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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Orientamento del Governo in merito ad una eventuale ripresa della sperimentazione della pillola abortiva - n. 3-00072)
PRESIDENTE. L'onorevole Lussana ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00072 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
CAROLINA LUSSANA. La ringrazio, signor Presidente. Nel giorno della sua prima visita alla regione Piemonte il ministro della salute, Livia Turco, ha reso alcune dichiarazioni in merito alla sperimentazione della pillola abortiva RU 486, bloccata lo scorso anno dall'allora ministro Storace per ravvisate irregolarità.
Tenuto conto che il ministro ha in pratica assolto la sperimentazione, definendola corretta e non lesiva della legge n. 194, assolvendo quindi anche l'operato del ginecologo Viale, esponente de La Rosa nel Pugno, che l'ha condotta, nonostante vi sia un'inchiesta giudiziaria in corso per accertare le possibili violazioni del protocollo ministeriale; visto che a livello scientifico non sono ancora state accertate le conseguenze sanitarie che l'uso della pillola RU 486 può avere sulla salute della donna; considerato che seri dubbi sulla pericolosità per la salute umana sono stati avanzati addirittura dallo stesso scopritore della pillola abortiva, chiediamo di sapere quale orientamento il ministro della salute intenda adottare in merito ad una eventuale ripresa della sperimentazione e come intenda argomentare la sua compatibilità con la normativa vigente in materia di interruzione volontaria della gravidanza.
PRESIDENTE. Il ministro della salute, Livia Turco, ha facoltà di rispondere.
LIVIA TURCO, Ministro della salute. Onorevoli colleghi e colleghe, in risposta ai quesiti posti dagli interroganti, intendo preliminarmente chiarire che la sperimentazione della pillola RU 486 era stata ripresa già dal precedente ministro della salute. A questo proposito preciso che l'ordinanza ministeriale del 21 settembre 2005, che sospendeva la sperimentazione presso l'ospedale Sant'Anna di Torino dell'aborto farmacologico e l'arruolamento di nuove pazienti, prevedeva la ripresa della sperimentazione a condizione che al Ministero della salute venisse preventivamente notificata la idonea regolarizzazionePag. 58delle procedure, nel rispetto delle indicazioni fornite dal parere del Consiglio superiore di sanità del 18 marzo 2004, in materia di ricovero ospedaliero delle pazienti e di obbligo dell'informativa alle donne e al personale medico.
Dal mese successivo - ottobre 2005 - l'ospedale Sant'Anna di Torino ha ripreso la sperimentazione, successivamente all'adozione di un nuovo protocollo che contemplava il ricovero delle pazienti nella struttura per tutta la durata del trattamento farmacologico nell'ambito delle norme della legge 22 maggio 1978, n. 194. È per questo motivo, e sulla base di questo atto precedente, che ho ribadito non l'opinione personale, ma quanto in quell'atto stesso inteso e detto, e cioè che si tratta di una sperimentazione corretta.
Va, inoltre, precisato che il relativo protocollo del Sant'Anna è stato approvato dal competente Comitato etico-ospedaliero sulla base del parere già citato e in conformità al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 211, che disciplina le sperimentazioni cliniche di medicinali per uso clinico.
In risposta a quanto riportato nell'atto parlamentare in merito ad una mia dichiarazione, nel ribadire che quanto in corso al Sant'Anna è corretto, cioè coerente con la legge n. 194, voglio chiarire che questa dichiarazione ribadisce la correttezza del protocollo sperimentale in corso presso il medesimo ospedale Sant'Anna di Torino, come già precisato in occasione della risposta a precedenti atti parlamentari sul medesimo argomento nella seduta della Camera dei deputati del 13 giugno.
Nella risposta veniva sottolineato...
PRESIDENTE. Ministro, deve concludere...
LIVIA TURCO, Ministro della salute. Capisco che ho pochi minuti, però vorrei concludere... Nella risposta veniva sottolineato, dicevo, che la posizione attuale del Ministero della salute è quella di confermare le decisioni precedentemente assunte nel corso del 2005, alla luce di due pareri di contenuto medico scientifico del 18 marzo 2004 e del 20 dicembre 2005, che si riportano qui sinteticamente (chiedo ancora un minuto di tempo): alla luce delle conoscenze disponibili, i rischi dell'interruzione farmacologica di gravidanza si possono considerare equivalenti ai rischi dell'interruzione chirurgica solo se l'interruzione di gravidanza avviene in ambito ospedaliero (sezione V, 18 marzo 2004).
Il parere del 20 dicembre 2005 riporta testualmente che l'associazione di mifepristone e di misoprostolo debba essere somministrata in ospedale pubblico o in altra struttura prevista dalla predetta legge n. 194 del 1978 e che la donna debba essere trattenuta...
PRESIDENTE. Ministro, per cortesia...
LIVIA TURCO, Ministro della salute. ...fino ad aborto avvenuto.
PRESIDENTE. Ministro, deve concludere!
LIVIA TURCO, Ministro della salute. Capisco, ma devo leggere un parere scientifico, non un'opinione personale.
PRESIDENTE. Lo so, ma i tempi sono quelli e sono già stabiliti.
L'onorevole Lussana ha facoltà di replicare.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, signor ministro, la ringrazio per la risposta, che però mi lascia profondamente insoddisfatta. La sua affermazione sulla correttezza del protocollo in itinere all'ospedale Sant'Anna mi lascia ulteriormente perplessa; c'è in corso un'inchiesta giudiziaria ed è indagato il ginecologo Viale proprio per violazione di quel protocollo. Si parla di una degenza che non rispetterebbe i tre giorni previsti dal protocollo e di dimissione del paziente dopo solo un giorno di ricovero.
È chiaro che questa sua risposta è perfettamente in linea con le tendenze, già manifestate da lei e da altri suoi colleghi di Governo, esponenti della maggioranza,Pag. 59volte a far passare come conquiste di civiltà iniziative progressiste e avanguardiste. Ci propinate come modelli positivi le «stanze del buco»! Ministro, abbiamo notato le sue dichiarazioni sull'aumento del consumo quotidiano di hashish e marijuana, che rappresentano un messaggio culturale profondamente pericoloso nei confronti dei nostri giovani. Si vuol far passare l'idea che le cosiddette droghe leggere, come vi ostinate a chiamarle, non siano pericolose per la salute, nonostante un rapporto dell'ONU pubblicato sulla stampa di questi giorni sia in contraddizione con le vostre politiche governative.
Ma veniamo alla pillola RSU. Mi auguro che le violazioni che ci sono verranno accertate, non da lei ministro (che lo fa in modo un po' parziale), ma dalla magistratura e che l'inchiesta giudiziaria farà il suo corso.
Per quanto riguarda la pillola abortiva, ritengo che bisogna fare chiarezza. Anche in questo caso si parla di un messaggio culturale sbagliato; è estremamente pericoloso per la salute della donna far credere che l'aborto chimico sia meno invasivo e drammatico, anche sotto il profilo psicologico, dell'aborto chirurgico. Voi dovete spiegare che non è così, dovete spiegare che cosa comporta l'assunzione della RU 486: la donna vive giorni in presa diretta con l'aborto, molto più che nell'atto chirurgico; trascorre tre giorni sapendo che ormai ha attivato una procedura inarrestabile di avvelenamento del figlio, inarrestabile, anche in caso di ripensamento, e vede il figlio espulso da sé, tramite l'emorragia. Diciamolo alle donne: espulso come un autentico rifiuto! Allora, questa procedura rende inevitabile per la madre la presa di coscienza diretta dello spegnersi lento della vita.
PRESIDENTE. Onorevole, la prego di concludere.
CAROLINA LUSSANA. Come se non bastasse, lei ha detto che questa procedura non comporta danni, ma mi sembra sia obbligatorio scrivere nel «bugiardino» del farmaco, tra gli effetti indesiderati, la morte, l'emorragia, il calo pericolosissimo delle difese immunitarie. Concludo, Presidente.
Quindi, questo della pillola abortiva è un tema che non deve essere affrontato con superficialità, evitando di rifarsi a modelli di paesi esteri che l'hanno adottata, ma che stanno anche tornando indietro. Altrimenti, ci dovete spiegare se dietro al fatto di voler incentivare questo metodo non ci sia la volontà magari di aggirare quelle che sono le procedure...
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere...
CAROLINA LUSSANA. ...della legge n. 194, in modo particolare per quanto riguarda le norme sulla prevenzione, le norme dissuasive nei confronti della donna. Infatti, la scelta della donna deve essere una scelta libera, ma consapevole. Per questo noi, di fronte a queste politiche...
PRESIDENTE. Onorevole...
CAROLINA LUSSANA. ...che portano avanti la cultura della morte e non della vita, che non tutelano la salute della donna, non potremo sicuramente seguirvi (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale - Congratulazioni).