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Svolgimento di una interrogazione (ore 16,03).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interrogazione.
(Misure per la tutela della salute delle popolazioni residenti in prossimità dell'elettrodotto Laino-Feroleto-Rizziconi - n. 3-00003)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio, Gianni Piatti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Falomi n. 3-00003 (Vedi l'allegato A - Interrogazione sezione 1).
GIANNI PIATTI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio. Signor Presidente, con l'interrogazione n. 3-00003 l'onorevole Falomi chiede, al fine di tutelare la salute delle popolazioni residenti in prossimità dell'elettrodotto a 380 KV Laino-Feroleto Rizziconi, la stesura di un piano per l'interramento di alcuni suoi tratti.
In merito, si rappresenta che l'elettrodotto di cui trattasi, compreso nel piano di sviluppo della rete di trasmissione nazionale, fondamentale per l'assetto e la razionalizzazione dell'intera rete, nonché per il potenziamento dell'apporto di energia nell'area meridionale, è stato autorizzato con decreto della direzione generale per la difesa del suolo, n. ATE/6102 del 7 ottobre 2002, a seguito di formale istruttoriaPag. 2condotta dall'allora provveditorato alle opere pubbliche per la Calabria, del parere favorevole del Consiglio superiore dei lavori pubblici, di cui al voto n. 205 del 2002 e della procedura di valutazione di impatto ambientale, in esito alla quale è stato emanato il decreto interministeriale Ambiente - Beni culturali ed ambientali n. DEC/VIA/3062 del 19 giugno 1998.
Il predetto decreto di VIA, nel formulare un giudizio positivo circa la compatibilità ambientale di un progetto che prevedesse la realizzazione dell'elettrodotto a 380 KV lungo l'asse nord-sud della regione Calabria, ha tuttavia imposto notevoli modifiche all'originario progetto ENEL Spa, allegato all'istanza del 15 maggio 1995, proprio per salvaguardare le esigenze legate alla tutela della salute dei cittadini e del paesaggio.
In particolare, è stato previsto lo smantellamento di un tratto della linea Laino-Rossano, con conseguente realizzazione di un raccordo, il riassetto delle stazioni elettriche di Rotonda e di Laino, una serie di prescrizioni dettate al fine di consentire un migliore inserimento paesaggistico dell'opera, soprattutto relativamente alle aree del Parco del Pollino, la trasformazione da doppia a semplice terna lungo quasi l'intero tratto e, inoltre, l'allontanamento dei cavi ad un minimo, in asse linea, di 50 metri per le abitazioni e di 100 metri per le scuole e gli ospedali, fermo restando l'obbligo di recepimento di qualsiasi disciplina più restrittiva che dovesse nel frattempo intervenire.
La Terna Spa, subentrata all'ENEL Spa a seguito del decreto legislativo n. 79 del 1999, ha presentato nuovi elaborati progettuali che tenevano conto delle predette prescrizioni, in relazione ai quali è stata esperita regolare istruttoria da parte del provveditorato alle opere pubbliche per la Calabria e si è svolta, in data 24 luglio 2001, con esiti favorevoli di cui al verbale n. 5479, la conferenza di servizi concernente l'accertamento della conformità urbanistica dell'opera.
Successivamente al citato decreto ministeriale di autorizzazione n. ATE/6102 del 7 ottobre 2002, sono state concesse, previo parere favorevole del Consiglio superiore dei lavori pubblici, due proroghe dei termini per l'ultimazione dei lavori e delle espropriazioni, con provvedimenti della direzione competente: la prima fino al 7 aprile 2006 e la seconda fino al 7 ottobre 2006.
Con l'entrata in vigore della legge 23 agosto 2004, n. 239, le eventuali istanze di variante all'elettrodotto Laino-Feroleto-Rizziconi sono entrate nella competenza primaria del Ministero per lo sviluppo economico e l'autorizzazione, ai sensi dell'articolo 1, comma 26, della medesima legge n. 239 del 2004, è concessa a seguito di procedimento unico, con provvedimento di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio.
A tale riguardo, risulta presentata dalla Terna Spa un'unica istanza di variante in data 14 marzo 2006. La formalizzazione della medesima, resasi necessaria per salvaguardare le aree destinate al Piano insediamenti produttivi del comune di Maida, era stata preceduta dalla sottoscrizione, in data 13 luglio 2005, di un protocollo di intesa fra l'ex Ministero delle attività produttive, la regione Calabria, la provincia di Catanzaro, il comune di Maida e la Terna Spa.
Circa la situazione critica denunciata dall'onorevole interrogante, risulta che la società Terna ed il comune di San Fili hanno sottoscritto dapprima un protocollo d'intesa in data 27 luglio 2005, nel quale il comune riconosceva la conformità urbanistica del tracciato autorizzato e, successivamente, in data 14 aprile 2006, una convenzione in cui la società Terna si impegnava a riconoscere al comune i costi di un progetto di riqualificazione ambientale, territoriale ed urbanistica, quale azione di compensazione degli impatti ambientali causati dall'opera del territorio comunale.
Nel protocollo di intesa, sottoscritto il 21 luglio 2005 dalla società Terna e dal comune di Montalto Uffugo, le parti davano atto che: il tracciato autorizzato interessa aree caratterizzate dalla presenza di abitazioni, seppure nel pienoPag. 3rispetto delle norme per la tutela della popolazione dall'esposizione ai campi elettromagnetici; l'interramento dell'elettrodotto per l'attraversamento nei centri abitati delle frazioni di Pianette e Lucchetta, richiesto dal comune, non risulta realizzabile in quanto ambientalmente sconsigliabile per le dimensioni e l'impatto delle stazioni di conversione aereo-cavo e cavo-aereo, per l'impatto sulla viabilità in fase di costruzione e di manutenzione e tecnicamente improponibile per l'orografia del tracciato e le interferenze riscontrate, per le limitazioni all'uso del suolo derivanti dal vincolo ad innumerevoli attività sulle proprietà attraversate, per le implicazioni dovute alle manutenzioni necessarie, per le movimentazioni di terra a seguito degli scavi; in prossimità dei centri abitati della frazione di Pianette, l'elettrodotto sarà realizzato utilizzando la tecnologia - doppia terna ottimizzata - e sarà installata una centralina di misurazione del campo magnetico.
Inoltre, il comune di Montalto si impegnava a favorire la regolare esecuzione dei lavori di realizzazione dell'elettrodotto e la sua entrata in esercizio, secondo il tracciato autorizzato e secondo gli aggiustamenti individuati di concerto fra il comune medesimo e la società Terna, anche al fine di tener conto delle indicazioni contenute nel decreto di autorizzazione e nel decreto di compatibilità ambientale; tracciato del quale il comune riconosce la conformità urbanistica e la rispondenza ai detti atti autorizzatori.
Successivamente, nel febbraio 2006, su richiesta dell'assessore regionale all'ambiente, la società Terna ha attivato con la regione Calabria e la provincia di Cosenza un tavolo, finalizzato alla soluzione delle criticità territoriali della rete di trasmissione nazionale e alla razionalizzazione e allo sviluppo della porzione calabrese della rete di trasmissione nazionale.
Nell'ambito di detto tavolo si è deciso di dare vita ad una task force operativa, con il compito di individuare, attraverso l'applicazione di criteri condivisi circa la localizzazione delle nuove linee elettriche, le criticità e di proporre le relative soluzioni, anche attraverso il coinvolgimento dei comuni interessati.
La task force si è insediata il 3 marzo 2006, dandosi come compito quello di esaminare le criticità presenti sul territorio in relazione alla realizzazione delle reti di trasmissione nazionale in Calabria, al fine di giungere ad una razionalizzazione degli interventi stessi, attraverso procedure concertate e partecipate con la regione e gli enti locali presenti sul territorio.
Al termine della riunione, la task force ha deciso di procedere su due filoni di indagine: da una parte, lo studio delle criticità della rete, partendo proprio dalla provincia di Cosenza; dall'altra, lo sviluppo della rete, per il quale saranno applicati i criteri ERA-VAS ed il più ampio coinvolgimento degli enti locali per la determinazione dei tracciati.
Il 29 marzo 2006, a Catanzaro, si è svolto il secondo incontro della task force, al quale erano presenti, fra gli altri, l'assessore regionale all'ambiente, il direttore generale all'ambiente della regione, il presidente della provincia di Cosenza, il sindaco di Montalto Uffugo, la società Terna Spa. Nel corso dell'incontro, la società Terna ha presentato il lavoro svolto nelle settimane precedenti, che l'avevano portata ad individuare, attraverso l'applicazione del criterio di esclusione E2 urbano continuo e l'analisi di foto aeree, sei criticità potenziali.
Il 3 ed il 12 aprile 2006, la task force ha svolto due sopralluoghi, nei due territori di Montalto e Acri, finalizzati ad identificare le possibili soluzioni tecniche, il loro grado di fattibilità ed il relativo costo. Ad inizio maggio 2006, la società Terna ha informato l'assessore all'ambiente della regione, il presidente della provincia ed il sindaco di Montalto di aver individuato alcune situazioni tecniche per risolvere le due criticità.
Martedì 20 giugno 2006, nel corso della riunione alla quale hanno partecipato la regione, il presidente della provincia di Cosenza, il sindaco di Montalto Uffugo, i sindaci di San Benedetto Ullano e di Lattarico, tra le quattro proposte avanzatePag. 4dalla Terna, è stata scelta la variante Pedemontana (area di San Benedetto Ullano-Montalto Uffugo). Si ha notizia che nei prossimi giorni verrà effettuato un sopralluogo congiunto nella zona indicata come variante Pedemontana per stabilire la fattibilità dell'opera.
La direzione competente del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, a fronte di segnalazioni pervenute da parte del comitato salute (comitato spontaneo di cittadini per la difesa dei diritti e della salute pubblica), in merito alla non rispondenza del tracciato, allora in corso di realizzazione, nel comune di Montalto Uffugo, con le indicazioni contenute nel decreto di VIA n. 3062 del 1998 ha chiesto alla società Terna la documentazione atta a dimostrare il più assoluto rispetto delle prescrizioni date nella realizzazione dell'elettrodotto.
Successivamente, la stessa direzione chiedeva alla regione Calabria di attivare la competente ARPA regionale al fine di verificare sul campo la corrispondenza di quanto previsto dal decreto di compatibilità ambientale nella realizzazione dell'opera. La direzione competente, a seguito di analoga segnalazione relativa al comune di San Fili, ha ritenuto opportuno verificare che le varianti al tracciato originario apportate dalla società Terna fossero funzionali esclusivamente al rispetto della prescrizione n. 7 relativa alle distanze dai fabbricati, e, con nota del 24 ottobre 2005, richiedeva alla società Terna «adeguata documentazione attestante, seppur con le varianti necessarie in adempimento al decreto di compatibilità ambientale, il rispetto del tracciato originario e, per ciascuna variante, la cartografia in scala adeguata, riportante, al fine di permetterne il raffronto, sia il tracciato originario sia quello della variante e le relative motivazioni».
Con nota del 6 dicembre 2005, nel trasmettere la documentazione tecnica inviata dalla società Terna a fronte della richiesta di cui sopra, la direzione ha chiesto alla commissione VIA di voler verificare la rispondenza del tracciato definitivo con quello autorizzato nel citato decreto VIA del 1998, alla luce delle prescrizioni in esso contenute. Tale verifica è attualmente in corso.
Occorre, infine, precisare che la nuova legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici del 22 febbraio 2001, n. 36, è entrata in vigore successivamente all'emanazione del predetto decreto VIA e il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 luglio 2003, in attuazione di tale legge, ha fissato i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete di 50 HZ generati da elettrodotti. In particolare, l'articolo 4, comma 1, prevede la fissazione di un obiettivo di qualità di 3 microtesla nella progettazione di nuovi elettrodotti in corrispondenza di aree di gioco per l'infanzia, di ambienti abitativi e adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore. Pertanto, le distanze prescritte dal decreto VIA di 50 metri dalle abitazioni e 100 metri da scuole e ospedali assicurano il rispetto di tale obiettivo di qualità, anche nelle situazioni più sfavorevoli e con la massima intensità di corrente ipotizzabile.
Il Ministero della salute, a tale proposito, ha ribadito che i limiti fissati dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 luglio 2003 erano stati già approvati, dopo ampia ed approfondita discussione, dall'assemblea generale del Consiglio superiore di sanità nella seduta del 24 febbraio 2002, tenendo conto anche delle conclusioni cui era pervenuto il comitato internazionale di valutazione per l'indagine sui rischi sanitari connessi all'esposizione ai campi elettromagnetici, istituito nell'ottobre 2001 a seguito di una direttiva del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministero della salute e con il Ministero delle comunicazioni.
Il suddetto comitato, nel proprio documento ufficiale pubblicato dall'APAT nel settembre 2002, ha dichiarato che «tutte le analisi delle informazioni scientifiche attualmente disponibili hanno indicato che, pur essendovi delle lacune nelle conoscenzePag. 5che richiedono di proseguire l'attività di ricerca per migliorare ulteriormente la valutazione dei rischi sanitari, non c'è conferma che l'esposizione ai campi elettromagnetici al di sotto dei limiti indicati dalle linee guida della Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti del 1988 abbia generato conseguenze sanitarie negative».
Infatti, la problematica dell'esposizione alle numerose sorgenti di campi elettromagnetici, sia di bassa frequenza (linee elettriche ad alta tensione o elettrodotti) sia ad alta frequenza (trasmettitori radiotelevisivi, stazioni radio base per telefonia cellulare, impianti radar), è da tempo all'attenzione della comunità scientifica internazionale che ha tuttora in corso approfondimenti sugli aspetti di natura epidemiologica, anche al fine di meglio quantificare i possibili rischi per la salute, con particolare riguardo agli effetti a lungo termine che vengono spesso ipotizzati, ma non ancora comprovati sul piano scientifico. Pur ritenendosi che in questo specifico settore le attività devono essere caratterizzate dall'applicazione del principio di precauzione, per quanto riguarda l'esposizione agli elettrodotti si evidenzia che l'Organizzazione mondiale della sanità, con il promemoria 263 dell'ottobre 2001, nel riportare le valutazioni dello IARC (Agenzia internazionale per le ricerche sul cancro) sui possibili effetti cancerogeni dei campi a bassa frequenza denominati ELF, ha affermato che non c'è alcuna evidenza convincente che l'esposizione ai campi ELF che sperimentiamo nei nostri ambienti di vita provochi un danno diretto alle molecole biologiche, compreso il DNA. Poiché non sembra verosimile che l'esposizione ai campi ELF possa iniziare un processo cancerogeno, sono state condotte numerose ricerche per stabilire se non possa, invece, influenzare la promozione o la co-promozione del cancro. I risultati degli esperimenti condotti fino ad oggi sugli animali suggeriscono che i campi ELF non sono iniziatori né promotori del cancro.
Giova evidenziare che, a norma dell'articolo 14 della citata legge n. 36 del 2001, sono di esclusiva competenza delle amministrazioni provinciali e comunali le funzioni di controllo e vigilanza sanitaria e ambientale e che con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri sopramenzionati sono state esplicitamente fissate le distanze minime dagli edifici (valide per le nuove installazioni) anche se l'osservanza rigorosa degli obiettivi di qualità comporta una fascia di rispetto a tutela della popolazione residente.
Il Ministero dell'ambiente, comunque, è a disposizione, naturalmente per la parte di propria competenza, per eventuali nuove iniziative che anche l'interrogante vorrà sollecitare.
PRESIDENTE. Il deputato Falomi ha facoltà di replicare, per cinque minuti.
ANTONELLO FALOMI. Signor Presidente, devo innanzitutto apprezzare la tempestività con la quale il sottosegretario Piatti, a nome del Governo, ha dato risposta ad una interrogazione che già era stata presentata nella scorsa legislatura, al Senato e che non aveva avuto alcuna risposta. Devo anche ringraziare il signor sottosegretario per la puntualità dell'informazione circa il complesso iter della realizzazione dell'elettrodotto Laino-Feroleto-Rizziconi, che consente un migliore confronto di quello che finora c'è stato con le popolazioni interessate.
Troppo spesso, infatti, le procedure volte alla realizzazione di opere pubbliche che determinano un impatto sulla vita delle persone, sull'ambiente e sulla salute, come quelle in oggetto, vengono decise nell'ambito di un iter che lascia filtrare poche informazioni, non consentendo, quindi, un confronto operativo con le popolazioni ed i comuni interessati.
La ricchezza delle informazioni che il sottosegretario Piatti ha testè fornito non solo all'Assemblea, ma - vorrei osservare - anche alle popolazioni interessate (che certamente leggeranno quanto è stato affermato in questa sede) consente, per l'appunto, di superare il gap informativoPag. 6che, spesso, caratterizza i rapporti tra i cittadini e gli enti chiamati a gestire importanti opere pubbliche.
Ho ascoltato con grande attenzione tutte le questioni evidenziate e desidero raccogliere un'indicazione contenuta, in qualche modo, nella parte conclusiva della risposta fornita dal Governo: mi riferisco all'esigenza di calibrare meglio, in futuro, la realizzazione di elettrodotti in prossimità di abitazioni e di edifici di interesse pubblico e collettivo, come ad esempio scuole ed ospedali.
Infatti, se è vero che, com'è stato ricordato (con la citazione di numerose fonti), non c'è evidenza di effetti negativi per la salute causati dall'esposizione ai campi elettromagnetici (mi riferisco, in particolare, a quelli generati dagli elettrodotti ad alta tensione), è altresì vero che - almeno nel lungo periodo, perché lo stesso sottosegretario lo ha affermato con chiarezza - non è nemmeno possibile escludere completamente che si possano verificare conseguenze.
Proprio per tale mancanza di prove evidenti nel lungo periodo, ritengo necessaria un'attenzione maggiore nella realizzazione degli impianti in prossimità di abitazioni, di edifici pubblici o di strutture che, comunque, contemplano la presenza della collettività.
Infatti, credo che proprio l'idea di interrare tratti di elettrodotti in prossimità di abitazioni, di scuole o di ospedali risponda ad un principio di precauzione, poiché non siamo ancora in grado di prevedere se, di fronte all'esposizione a campi elettromagnetici, nel lungo periodo vi saranno effettivamente quegli effetti nocivi per la salute che numerosi studiosi hanno lamentato.
Spero che, nell'ambito del procedimento che conduce alla realizzazione di dette opere, il principio della tutela della salute dei cittadini venga tenuto in particolare considerazione dal Governo. Si tratta, infatti, non soltanto di tutelare un diritto costituzionalmente garantito, ma, al di là di ciò che recita la stessa Costituzione, anche di difendere un elemento essenziale per la vita dei cittadini. In tal senso, ringrazio comunque il Governo per quanto ha riferito in questa sede.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interrogazione all'ordine del giorno.