, anche con l'approvazione della risoluzione presentata dalla senatrice Finocchiaro il 19 luglio scorso.
Aggiungo anche, richiamandomi a quanto detto dall'onorevole Volontè in merito al ritiro della firma dell'onorevole Mussi «d'accordo con il Presidente del Consiglio», che lo stesso si riferiva ad una vicenda del 24 luglio, quindi di pochi giorni fa. Non è corretto, quindi, dire che un mese fa Rutelli affermava di non sapere niente in ordine a quanto avvenuto a Bruxelles. La domanda dell'onorevole Volontè si riferiva a quanto avvenuto tre giorni fa a Bruxelles: quindi non c'è contraddizione.
Il voto del Senato ha impegnato il Governo a sostenere, in sede di Consiglio europeo, ricerche che non implicano la distruzione di embrioni, valorizzando la ricerca sulle cellule staminali adulte, comprese le cellule cordonali. Siamo, tra l'altro, orgogliosi del livello avanzato raggiunto dall'Italia in questo specifico settore.
In secondo luogo, il Governo si è impegnato in Parlamento a promuovere la ricerca scientifica avanzata, tesa a individuare la possibile produzione di cellule staminali totipotenti non derivate da embrioni. Come si vede, anche su questo fronte, l'Italia si colloca all'avanguardia della ricerca con particolare attenzione alle sue implicazioni etiche.
In terzo luogo, la possibilità di effettuare ricerche su cellule staminali embrionali umane, derivate da linee cellulari già esistenti, appare fortemente vincolata e debitamente garantita da una serie di criteri etici e scientifici. Il punto critico è quello che emerge al momento di conciliare la non distruttibilità degli embrioni con la presenza di linee cellulari cui attingere per la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane.
Il ministro Mussi - come ho detto prima - aveva proposto di individuare una data, oltre la quale non fosse possibile ottenere linee cellulari. Questa proposta non è stata accolta. Tuttavia, ci attendiamo che, nei prossimi passaggi al Parlamento europeo, venga definita questa data, a piena garanzia del primo punto della risoluzione. Questa è non solo la nostra convinzione, ma un nostro impegno, che assumo personalmente. Faremo quanto possibile, affinché questa via diventi patrimonio non solo dei paesi europei ma, dato il forte ruolo dell'Europa in materia, anche degli altri paesi.
Pertanto, qualsiasi impegno o atto di indirizzo assunto dal Governo, sia in sedePag. 57comunitaria sia in sede internazionale, in materia di ricerca sarà ispirato al principio dell'inviolabilità assoluta dell'embrione.
PRESIDENTE. Il deputato Fabris ha facoltà di replicare.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, la ringraziamo veramente molto per gli impegni che lei ha assunto in maniera così netta e chiara oggi nell'Assemblea della Camera, perché ciò testimonia lo sforzo sincero che lei personalmente sta compiendo per tentare di comporre - ammesso che ciò fosse possibile - le ragioni della ricerca e il valore della vita sin dal suo concepimento.
Certo, ci sembra forse eccessivo porre l'intesa raggiunta questa settimana in seno al Consiglio europeo sulla competitività, grazie all'accordo tra il nostro ministro Mussi e la collega tedesca Annette Schavan, sullo stesso livello di altre intese che, su ben altri temi, erano state raggiunte ai tempi degli accordi di De Gasperi e Adenauer. Tuttavia, questo sforzo è sincero e ci sembra che lei oggi lo abbia ribadito con grande chiarezza.
Riteniamo che la risoluzione approvata al Senato sia chiara, perché, in quel documento, non si parla di embrioni soprannumerari, ma di embrioni crioconservati, non impiantabili. Non vi è, quindi, nella risoluzione alcuna apertura nei confronti della ricerca su embrioni umani, ma unicamente la verifica della possibilità di fare ricerca su quelli non più impiantabili.
Poiché oggi nessuno sa dirci quando un embrione non è più vitale e, dunque, non è più impiantabile, credo che la verifica debba essere condotta su altro tipo di embrione, ad esempio quelli di tipo animale, per evitare di giocare con qualsiasi forma di vita umana.
Solo così verrà rispettata la lettera e lo spirito della risoluzione approvata al Senato almeno per come i nostri colleghi dell'Udeur in quella sede hanno fatto. Questa materia, come lei ben sa, non è parte dell'accordo di Governo e, quindi, saremo fermi e decisi nel vigilare affinché questo limite non venga oltrepassato e non si faccia nessuno di quei «passettini» in avanti, come li ha definiti il ministro Bonino, nella direzione di compromettere la vita umana.
Noi, quindi, la ringraziamo e la invitiamo a continuare a lavorare fortemente in questa direzione, sapendo che il VII Programma Quadro sullo sviluppo della ricerca in Europa non è un inerte contenuto finanziario, in cui ogni paese possa attingere per conto suo.
Pertanto, la ringrazio e ribadisco che tutto ciò è per noi decisivo per continuare a sostenere lo sforzo che lei sta compiendo.
(Iniziative volte al monitoraggio e al contenimento dei costi per le opere della linea TAV Torino-Milano-Bologna-Firenze - n. 3-00156)
PRESIDENTE. Il deputato Del Bue ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00156 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
MAURO DEL BUE. Le parlo, Presidente Prodi, di una questione che immagino lei conosca bene.
Si tratta della stazione Medio Padana che dovrà sorgere, come dice la parola, a metà strada della ferrovia dell'alta velocità che congiungerà Milano a Bologna.
Questa stazione ancora non ha preso il via, a causa della lievitazione continua dei costi, dovuti, in particolare, all'intervento progettuale dell'architetto Santiago Calatrava, architetto di fama internazionale, che, peraltro, a Reggio Emilia ha realizzato anche diverse vele sui ponti dell'autostrada.
La questione è la seguente: la lievitazione di questi costi è stata veramente notevole, perché siamo passati da un preventivo di 15 milioni di euro, secondo i primi calcoli di TAV, ad un preventivo di 75 milioni di euro, la cui copertura è stata in parte garantita dalla regione Emilia Romagna ed, in parte, dall'intesa Stato-regioni, relativamente all'obiettivo 2.Pag. 58
Le rappresento le preoccupazioni del sindaco di Reggio, Graziano Del Rio, e della comunità reggiana, perché, mentre si sviluppa con una certa velocità la ferrovia, nel contempo, la stazione deve ancora avere inizio. Pertanto, le sottopongo la richiesta pressante di rassicurare la popolazione di Reggio Emilia e l'amministrazione comunale sul fatto che questa stazione verrà a breve iniziata.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
Invito i parlamentari a rispettare i tempi loro assegnati.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onorevole collega, lei ha toccato un problema generale ed un problema specifico. Il problema generale è costituito dall'incredibile lievitazione dei costi per le opere pubbliche, soprattutto per quanto riguarda la TAV, mentre quello specifico è relativo a Reggio Emilia.
Negli ultimi anni, i costi dei diritti ferroviari rispetto alle previsioni sono cresciuti enormemente. Ad esempio, per fare una sintesi, la direttrice Torino-Milano-Napoli dell'alta velocità è passata in pochi anni, dal 2001 al 2005, da 22,2 miliardi di euro a 30,2, aumentando del 34 per cento. Potrei fare mille altri esempi, ma non mi dilungo, anche se qui c'è qualcosa su cui dobbiamo riflettere.
Non solo. Alle precedenti unisco un'altra riflessione di carattere generale: a parità di opere pubbliche, i costi di quelle italiane sono molto più elevati rispetto alla media europea. Quindi, la prima risposta è che il Governo dovrà impegnarsi, e si impegnerà, per analizzare questo dato. È chiaro che, quando si verificano simili discrepanze, realizzare le opere pubbliche diventa problematico. Inoltre, certi aumenti non si giustificano né sulla base di fattori orografici né sulla base di altri elementi. Ripeto che non le fornisco dati su questo tema generale.
Riguardo al problema specifico, per quanto riguarda la fermata a Reggio Emilia, le Ferrovie dello Stato hanno fatto conoscere che, con l'accordo del 2002 tra i vari soggetti interessati - cioè, tutti gli enti locali, TAV e CEPAV uno - il comune di Reggio Emilia si era impegnato a riprogettare la fermata, inserendola nell'ambito di un complessivo progetto di totale riqualificazione urbana e di inserimento nelle opere del territorio. Pertanto, è stata riconfermata la stessa cifra come unica spesa a carico della TAV ed è stato sancito che tutti gli extracosti, rispetto all'importo a carico della TAV medesima, sarebbero stati individuati dagli enti locali.
È in fase di completamento l'istruttoria tecnica di Italferr sulla documentazione presentata dal general contractor per la definizione del costo della fermata della linea.
Questo è il dato di fatto che noi abbiamo raggiunto oggi. La ringrazio e, se vi sono altri elementi, sono a disposizione.
PRESIDENTE. Il deputato Del Bue ha facoltà di replicare, per due minuti.
MAURO DEL BUE. Intanto, signor Presidente del Consiglio, la ringrazio per la sua risposta, che ha toccato sia gli aspetti generali sia alcuni degli aspetti particolari che io le ho sottoposto attraverso la mia interrogazione.
Avendo un minuto in più, specifico ancora meglio la situazione per quanto riguarda la stazione Medio Padana di Reggio Emilia. Rispetto ai 15 milioni che erano previsti da TAV (e che TAV ha confermato a prescindere dal nuovo progetto Calatrava), sono stati stanziati già 22 o 23 milioni da parte della regione Emilia-Romagna e 35, attinti dall'obiettivo 2 (fondi comunitari), da parte dell'intesa Stato-regioni ed Emilia-Romagna.
Ciò nonostante, sebbene siamo arrivati ad un ammontare di 75 milioni di euro, mi viene rappresentata la preoccupazione che il costo sia ulteriormente lievitato - ciò secondo gli ultimi calcoli fatti da CEPAV uno - al punto tale che l'opera non ha ancora avuto inizio. Pertanto, la preoccupazione forte della comunità di Reggio Emilia è la seguente: mentre la ferroviaPag. 59viene realizzata, i lavori della stazione non hanno avuto inizio.
Naturalmente, il rischio può essere duplice: o quello che la ferrovia sia inaugurata senza la stazione Medio Padana o, addirittura - e lei, signor Presidente del Consiglio, conosce bene la mentalità delle nostre province e i rapporti che tra loro intercorrono -, quello che possa esservi uno scippo, diciamo così, da parte di una provincia a noi vicina. Confido che ciò non avvenga, soprattutto essendo lei il Presidente del Consiglio in carica!
(Richieste di autonomia provenienti dalle regioni settentrionali - n. 3-00157)
PRESIDENTE. Il deputato Gibelli ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Maroni n. 3-00157 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5), di cui è cofirmatario.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, Presidente Romano Prodi, il 25 giugno le popolazioni del nord hanno sentenziato che hanno bisogno di maggiore autonomia.
In tante occasioni, Presidente Prodi, lei è venuto al nord ed ha affermato che bisogna fare sacrifici. Noi pensiamo che il nord abbia esaurito la fase dei sacrifici e le chiediamo, oggi, cos'abbia intenzione di fare per dare maggiore autonomia alle regioni che l'hanno chiesto attraverso il referendum, con maggioranze assolutamente consolidate.
Signor Presidente del Consiglio, lei ci deve dire, oggi, se il nord meriti quelle competenze che gli permetterebbero di rimanere la locomotiva che serve al resto del paese.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Gibelli per l'interrogazione. Mi riallaccio a quanto ieri ci siamo detti a Milano in un colloquio, credo molto costruttivo, tra gli enti locali ed il Governo: non ci sarà sviluppo in Italia se il nord non riprende una sua forza trainante, perché nemmeno il Mezzogiorno può inserirsi in una linea di sviluppo se l'Italia del nord non sarà forte nell'innovazione e nella crescita.
Riguardo al problema specifico dell'autonomia, la soluzione proposta dal passato Governo attraverso il progetto di riforma costituzionale è stata, tuttavia, bocciata dal corpo elettorale, che è nazionale e non locale. Questo «no» ha cambiato le prospettive e ci obbliga ad una nuova analisi dei problemi. Tale «no» è stato diffuso anche in alcune aree metropolitane della stessa Lombardia e dello stesso Veneto, dando un significato particolare in queste zone al voto referendario.
In ogni caso, per quanto riguarda il problema specifico dell'utilizzazione delle risorse fiscali, lo prenderemo in particolare attenzione in sede di attuazione dell'articolo 119 della Costituzione che il Governo ha già messo allo studio e si impegna a presentare al Parlamento. Occorrerà affrontare un nodo fondamentale, cioè l'adeguatezza delle risorse per svolgere i nuovi compiti attribuiti agli enti locali dalla riforma del Titolo V, dando reale e concreta attuazione al principio del federalismo fiscale. Su questo ci siamo impegnati ed a questo ci atteniamo.
Invece, sulle rivendicazioni di speciali forme di autonomia ogni ipotesi di statuto differenziato deve muoversi sullo sfondo delle necessità di assicurare pari dignità alle regioni. In tale quadro una modifica costituzionale che porti all'istituzione di nuove regioni a statuto speciale appare a me non praticabile. Vi è, invece, la strada dell'articolo 116, ultimo comma, della Costituzione, che prevede una forma di regionalismo differenziato, ossia la possibilità da parte di ogni singola regione di ottenere ulteriori spazi di autonomia a seconda di necessità specifiche.
Quello che ho indicato rappresenta un percorso istituzionale che richiede il completamento e la stabilizzazione della riforma federale del 2001 anche attraverso l'eventuale ricorso ad alcuni interventiPag. 60correttivi che rendano più chiaro ed evidente il disegno complessivo. Su questo tema vi sono già indagini conoscitive delle Camere e saranno svolti una serie di incontri all'esito dei quali avremo sufficienti elementi per proporre un intervento di attuazione e riforma del Titolo V.
PRESIDENTE. Signor Presidente del Consiglio...
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Ovviamente, su tutte le suddette questioni, ritengo indispensabile una larga convergenza delle forze politiche presenti in Parlamento e non una stretta maggioranza.
PRESIDENTE. Il deputato Gibelli, al quale ricordo che ha due minuti a disposizione, ha facoltà di replicare.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, ritengo, Presidente Prodi, che le sue affermazioni siano molto gravi. Lei ha affermato che esistono cittadini di serie A nelle regioni autonome e cittadini di serie B nelle regioni che non possono aspirare a forme di autonomia. Le ricordo che la sola Lombardia ed il solo Veneto hanno un saldo attivo di 55 miliardi di euro ed è una vergogna che continuino a contribuire senza ritorno a possibilità economiche che sono alla loro portata.
Per quanto riguarda il federalismo fiscale ben venga, ma in quale quadro, Presidente del Consiglio? Al di là dei suoi proclami, le manovre economiche annunciate dal suo Governo vanno esattamente nella direzione opposta, vanno direttamente nelle tasche dei cittadini. Le proposte, come quella del ministro Bersani, vanno nella direzione di vessare e demolire parte della società del nord, fatta di piccole e medie imprese e di lavoratori autonomi, attraverso misure che vedremo produrre esproprio proletario all'interno delle casse previdenziali delle associazioni di categoria.
Quanto alle infrastrutture, lei può recarsi a Milano e dire quello che vuole. Però, mentre lei fa proclami in Lombardia, il «congelato» ministro Di Pietro, che mi pare faccia ancora parte della sua maggioranza, vuole rovesciare quanto la Casa delle libertà aveva indicato, cioè che almeno il 77 per cento delle risorse economiche fosse destinato alla parte più produttiva e più forte del paese, per mantenerla in sintonia con le esigenze dell'Europa. È evidente che, in maniera molto democristiana (mi permetta l'espressione), si torna a quel modo di dire secondo cui, certamente, bisogna fare sacrifici ma è il somaro del nord che deve pagare e tacere! È questo, infatti, l'unico modo possibile di interpretare le misure economiche che lei ha adottato.
Concludo, affermando che la Lega Nord, comunque, si impegnerà, in tutti i modi possibili, per impedire a lei ed a questo Governo, che sta demolendo la società del nord e il paese, di mangiare, per Natale, il più tipico dei dolci settentrionali, cioè il panettone (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
(Iniziative volte alla riduzione del consumo di combustibili fossili - n. 3-00158)
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00158 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), per un minuto.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, il gruppo dei Verdi vuole comprendere e conoscere quali siano le iniziative del Governo in questo campo. In maniera particolare devo illustrarle che i dati riguardanti l'utilizzazione dell'energia solare nel nostro paese sono veramente scandalosi e vergognosi, se pensiamo che l'Italia è il paese del sole. Sviluppiamo, infatti, una diffusione di impianti fotovoltaici di soli 0,62 watt di picco per abitante, contro i 18,56 watt della Germania. Inoltre, la produzione di celle fotovoltaiche è di soli 7,9 megawatt di picco all'anno, a fronte dei 604 megawatt del Giappone, dei 198 megawatt della Germania e degli 81 megawatt della Spagna.Pag. 61
I Verdi vogliono comprendere e sapere se il Governo ritenga opportuno predisporre un piano nazionale per realizzare poli per la produzione di celle a combustibile da idrogeno, per rilanciare anche il settore automobilistico che utilizzi questa tecnologia e per rendere obbligatoria, per le nuove costruzioni e le grandi ristrutturazioni, l'installazione di una quota minima di pannelli fotovoltaici. In questo senso, chiediamo al Governo quali iniziative intenda intraprendere.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, le preoccupazioni per l'approvvigionamento energetico che sono state presentate nell'interrogazione, purtroppo, sono completamente fondate. Ne abbiamo discusso in occasione della conferenza dei G8 a San Pietroburgo. Il Governo sta lavorando attivamente su questo. Già disponiamo di alcuni meccanismi di incentivazione per l'impiego delle fonti rinnovabili, tra cui i certificati verdi. Inoltre, sono in vigore il decreto legislativo del 16 marzo 1999, n. 79, una politica di incentivazioni basata sulla legge n. 9 del 1991 e così via.
Recentemente, il 9 giugno 2006, il Consiglio dei ministri, come primo atto, ha approvato la presentazione del disegno di legge di delega al Governo per completare la liberalizzazione dell'energia elettrica e del gas ed il rilancio del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili. L'articolo 2 del disegno di legge citato si riferisce proprio al rilancio del risparmio energetico e ne analizza le diverse possibilità, compresi tutti gli strumenti di incentivazione delle forme di energia rinnovabile, come l'energia solare. Quest'ultima è ritenuta una delle principali fonti rinnovabili e, forse, la più importante, benché la risorsa dei biocarburanti debba essere significativamente analizzata e potenziata, anche per valorizzare i settori agricoli in crisi ed i terreni poco sfruttati del nostro paese. Nel disegno di legge, il Governo è delegato ad adottare decreti legislativi, di concerto con i vari ministeri, orientati ad un riassetto generale dell'impostazione data allo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia ed al risparmio energetico. Però, debbo aggiungere che è necessario porre in atto una politica industriale delle fonti rinnovabili.
L'Italia non solo deve conseguire gli obiettivi previsti dalle direttive europee e ricordati dall'onorevole interrogante, obiettivi da cui siamo estremamente lontani, ma deve diventare un paese produttore della componentistica e dell'impiantistica del settore. Abbiamo un'industria del settore estremamente debole ed a basso contenuto tecnologico.
Quindi, stimoleremo non solo l'uso delle energie alternative, ma anche e soprattutto un sistema industriale che fornisca le apparecchiature e le innovazioni necessarie per un più corretto e razionale uso dell'energia.
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di replicare.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, ringrazio il Presidente del Consiglio, onorevole Prodi, per la risposta, importante perché l'impegno del Governo in un settore decisivo per la salvaguardia complessiva degli obiettivi del Protocollo di Kyoto, strettamente correlati ad una politica energetica nuova ed innovativa, è fondamentale.
Voglio aggiungere, a nome del gruppo dei Verdi, che il disegno di legge testé menzionato, così come impostato, da solo non è sufficiente a raggiungere tali obiettivi. È necessario un maggiore impegno nel campo, ad esempio, di un piano energetico che consideri il ruolo dell'idrogeno fondamentale ed incisivo. È altresì molto importante che l'Italia assuma, dal punto di vista innovativo - e, quindi, anche culturale -, un ruolo fondamentale.
È importante ciò che lei ha appena detto, signor Presidente del Consiglio, nell'affermare che tutto ciò deve avvenire di concerto con i ministeri, in particolar modo citando il ruolo che il MinisteroPag. 62dell'ambiente deve assumere assieme al Ministero dello sviluppo economico per il rilancio di un piano energetico sulle energie rinnovabili. Ciò sarà determinante anche per rilanciare un sistema produttivo ed economico che, come lei ha appena affermato, deve essere nuovamente valorizzato. Noi, infatti, riteniamo scandaloso che imprese italiane vadano oggi ad investire all'estero per realizzare impianti solari e di altre energie rinnovabili. Tutto ciò è inaccettabile, è una perdita di know how, una perdita di economia che, in realtà, dovrebbe rimanere in Italia non solo per portare benessere sociale ed economico, ma anche per offrire un grande contributo al rilancio delle politiche ambientali del nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo dei Verdi).
(Iniziative per garantire equità di trattamento per le detenute, indipendentemente da identità di genere e orientamento sessuale - n. 3-00159)
PRESIDENTE. La deputata Guadagno, detta Vladimir Luxuria, ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00159 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, il 24 maggio ed il 17 luglio di quest'anno ho fatto visita a tutto il carcere di Rebibbia, compreso il cosiddetto G8, ovvero il braccio che ospita, in media, una ventina di persone transessuali.
Molte volte è stato ribadito il concetto che un detenuto non deve scontare, oltre alla pena, una punizione aggiuntiva, ossia il sovraffollamento. Per le transessuali la condanna aggiuntiva è la propria condizione, la propria identità di genere. Rispetto ai detenuti uomini, infatti, vi è una restrizione al diritto di ora d'aria: due ore al giorno per gli uomini, una sola ora, due volte a settimana, per le transessuali. Questa detenzione rigida è spesso causa di risse e di episodi di autolesionismo.
Vi è, poi, il dramma delle detenute affette da HIV conclamato, che avrebbero bisogno non di un carcere, ma di un luogo che possa offrire cure più specialistiche a quelle persone definite «incompatibili» nel programma dell'Unione.
Mi faccio portavoce di una detenuta che, mostrandomi le ghiandole linfatiche, sotto le ascelle, ingrossate, mi ha implorata e ci ha implorato di non farla morire lì.
Signor Presidente del Consiglio, le chiedo quali iniziative intenda assumere il Governo per la salute e la dignità di tutte le persone, indipendentemente dall'orientamento sessuale e dell'identità di genere (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, con riferimento all'interrogazione dell'onorevole Guadagno, si rappresenta che il Ministero della giustizia, per garantire sicurezza ed incolumità ai detenuti, con una nota del 2 maggio 2001, ha impartito precise disposizioni concernenti i cosiddetti detenuti protetti, istituendo per essi apposite sezioni. Per quanto riguarda specificamente la casa circondariale di Roma Rebibbia, nuovo complesso, si rappresenta che tale istituto è dotato di numerose sezioni che assicurano la separazione dei detenuti secondo i rispettivi circuiti di appartenenza. Ad esempio, nel reparto G-14 sono ubicati i soggetti affetti da virus HIV, mentre nel reparto G-9 sono ristretti gli ex appartenenti alle Forze dell'ordine e gli autori di reati che suscitano reazioni particolari nella comunità sociale.
Il reparto G-8, al quale si riferisce l'interrogante, è costituito da sei sezioni ed ha una capienza totale di circa 220 posti. Nella sezione B, al piano terra, sono ristretti i detenuti transessuali. La capienza del predetto reparto è di 20 posti, i presenti sono attualmente 15.Pag. 63
Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria mi assicura che ai detenuti transessuali vengono garantite due ore giornaliere d'aria, come agli altri detenuti, presso il locale passeggio destinato a tale categoria di detenuti. Agli stessi viene altresì concessa l'opportunità di trascorrere due volte alla settimana due ore d'aria presso un altro passeggio, normalmente usato da altri detenuti del reparto; passeggio che, essendo più esteso, permette maggiori attività sportive e di svago.
Nulla risulta agli atti del Dipartimento in ordine a presunti abusi perpetrati ai danni dei detenuti transessuali. L'accertamento di eventuali abusi sarà comunque - le assicuro - doverosamente perseguito.
Per quanto concerne invece l'assistenza sanitaria, essa viene assicurata a tutti i detenuti senza alcuna differenza. Presso l'istituto di Rebibbia operano tra l'altro numerosi specialisti convenzionati, tra i quali gli infettivologi, e viene assicurata la guardia medica per tutto l'arco delle ventiquattro ore. Per eventuali cure o accertamenti diagnostici non assicurabili in ambito intramurario, i detenuti vengono inviati presso gli ospedali della capitale, in particolare in questo caso presso l'ospedale Sandro Pertini, dotato di apposito reparto carcerario ospedaliero, che ha una capienza di 20 posti.
Poiché risultano già garantite parità ed equità nel trattamento dei detenuti e poiché sono assicurate nelle forme di legge a tutti i detenuti accertamenti e terapie mediche, non sono attualmente allo studio altre iniziative in merito.
PRESIDENTE. L'interrogante Guadagno detta Vladimir Luxuria ha facoltà di replicare.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente del Consiglio, intanto la voglio ringraziare per aver risposto in prima persona alla mia interrogazione.
Mi dispiace, tuttavia, dover smentire le affermazioni del direttore del carcere di Rebibbia poiché, essendomi recata personalmente in tale struttura, so benissimo che, in realtà, sussiste una discriminazione per quanto riguarda il cortile d'ora d'aria che consente di usufruire anche di strutture sportive. Infatti, ne possono beneficiare due ore al giorno i detenuti uomini e solo due ore a settimana le detenute transessuali.
Mi auguro vi sia maggiore sensibilità nei confronti di persone che soffrono e ricordo che nel programma dell'Unione si parla di incompatibilità per quanto concerne le malattie gravi, soprattutto l'HIV conclamato, rispetto al regime carcerario.
Ritengo che anche la prossima discussione sulle unioni civili possa fornire una risposta alle solitudini di molte di queste transessuali che, essendo per la maggior parte straniere e non avendo una famiglia qui in Italia, hanno molto spesso nel compagno l'unica persona che potrebbe andare a trovarle in carcere. In realtà, per la legge vigente, si tratta di emeriti sconosciuti, che pertanto non hanno diritto al colloquio.
Quindi, signor Presidente del Consiglio, la ringrazio per la risposta e mi auguro che tale tema possa essere trattato con questa sensibilità anche in futuro (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e de L'Ulivo).
(Intendimenti del Governo sulla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina - n. 3-00160)
PRESIDENTE. Il deputato Neri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliva n. 3-00160 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8), di cui è cofirmatario.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, nel corso della recente campagna elettorale, il tema delle infrastrutture, e segnatamente quello della realizzazione del ponte sullo Stretto, è stato glissato da chi oggi ha la responsabilità di Governo del paese, definendo non prioritaria la realizzazione dello stesso. Questa definizione è stata ribadita a Governo insediato e, ancorchè si siaPag. 64assistito al contrasto di vedute tra ministri della stessa compagine, non è stata ancora data una risposta definitiva ai siciliani, che, in stragrande maggioranza, ritengono essenziale per il loro sviluppo ed il loro futuro, la realizzazione di questa importante opera infrastrutturale.
Per di più, nei giorni scorsi, il Governo ha registrato la concorrente sconfitta alla presidenza dell'Assemblea regionale per consegnare un dissenso rispetto alla realizzazione del ponte. Sarebbe stato più opportuno, forse, ascoltare il presidente eletto dai siciliani e prendere atto che, non solo le forze di maggioranza in Sicilia, ma anche le componenti sindacali più importanti sono favorevoli alla realizzazione del ponte. Vorremmo comprendere, in definitiva, quali siano gli intendimenti del Governo.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI. Presidente del Consiglio dei Ministri. Debbo confermare, e mi sembra che su questo siamo stati chiarissimi, che dal programma sottoscritto da tutti i partiti che fanno parte della coalizione di Governo appare chiaramente che il ponte sullo Stretto di Messina non è tra le priorità da realizzare a breve.
Il nostro parere è che si tratti di un ponte per la cui costruzione i costi non sono comparabili ai benefici e che, soprattutto, vi siano infrastrutture molto più urgenti per il sud del paese, le quali sono attese da anni dalla popolazione. Parlo dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, per la quale dobbiamo reperire i fondi mancanti per l'ammodernamento; della ferrovia Battipaglia - Reggio Calabria; della tremenda strada statale 106 Jonica; di quasi tutte le reti stradali e di tutte le reti ferroviarie della Sicilia. Queste sono opere, a parere dei partiti di maggioranza, estremamente urgenti. Credo che ai siciliani, nonostante le lodevoli proposte del presidente della regione, interessi di più raggiungere Palermo da Catania in tempi decenti, godere delle proprie risorse idriche con acquedotti efficienti piuttosto che avere un'opera che, rispetto ai costi, ha un'utilità certamente limitata.
Porteremo quindi una rete di infrastrutture stradali e ferroviarie degne di questo nome in Sicilia e in Calabria; poi potremo anche pensare al ponte.
Voglio ricordare, riguardo l'interesse dell'interrogante per le infrastrutture al sud, come oltre i tre quarti dell'investimento complessivo delle infrastrutture del Governo Berlusconi siano state concentrate al nord, appena il 13 per cento al centro e l'8 per cento al sud. Mi sembrano dati abbastanza semplici: l'8 per cento in tutto il meridione! Questa percentuale ha prodotto un'ulteriore arretratezza delle infrastrutture del Mezzogiorno; io credo che i soldi non spesi per il ponte siano meglio indirizzati ad attrezzare Calabria e Sicilia con infrastrutture moderne ed il Governo si impegna in questa direzione.
PRESIDENTE. Grazie, Presidente.
Ha facoltà di replicare il deputato Neri.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente del Consiglio, certo la chiarezza non le è difettata. Vorremmo comprendere le ragioni per le quali i siciliani non possono scegliere le priorità infrastrutturali, ma d'altronde, già dall'insediamento del suo Governo, l'inesistente rappresentanza siciliana nella compagine governativa era un segnale preciso dell'attenzione che questo Governo intendeva dedicare alla Sicilia e alle sue problematiche di sviluppo. Non è certamente un caso che lei, alla fine del suo intervento di risposta all'interrogazione, abbia fatto riferimento alla scarsa percentuale di investimenti destinati dal precedente Governo alla Sicilia e al meridione.
Evidentemente, lei si propone di fare meglio, nel senso che intende dedicare ancora meno attenzione e minori risorse per il Mezzogiorno. In questo modo, però, dimenticando che il ponte sullo Stretto sarebbe realizzato prevalentemente con capitali privati, che avrebbe una ricaduta economica ed occupazionale formidabile, che non graverebbe sulle casse dello StatoPag. 65nella misura in cui ella vorrebbe far intendere e che, da ultimo, non realizzando tale ponte saremo costretti a pagare al gruppo industriale che si è aggiudicato la gara per la realizzazione dell'opera una corposa penale. Che poi quel gruppo industriale faccia capo alla stessa holding industriale vicina al presidente di Confindustria, che così tante simpatie ha manifestato alla sua compagine governativa e alla sua maggioranza, sarà un caso. Vorremmo, però, capire perché le simpatie elettorali dedicate da questa holding industriale alla sua maggioranza e al suo Governo debbono essere pagate dagli italiani e, soprattutto, debbono essere scontate dai siciliani e dai meridionali (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia e di Forza Italia).
(Vincolo politico nella scelta del premier derivante dall'esito delle elezioni - n. 3-00161)
PRESIDENTE. Il deputato Villetti ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-00161 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, la ristrettezza numerica della maggioranza esistente al Senato fa sorgere continuamente una serie di interrogativi sul futuro del Governo e su quello della maggioranza. Il mio quesito si inquadra in questo clima.
Signor Presidente del Consiglio dei ministri, le chiedo, infatti, se ritiene che vi sia, come io penso, uno stretto rapporto tra il voto che vi è stato recentemente e il mandato che è stato dato al Governo da lei presieduto per governare per l'intera legislatura e se, in alternativa, vi sia soltanto, ferme restando le prerogative del Presidente della Repubblica, il ricorso nuovamente alle urne.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Onorevole Villetti, il mandato, che ho ricevuto con il voto delle elettrici e degli elettori nel mese di aprile, è un voto ad una scelta precisa di un programma e di uno schieramento di forze politiche: un programma e una coalizione. Questa prospettiva si è configurata già dalle primarie che hanno dato all'elettorato la possibilità di esprimere una preferenza e, di conseguenza, di aggregare il consenso sulla figura del candidato premier in caso di vittoria. La mia maggioranza risponde perciò ad un disegno politico preciso che si basa sul rispetto della distinzione fra maggioranza ed opposizione. Ed è proprio su questa distinzione che si fonda il leale confronto che nella vita democratica deve quotidianamente avvenire fra chi ha la responsabilità di Governo e chi si candida per sostituirlo.
È sotto gli occhi di tutti che lo scarto limitato, evidenziato dal risultato del voto, non impedisce alla nostra maggioranza di realizzare una corretta ed efficace conduzione della cosa pubblica. Ecco perché ribadisco, anche in quest'autorevole sede, che la nostra coalizione funziona ed opera bene. Il margine di maggioranza è ampio alla Camera dei deputati, più limitato al Senato, ma questo è un fenomeno sempre più comune in tutte le democrazie contemporanee.
Io ho preparato una coalizione e un programma, e sono qui per mettere in atto questo programma e per realizzarlo con questa coalizione. Anche se molti si applicano in direzioni diverse - ed è una applicazione in cui in questi giorni tanti si dedicano -, io non vedo alternative a questa coalizione e a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Il deputato Villetti ha facoltà, per due minuti, di replicare.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente del Consiglio, penso che lei abbia usato parole assolutamente chiare su un argomento che, come lei stesso ha ricordato, si presta continuamente a confusioni.
Infatti, e l'abbiamo visto in materia di politica estera, la possibilità di realizzarePag. 66più ampie convergenze viene spesso confusa con un allargamento o un cambiamento della maggioranza. Non vi è alcuna antitesi tra l'autosufficienza che la maggioranza deve avere e la possibilità di formare larghe convergenze.
Osservo, inoltre, che tali convergenze servono per poter effettuare riforme di sistema. Non è possibile infatti ad ogni cambio di maggioranza e ad ogni legislatura fare una nuova riforma della scuola, della giustizia e così via. Si tratta di una questione che riguarda oggi la maggioranza di questa legislatura, ma potrebbe riguardare un'altra maggioranza in un'altra legislatura. Dunque, occorre tenere fisso il rapporto netto tra maggioranza ed opposizione come fattore fisiologico del bipolarismo ma, nell'ambito di questo rapporto, riuscire a realizzare una convergenza tra maggioranza ed opposizione su alcune questioni fondamentali riguardanti le attese del paese.
Signor Presidente del Consiglio, penso che lei abbia usato parole assolutamente chiare, alla vigilia anche di nuovi appuntamenti politici particolarmente difficili e impegnativi per il centrosinistra (Applausi dei deputati del gruppo de La Rosa nel Pugno).
MAURIZIO GASPARRI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Lei sa che in questa fase è possibile intervenire soltanto per affrontare questioni strettamente connesse alle interrogazioni in corso di svolgimento.
MAURIZIO GASPARRI. Si è aperto un dibattito politico e dunque ho chiesto di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Sa bene che non è questa la materia (Commenti del deputato Gasparri)... La prego di usare correttezza, grazie!
(Trasferimento d'ufficio dei vertici della Guardia di finanza in Lombardia - n. 3-00162)
PRESIDENTE. Il deputato Ciccioli ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00162 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10), di cui è cofirmatario.
CARLO CICCIOLI. Onorevole Presidente, in questi ultimi giorni a più riprese sono comparse sulla stampa e sulle agenzie notizie relative al trasferimento dei vertici della Guardia di finanza in Lombardia e, più specificatamente, a Milano.
Tali trasferimenti sono stati decretati con procedura d'urgenza, riducendo da quaranta a dieci giorni i termini per presentare eventuali memorie al fine di contrastare il trasferimento. Riguardano sostanzialmente l'intero vertice della Guardia di finanza in Lombadia, in particolare cito il comandante regionale, generale Forchetti, destinato al Piemonte, dove era già stato designato il generale De Gennaro, il capo di stato maggiore interregionale nord occidentale, generale Minervini, il comandante del nucleo regionale di polizia tributaria, colonnello Rosario Lorusso, il capo ufficio operazioni, tenente colonnello Virgilio Pomponi, il tenente colonnello Vincenzo Tomei, che è stato uno dei principali bracci operativi delle indagini di polizia giudiziaria.
La portata - ne ho citati solo alcuni e non tutti - di tali movimenti fa ritenere che sia in corso lo smantellamento di una intera struttura organica, che si è occupata di casi particolarmente delicati, da quello Parlamat a quello Unipol, a quello della Banca del lavoro e quant'altro.
PRESIDENTE. La invito a concludere!
CARLO CICCIOLI. Verso questi trasferimenti - e concludo, Presidente - che appaiono come rimozioni punitive, sembra vi sia stato particolare interesse da parte del viceministro Visco. A contrastare tali trasferimenti, in più riprese, anche se in maniera molto riservata, sono intervenuti i vertici giudiziari del tribunale, della procura e della corte d'appello di Milano.
PRESIDENTE. La prego di concludere!
Pag. 67CARLO CICCIOLI. Chiedo al Presidente del Consiglio una sua valutazione in merito e notizie giustificative.
PRESIDENTE. Pregherei i parlamentari di rispettare i limiti di tempo stabiliti.
Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, i trasferimenti di ufficiali della Guardia di finanza cui si riferiscono gli interroganti hanno suscitato molta attenzione nei media, soprattutto per il modo in cui un'agenzia di stampa - al riguardo, non cito la fonte - ne ha dato notizia, in un orario inconsueto e mettendoli arbitrariamente in relazione con una vicenda che, inevitabilmente, li ha caratterizzati in maniera strumentale.
In realtà, lo svolgimento dei fatti è molto semplice. Il viceministro Visco, titolare della delega relativa alle politiche fiscali della Guardia di finanza, assumendo l'incarico, ha svolto, come è prassi, una serie di consultazioni con tutti i responsabili dei settori di sua competenza, dalle agenzie fiscali ai vari settori dell'amministrazione e alla stessa Guardia di finanza. Da tali colloqui è emersa l'opportunità di provvedere ad avvicendamenti che sono abituali in questi casi.
Di tali avvicendamenti, come è noto, l'ANSA ha dato notizia due giorni dopo, domenica 16 luglio, alle ore 22,19, titolando: Unipol, azzerati i vertici della Guardia di finanza della Lombardia. Nel corso della stessa nottata, il viceministro Visco ha drasticamente smentito qualsiasi collegamento con la vicenda Unipol ed il comando generale della Guardia di finanza, a sua volta, ha smentito la notizia con il seguente comunicato: "Il comando generale della Guardia di Finanza smentisce le notizie secondo le quali sarebbero stati trasferiti i vertici della Guardia di Finanza di Milano. È stato, invece, avviato nei loro confronti, ai sensi degli articoli 7 e 8 della legge n. 241 del 1990, il previsto procedimento amministrativo per un eventuale successivo impiego".
Lunedì 17, appreso dalla stampa che la procura di Milano aveva sollecitato chiarimenti in proposito, il viceministro Visco ha avuto un colloquio telefonico personale con il procuratore capo Manlio Minale, chiarendo gli aspetti della questione, assicurando che sarebbe stata riservata la massima cura nel garantire la continuità nell'azione di indagine e ricevendo l'assicurazione che in tal caso non vi sarebbe stata alcuna controindicazione agli avvicendamenti.
Nessuna informazione sulla riunione svoltasi a Milano tra i vertici attuali della Guardia di finanza ed i magistrati è stata fornita all'autorità politica prima di ieri, quando la Guardia di finanza ha fatto pervenire la sua nota relativa a queste indicazioni parlamentari. Gli avvicendamenti indicati dal comando generale della Guardia di finanza non presentano alcuna eccezionalità; infatti, tutti gli ufficiali del rango di generali e colonnelli interessati al nuovo incarico, lungi dall'essere penalizzati dalle scelte compiute, sono destinati ad incarichi di pari o superiore livello nella stessa Milano o in altre regioni o presso il comando generale della Guardia di finanza.
PRESIDENTE. Deve concludere...
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Gli ufficiali indicati per la loro sostituzione al comando generale vantano requisiti di professionalità e di esperienza altrettanto elevati. La ringrazio, Presidente.
GIORGIO JANNONE. Vergogna!
SANDRO BONDI. Lei prende in giro il Parlamento!
PRESIDENTE. Il deputato Ciccioli ha facoltà di replicare.
CARLO CICCIOLI. Onorevole Presidente, mi spiace dichiarare la mia totale insoddisfazione per la risposta. Lei, come ha accennato nella risposta, ha ricordato che i vertici degli istituti della giustiziaPag. 68requirente di Milano, la procura generale e la procura della Repubblica, hanno interloquito sottolineando la preoccupazione per le indagini in corso e per il fatto che un esodo così massiccio dei vertici interessati alle indagini sicuramente avrebbe danneggiato il corso delle indagini stesse.
Mi sento di dire che una decisione di questo genere, assunta in tal modo, che riguarda persone che da tempo ricoprono quegli uffici e altre che invece molto più recentemente vi erano state assegnate indica che, evidentemente, si voleva azzerare l'intero gruppo operativo.
Lo dimostra il fatto che il comandante della regione Lombardia è stato trasferito alla regione Piemonte, posto per il quale già era stato indicato un altro generale della Guardia di finanza, sicché si è revocata la precedente indicazione. Ciò sta a significare che non si è trattato di un normale avvicendamento, che naturalmente non avrebbe interessato un vertice così vasto della Guardia di finanza stessa.
Mi preme anche sottolineare che le decisioni, per quanto riguarda i movimenti della Guardia di finanza, spetterebbero al vertice stesso, e non al viceministro Visco che, dal punto di vista giuridico, è stato delegato a ciò con qualche perplessità evidentemente non solo di carattere formale ma anche di sostanza.
La sensazione che ha percepito l'opinione pubblica è quella che qualcuno abbia disturbato il manovratore e che, quindi, era giusto che pagasse.
PRESIDENTE. La prego...
CARLO CICCIOLI. Credo - e concludo - che ciò che viene percepito sia molto grave.
Tra l'altro, vi sono ulteriori indiscrezioni giornalistiche che riferiscono...
PRESIDENTE. Per cortesia...
CARLO CICCIOLI. ...che attualmente lo stesso viceministro Visco è oggetto di un'indagine (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia).
(Presunte pressioni di un viceministro per il trasferimento di vertici della Guardia di finanza in Lombardia - n. 3-00163)
PRESIDENTE. Il deputato Elio Vito, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a sua disposizione, ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00163 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11).
ELIO VITO. Signor presidente, con la consueta spudoratezza, il Presidente Prodi, poco fa, ha affermato che il problema non è l'immotivata, illegale, intempestiva sostituzione dei vertici della Guardia di finanza della Lombardia, ma il fatto che l'agenzia di stampa Ansa ne abbia dato la notizia ad un'ora indelicata.
Ci dica, Presidente Prodi, se corrisponda al vero o meno che una persona che non ha i titoli per occuparsene, il viceministro Visco, se ne sia occupata. Ci dica, Presidente Prodi, se corrisponda al vero o meno che non ha avuto semplicemente un colloquio con la procura di Milano, ma che il viceministro Visco, per questo, sia stato iscritto sul registro degli indagati dalla procura di Milano (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. La prego...
ELIO VITO. Infine, Presidente Prodi, a noi non interessa la questione Unipol. A noi interessano i cittadini che sono preoccupati per il fatto che volete utilizzare le istituzioni dello Stato e la Guardia di finanza per ragioni private e per questo ne rimuovete i vertici (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente...
Una voce dai banchi di Forza Italia: Vergognati!...
Pag. 69PRESIDENTE. Vi prego di lasciar parlare il Presidente del Consiglio e di assumere atteggiamenti rispettosi.
ROMANO PRODI, Presidente della Consiglio dei ministri. Quando hanno finito, parlo.
GIOVANNI CARBONELLA. Abbiamo cinque anni per vergognarci (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)...
PRESIDENTE. Vi prego! Se continuiamo così, non credo che chi ci sta osservando riceva una buona impressione della politica. In quest'aula, ognuno è libero, per fortuna, di muovere le critiche anche più radicali e poi di ascoltare il Presidente del Consiglio.
RUGGERO RUGGERI. Ma non di offendere!
ROMANO PRODI, Presidente della Consiglio dei ministri. A me non risulta assolutamente quanto detto dall'onorevole Elio Vito. Se lui ha informazioni particolari, mi piacerebbe sapere quali siano le sue fonti di informazione (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia).
Riguardo al contenuto della domanda, vorrei ripetere quanto ho detto precedentemente, rispetto alle coincidenze temporali, ai modi e ai tempi della diffusione di notizie e al fatto che nessun abuso è stato commesso dal viceministro. La Guardia di finanza ha agito come di consueto nelle sue decisioni. Quindi, ho già illustrato precedentemente tali elementi. Ho già detto che, solo ieri, la Guardia di finanza ha fatto sapere che la richiesta di chiarimenti da parte della procura milanese è stata formulata lo stesso giorno in cui il comandante generale ha spedito la lettera relativa agli avvicinamenti ai quali si è fatta allusione nelle vostre interrogazioni.
Quindi, non c'è nulla da aggiungere alla risposta precedente. Era dovere e potere del viceministro fare le analisi e porre le domande che ha posto (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia). Era potere e dovere del capo della Finanza di prendere i provvedimenti che ha preso.
GIORGIO JANNONE. Regime!
PRESIDENTE. Il deputato Elio Vito ha facoltà di replicare.
ELIO VITO. Io non sono insoddisfatto: sono sconcertato! La legge non attribuisce in alcun modo al viceministro Visco il potere di occuparsi degli uffici della Guardia di finanza e di interessarsi di sostituzioni e rimozioni. Queste prassi appartengono a regimi non democratici (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
Sono sconcertato, signor Presidente, anche dal fatto che il ministro Di Pietro, a causa della ripresa televisiva, si sia evidentemente «scongelato» dalla sospensione dall'incarico di ministro, senza capire che il vero colpo di spugna non è l'indulto (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati del gruppo de L'Ulivo - Una voce: «Vergognati»!), ma la rimozione immotivata, da parte del Governo, di vertici della Guardia di finanza che svolgono il loro dovere. Questo è il vero colpo di spugna per il quale si dovrebbe dimettere dal Governo (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
Infine, signor Presidente - e concludo -, vorrei osservare che il Presidente Prodi non ha smentito - quindi, ha ammesso - l'intenzione del viceministro Visco e dell'intero Governo di utilizzare la Guardia di finanza per scopi privati.
Ora, Presidente Prodi, smentisca, se ne ha il coraggio, anche la Repubblica. Non so se sia stato pubblicato in un orario scomodo, come l'agenzia di stampa alla quale facevamo riferimento, anche questo: «Mare e spiaggia: grandi amici. Prodi sulla spiaggia con la famiglia, Parisi che arriva dal mare, con una motovedetta della Guardia costiera. Un abbraccio e poco altro» (Applausi dei deputati dei gruppi diPag. 70Forza Italia e di Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati del gruppo de L'Ulivo - Una voce: «Vergogna!»).
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Unipol!
ANDREA LULLI. Ma falla finita!
ELIO VITO. Andate al mare con le motovedette della Guardia costiera e con i mezzi della Marina militare che non volete siano destinati alla sicurezza del nostro paese: vergogna (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
ANTONIO BORGHESI. Indulto! Indulto!
(Interventi per contenere la spesa delle pubbliche amministrazioni nonché i costi della politica - n. 3-00164)
PRESIDENTE. Il deputato Donadi ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-00164 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
MASSIMO DONADI. Signor Presidente del Consiglio, il suo Governo sì è caratterizzato, nei suoi primi atti - e noi abbiamo molto apprezzato ciò -, per un'azione di contenimento della spesa pubblica e di ripresa della competitività del paese, anche attraverso le cosiddette liberalizzazioni.
Vorremmo quindi sapere, signor Presidente del Consiglio, se, in questa attività di apertura dei cosiddetti mercati chiusi, il Governo non intenda operare anche per riportare efficienza, trasparenza e meritocrazia (producendo, quindi, risparmi) nelle pubbliche amministrazioni, nonché per ridurre quell'aspetto endemico della nostra democrazia rappresentato dagli esorbitanti costi della politica.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, quello dei costi della burocrazia e del sistema pubblico rappresenta uno dei problemi più importanti che il Governo sta affrontando.
Abbiamo già agito, in via amministrativa, il 15 giugno, attraverso l'adozione di un atto di indirizzo sui criteri generali per il coordinamento dell'azione amministrativa del Governo; abbiamo altresì spinto verso il rigoroso contenimento della spesa, trovando una risposta alle esigenze finanziarie negli spazi di flessibilità e di riallocazione delle risorse previsti dalla normativa contabile vigente.
Ci siamo indirizzati, soprattutto, verso il rispetto delle disposizioni finalizzate al contenimento degli organici e delle nuove assunzioni. Abbiamo altresì disposto il contenimento delle spese per studi ed incarichi di consulenza, delle spese di rappresentanza e pubblicità e delle risorse destinate alle autovetture.
Abbiamo stabilito, inoltre, la verifica dei presupposti di obbligatorietà per l'adesione alle convenzioni Consip, la rigorosa quantificazione degli oneri derivanti da nuove iniziative legislative ed il rispetto delle modalità di utilizzo dei contributi pluriennali dello Stato, affinché non comportino effetti negativi sui saldi della finanza pubblica.
Inoltre, riteniamo necessario un intervento più incisivo di carattere legislativo. Con il decreto-legge n. 223 del 2006 abbiamo contenuto la spesa pubblica - in particolare per le amministrazioni centrali - per il sussidio all'editoria, oltre che la riduzione, rispetto a quanto già disposto con la legge finanziaria, dei limiti di spesa per convegni, consulenze e rappresentanze. Inoltre, abbiamo prodotto una riduzione di spesa in tutti i capitoli non strettamente necessari per il funzionamento della nostra amministrazione.
Il contenimento delle spese per commissioni, comitati e consulenti, verrà ulteriormentePag. 71«inseverito» nel prossimo futuro. Riteniamo che questi contenimenti della spesa abbiano già portato una diminuzione dell'indebitamento: circa 900 milioni di euro per l'anno in corso, 1.250 milioni per il 2007, 1.450 milioni a decorrere dal 2008. Altri provvedimenti nella stessa direzione saranno assunti nel prossimo futuro.
PRESIDENTE. Il deputato Donadi ha facoltà di replicare, per due minuti.
MASSIMO DONADI. La ringrazio, signor Presidente, per i chiarimenti che ha voluto fornire e che noi accogliamo con soddisfazione. Non le nascondo che mi sarei forse atteso di sapere di più circa gli intendimenti del Governo per i prossimi anni su un aspetto specifico che noi avevamo sottolineato, cioè quello dei costi della politica.
Credo che, nel momento in cui questo Governo, correttamente, in modo importante, sta chiedendo a molte, significative ed estremamente rappresentative categorie economiche del paese, intervenendo attraverso le liberalizzazioni, di veder ridotti e rimodulati quelli che sono stati fino ad oggi loro diritti acquisiti, farebbe bene a dare una dimostrazione importante: che anche la classe dirigente di questo paese, anche la politica, sa mettere in discussione i propri privilegi, i propri aspetti corporativi, e quindi sa mettere mano ad una legge di riforma complessiva di quelli che, ribadisco, in questo paese sono i costi esorbitanti della politica.
Il presidente degli industriali non perde occasione di ripeterlo: in Italia la politica costituisce la prima azienda del paese. Un'azienda che non conosce crisi: con le congiunture buone o con quelle cattive, è l'unica azienda il cui fatturato cresce sempre a dismisura! Credo che sarà responsabilità anche di questa maggioranza e di questo Governo - noi di sicuro non solo non ci sottrarremo, ma ne saremo parte attiva e stimolante - quella di svolgere un'azione incisiva, dando un buon esempio per tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori).
(Iniziative per proseguire nell'azione volta a garantire maggiore concorrenza nei mercati chiusi - n. 3-00165)
PRESIDENTE. Il deputato Barbi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Franceschini n. 3-00165 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13), di cui è confirmatario.
MARIO BARBI. Signor Presidente, il decreto-legge approvato ieri sera al Senato ed ora all'esame della Camera, sul contenimento della spesa, il contrasto all'evasione fiscale e il rilancio economico e sociale, è premessa per il risanamento dei conti pubblici e per il rilancio della crescita. Tale decreto non è un semplice collage di pezze a colori, ma contiene disposizioni coerenti per aprire alla concorrenza, nell'interesse dei consumatori e della competitività del paese, settori economici ingessati e corporativi. Queste misure, ancorché avversate da alcune categorie, sono state accolte con grande favore dall'opinione pubblica ed hanno ricevuto consensi, almeno all'inizio, anche dall'opposizione.
Considerato che i cittadini attendono che le liberalizzazioni conducano a riduzioni di prezzi ed aprano nuove opportunità anche ai giovani, le chiedo, signor Presidente, come il Governo intenda proseguire nell'apertura alla concorrenza dei mercati ancora chiusi o non sufficientemente aperti.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. La situazione italiana, nonostante i processi di privatizzazione e di liberalizzazione, si caratterizza ancora, per molti comparti, soprattutto nel settore dei servizi e nella pubblica amministrazione, in cui vi è la mancanza di concorrenza,Pag. 72per aspetti corporativi e ritardi organizzativi che denotano una perdita di efficienza, di cui paghiamo quotidianamente il prezzo.
Noi abbiamo cominciato, con il decreto-legge n. 223 del 2006, un grosso cammino di liberalizzazione, proprio per «scrostare» il nostro sistema economico dagli irrigidimenti che gli sono stati di grave pregiudizio in passato. Noi intendiamo andare avanti in questa direzione. Io intendo porre la politica dell'efficienza e della concorrenza al centro della mia agenda e definire, a breve, la sequenza dei settori su cui intervenire, in primo luogo, quelli che portano benefici più elevati a vantaggio dei consumatori, anche in conseguenza degli apprezzamenti che gli italiani hanno ricevuto riguardo ai provvedimenti di liberalizzazione che abbiamo recentemente adottato.
I settori in cui pensiamo di agire prioritariamente e in tempi rapidi riguardano i servizi pubblici locali, per i quali è auspicabile che il Parlamento possa avviare e concludere entro l'anno in corso l'esame parlamentare del disegno di legge delega approvato dal Governo il 30 giugno; la riforma delle libere professioni in chiave concorrenziale, attraverso un apposito disegno di legge delega; le telecomunicazioni e, in particolare, il sistema radiotelevisivo; il mercato pubblicitario, le energie, il gas e ulteriori misure finalizzate a rafforzate la tutela degli utenti nei servizi di interesse generale (in primo luogo, telefonia, ma anche energia, televisioni, poste e trasporti), sulla falsariga dell'analisi delle disposizioni inserite nella delega sui servizi pubblici locali.
Abbiamo anche intenzione - ciò è altrettanto importante - di provvedere ad un grande processo di snellimento e di semplificazione del lavoro e dell'operato della pubblica amministrazione.
Questi provvedimenti non tarderanno, sono già nella linea di azione del Governo e saranno votati al più presto possibile, in modo che il cammino di ammodernamento del paese che abbiamo intrapreso possa rapidamente proseguire (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Il deputato Ventura, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MICHELE VENTURA. Signor Presidente, volevo ringraziarla per due motivi. Il primo è che, dopo cinque anni, abbiamo nuovamente la presenza di un Presidente del Consiglio che risponde alle interrogazioni (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, dell'Italia dei Valori, dei Comunisti Italiani e dei Verdi). Non è cosa secondaria, perché la sua presenza per rispondere alle interrogazioni, che consideriamo normali, ma importanti per la vita del paese, appare dopo cinque anni un fatto straordinario. La inviterei a continuare in tal modo, perché questa è la migliore risposta per avere un rapporto corretto con il Parlamento.
Il secondo ringraziamento è per aver ricordato, questo pomeriggio, che lei e il Governo che presiede siete intenzionati ad andare avanti sulla via della liberalizzazione e della concorrenza. È molto importante: si tratta di una operazione che nessun Governo ha osato mettere in campo. Questo «scrostamento» di cui parla, la sconfitta di logiche corporative, è la premessa per pensare alla ripresa dinamica del nostro sistema economico. Lei ha parlato di snellimento della pubblica amministrazione, di energia, di servizi. Andiamo avanti: è la migliore risposta che possiamo dare alle attese del paese!
Signor Presidente, non lasciamoci intimorire dalla protesta scomposta di qualche categoria, magari capeggiata da qualche neocorporativo presente in questo Parlamento. Dobbiamo sapere che parlare alla maggioranza dei cittadini e dei consumatori è la risposta vincente non solo per l'economia, ma anche per la dialettica democratica nella nostra società (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo e dei Verdi).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, avevo chiesto di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, ho chiesto la parola sull'ordine dei lavori, attendendo la fine dello svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, perché ritengo che una delle interrogazioni presentate abbia aperto in maniera impropria un dibattito di natura politica, come non le sarà sfuggito, ponendo una domanda relativa alla durata dei Governi, alle maggioranze, alle elezioni e quant'altro. Non so quali debbano essere i limiti di uso del question time. So che, in genere, vengono indicate alcune materie da trattare, o almeno così accadeva nella scorsa legislatura, e gli uffici danno qualche orientamento al riguardo.
La questione di natura politica affrontata è così ampia che sarebbe stata più adatta ad un dibattito di carattere generale, dove casomai un rappresentante per gruppo potesse esprimere le proprie valutazioni, che non ad uno scambio di domande e risposte sulla questione delle questioni: cosa accade di fronte a cambiamenti rispetto al mandato in ordine alla durata di un Governo o della maggioranza.
Non le sfuggirà che si tratta di una questione politica per eccellenza che, confinata nell'ambito dello svolgimento di interrogazioni a risposta immediata - e concludo, signor Presidente -, configura un uso improprio del question time o l'impossibilità per gli altri gruppi di intervenire su tale questione concernente la legittimità o meno dei numeri del Governo e le prospettive della legislatura.
PRESIDENTE. Sulle questioni procedurali - come lei sa - non sono consentiti interventi durante lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. A coloro che intendono intervenire sull'ordine dei lavori, per un richiamo al regolamento o per qualsiasi altro motivo, la parola viene data soltanto al termine della seduta.
Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata avviene secondo uno schema regolamentare caratterizzato da una rigida scansione delle fasi e dei tempi e da una successione degli interventi tale da instaurare un contraddittorio serrato tra interroganti e Governo. È a discrezione dei singoli gruppi porre la questione, e colui che risponde lo fa assumendosene la responsabilità per parte del Governo, in questo caso del Presidente del Consiglio.
Qualsiasi altra modificazione non prevista nel corso del dibattito potrebbe determinare una modifica dei tempi programmati e una alterazione del rapporto tra interroganti e Governo, nonché della parità di trattamento tra i gruppi, anche in considerazione del fatto che l'articolo 135-bis del regolamento prevede la trasmissione televisiva diretta delle sedute.
La questione della densità politica dell'interrogazione e della risposta è un elemento a totale disposizione dell'interrogante e del Governo che risponde.
Sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 16,35, è ripresa alle 16,50.