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Si riprende la discussione del disegno di legge A.C. 2272-bis-A (ore 17,10)
(Esame dell'articolo 43 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 43 e degli articoli aggiuntivi ad esso presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 21).
Non essendo stati presentati emendamenti riferiti all'articolo 43, porrò in votazione direttamente tale articolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 43.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 346
Astenuti 111
Maggioranza 174
Hanno votato sì 308
Hanno votato no 38).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi riferiti dall'articolo 43.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Saglia 43.01, mentre esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi D'Agrò 43.02, 43.03, 43.04, 43.05 e 43.07. La Commissione formula un invito al ritiro degli articoli aggiuntivi Ferdinando Benito Pignataro 43.010, D'Agrò 43.09 e Della Vedova 43.011, 43.012, 43.014, 43.015, 43.016, 43.017 e 43.018, nonché degli identici articoli aggiuntivi Saglia 43.030 e Fratta Pasini 43.0207, mentre esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Testa 43.0211. La Commissione formula, altresì, un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Galante 43.0208, mentre esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Lazzari 43.0209. La Commissione formula un invito al ritiro degli articoli aggiuntivi Gianfranco Conte 43.0210, Folena 43.021 e Della Vedova 43.019, mentre esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Sgobio 43.023.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo aggiuntivo Saglia 43.01.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
STEFANO SAGLIA. No, signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, intervengo per avere un chiarimento dal relatore che ha espresso un parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Testa 43.0211 e, invece, ha formulato un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Fratta Pasini 43.0207, ma sono assolutamente identici; allora o la Commissione formula un invito al ritiro di entrambi, o non può esprimere un parere favorevole sul primo e un parere contrario - salvo il ritiro - sul secondo, che, tra l'altro, corrisponde anche all'articolo aggiuntivo Saglia 43.030.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
Pag. 95PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, faccio osservare all'onorevole Gianfranco Conte che gli articoli aggiuntivi non sono identici: infatti, il comma 1 degli articoli aggiuntivi Saglia 43.030 e Fratta Pasini 43.0207 recita: «Al fine di garantire [...] è vietata, da parte degli operatori di telefonia»; mentre il comma 1 dell'articolo aggiuntivo Testa 43.0211 prevede il potere di intervento dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Non è la stessa cosa, se mi permette.
Se i presentatori accettano la formulazione dell'articolo aggiuntivo Testa 43.0211, la Commissione può esprimere parere favorevole su tali altri articoli aggiuntivi. Ciò significa - è bene precisarlo - che il comma 1, ovviamente, è da intendersi quello dell'articolo aggiuntivo Testa 43.0211.
PRESIDENTE. È chiaro e si verificherà quando esamineremo tale articolo aggiuntivo.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Saglia 43.01.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Saglia 43.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 442
Maggioranza 222
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 233).
Passiamo all'articolo aggiuntivo D'Agrò 43.02.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, ritiro l'articolo aggiuntivo 43.02 e i successivi articoli aggiuntivi 43.03, 43.04 e 43.05, mentre insisto per la votazione dell'articolo aggiuntivo 43.07.
L'articolo aggiuntivo 43.07, infatti, prefigura una modifica all'articolo 2120 del codice civile relativo alla disciplina del trattamento di fine rapporto di lavoro: in particolare, la lettera b), viene sostituita dalla seguente: «b) acquisto o costruzione, risanamento e ristrutturazione in proprio o tramite società cooperativa edilizia, della prima casa di abitazione per sé o per i figli, o per i propri genitori».
Questa è la motivazione che mi induce a ritirare gli altri articoli aggiuntivi e, invece, a mantenere l'articolo aggiuntivo 43.07.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Agrò 43.07, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 448
Astenuti 3
Maggioranza 225
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 244).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Ferdinando Benito Pignataro 43.010.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, ritiriamo il mio articolo Pag. 96aggiuntivo 43.010 e l'articolo aggiuntivo Sgobio 43.023. L'articolo aggiuntivo Galante 43.0208 è l'unico che non riteniamo opportuno ritirare, in quanto siamo convinti che il cittadino abbia il diritto e il dovere di difendersi.
Quando il cittadino non riesce a difendersi da solo, deve intervenire il legislatore - come nel caso in esame - soprattutto in ordine al problema delle segreterie telefoniche e, in particolare, dei relativi costi aggiuntivi. Questo, infatti, è uno dei tanti nodi presenti nel vasto mercato elettronico che richiede una disciplina normativa in grado di regolamentare un aspetto nevralgico del sistema della telefonia...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole, ma lei sta intervenendo nel merito di un altro articolo aggiuntivo...
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Dal momento che ne ritiro due, parlo una volta sola.
PRESIDENTE. Sta bene.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. È prassi, infatti, che i gestori delle compagnie telefoniche attivino i servizi di selezione automatica dell'operatore o altri servizi non richiesti, come la segreteria telefonica. In questi anni è stato solo grazie all'Associazione dei consumatori se migliaia di utenti hanno potuto vedersi rettificare le bollette, ottenendo prima il congelamento e poi lo storno di servizi non richiesti, in quanto non si possono attivare servizi senza espressa volontà degli utenti.
Oltre a tale rilevante aspetto, si sottolinea come le segreterie telefoniche prevedano costi aggiuntivi per gli utenti anche nella fase antecedente alla registrazione del messaggio di segreteria. Ovviamente i costi del servizio variano a seconda del gestore ma, in ogni caso, tale sistema rappresenta una forma indebita per lucrare soldi ai cittadini.
Non si comprende, quindi, quale sia il motivo per cui l'utente, per ricevere informazioni del tutto inutili dall'operatore, debba sostenere costi aggiuntivi prima del segnale acustico che dà il via alla registrazione del messaggio.
Per tali motivi manteniamo l'articolo aggiuntivo Galante 43.0208.
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo D'Agrò 43.09.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, posso capire che, in relazione alla filosofia del Governo e del relatore, il mio articolo aggiuntivo 43.09 e il collegamento al cosiddetto pagamento dell'ultimo miglio possa sembrare assolutamente non coerente con l'impianto dell'articolato. Credo che, invece, si «allacci» - termine brutto, forse - al provvedimento precedentemente votato, ossia il primo decreto Bersani, che aveva cercato di liberalizzare la telefonia, eliminando i costi di ricarica.
L'acquisto del cosiddetto ultimo miglio, invece, porterebbe alla liberalizzazione dell'utenza privata, cioè metterebbe effettivamente in concorrenza le varie società che erogano il servizio telefonico.
Ho capito e ho sentito, sia dal relatore sia dal Governo, che c'è stato complessivamente silenzio sull'articolo aggiuntivo in esame. Io, però, insisto per la sua votazione, perché reputo che sia la chiave di volta per liberalizzare fino in fondo la telefonia nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Agrò 43.09, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 454
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 243).Pag. 97
Passiamo all'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.011.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, mi rivolgo al relatore e ai colleghi della maggioranza: non vedo ragione per ritirare il mio articolo aggiuntivo. Anche nel precedente provvedimento Bersani si è scelto di disciplinare i mutui per l'acquisto della prima casa attraverso un intervento diretto sul mercato, cercando di intervenire sulle clausole contrattuali (rimuovendo, ad esempio, la possibilità di prevedere una penalizzazione, da parte degli istituti di credito, per chi estingua il mutuo anticipatamente).
Ritengo, peraltro, che quella misura avrà effetti controversi e, in molti casi, controproducenti per la generalità dei contrattori di mutuo, che vedranno aumentare il tasso di interesse. Ma abbiamo scelto di intervenire sulla questione.
Trovo francamente incomprensibile, colleghi, che, mentre per favorire coloro che acquistano la prima abitazione con il mutuo, si interviene direttamente nei meccanismi contrattuali, ci si rifiuti, con una posizione non favorevole alla proposta emendativa in esame, di abolire l'imposta dello 0,25 per cento che grava sui contrattori di mutuo.
Se davvero vogliamo intervenire per favorire chi acquista la prima abitazione attraverso un mutuo, non ritenete che lo Stato debba fare il primo passo, cancellando l'imposta che grava soltanto su chi acquista la casa con un mutuo, anziché pagandola cash?
Non è incongruente, se quello è il nostro obiettivo, favorire coloro che acquistano la prima casa con un mutuo: dobbiamo fare il primo passo abolendo i balzelli di Stato. Chiedo al Governo e al relatore quale sia la ragione per la quale la nostra capacità di intervento si ferma sulla porta di casa, della nostra casa, cioè dello Stato e delle imposte.
Ritengo incongruente tale posizione: mi rivolgo, in particolare, ai colleghi della sinistra, di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani, che in Commissione hanno sostenuto l'articolo aggiuntivo in esame. Non ci sono problemi di copertura e spero che nessuno, in questa sede, voglia avanzare la questione della copertura finanziaria.
Ho presentato diversi emendamenti perché si possa scegliere la copertura, ma sappiamo benissimo che non è questa la sede per affrontare il tema della copertura finanziaria: non stiamo stravolgendo il bilancio dello Stato. Possiamo solo decidere, se davvero vogliamo favorire coloro che acquistano la prima casa con il mutuo, che lo Stato faccia il primo passo, rinunciando al balzello, del tutto ingiustificato, dello 0,25 per cento sull'imposta del mutuo, un'imposta sostitutiva della vecchia imposta di registro, che non ha ragione di esistere e non ha ragione di gettito, ma che rappresenta una penalizzazione gravante su chi non ha i soldi per comprare brevi manu l'abitazione.
Io davvero non capisco perché il relatore inviti al ritiro dell'articolo aggiuntivo in esame, considerato che non ci sono altre misure, la sede è quella appropriata e dei mutui sull'acquisto della prima casa ci siamo occupati nei provvedimenti di liberalizzazione.
Davvero invito a compiere questo passo, visto che ci sono altri emendamenti di questo tipo. Lo Stato interviene a difesa dei consumatori, salvo che per quanto riguarda le tasse improprie che sui consumatori gravano! Pertanto, colleghi, davvero vi chiedo un breve momento di riflessione.
Non si tratta di un danno per il bilancio dello Stato, ma, se davvero vogliamo fare qualcosa, facciamo qualcosa di certo: togliamo l'imposta dello 0,25 per cento che grava sulla sottoscrizione dei mutui per l'acquisto della prima casa e l'effetto sarà certo, immediato e superiore a quello che abbiamo pensato. Poi vedremo i dati.
Abbiamo pensato di ottenere un beneficio vietando le penali per l'estinzione anticipata; perciò, non ritiro il mio articolo aggiuntivo ma anzi invito i colleghi ad esprimere un voto che vada nella stessa direzione nella quale si colloca la filosofia Pag. 98del provvedimento in esame e di quelli precedenti, a meno che non si voglia sostenere la giustezza della protezione del consumatore e dell'interesse di chi acquista la prima casa fatti salvi, però, gli incongrui e ingiustificati balzelli di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ringrazio il collega Della Vedova per la lezione seria che ci ha dato sulla prima casa. Ci ha detto, infatti, che chi ha i soldi non paga tasse, mentre a chi deve richiedere un mutuo lo Stato fa pagare dei balzelli per acquistare la prima casa; mi chiedo dove andrà ad abitare. Per favorire l'acquisto della casa da parte dei lavoratori e delle classi più deboli, lo Stato applica il balzello! Ci ha detto questo, e ha fatto anche di più. Per questo motivo, mi rivolgo al relatore per invitarlo a riflettere sul parere espresso e, magari, a proporre l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo, visto che il collega Della Vedova ha presentato più proposte emendative, per far sì che venga scelta la copertura minima e venga stabilito in che modo essa debba essere rinvenuta.
Mi sembra un ragionamento serio e lo voglio ancora ringraziare per aver richiamato in Parlamento la possibilità di permettere ai cittadini, che già fanno sacrifici, di acquistare un'abitazione senza doverne sopportare di ulteriori per pagare anche la fiscalità sui mutui sulla prima casa.
Quindi, invito il relatore ed il Governo a rivedere il loro parere e, magari, ad accantonare tutte le proposte emendative presentate dal collega Della Vedova per cercare di far approvare dall'Assemblea quella che ritengono più opportuna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Verro. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, intervengo per chiedere di aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo 43.011 del collega Della Vedova, perché le sue argomentazioni non solo sono di buonsenso, ma innescano un meccanismo virtuoso, essendo volte a favorire la crescita del risparmio e, conseguentemente, gli investimenti nell'acquisto della prima casa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Prima abbiamo cercato di verificare se era possibile l'anticipo del TFR per l'acquisto della prima casa per posizioni attualmente non contemplate dalla normativa. Noi non possiamo, quindi, che accogliere favorevolmente questo articolo aggiuntivo, che attiene alle esenzioni fiscali sui mutui riferiti alla prima casa. Pertanto, annunciamo anche noi il nostro voto favorevole.
GIOVANNI FAVA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Intendo aggiungere anche la mia firma a sostegno dell'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.011.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.011, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 445
Astenuti 3
Maggioranza 223
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 237).Pag. 99
Passiamo all'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.012.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. No, signor Presidente, insisto per la votazione, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Confermo anche questo articolo aggiuntivo, che immagino verrà respinto come il precedente. Tengo però a sottolineare - a lasciare agli atti, come si dice - la responsabilità che i colleghi della maggioranza si sono assunti.
Abbiamo sentito in questi mesi e in questo anno polemiche feroci contro il centrodestra, che non fa nulla, che non ha fatto nulla, che si oppone alle liberalizzazioni di Bersani. Io registro il fatto che, per quanto riguarda i colleghi della maggioranza, le liberalizzazioni si fermano alle imposizioni al mercato, mentre si lascia mano libera allo Stato di continuare a vessare ...
STEFANO SAGLIA. Vessatori!
BENEDETTO DELLA VEDOVA. ... in modo improprio e assolutamente più pesante e ineludibile di quanto avvenga da parte delle aziende, i consumatori, gli utenti e, in questo caso, i contraenti di mutuo.
Questa è la logica delle vostre liberalizzazioni, cioè lo Stato è libero di fare ciò che vuole, lo Stato non mette in discussione i balzelli e la possibilità di imporre tasse che non hanno alcun senso, se non quello di penalizzare alcuni comportamenti e alcune scelte economiche.
Questo, caro collega relatore, è il senso e la filosofia delle liberalizzazioni vostre.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma a questo articolo aggiuntivo affinché ciò rimanga agli atti e affinché soprattutto rimanga agli atti il fatto che l'appello rivolto al relatore non è stato accolto. Se ne assumerà, molto presto, le responsabilità politiche!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.012, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 449
Astenuti 2
Maggioranza 225
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 241).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.014.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. No, signor Presidente, insisto per la votazione, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, questo è un articolo aggiuntivo che chiede di introdurre - e lo specifica anche - una norma di assoluto buonsenso, a cui sono sempre stato favorevole fin da quando venne proposta dall'onorevole Rutelli in campagna elettorale: mi riferisco a una diminuzione di una tassa, diminuzione Pag. 100che, invece, è stata cancellata dal programma degli interventi di liberalizzazione.
La norma in esame dispone la previsione di un'aliquota «secca» del 20 per cento per i redditi da locazione: in altre parole, chi affitta una casa viene tassato non con l'aliquota marginale del proprio reddito, ma con un'aliquota secca del 20 per cento. Chiunque abbia una casa in affitto sa benissimo che chi la dà in locazione calcola il valore netto del canone e non il valore lordo. Pertanto il presente articolo aggiuntivo - che è, ripeto, la ripresa di una proposta che è venuta dalle fila in particolare della Margherita e comunque dalle fila della maggioranza - punta a calmierare il costo degli affitti e si pone come obiettivo anche quello di fare emergere le locazioni «in nero», attraverso la misura più razionale, quella cioè di diminuire gli oneri fiscali sui proprietari locatori.
Tengo a sottolineare che nel presente articolo aggiuntivo è anche previsto che coloro che oggi siano locatori e vogliano accedere ai benefici fiscali debbano, per così dire, retrocedere parte del vantaggio ai locatari ovvero ai conduttori dell'appartamento; quindi, se affitto una casa, per poter avere lo sconto fiscale, devo fare uno sconto all'inquilino: ciò per rendere razionale l'intervento e favorire un calmiere sul livello degli affitti.
Anche in questo caso non vi sono questioni di copertura, vi è solo una questione di volontà politica: si tratta di voler scegliere - oppure no - di favorire il mercato delle locazioni in Italia, in una situazione in cui gli affitti aumentano e le case in affitto sono poche, anche perché vi è un forte disincentivo fiscale ad affittare le proprie case.
Anche in questo caso, cari colleghi, si tratta di operare una scelta. Non mi spiego la logica del Governo e del relatore - che chiedono di rinunciare al presente articolo aggiuntivo - se non con la mancanza di una volontà politica di andare in fondo, nel processo di ammodernamento della normativa italiana, se si toccano le tasse, cioè se si toccano gli interessi dello Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, vorrei replicare all'intervento dell'onorevole Della Vedova, che io seguo sempre con molta attenzione. Lei sa, onorevole Della Vedova, che all'interno del centrosinistra - non parlo quindi soltanto del mio gruppo - si sta valutando attentamente la proposta in esame della tassazione fissa del 20 per cento. È una cosa nota, non è priva di significato e anzi aggiungo che servirebbe ad armonizzare il tasso di tutte le rendite, vale a dire ad arrivare ad un tasso che sia identico per tutte le rendite.
Come è noto, il provvedimento in esame avrebbe anche lo scopo di far emergere tutti quegli affitti che non vengono denunciati e potrebbe avere come effetto una diminuzione dell'evasione fiscale, che in questo settore è molto praticata dai proprietari di casa. Però mi permetta di formulare una osservazione rispetto a quanto lei ha detto. Lei ha affermato che non vi sarebbe un problema di copertura. Si pone invece un problema a tale riguardo in quanto la copertura non può essere probabilistica. Sappiamo che il Governo di centrodestra fece molte coperture di tipo probabilistico, ma esse non dovrebbero a mio avviso essere ammesse nel nostro ordinamento. Non possiamo basarci sulla possibilità che il provvedimento in esame faccia emergere l'evasione, quindi compensi il minore gettito ottenuto con l'aliquota del 20 per cento. Dobbiamo invece, nella fase iniziale, stabilire una copertura; poi, se emergerà l'evasione, allora la copertura non sarà più importante.
Allo stato attuale non siamo in grado, per ragioni di compatibilità di bilancio, di accogliere il suo articolo aggiuntivo. Voglio dire però che il non accoglimento del suo articolo aggiuntivo non significa in alcun modo - almeno per quanto riguarda il mio gruppo - che non siamo pienamente d'accordo su questa direzione. Si tratta di verificare, spero con la prossima finanziaria - quando avremo il quadro complessivo Pag. 101della situazione - l'applicazione di questa misura, che ritengo assolutamente efficace equa rispetto alla tassazione delle diverse rendite, quindi uno strumento valido per contrastare l'evasione che in questo settore - come sappiamo - è abbastanza elevata. Le volevo dire tutto ciò affinché non ci siano quei dissensi finti, per cui magari si vota differentemente per questioni che riguardano il reperimento delle risorse, la visione complessiva, ma il dissenso è formale perché nella sostanza la pensiamo allo stesso modo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, avevo chiesto la parola per domandare all'onorevole relatore e al rappresentante del Governo perché avessero espresso parere non favorevole su questo articolo aggiuntivo, articolato e corposo, a firma Della Vedova. Debbo ritenere che la risposta dell'onorevole Villetti sia già stata esaustiva, data a nome della maggioranza e quindi in qualche modo anche del Governo? L'argomento infatti è di eccezionale portata. L'articolo aggiuntivo segna il punto d'incontro di esigenze di carattere sociale tra i ceti più in difficoltà che stanno in affitto, i proprietari (che vengono ingiustamente vessati a causa della tassazione marginale, dal momento che il reddito da locazione confluisce nella dichiarazione complessiva dei redditi) e la possibilità di una effettiva liberalizzazione, che dovrebbe compiersi con il presente provvedimento.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Se la risposta è quella dell'onorevole Villetti, ne consegue che per la maggioranza ciò non rappresenta una priorità. Ci ha detto che non vi sarebbero le risorse per la copertura di una tale misura e che di conseguenza dobbiamo prendere atto che non può essere considerata una priorità. Per noi è una priorità di carattere sociale, di carattere liberalizzatorio ed economico. Riteniamo di dover appoggiare l'articolo aggiuntivo Della Vedova e ci sembra un deficit politico formidabile quello confessato a nome della maggioranza da parte dell'onorevole Villetti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, credo che, un po' complice anche l'orario e la giornata pesante che tutti abbiamo vissuto, la stanchezza stia emergendo in tutti i suoi contorni più drammatici, e che l'onorevole Villetti abbia perso una straordinaria occasione per star zitto. È riuscito a dire tutto ed il contrario di tutto, in un intervento francamente senza capo né coda, nell'ambito del quale ci pare di aver colto un dato: l'articolo aggiuntivo presentato Della Vedova è giusto, legittimo e condivisibile, ma la maggioranza non lo vota perché le convenienze dello stare al Governo non sono uguali a quelle dello stare all'opposizione. È un ragionamento che francamente si poteva anche risparmiare.
Sappiamo bene come funzionano la politica e i meccanismi all'interno della Camera dei deputati e ci mancherebbe altro che ci facessimo trovare impreparati da questo tipo di atteggiamenti, ma che qualcuno in modo così candido possa fare di tali dichiarazioni... Si sta discutendo di una legge!
Allora delle due l'una, caro Villetti: o l'articolo aggiuntivo è valido e contiene una misura che si pone nella linea dell'interesse generale, è condiviso e lo si approva, oppure, semplicemente, non lo si approva e si sta zitti.
Dirò di più: considerato che - come mi è parso di capire - l'onorevole Villetti addirittura si è improvvisato portavoce del relatore, poiché le spiegazioni che ci ha fornito non ci erano state offerte dal relatore (ci rallegriamo del fatto di aver avuto da lui qualche elemento in più), ci chiediamo allora per quale motivo il collega non si sia reso portavoce, come ho Pag. 102fatto io in occasione di qualche votazione precedente, di una richiesta al relatore di accantonamento dell'articolo aggiuntivo in esame, in attesa che lo stesso possa essere nuovamente valutato dalla Commissione bilancio, se davvero il problema è solo nella copertura; in tal modo, si sarebbe reso un buon servizio al Paese, perché domani avremmo potuto tranquillamente approvare la proposta, a seguito del superamento del vaglio della Commissione bilancio, specie considerando che abbiamo preso atto del fatto che anche nella maggioranza esiste condivisione e una volontà politica favorevole su tale articolo aggiuntivo.
Mi auguro quindi che si tratti solo di un caso dovuto alla stanchezza, ma di fatto non posso esimermi dal valutare negativamente l'intervento dell'onorevole Villetti e chiedo - a questo punto al suo posto - che il relatore si faccia carico della necessità di accantonare l'articolo aggiuntivo a firma Della Vedova - articolo al quale chiedo, peraltro, di poter aggiungere la mia firma - così da poterlo discutere eventualmente domani, dopo aver acquisito il parere della Commissione bilancio per quanto attiene alle relative competenze (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piro. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PIRO. Signor Presidente, noi pensiamo che l'articolo aggiuntivo in esame ponga una questione di interesse, tuttavia - lo dico subito - riteniamo che non sia del tutto congruo il contesto in cui la proposta si inserisce e che esso ponga sicuramente problemi di copertura finanziaria. Vengono stimati dal presentatore oneri per 2 miliardi di euro, ma non sappiamo sulla base di quali stime questa quantificazione sia stata effettuata e quali ulteriori oneri l'articolo aggiuntivo, se approvato, potrebbe produrre.
Vi sono dunque motivi fortemente problematici, che rafforzano in noi la convinzione che questo interessante argomento - che è stato sicuramente posto all'attenzione dell'opinione pubblica da esponenti del centrosinistra - debba essere inserito in un contesto più adeguato e sicuramente più congruo. Tale contesto da una parte dovrebbe essere legato a misure di alleggerimento della pressione fiscale, dall'altro - non dimentichiamo che stiamo discutendo di case - dovrebbe affrontare in maniera più organica la problematica della casa nel nostro Paese.
Per non restare nel vago, riteniamo in altre parole che l'argomento possa essere sicuramente affrontato nella sua complessità all'interno di un provvedimento più generale, che affronti, ad esempio, il problema dell'abolizione o dell'alleggerimento dell'ICI sulla prima casa, ma anche la questione delle case in affitto.
Il presentatore dell'articolo aggiuntivo ha fatto riferimento, ad esempio, al fatto che con questa misura si potrebbe favorire l'emersione degli affitti in nero. Pensiamo che un incremento, un'implementazione della misura legata al bonus affitto, soprattutto per coloro che si trovano in locazione abitativa, potrebbe anch'essa favorire l'emersione degli affitti in nero come peraltro, in buona parte, è avvenuto nel passato.
Per questi motivi, pur sottolineando che siamo interessati al problema e che siamo certi che esso potrà trovare un suo più adeguato inserimento in un contesto più ampio, pensiamo che debba essere accolto l'invito al ritiro rivolto al presentatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, a me sembra che l'onorevole Villetti abbia chiarito in modo inequivocabile non soltanto la posizione del gruppo, ma anche quella complessiva del centrosinistra per ciò che riguarda l'aspetto del venti per cento.
Mi sembra quanto mai strano che alcuni parlamentari, tra cui il penultimo che ha parlato, svolgendo anche delle considerazioni Pag. 103secondo me non opportune, non comprendano che l'onorevole Villetti, come d'altronde anche il nostro gruppo, ritiene estremamente significativo questo tipo di articolo aggiuntivo, perché comunque andrebbe ad eliminare un problema di sommerso.
Tuttavia, con altrettanta chiarezza e, soprattutto, con grande rispetto per le norme che regolano e devono regolare i nostri lavori e che riguardano soprattutto gli emendamenti che presentiamo, vi deve essere comunque una copertura finanziaria.
L'onorevole Villetti, le cui considerazioni condividiamo in quanto tali, ha spiegato con chiarezza che questo articolo aggiuntivo obiettivamente manca di copertura finanziaria. Per questo motivo vi è stato un chiarimento della sua posizione, pur condividendo l'essenza della proposta emendativa in quanto tale.
Vorrei anche sottolineare, per fare chiarezza sulla questione, che la Commissione bilancio ha espresso un parere contrario su questo articolo aggiuntivo, perché vi è appunto un problema di copertura finanziaria. Ritengo quindi che le considerazioni svolte dai deputati che poco fa si sono espressi sono soprattutto inopportune e ...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LELLO DI GIOIA. ... non condividiamo questo tipo di posizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gianfranco Conte.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, come sanno i colleghi della Commissione finanze, abbiamo al nostro esame la vicenda della revisione delle rendite e dei redditi. Dopo aver ascoltato i colleghi Villetti e Di Gioia, consiglierei all'amico Della Vedova, proprio in virtù del fatto che questo articolo aggiuntivo è palesemente privo di copertura finanziaria, di invitare il Governo e il relatore, nel caso di un ritiro dello stesso, ad affrontare la vicenda attraverso un ordine del giorno che potrebbe essere positivamente accolto.
Dico questo perché gli amici della Rosa nel Pugno hanno espresso questa posizione, ma mi pare che lo stesso gruppo della Margherita e molti colleghi della Commissione finanze siano assolutamente disposti ad affrontare positivamente questa proposta emendativa.
Quindi, se il Governo fosse disponibile e se il collega Della Vedova accedesse a questa richiesta, si potrebbe ritirare l'articolo aggiuntivo e trasfondere il suo contenuto in un ordine del giorno.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, come i componenti della X Commissione Attività produttive sanno, su tali proposte emendative abbiamo svolto un confronto piuttosto lungo in Commissione. Come ho spiegato più volte, il problema non è il dissenso su alcuni aspetti - compresa la problematica in questione - ma il fatto che essa venga affrontata in modo un po' «grossolano», anche con riferimento ad una copertura economica e finanziaria non esistente e al fatto che un tema, su cui si può costruire un'iniziativa (a patto che le condizioni del bilancio dello Stato lo consentano), rischia di diventare terreno di polemica politica.
Nel merito - come ho più volte ribadito in Commissione - il nostro obiettivo è quello di arrivare a un risultato di tale tipo. Naturalmente, si è pensato di insistere - legittimamente, per carità! - e ciò rientra nelle prerogative dei parlamentari; se, però, l'onorevole Della Vedova accedesse alla proposta avanzata dall'onorevole Gianfranco Conte, per quanto mi riguarda - anche se, ovviamente, non spetta a me accogliere un ordine del giorno in tale maniera - considererei ciò un punto di impegno, una proposta che (ferme restando le problematiche di costruzione della prossima legge finanziaria e le compatibilità economiche che devono essere trovate) potrebbe essere accolta e condivisa.
PRESIDENTE. Onorevole Della Vedova?
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Vorrei capire la posizione del Governo, se il Sottosegretario Bubbico ha cinque secondi di tempo...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Armani. Ne ha facoltà. Poi daremo la parola al Governo.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, intervengo solo per aderire alla proposta del collega Gianfranco Conte, ricordando che, proprio in sede di Commissione finanze, sono state presentate una mia proposta emendativa ed una del collega Antonio Pepe su tale problema, che naturalmente rientra nel contesto della delega che la Commissione stessa sta discutendo, in materia di tassazione delle rendite finanziarie, quindi anche di modifica della struttura del catasto.
Penso che in tale sede sia opportuno discutere anche in preparazione della futura legge finanziaria. Reputo, pertanto, la proposta di Gianfranco Conte di comune e normale buonsenso.
PRESIDENTE. Sottosegretario Bubbico?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, non ho alcuna difficoltà ad accettare la trasformazione dell'articolo aggiuntivo in questione in ordine del giorno, considerato che, anche alla luce di quanto affermato dall'onorevole Villetti, la maggioranza e il Governo stanno lavorando per predisporre una misura che abbia esattamente queste caratteristiche.
PRESIDENTE. Deputato Della Vedova?
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, ricordando comunque che il Parlamento è sovrano, che la copertura - da un punto di vista formale - è ineccepibile e che, pertanto, il Parlamento potrebbe esprimere un voto favorevole, a questo punto accetto la proposta di ritiro dell'articolo aggiuntivo, riservandomi di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Deve, pertanto, intendersi ritirato anche il successivo articolo aggiuntivo Della Vedova 43.015 poiché verte sulla stessa materia.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.016.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, purtroppo la sorte mi ha costretto a tediare l'Assemblea a questa tarda ora, tuttavia l'articolo aggiuntivo in questione stabilisce l'abolizione della tassa di concessione governativa sui contratti di telefonia mobile, che esiste solo in Italia e in nessun altro paese d'Europa e del mondo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
Chi oggi stipula un contratto di telefonia mobile, di telefonia cellulare e paga la bolletta, deve pagare un balzello di Stato di sei, dieci, dodici euro al mese, che non ha alcuna giustificazione e che venne introdotto per ragioni di cassa quando qualcuno riteneva che i telefoni cellulari fossero un bene di lusso. Oggi, credo che almeno ciò sia pacifico, il telefonino non è un bene di lusso. Sull'argomento è stato già presentato un ordine del giorno al cosiddetto provvedimento Bersani, votato pressoché all'unanimità da tutta la Camera. Quindi, onorevole relatore, non posso ritirare il mio articolo aggiuntivo per ripresentarlo come ordine del giorno.
Invito i colleghi a considerare la logica di tale articolo aggiuntivo: siamo intervenuti per vietare i costi di ricarica. Come qualcuno tra cui il sottoscritto aveva facilmente previsto, quell'intervento sarebbe stato vanificato dal mantenimento della tassa di concessione governativa sugli abbonamenti che sono l'unica alternativa al costo di ricarica, alternativa non praticabile in Italia, proprio a causa della tassa.Pag. 105
Senza l'eliminazione della tassa, le tariffe dei costi di ricarica dei telefoni sono fisiologicamente cresciute, penalizzando le aziende meno forti del mercato e con le spalle meno solide dal punto di vista finanziario.
Quindi, onorevole relatore, signor sottosegretario...
PRESIDENTE. Vorrei ricordarle che il tempo a disposizione del gruppo di Forza Italia è esaurito, pertanto sta consumando il tempo previsto per gli interventi a titolo personale.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Le chiedo di concedermi un minuto per concludere il ragionamento. Si tratta di capire, cari colleghi, se la liberalizzazione dei telefonini si ferma di fronte alle compagnie, mentre sui telefoni cellulari lo Stato italiano - solo lo Stato italiano - deve mantenere una tassa iniqua, ingiustificata.
Non ci sono problemi di copertura: la cifra è inferiore e la copertura esiste. Quindi, decidete, onorevole relatore e signor sottosegretario, se le liberalizzazioni dei telefonini debbano essere fittizie, se cioè non riguardino lo Stato che continua ad usare, come cespite improprio del proprio bilancio, i costi di abbonamento dei telefoni, penalizzando tutti i consumatori, sia quelli che hanno l'abbonamento che quelli che non ce l'hanno. Al riguardo, l'Antitrust ha pronunciato parole decisive, ma il Ministro Bersani, così attento ai pronunciamenti dell'Antitrust, ha finto di non leggere o di non ascoltare ciò che tale autorità ha affermato...
PRESIDENTE. Onorevole Della Vedova, la prego di concludere.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. ...cioè che in Italia e solo in Italia esiste tale tassa e che, se si vuole creare effettiva concorrenza all'interno del mercato dei telefonini, non bisogna intervenire, come si è fatto, sulle ricariche - e vedremo come finirà - ma si deve abolire la tassa di concessione governativa. Qui non c'è da discutere: o si fa o non si fa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, l'onorevole Della Vedova ha fatto bene a ricordare che è stato approvato all'unanimità un ordine del giorno, e non capisco la ragione per la quale si voglia replicare una discussione che ci ha visti impegnati solo qualche settimana fa.
Peraltro, nel corso dell'esame dell'ordine del giorno è stato detto che quella misura sarà prevista nella prossima legge finanziaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'articolo aggiuntivo del bravo collega Della Vedova che non perde occasione per riportare l'argomento in esame ed altri temi importanti all'attenzione del Parlamento e per rispondere al Governo.
È vero che esiste l'impegno, nella legge finanziaria, di abolire la tassa di concessione governativa, ma non ci crediamo più. Innanzitutto, occorre arrivare alla legge finanziaria e poi occorre anche che le cose si facciano.
Le ricordo, giusto per fare un inciso sul tema, le affermazioni del Ministro Ferrero all'assemblea nazionale dei non-udenti che utilizzano il telefonino per comunicare tra di loro. Da parte del Ministro c'è stato l'impegno formale ad abolire la tassa di concessione almeno per tale categoria. Ebbene, nemmeno ciò è stato realizzato, né dalla legge finanziaria né successivamente in numerosi provvedimenti nei quali abbiamo proposto la medesima misura.Pag. 106
Allora, dato che non ci crediamo più, se volete abolirla, facciamolo e basta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, non ritiro l'articolo aggiuntivo. Ricordo al sottosegretario che quell'ordine del giorno fu previsto in tale forma perché mi si disse allora che c'era estraneità di materia, con un'interpretazione discutibile (ma non è il caso di discuterne ora). Questa è l'occasione! Si tratta di un provvedimento di liberalizzazione: ci siamo dimenticati di farlo con il cosiddetto decreto-legge Bersani, facciamolo oggi! L'ordine del giorno prevedeva un impegno del Governo; tale impegno del Governo è da mantenere qui ed ora. Si potrà votare, poi, la legge finanziaria: vedremo quando si farà e chi la farà, ma non capisco perché non approvare oggi tali disposizioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo accoglie una sollecitazione che viene dall'Authority. So che il Governo ha detto che provvederà, effettivamente, a inserire comunque tali disposizioni nella legge finanziaria.
Io - per carità - so che l'articolo aggiuntivo verrà posto in votazione e non sarà approvato; però, è importante sapere che il Governo ha assunto, ancora una volta, formalmente, l'impegno in quest'aula ad inserire il suo contenuto nella legge finanziaria. Vedremo se sarà mantenuta la parola.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Turci. Ne ha facoltà.
LANFRANCO TURCI. Signor Presidente, intervengo solo perché non passi, senza che resti agli atti, il tipo di argomentazione che, già per la seconda volta di seguito, usa il collega Della Vedova.
Non discuto che questa imposta possa essere non funzionale e che quindi, come suggerito dall'Antitrust, la si debba abolire, per consentire una vera articolazione di scelta da parte dei consumatori fra carta prepagata e abbonamento.
Ma siccome l'argomento dell'onorevole Della Vedova è un altro, cioè che la liberalizzazione più importante sarebbe l'abolizione della tassazione, allora si sta facendo - si potrebbe dire - una demagogia banale, perché, con questi concetti, una norma a tutela dei consumatori dovrebbe abolire tout court l'IVA; così avremmo risolto il problema.
Se accettiamo la equiparazione di concetti, che ci sta proponendo, con troppa semplicità, il collega Della Vedova, allora dobbiamo essere coerenti fino in fondo; altrimenti, si tratta di banale demagogia, che va denunciata in quanto tale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.016, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 420
Astenuti 3
Maggioranza 211
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 238).
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato alla seduta di domani.
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