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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Presidente del Consiglio dei ministri, deputato Romano Prodi.
(Misure per il sostegno del reddito dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e per assicurare una stabile occupazione - n. 3-00997)
PRESIDENTE. Il deputato Nardi ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-00997 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio dei ministri, mi rivolgo a lei per farle notare che i pensionati nei Paesi ricchi come il nostro, ma meglio governati, hanno la possibilità, una volta che rimangono soli, di essere accolti in case di riposo mantenendosi autonomamente. Sempre nei Paesi ricchi come il nostro, ma forse un po' meglio governati, i lavoratori dipendenti non percepiscono un reddito che si trova al dodicesimo posto della classifica europea. Inoltre, signor Presidente del Consiglio dei ministri, nei Paesi ricchi, ma meglio governati, la possibilità occupazionale per i lavoratori nazionali non è del 12 per cento inferiore rispetto quella dei lavoratori stranieri.
Signor Presidente del Consiglio dei ministri, mi rivolgo a lei per chiederle che cosa pensa di fare per tranquillizzare gli anziani, per migliorare il loro reddito e per rendere paritetica la possibilità occupazionale dei nostri lavoratori.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, ha facoltà, per tre minuti, di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, con riferimento all'interrogazione a risposta immediata dell'onorevole Nardi, desidero far presente che l'afflusso dei lavoratori extracomunitari è regolato da quote annualmente fissate dal Governo. Le attività lavorative svolte dai lavoratori extracomunitari sono generalmente, nella media statistica, attività di basso livello di remunerazione e non particolarmente appetite dai lavoratori italiani. Non vi è, quindi, una concorrenza sul lavoro tra italiani e stranieri; ne costituisce una prova il fatto che le richieste di lavoro extracomunitario da parte delle imprese italiane sono superiori di molto alle quote fissate.
Premesso ciò, vado ai dettagli. Per quanto riguarda il miglioramento del redditoPag. 24dei dipendenti del settore pubblico, ricordo che il Governo ha rinnovato un contratto che prevede un aumento medio di 101 euro, mentre nel settore privato il relativo aumento salariale non può che scaturire dalla contrattazione collettiva. Il Governo, in questo caso, non può far altro che spingere a garantire un miglioramento, attraverso misure di sostegno della produttività. Noi, in particolare, ci spingiamo a sostenere le forme contrattuali di secondo livello, sia aziendali sia territoriali, in modo da conseguire aumenti di produttività e, quindi, la possibilità di aumenti di retribuzione.
Per quanto riguarda il profilo pensionistico, e quello che da esso deriva, la proposta governativa si articola in più direzioni. In primo luogo, siamo impegnati ad utilizzare più della metà delle risorse al miglioramento delle pensioni più basse: in tal modo, due milioni di anziani avranno un miglioramento della pensione. Inoltre, vogliamo perseguire misure che ottengano una diminuzione del precariato. Vogliamo utilizzare, a tale scopo, risorse derivanti anche dalla liberalizzazione del sistema, a partire dalla razionalizzazione degli enti previdenziali. In questo modo si può venire incontro, almeno parzialmente, alle differenze di trattamento che l'onorevole interrogante ha segnalato nella sua interrogazione.
PRESIDENTE. Il deputato Nardi ha facoltà di replicare per due minuti.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio dei ministri, le confesso che non mi sento affatto soddisfatto della sua risposta. Intanto perché l'aumento di 101 euro, cui lei ha fatto cenno per il pubblico impiego può sembrare una cifra importante e significativa, ma il vero problema è da dove si parte. È evidente che se ho un reddito di 2 mila euro ed ottengo un incremento di 100 euro, quello ottenuto è un aumento reale; ma se ho un reddito di 500 euro ed ottengo un incremento di 100 euro, questo incremento significa povertà.
Quando si fanno determinati ragionamenti bisogna anche prendere in considerazione qual è il punto di partenza.
Rispetto al problema dei pensionati, so bene che il Governo si sta interrogando sulla possibilità di incrementare di 40-50 euro il reddito di ogni singolo pensionato, ma non era questo il quesito che avevo posto con la mia interrogazione a risposta immediata. Il quesito era un altro: cosa pensa di fare l'attuale Governo rispetto a quegli anziani che rimangono soli, senza assistenza e, spesso, anche senza famiglia? Trovare una soluzione a tale problema mi sembra, quanto meno, doveroso.
Signor Presidente del Consiglio dei ministri, non so cosa farà il Governo, però posso dirle cosa potrebbe fare la nostra parte politica, quello della Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI. Se mai dovessimo andare al Governo, uno dei nostri impegni sarà proprio quello di riuscire a trovare una soluzione per questi anziani.
Abbiamo ereditato dal passato un'Italia che stava molto peggio, dal punto di vista economico, rispetto a quella attuale; la Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI ha la presunzione di ritenere che sarebbe in grado di risolvere anche questo problema.
(Orientamenti del Governo in merito alle proposte di modifica della normativa previdenziale con particolare riferimento all'età pensionabile - n. 3-00998)
PRESIDENTE. Il deputato La Malfa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00998 per un minuto (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente del Consiglio dei ministri, in tutti i Paesi sviluppati si tende ad alzare l'età in cui le persone vanno in pensione, sia perché le attese di vita stanno crescendo in tutto il mondo (anche in Italia), sia perché, altrimenti, l'onere per il sistema pensionistico sarebbe insostenibile.Pag. 25
Di aumento dell'età pensionabile ha parlato più volte il suo Governo, attraverso il Ministro dell'economia e delle finanze, Tommaso Padoa Schioppa.
Signor Presidente del Consiglio dei ministri, le domando come sia possibile che il suo Governo intenda ora abbassare l'età in cui si va in pensione, che dal primo gennaio dell'anno prossimo sarà di sessant'anni. È possibile - come si legge sui giornali di questi giorni - che lei intenda portare, con tutte le conseguenze che una tale decisione comporterà per l'Italia, tale età a 58 anni? In tutto il mondo, nessuno comprenderebbe una tale decisione...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIORGIO LA MALFA. Concludo, Presidente. Credo, inoltre, che il Ministro Padoa Schioppa, che ha detto che una tale decisione comporterebbe per le casse dello Stato un onere di dieci miliardi di euro, non possa essere d'accordo.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, l'onorevole La Malfa pone una domanda non solo importante, ma che è all'attenzione del Governo in questi giorni ed in queste ore; ossia il tema del cosiddetto «scalone» e del suo eventuale superamento.
Nel rispetto del confronto in atto, mi limito a ricordare che il Governo aveva già prospettato uno schema di intervento ispirato a garantire equità, ma anche, come richiesto dall'onorevole interrogante, una stabilità di lungo periodo nel sistema pensionistico. In quest'ambito il Governo, oltre a prevedere, tra l'altro, misure per agevolare i requisiti per l'accesso alla pensione per i lavoratori occupati in attività particolarmente faticose e pesanti, si è impegnato a conseguire l'obiettivo di sostituire, eventualmente tramite percorsi di gradualità, lo scalone introdotto dal precedente Governo. Questo per evitare il brusco innalzamento dell'età della pensione a sessant'anni dal primo gennaio del 2008; è infatti indubbio il problema dell'iniquità creato dalla precedente riforma Maroni, in quanto tra il 31 dicembre 2007 ed il primo gennaio 2008 - cioè in un solo giorno - i lavoratori vedranno spostarsi in avanti, di ben tre anni, la soglia di accesso al trattamento pensionistico di anzianità.
Onorevole La Malfa, come lei intendeva nella sua domanda, il Governo è consapevole del fatto che qualsiasi intervento comporta effetti finanziari tanto più imponenti quanto più è radicale l'intervento stesso. Attualmente, nell'azione e nel rapporto con i sindacati noi dobbiamo contemperare quattro esigenze: equità; garantire, con l'insieme delle politiche del lavoro, l'incremento del tasso di permanenza al lavoro tenendo conto, come da lei osservato, delle aspettative di vita; assicurare il rispetto delle grandezze di ordine finanziario; infine, mantenere l'equilibrio, nel medio e lungo periodo, dei conti previdenziali a garanzia dei pensionati attuali e anche di quelli futuri.
Queste sono le linee a cui noi ci atteniamo nel confronto con le parti sociali, attualmente in corso. E queste linee noi le terremo nelle proposte che faremo, credo, fra pochi giorni.
PRESIDENTE. Il deputato La Malfa ha facoltà di replicare per due minuti.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, dalla risposta fornita dal Presidente del Consiglio dei ministri si evince con chiarezza che il Governo intende riportare l'età di pensionamento a 58-59 anni, ovvero intende andare nella direzione opposta a quella, come ha detto poc'anzi il Presidente Prodi, verso la quale lo stesso Esecutivo ritiene che il sistema pensionistico debba andare.
Se sosteniamo che i lavoratori debbano andare in pensione più tardi perché la vita si allunga, il primo passo non può essere, in nessun caso, quello di portare l'età pensionabile da 60 anni - prevista dalla legislazione in essere - a 58-59 anni. Se ciò avverrà, la conseguenza sarà, se si vuole mantenere l'equilibrio finanziario,Pag. 26che voi dovrete pagare pensioni più basse o imporre contributi più alti. Quella appena delineata è, quindi, una via contraddittoria.
Presidente Prodi, lei è costretto ad agire in tale modo perché il sindacato e una parte della sua maggioranza le impone di farlo, e lei ciò lo sa benissimo. L'assenza del Ministro Padoa Schioppa alla riunione di ieri - sia che glielo abbiate chiesto voi sia che l'abbia deciso lui - è il segno che il Ministro dell'economia e delle finanze, che è il responsabile della tenuta dei conti, non si sente di avallare una cosa che è in sé contraddittoria e assurda: dobbiamo intraprendere la strada del mantenimento al lavoro degli italiani e delle italiane, e noi che facciamo? Consentiamo loro di andare in pensione due anni prima!
Non so come farete a spiegare tutto ciò all'Europa, ai mercati finanziari e ai cittadini italiani. Questa è la ragione per cui il vostro Governo perde quotidianamente consensi nel Paese.
(Iniziative in materia di efficienza energetica e sviluppo delle tecnologie rinnovabili - n. 3-00999)
PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bonelli n. 3-00999 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3), di cui è cofirmataria.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, il decreto-legge n. 73 del 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 18 giugno 2007, in materia di liberalizzazione dei mercati dell'energia, introduce una maggiore trasparenza della bolletta, consentendo ai consumatori di essere informati circa il mix energetico (da rinnovabili o altre fonti), utilizzato dal proprio fornitore per la produzione di energia elettrica e circa l'impatto ambientale della produzione, consentendo, quindi, di scegliere conoscendo, in merito, molto bene come si forma e come si produce l'energia.
Siamo molto contenti di tale provvedimento, tuttavia, come Verdi, chiediamo se non si ritenga indispensabile destinare adeguate risorse finanziarie, già a partire dal prossimo DPEF - quindi dalla prossima finanziaria -, da destinare all'efficienza energetica e allo sviluppo di tecnologie utili al recupero del nostro ritardo...
PRESIDENTE. Deve concludere.
LUANA ZANELLA. Concludo. E se non si ritenga di istituire una cabina di regia in modo che siano monitorati e verificati...
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
LUANA ZANELLA. ...alla luce della sostenibilità climatica gli atti del Governo.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onorevole collega, con l'approvazione del decreto-legge in materia di liberalizzazione dei mercati dell'energia, il Governo ha un duplice obiettivo: tutela dei consumatori e qualità dell'ambiente.
Il provvedimento interviene sugli aspetti fondamentali per l'avvio di un mercato sicuro e competitivo; tuttavia, la questione energetica non si risolve in una pur necessaria regolamentazione e apertura dei mercati, ma deve incidere sulla qualità dell'ambiente. L'azione del Governo prende sul serio - questo é il punto fondamentale - la sfida ambientale e prosegue con particolare determinazione sulla strategia, già intrapresa in questi mesi, che è stata esposta in modo corale nell'accordo raggiunto durante l'ultimo Consiglio europeo, che ha messo in agenda una forte riduzione di CO2. L'Italia, non solo ha approvato, ma ha spinto questo provvedimento e si muove su queste basi.
Il DPEF sarà lo strumento attraverso il quale non solo sarà confermato lo sgravio fiscale per gli interventi in materia di contenimento dei consumi di energia primaria nelle applicazioni finali (frigoriferi,Pag. 27motori elettrici), ma saranno individuati strumenti fiscali per favorire ricerca e sviluppo nel settore delle energie rinnovabili e nell'efficienza e nel risparmio dell'energia.
Nello stesso momento, dovremo valutare la possibilità di applicare aliquote ridotte al costo del lavoro per le attività con alto contenuto tecnologico negli stessi settori. Lo sviluppo di fonti rinnovabili, in particolare, è uno strumento anche utile per l'indipendenza energetica del Paese.
Il DPEF conterrà, inoltre, l'estensione del rafforzamento degli incentivi al risparmio energetico, con particolare riferimento all'edilizia. Sarà introdotto, infine, un sistema di contabilità di bilancio ambientale di tutti gli enti pubblici, in modo da coinvolgere nello sviluppo sostenibile non solo i cittadini, ma anche l'amministrazione centrale e quella decentrata.
Quanto alla cabina di regia, sono già in attività diversi tavoli istituzionali, che vedono la partecipazione dei Ministeri direttamente interessati in materia energetica e ambientale, in modo da armonizzare e coordinare tutta l'azione di Governo in un campo che è necessariamente interdisciplinare e deve, quindi, obbligare non un singolo Ministero, ma tutti gli organismi del Governo e dell'amministrazione.
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di replicare per due minuti.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente del Consiglio dei ministri, desideriamo ringraziarla per la risposta fornita alla nostra interrogazione.
Come lei avrà notato, il gruppo dei Verdi ha presentato un'interrogazione a risposta immediata che riteniamo fondamentale in quanto concernente la politica energetica del Paese e la lotta ai cambiamenti climatici.
Oggi i cittadini stessi, che tra l'altro ci vedono, misurano i cambiamenti climatici sulla base della temperatura che si registra all'esterno delle loro abitazioni, la quale è, come sappiamo, estremamente elevata. Questo ci deve far riflettere ed agire, come, del resto, il Governo ha fatto.
Il provvedimento, cui si fa riferimento nella nostra interrogazione, è importante, ed è bene che ciò i cittadini lo sappiano. Siamo soddisfatti che vi sia - anche lei conviene su ciò - la necessità di coordinare l'azione di Governo per verificare la sostenibilità climatica degli atti dallo stesso compiuti, come già avviene in Francia ed in Inghilterra. È necessario che i cittadini, anche attraverso il provvedimento in questione, in un futuro non tanto lontano possano scegliere, anche per modificare gli stili di vita, quale tipo di energia comprare. Se daremo ai cittadini la possibilità di comprare energia pulita, avremo compiuto sia una vera e propria rivoluzione nel campo energetico sia anche una rivoluzione democratica pensata per le future generazioni.
Da questo punto di vista, il gruppo parlamentare dei Verdi dà atto a lei e al suo Governo di questo importante provvedimento. Vogliamo, però, che nel DPEF si possano riscontrare sia una maggiore armonizzazione e un maggiore coordinamento degli atti del Governo in chiave di sostenibilità climatica, sia quegli investimenti, che lei poco fa citava, in materia di tecnologia e produzione di energia pulita (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
(Ritiro dell'interrogazione a risposta immediata Maroni n. 3-01000)
PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interrogazione a risposta immediata Maroni n. 3-01000, concernente tempi per la presentazione, da parte del Governo, del disegno di legge in materia di federalismo fiscale.
Avverto che l'interrogazione è stata ritirata dai presentatori in data odierna.
(Misure a favore dei giovani lavoratori - n. 3-01001)
PRESIDENTE. Il deputato Ventura ha facoltà di illustrare per un minuto l'interrogazione Franceschini n. 3-01001 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4), di cui è cofirmatario.
MICHELE VENTURA. Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio dei ministri, con l'interrogazione in esame chiediamo di conoscere in modo più puntuale le iniziative che il Governo intende sviluppare - anche a seguito delle notizie pubblicate e rese note dall'Esecutivo in occasione degli incontri con le parti sociali su «Crescita ed equità» - relativamente alle condizioni materiali dei giovani lavoratori italiani; in particolare, su questioni che riguardano il miglioramento della previdenza, degli ammortizzatori sociali e delle prospettive occupazionali, anche attraverso misure di stabilizzazione.
La domanda che le rivolgo è la seguente: su quali punti concreti si incentrerà l'iniziativa del Governo?
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Questa domanda pone il problema di specifiche iniziative riguardo ai giovani, che sono stati, soprattutto negli ultimi anni, tenuti progressivamente sempre più fuori dal mercato del lavoro.
Tra le iniziative già assunte, ricordo brevemente quelle contenute nella legge finanziaria per il 2007 a favore della riduzione dell'area del precariato e della tutela delle carriere lavorative stabili per i giovani. Per fare esempi specifici, con la riduzione del cuneo fiscale le agevolazioni in favore delle imprese sono state concentrate sugli occupati a tempo indeterminato, in modo da rendere più conveniente l'assunzione dei giovani con contratti a lungo termine.
In secondo luogo, sono state introdotte tutele anche per la malattia e la maternità a favore dei giovani con contratto a termine. È stato istituito, inoltre, un fondo nazionale per le politiche giovanili, le cui risorse sono finalizzate a ridurre le tante barriere che impediscono l'affermazione dei diritti delle giovani generazioni, cioè soprattutto casa, lavoro, formazione e cultura, credito e mobilità.
Infine, ieri è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale il decreto previsto dalla legge finanziaria per il 2007 per il contributo ai giovani con un contratto co.co.co. per l'acquisto di un computer utile al loro lavoro. È una piccola cosa, ma si tratta di 200 euro per ogni giovane, e ciò favorisce un discorso di progressività nella possibilità di apprendimento professionale.
Naturalmente, il Governo deve tener conto per le prossime decisioni delle trasformazioni avvenute nel mercato del lavoro. Siamo, quindi, impegnati a favorire una buona flessibilità, cioè una flessibilità che diventi opportunità e occasione di crescita professionale. Pertanto, in queste ore stiamo discutendo con le parti sociali questi stessi temi, in modo da raggiungere equità intergenerazionale e non soltanto equità sociale.
In particolare, è previsto un intervento sul sistema previdenziale, rendendo, ad esempio, possibile il cumulo dei periodi di contribuzione in qualsiasi modo accreditati. Voi sapete, infatti, che la mancanza di tale cumulo è uno dei problemi che impedisce ai giovani di farsi uno schema pensionistico preprogrammato. Prevediamo, inoltre, anche un più favorevole riscatto degli anni universitari e il riconoscimento della contribuzione per i periodi di disoccupazione. Interverremo, infine, anche sul sistema degli ammortizzatori sociali e sulle politiche assistenziali.
Sono interventi fortemente innovativi non ancora definiti, ma vicini alla definizione, che saranno inseriti nell'accordo finale con le parti sociali e contenuti nel Documento di programmazione economico-finanziaria.
PRESIDENTE. Il deputato Ventura ha facoltà di replicare.
MICHELE VENTURA. Signor Presidente, sono soddisfatto della risposta che ha fornito. A quest'Assemblea, sono note le misure che sono state introdotte con la legge finanziaria dello scorso anno. MiPag. 29risulta chiaro il punto relativo alla previdenza, che lei ha sottolineato.
Vorrei ricordare rapidamente che la nostra insistenza riguarda il riconoscimento di tutti i periodi di contribuzione accreditati in qualsiasi fondo, il riscatto della laurea, il riconoscimento della contribuzione figurativa, l'aumento dell'aliquota dei parasubordinati, la previsione di ammortizzatori sociali specificamente dedicati.
Tuttavia approfitto per dirle che, parlando dei giovani, la nostra opinione è che questo dovrebbe essere un grande progetto, una delle missioni più importanti che ci diamo, perché esso riguarda vari campi dello sviluppo della vita del nostro Paese. Pertanto, parlando delle politiche giovanili, non solleviamo una questione settoriale, ma poniamo un problema centrale di sviluppo per il nostro Paese.
Infine, signor Presidente, nell'ambito di queste riflessioni non ci è certo sfuggito il dato relativo all'occupazione fornito ieri dall'Istat, che segnala il tasso di disoccupazione al 6,4 per cento, il più basso dal 1992. Tali condizioni ci consentono di riprendere un punto centrale, che è quello che prima evocavo: un progetto e una missione che mettano al centro l'avvenire dei giovani nel nostro Paese. (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
(Accordo quadro sottoscritto dal Governo italiano in relazione al programma statunitense di difesa antimissile - n. 3-01002)
PRESIDENTE. Il deputato Galante ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01002 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
SEVERINO GALANTE. Signor Presidente del Consiglio, il recente vertice del G8 ha evidenziato i rischi di una nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Russia, di cui l'Unione europea sarebbe la principale vittima.
Il progetto statunitense di scudo spaziale sta infatti provocando crescenti reazioni della Russia, oltre che produrre lacerazioni interne all'Unione europea. Lo scudo spaziale solleva molti dubbi, sia politici sia di efficacia tecnica. Sul piano politico osservo che il programma del centrosinistra prevede, tra l'altro, che lavoreremo per riaffermare e riequilibrare i rapporti transatlantici, per contribuire alla sicurezza internazionale. Viceversa, lo scudo spaziale determina una ripresa della corsa al riarmo, con conseguente diminuzione del grado di sicurezza complessiva dell'umanità. Nonostante queste controindicazioni, il Governo ha già firmato con gli Stati Uniti un accordo quadro relativo allo scudo spaziale, mai approvato dal nostro Parlamento.
Chiedo che il Governo lo illustri qui, che spieghi in che cosa consista la collaborazione e che metta il testo a disposizione del Parlamento.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, voglio precisare che l'Italia ha semplicemente firmato un accordo quadro di cooperazione con gli Stati Uniti nel settore della difesa da missili balistici. Definiamo che cosa è tale accordo quadro: con gli USA esistono, già da tempo, rapporti di collaborazione di questo tipo, tra i quali il più importante è il sistema Medium Extended Defense System, con cui si intende sostituire il sistema di difesa comunemente chiamato Patriot, che è utilizzato da numerose nazioni, europee e non.
Tale accordo quadro si inserisce nelle iniziative già intraprese in ambito NATO, in cui, fin dal 1996, sono state avviate varie attività volte alla realizzazione di idonei strumenti a protezione dell'alleanza dal rischio derivante dall'uso di missili balistici equipaggiati con armi di distruzione di massa, da parte di nazioni ostili o di gruppi terroristici. L'accordo in questione è giustificato dalla volontà dei due Paesi di creare un quadro normativo che consenta alle due nazioni di rafforzare la cooperazione, per dare l'avvio a scambio di informazioni.Pag. 30
In particolare, per l'Italia è importante avere uno scambio di informazioni per supportare lo sviluppo di una politica nazionale, basandosi anche sul fatto che vi è la possibilità che la NATO decida di dotarsi di sistemi similari. L'accordo, quindi, non determina né impegni né oneri finanziari fra le parti.
Nel frattempo specifico che in ambito NATO esistono avanzati programmi di cooperazione in materia di difesa antimissile, e a questo riguardo, l'Italia, unitamente ad altri alleati, ha sollecitato la via di una riflessione sull'opportunità di integrazione fra i due progetti - NATO da un lato e USA dall'altro - anche in conseguenza delle recenti sollecitazioni delle stesse Repubblica ceca e Polonia, che, in relazione alle installazioni cui lei ha fatto cenno, hanno manifestato la loro volontà di diventare parte di un sistema di protezione alleato.
È fuor di dubbio che la difesa missilistica abbia una finalità protettiva, dati i nuovi rischi intervenuti negli ultimi anni. In conclusione, l'accordo, non comportando impegni specifici, ma avendo lo scopo di definire solo un frame legale per un preliminare scambio di informazioni in tema di difesa e di individuare possibilità e modalità di impegno delle parti nell'ambito della ricerca e sviluppo, non presenta i paventati profili di contrasto con la dichiarata posizione del Governo, ribadita recentemente da D'Alema, nel corso della riunione informale dei ministri degli esteri tenutasi a Oslo. Si fa notare, infine, che nell'ambito della riunione formale dei ministri della difesa del Consiglio NATO-Russia è stato evidenziato come l'Italia abbia accolto con favore la disponibilità americana ad avviare forme di cooperazione nel settore della difesa con la Russia, tenendo appunto conto delle preoccupazioni di Mosca. Su questo sfondo il Consiglio NATO-Russia rappresenta un foro prezioso per approfondire a ventisette il dialogo su tale materia in modo trasparente e completo, per completare le consultazioni bilaterali in corso tra Washington e Mosca.
PRESIDENTE. Il deputato Galante ha facoltà di replicare.
SEVERINO GALANTE. Signor Presidente del Consiglio, apprezzo la risposta, soprattutto nel punto in cui sottolinea che non vi sono né impegni né oneri finanziari. Tuttavia, avrei voluto essere maggiormente rassicurato, perché se è vero che così è per l'accordo, è anche vero che questo accordo fa parte di un sistema di accordi con altri Paesi, che, a quanto mi risulta, sono già nella fase, per così dire, dell'anticamera operativa (Olanda, Groenlandia, Giappone, Danimarca). Insomma, si tratta di una serie di situazioni che vanno prese in considerazione e che mi facevano temere quello che indicavo nell'interrogazione.
Aggiungo che il programma BMDS prevede missili intercettori la cui funzione è quella di distruggere missili balistici nemici, una volta intercettati. È difficile pensare che si tratti di un'arma meramente di difesa, perché essa è in grado di lanciare un first strike contro qualsiasi Paese, anche se dotato di armi nucleari. Perciò spero che, nel seguito della propria azione, il Governo saprà dare maggiori rassicurazioni.
Sottolineo il fatto che al mondo una guerra fredda è bastata, basta e avanza. L'idea di una sicurezza contro altri, nel mondo attuale, con la tecnologia militare attuale, è una pura illusione. La sicurezza, oggi, o è sicurezza comune o non è sicurezza. Quindi, penso che l'Italia debba agire coerentemente, con la sicurezza comune, evitando di farsi trascinare da logiche unilaterali. In particolare, ritengo che l'Italia debba evitare di partecipare, anche in passaggi preliminari, come quelli che lei ha definito, a scelte pericolose e inefficaci, come lo scudo spaziale americano, e ciò vale tanto di più se esse interferiscono con situazioni che investono l'interesse nazionale italiano e - aggiungo - paiono condizionate da spinte legate ad interessi parziali, sia pure rilevanti, come quelli dell'industria militare e, in particolare, di Finmeccanica.
(Iniziative per una moratoria dell'installazione in Europa del terzo sito del programma statunitense di difesa antimissile - n. 3-01003)
PRESIDENTE. La deputata Deiana ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01003 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).
ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, la mia interrogazione verte di nuovo sul programma USA di difesa antimissile, che ha suscitato molta inquietudine da parte della Federazione russa, che ritiene questo programma un'alterazione degli equilibri strategici nel continente europeo e preannuncia, per bocca di Putin, ritorsioni di tipo militare.
Chiedo al Governo cosa intenda fare per attivarsi in tutte le sedi internazionali, al fine di ottenere una moratoria dell'installazione in Europa - in Polonia e nella Repubblica ceca - del terzo sito del programma statunitense di difesa antimissile, in particolare promuovendo iniziative opportune nell'ambito della PESC, del Consiglio atlantico, del Consiglio NATO-Russia, dell'OSCE, del Consiglio di sicurezza e dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nonché nei rapporti bilaterali.
Chiedo inoltre al Governo se non ritenga opportuno congelare ogni forma di cooperazione con la realizzazione e lo sviluppo del programma antimissile statunitense.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, questa interrogazione si inserisce direttamente nello stesso filone di quella precedente. Richiamo quindi alcuni aspetti, che ho già citato, riguardo al tipo di accordo che si è compiuto con gli Stati Uniti, e aggiungo alcune considerazioni relative alle parti originali dell'interrogazione in esame.
La preoccupazione manifestata da Mosca - ai più alti livelli - è che questo programma possa avere finalità difensive, ma anche offensive, in chiave anti-russa, e che alteri gli equilibri strategici consolidati. Ciò è stato discusso, sia a livello bilaterale che in seno alla NATO. Gli Stati Uniti hanno illustrato un elevato grado di dettaglio riguardo alle caratteristiche di questi sistemi - evidenziandone la caratteristica difensiva - volte esclusivamente a minacce provenienti dalle aree di presenza terroristica.
In occasione della visita del Segretario di Stato degli USA, Robert Gates, a Mosca, è stata sottoposta alla Russia un'offerta di collaborazione ad ampio raggio su questo campo. L'Italia - questa è la nostra posizione - si sta adoperando affinché tale collaborazione si estenda e si approfondisca.
D'altra parte, le aperture americane sono state riconosciute da Mosca, il cui atteggiamento ha fatto registrare significative evoluzioni in senso cooperativo, che sono ancora in corso. Al vertice del G8 il presidente Putin, ad esempio, ha proposto di integrare nel sistema americano la stazione radar russa di Gabala, in Azerbaigian.
Tale proposta è stata considerata favorevolmente da parte americana, anche se essa sottintende un implicito riconoscimento, da parte russa, della fondatezza delle preoccupazioni strategiche statunitensi. Il negoziato, naturalmente, è ancora in corso e proseguirà nelle prossime settimane, prevalentemente lungo la direttrice bilaterale.
Vi sono aspettative crescenti riguardo al prossimo vertice fra Bush e Putin, che avrà luogo all'inizio di luglio. In parallelo, in seno al Consiglio NATO-Russia, la difesa antimissile costituisce uno dei settori di maggiore impegno del programma di cooperazione.
Da parte russa, è stata auspicata l'espansione della cooperazione in materia di difesa missilistica, allargando l'ottica anche alla minaccia posta dai missili strategici e all'esame di ipotesi di sistemi NATO-Russia, integrati fra di loro. AnchePag. 32sul piano politico, la materia della difesa antimissilistica strategica e le problematiche poste da progettate installazioni statunitensi in Europa sono state intensamente dibattute, nel corso degli ultimi mesi, in seno al sistema di collaborazione NATO-Russia, che è il luogo vero della discussione. Tali aspetti continueranno a rimanere in agenda. Le discussioni finora sono state costruttive, hanno contribuito ad attenuare le tensioni e spero che portino anche ad un accordo definitivo.
PRESIDENTE. La deputata Deiana ha facoltà di replicare.
ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, in seguito agli ultimi incontri, ci sono state delle evoluzioni positive solo sul piano diplomatico.
È universalmente noto che la difesa missilistica è un'arma di first strike. Autorevoli analisti militari del Pentagono la descrivono così: non solo uno scudo, ma un'abilitazione all'azione, che faciliterà un'applicazione più efficace della potenza militare degli Stati Uniti all'estero.
Numerosi analisti americani hanno dato un giudizio negativo sulla proposta russa riguardo al sito dell'Azerbaigian. L'installazione di un sistema missilistico in Europa orientale costituisce un pericoloso rischio di rilancio della guerra fredda, oltre che violare tutti i principi del Trattato antimissili balistici.
Il problema che abbiamo di fronte, signor Presidente, investe a fondo il ruolo e la funzione dell'Italia sulla scena internazionale. Non possiamo nasconderci dietro l'alibi di una cooperazione tecnica, come lei ci ha illustrato nella precedente interrogazione a risposta immediata. Si tratta del nostro ruolo, della nostra funzione e della nostra responsabilità verso il nostro Paese e, soprattutto, verso l'Europa. Credo che occorra impegnarsi non nella ricerca di soluzioni tecniche o nel tentativo di allontanare i rischi diplomatici, ma, soprattutto, nella volontà di imporre e costruire le condizioni per una seria moratoria per tutto ciò che riguarda sia il programma statunitense, sia quello NATO...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ELETTRA DEIANA. ... che vengono costruiti, decisi e realizzati in sede diversa: unilaterale, quello degli Stati Uniti...
PRESIDENTE. Deve concludere, prego.
ELETTRA DEIANA. ... e in sede NATO, il secondo, ma entrambi estremamente discutibili.
(Intendimenti del Governo circa le richieste di sostituzione dell'attuale capo della Polizia alla luce delle crescenti emergenze relative alla sicurezza nazionale - n. 3-01004)
PRESIDENTE. Il deputato D'Alia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Casini n. 3-01004 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmatario.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente del Consiglio, in questi giorni alcuni esponenti della sua maggioranza, tra cui il segretario di Rifondazione Comunista, onorevole Giordano, e il disobbediente onorevole Caruso, hanno chiesto la rimozione del capo della polizia e l'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sui fatti di Genova.
La sinistra radicale non intende solo sostituirsi ai giudici emettendo un'anticipata sentenza di condanna nei confronti dei poliziotti che sono sotto processo a Genova, ma intende estendere tale scellerato giudizio all'intera Polizia di Stato.
Si colpiscono i servitori della Repubblica, apprezzati da tutti per la lealtà e l'indiscussa professionalità, che garantiscono la sicurezza nazionale contro il terrorismo e la criminalità organizzata (si pensi alla cattura di Provenzano) e si contribuisce, peraltro, alla strisciante e pericolosa campagna di isolamento e di delegittimazione dei nostri apparati di sicurezza.Pag. 33
Le chiediamo, quindi, quali sono le intenzioni del Governo in ordine alla richiesta di rimozione del prefetto Gianni De Gennaro...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIANPIERO D'ALIA. ... e se una tale decisione non rappresenti l'ennesimo cedimento al tentativo dell'ala più radicale della sua maggioranza di delegittimare le forze dell'ordine...
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIANPIERO D'ALIA. ... sottoponendo, inoltre, le forze dell'ordine ad una faticosa e inutile inchiesta parlamentare.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, non rispondo relativamente all'inchiesta parlamentare, in quanto è compito del Parlamento.
Quanto alla domanda posta nell'interrogazione a risposta immediata dell'onorevole Casini, ribadisco come la sicurezza sia l'obiettivo prioritario del Governo: sicurezza esterna - come abbiamo visto prima - ed interna.
Per quanto riguarda la sicurezza, oltre ai provvedimenti adottati recentemente con accordi condivisi con le aree metropolitane italiane, saranno prese importanti decisioni di rafforzamento nell'immediato futuro. Tale sicurezza si fonda con un continuato e profondo spirito di collaborazione con tutte le forze ad essa preposte: non vi è, quindi, alcun problema di tensione tra il Governo e gli apparati di sicurezza.
Quanto al riferimento al capo della polizia, ribadisco la completa e totale fiducia nei suoi confronti, che gli ho personalmente riconosciuto anche in ripetute e recenti occasioni. Le occasioni in cui le forze di polizia hanno dimostrato grande capacità, compostezza e senso di responsabilità non sono mancate recentemente.
È assolutamente vero quanto dice l'interrogante: l'opera del capo della polizia è riconosciuta sia in ambito nazionale, sia internazionale. Quanto alla durata del suo mandato, devo riferire che lo stesso dottor De Gennaro lo aveva messo a disposizione contemporaneamente alla nascita del mio Governo.
Quando fece ciò, in risposta e a conferma della nostra fiducia, il Ministro dell'interno, il sottoscritto e il dottor De Gennaro avevamo convenuto che, alla scadenza del settimo anno di incarico, sarebbe maturato il momento del suo avvicendamento. Così avverrà senza polemiche, in completo accordo tra il Governo e il capo della polizia, nel solo interesse del Paese (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Il deputato Casini ha facoltà di replicare.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente del Consiglio, sono sconcertato dalla sua risposta. L'aula della Camera dei deputati, in diretta, ha appreso che si sta per procedere alla sostituzione del capo della polizia. Dunque, la sinistra radicale, ancora una volta, ha raggiunto il suo scopo, poiché lei ha dichiarato esplicitamente che, alla scadenza dei sette anni, cioè tra qualche settimana o qualche mese, si rimuoverà il capo della polizia. Lei afferma che ciò avverrà in accordo con lo stesso.
Francamente questo è un problema che, come uomo politico e parlamentare, non mi riguarda. Quello che mi interessa è la campagna di discredito subita dalla Polizia di Stato e dagli alti dirigenti di quest'ultima ad opera di chi, in quest'aula, propone ripetutamente l'istituzione di una commissione di inchiesta sul G8, è avaro di solidarietà nei confronti di chi difende la nostra sicurezza tutti i giorni e destabilizza gravemente le istituzioni del nostro Paese, con continui ricatti nei confronti dei vertici, dicendo, ai quattro venti, che essi saranno rimossi.Pag. 34
Devo dire che, prima del termine del suo intervento, ho pensato, tra me e me, che finalmente avrei espresso apprezzamento al Governo, perché il Presidente del Consiglio Prodi avrebbe fornito una risposta seria, confermando l'incarico ad un galantuomo, che è stato collocato ai vertici della Polizia di Stato dopo una concertazione - come deve avvenire per istituzioni che non rappresentano una parte, ma il tutto - con l'opposizione di allora. Stavo per esprimerle solidarietà e ringraziarla per il suo intervento in risposta alla mia interrogazione a risposta immediata, quando improvvisamente scopriamo che, in realtà, lei è venuto per sostenere che il capo della polizia verrà sostituito.
Ritengo che, dopo i fatti accaduti con la Guardia di finanza, in cui si è aperta una frattura gravissima tra quest'ultima e il Governo del Paese...
PRESIDENTE. Deputato Casini, la invito a concludere.
PIER FERDINANDO CASINI. ... questo episodio rappresenti un ulteriore atto di arroganza, che deve essere stigmatizzato da tutti i deputati (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia, Alleanza Nazionale e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI)!
(Orientamenti del Governo in relazione ai fatti del G8 di Genova - n. 3-01005)
PRESIDENTE. Il deputato Villetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01005 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, in primo luogo vorrei esprimere piena solidarietà nei confronti della Polizia di Stato e una netta critica alle parole strumentali e volgari dette in quest'aula dall'ex Presidente della Camera Casini (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel pugno e L'Ulivo - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
Sono trascorsi sei anni dai gravissimi eventi che hanno accompagnato il G8 di Genova (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
PRESIDENTE. Vi prego di consentire al deputato Villetti di svolgere le sue argomentazioni come le ha svolte il deputato Casini.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, devo rinunciare... Sono trascorsi sei anni dai gravissimi eventi (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI)... Io non l'ho interrotta, onorevole Casini, anche se avrei avuto tanti motivi per farlo!
PRESIDENTE. La prego di proseguire.
ROBERTO VILLETTI. Ho ascoltato con rispetto le sue parole. Ho la possibilità di criticarle, come lei avrebbe fatto con me. Non comprendo perché debba verificarsi un'irruzione di massa da parte del suo gruppo.
PRESIDENTE. La prego!
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente del Consiglio, sono trascorsi sei anni dai gravissimi eventi che hanno accompagnato il G8 di Genova e non è stata ancora accertata la verità, né sono state individuate le relative responsabilità.
Recentemente, sia pure tardivamente, il vicequestore Michelangelo Fournier ha reso una testimonianza agghiacciante su ciò che è avvenuto alla scuola Diaz -Pag. 35parlando di una «macelleria messicana» - che è solo l'ultima delle tante rese da manifestanti e giornalisti.
Vi è anche una presa di posizione da parte di Amnesty International, ma in questo caso a confermare le violenze è un alto funzionario di polizia.
PRESIDENTE. Deputato Villetti, la invito a concludere.
ROBERTO VILLETTI. La Commissione di indagine istituita nella scorsa legislatura è arrivata ad una conclusione a maggioranza, che non fece alcuna luce. Il Ministro dell'interno dell'epoca non si dimise e il capo della polizia di allora è ancora al suo posto.
Non ne abbiamo chiesto la destituzione ma lo abbiamo invitato a fare un passo indietro dopo le dichiarazioni del vicequestore Fournier.
PRESIDENTE. Deputato Villetti, la invito a concludere.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, ho davanti a me i minuti...
PRESIDENTE. La prego di non fare polemica su questo terreno. Lei aveva un minuto e le ho concesso, giustamente, venti secondi in più per le interruzioni: pertanto la prego di concludere senza polemizzare con la Presidenza. La prego di proseguire.
ROBERTO VILLETTI. Le chiedo, signor Presidente del Consiglio, quali sono la sua valutazione e il suo giudizio su tutta questa gravissima vicenda, se condivide i sentimenti di preoccupazione e quali siano gli orientamenti che il Governo intende assumere nell'ambito delle sue competenze.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, questa interrogazione si inserisce nella precedente e mi dà l'occasione per una precisazione: i sette anni sono già scaduti, ma noi non abbiamo proceduto alla sostituzione. Ho semplicemente ribadito come stanno le cose, perché è obbligo del Presidente del Consiglio dire al Parlamento come stanno le cose (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani).
Le posso assicurare che nel cambiamento che si farà, ci sarà l'ampia consultazione dell'opposizione, a riprova che c'era stato un accordo, perché i sette anni erano stati ritenuti, dallo stesso capo della polizia, un periodo lungo. Ci si è accordati sul fatto che non accettavamo le dimissioni immediatamente, ma che era giusto, anche dato il comportamento, un prolungamento. Il periodo è scaduto e non abbiamo proceduto al rinnovo, cui si procederà anche d'accordo con l'opposizione.
Quanto alla parte più specifica dell'interrogazione di Villetti, in occasione del G8 la città, come sapete, è stata teatro di numerose violenze per le quali è in corso un procedimento penale nei confronti di ventisei attivisti antagonisti. Sono in atto le udienze dibattimentali e le audizioni dei testi e la prossima udienza è fissata per dopodomani.
Circa gli episodi di violenza che hanno interessato gli operatori di polizia sono in corso un procedimento penale concernente i fatti commessi nella caserma della Polizia di Stato di Bolzaneto a Genova (che vede coinvolti appartenenti alla Polizia di Stato, all'Arma dei carabinieri e alla Polizia penitenziaria) e un procedimento penale concernente episodi connessi all'irruzione presso la caserma Diaz. L'ultima udienza si è tenuta il 13 giugno.
Le dichiarazioni attribuite al vicequestore aggiunto della Polizia di Stato Michelangelo Fourier sono state rese da quest'ultimo nel corso dell'udienza del 13 giugno, nella quale era ascoltato come imputato. Da quanto so, però, emerge che tutti i procedimenti summenzionati sono ancora in via di definizione e attendiamo che la giustizia proceda serenamente nel suo lavoro.Pag. 36
Quanto a una valutazione complessiva dei fatti, si ricorda che, a parte gli atti di sindacato ispettivo parlamentare (ai quali ha dato, a suo tempo, riscontro il Ministro dell'interno pro tempore) su proposta unanime delle Commissioni affari costituzionali del Senato e della Camera fu immediatamente costituito un comitato paritetico allo scopo di poter procedere all'indagine conoscitiva sui medesimi fatti, stabilendo il termine della conclusione al 20 settembre 2001.
L'indagine si è svolta acquisendo gli elementi informativi di interesse e la documentazione disponibile. All'esito dei lavori parlamentari, i componenti del comitato hanno prodotto due documenti conclusivi: uno approvato dalla maggioranza e l'altro dall'opposizione, che ricostruiscono i diversi aspetti degli eventi in argomento. Noi ci riconosciamo...
PRESIDENTE. Signor Presidente del Consiglio, concluda.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. ... nelle posizioni espresse dall'allora minoranza.
PRESIDENTE. Il deputato Villetti ha facoltà di replicare.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, prendo atto delle sue dichiarazioni e anche dei processi che sono in corso. Purtroppo in Italia i processi durano tantissimo tempo e si fanno più rapidamente quelli di piazza e la pubblica amministrazione non riesce mai a intervenire per dare soddisfazione all'opinione pubblica.
Mi fa molto piacere che lei abbia affermato che, quando verrà nominato il nuovo capo della polizia, ci sarà una consultazione tra maggioranza e opposizione. Ho sempre pensato che sugli incarichi fondamentali e nevralgici dello Stato debba esserci una sostanziale intesa.
Voglio aggiungere, signor Presidente - mi riferisco alla rinnovata solidarietà che va espressa alla Polizia di Stato, in cui si sono riscontrati veri e propri atti di eroismo - che è interesse delle istituzioni riuscire a chiarire se ci sono pagine nere.
Non ho mai pensato di imputare responsabilità dirette al capo della polizia De Gennaro, ma in uno Stato democratico, in una democrazia, ci sono delle responsabilità istituzionali: se avvengono dei fatti di notevole gravità, almeno c'è un gesto da parte del Ministro dell'interno o da parte del capo della polizia e si fa un passo indietro. È uno stile politico, una sensibilità di tipo istituzionale.
Voglio aggiungere, signor Presidente, che ho ascoltato davvero con preoccupazione e inquietudine le parole del presidente Casini e mi sono chiesto: se queste sono le colombe all'interno del centrodestra, forse, sono meglio i falchi, perché almeno parlano un linguaggio chiaro e netto, si contrappongono e non cercano, in qualche modo, di insidiare subdolamente la maggioranza e il Governo in carica. Lo dico all'onorevole Casini, perché non si può essere, in maniera intermittente, radicali e moderati.
Signor Presidente del Consiglio, le auguro comunque buon lavoro per assicurare al Paese una sicurezza di cui si sente molto la necessità nell'opinione pubblica (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e L'Ulivo).
(Iniziative per un più equo carico fiscale nei confronti delle imprese del nord Italia - n. 3-01006)
PRESIDENTE. Il deputato Donadi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01006 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
MASSIMO DONADI. Signor Presidente del Consiglio, nell'avvicinarsi del termine di presentazione del Documento di programmazione economica e finanziaria, credo sia opportuno, da parte del Governo, prestare debita attenzione a quei segnali di disagio che sono arrivati, in questi ultimi mesi, da molte parti del mondo produttivo, in particolare dalle regioni del nord.Pag. 37
Nel portare avanti quella che noi crediamo sia una delle iniziative più qualificanti di questo Governo, ossia il contrasto forte e tenace all'evasione fiscale quale unico strumento possibile per arrivare a una duratura e diffusa riduzione del carico fiscale, ci poniamo però anche la domanda, che giriamo a questo Governo, se non sia il caso di utilizzare con quella parte importante del mondo produttivo, soprattutto del nord del Paese, un approccio che, per quanto riguarda gli aspetti più controversi degli studi di settore che talora vengono anche avvertiti quasi come punitivi, piuttosto che per quanto riguarda più in generale la pressione fiscale, sia di maggiore distensione e di ricerca di strumenti che vadano al di là del mero meccanismo coercitivo in tema di contrasto all'evasione.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Onorevole Donadi, lei tocca uno dei temi più caldi e più importanti dell'agenda di Governo e nella risposta mi voglio concentrare, soprattutto, sul discorso degli studi di settore, che non sono uno strumento di accertamento automatico e i contribuenti non hanno nessun obbligo di adeguarsi agli stessi, se ritengono che non rispecchino la loro realtà.
Si sottolinea - è stabilito dalla normativa - che gli studi di settore sono uno strumento utilizzabile come punto di riferimento dal contribuente, che adeguandosi può stare tranquillo rispetto ad eventuali successivi controlli. Ma essi sono anche un punto di riferimento per l'amministrazione stessa ai fini della selezione delle posizioni da sottoporre a verifica e controllo. Gli studi di settore sono, cioè, uno strumento - ed è stato riconosciuto da tutte le parti in causa - utile per l'amministrazione e per il contribuente.
Pertanto, tutti i contribuenti che per qualsiasi ragione ritengano di non rientrare nei parametri di congruità fissati dagli studi sono liberi di non adeguarsi. Bisogna anche sottolineare che il livello di congruità degli studi di settore non è il frutto di improvvisazioni arbitrarie, ma è calcolato sulla base dei dati delle dichiarazioni dei contribuenti in situazioni di normalità.
Su questo tema, infine, si ribadisce che per il Governo è fondamentale sostenere uno spirito collaborativo con la rappresentanza degli artigiani e dei commercianti, in modo da creare un sistema fiscale più equo, semplice e snello, in grado di colpire solo chi evade.
Mi piace evidenziare inoltre che, a sostegno dell'universo delle piccole e medie imprese, il programma di Governo ha attribuito la massima importanza alla riduzione e semplificazione degli adempimenti amministrativi. In particolare, si segnalano gli impegni volti ad attuare misure per la ulteriore semplificazione degli adempimenti burocratici a carico degli imprenditori, ad utilizzare incentivi alle imprese secondo criteri di priorità che promuovano l'innovazione del prodotto-processo, a favorire l'aggregazione tra imprese e reti e il sostegno della crescita dimensionale.
Voglio, infine, ricordare che il 1o luglio entrerà in vigore il cosiddetto cuneo fiscale, con un calo di tre punti di pressione fiscale sull'IRAP - lo ripeto: tre punti di pressione fiscale sull'IRAP - che sono decisivi per rafforzare la capacità concorrenziale delle imprese.
PRESIDENTE. Il deputato Donadi ha facoltà di replicare.
MASSIMO DONADI. La ringrazio, signor Presidente del Consiglio, per le delucidazioni che ha fornito in quest'aula, e soprattutto per la volontà, che lei ha dichiarato in modo esplicito, di avviare una fase sempre più collaborativa tra lo Stato, e quindi il fisco, e i contribuenti.
Riteniamo, come gruppo dell'Italia dei Valori, che questo sia uno strumento importantissimo, e soprattutto sia un messaggio che forse, da solo e principalmente, può consentire di invertire la tendenza perPag. 38la quale una parte importante della struttura produttiva del Paese vive il proprio rapporto con il fisco come un rapporto ancora frutto di un vecchio modello suddito-Stato, piuttosto che come un rapporto dialettico.
Crediamo che si debba avviare - e che possa essere vissuta come un'attività parallela a quella del contrasto dell'evasione fiscale - una grande iniziativa di solidarietà, un grande patto nazionale sul fisco tra lo Stato e tutto il mondo del lavoro autonomo.
Riteniamo, inoltre, che soltanto attraverso un meccanismo nel quale, a fronte di un impegno da parte dello Stato a una progressiva, ma durevole, continuativa e significativa riduzione del carico fiscale, vi sia da parte del mondo delle imprese, del mondo del lavoro autonomo, un contestuale impegno a garantire nel tempo non solo l'invarianza del gettito, ma anche il progressivo e significativo recupero dell'evasione fiscale, si possa pensare di sostituire quello che è stato fino ad oggi un approccio, lo ribadisco, esclusivamente repressivo nei confronti dell'evasione fiscale, con un approccio che sia più negoziale, per instaurare un rapporto che potrebbe in quel caso diventare più virtuoso e più proficuo.
Crediamo che dare risposte di questo genere a una parte del Paese che sta sostenendo in modo importante non solo una durissima competizione sui mercati internazionali, ma sta contribuendo anche in modo ugualmente significativo...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MASSIMO DONADI. ...allo sviluppo del Paese sia un segnale estremamente importante (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
(Progetto statunitense relativo all'ampliamento della base militare di Vicenza - n. 3-01007)
PRESIDENTE. La deputata Trupia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01007 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
LALLA TRUPIA. Le chiediamo, signor Presidente del Consiglio, di informare l'Assemblea delle decisioni assunte dal Governo in merito al raddoppio della base militare americana di Vicenza. In particolare, desideriamo conoscere i contenuti, la data, la firma della lettera con cui il Governo darebbe il via ai lavori esecutivi del progetto Dal Molin, e la natura del mandato conferito all'onorevole Paolo Costa, quale suo rappresentante in loco e interlocutore delle istituzioni e delle comunità locali.
Il 14 giugno scorso i parlamentari, i consiglieri comunali, l'opinione pubblica di Vicenza sono stati informati nei dettagli di tale raddoppio, in un modo piuttosto insolito, non dal proprio Governo ma dal portavoce dell'ambasciatore americano Spogli e dai militari statunitensi in una conferenza stampa convocata all'interno della caserma Ederle.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LALLA TRUPIA. Sono perciò qui a chiedere di chiarire in quest'aula, luogo sicuramente più consono, le decisioni del Governo.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Signor Presidente, prima di entrare in argomento vorrei ricordare la forza della chiara e precisa politica di pace perseguita dal Governo italiano, con il rientro dei nostri militari dall'Iraq e con la chiusura della base militare della Maddalena.
Ritengo, inoltre, di dover svolgere due premesse: la prima è di ordine generale. Il Governo, con l'adesione sulla base Dal Molin, ha infatti deciso di confermare una decisione già assunta dal nostro Paese con atti politici e amministrativi adottati dal Governo precedente e ratificati dalle autoritàPag. 39locali, le stesse che - lo ricordo - sono state confermate alla guida del territorio vicentino in occasione delle recenti consultazioni amministrative.
Il rispetto degli impegni presi è alla base del diritto internazionale e dei rapporti di pacifica convivenza fra i Paesi, a cui il Governo non intende derogare.
La seconda premessa è di natura più specifica. In questa occasione non si tratta, come richiamato dagli interroganti, di un insediamento di nuove basi militari sul territorio nazionale. L'argomento di cui stiamo parlando è la richiesta da parte degli alleati americani di ampliare, nel quadro di quanto previsto dall'Accordo bilaterale sulle infrastrutture del 1954, una base già esistente.
Quanto alla decisione di confermare la disponibilità italiana all'allargamento della base, dal mese di gennaio, ho pubblicamente reso noti gli intendimenti del Governo. Ho fatto ciò personalmente e, successivamente, il Ministro della difesa lo ha ribadito in Parlamento, in questa sede, il 1o febbraio.
Fin da quei giorni, il Governo ha manifestato comprensione e sensibilità per le esigenze prospettate dalla comunità locale. In tale prospettiva, coerentemente con le decisioni assunte, ha nominato il professor Paolo Costa rappresentante della Presidenza del Consiglio per le questioni relative all'attuazione del progetto di allargamento della base. Egli sarà l'interlocutore principale delle amministrazioni interessate, delle istituzioni locali, delle comunità territoriali, con l'obiettivo di approfondire il confronto e il dialogo sulla realizzazione dell'ampliamento della base statunitense, al fine di garantire il rispetto dell'impegno preso e le istanze delle realtà della zona. Di ciò ho informato il Presidente Bush, con una lettera inviata il 18 maggio scorso.
PRESIDENTE. La deputata Trupia ha facoltà di replicare.
LALLA TRUPIA. Signor Presidente del Consiglio, la ringrazio perché finalmente veniamo informati personalmente da lei e nella sede propria, che è il Parlamento italiano e non una caserma militare americana. Tuttavia, mantengo nel merito la mia contrarietà, perché lei, in sostanza, ha detto: la base si farà, punto e basta! Per qualche variante - se ho capito bene - nelle volumetrie e nella viabilità, rivolgetevi al professor Paolo Costa.
La prego, invece, di prendere seriamente in considerazione la proposta di sospendere qualsiasi avvio dei lavori della base fino allo svolgimento di quella conferenza nazionale sulle servitù militari, prevista dal programma dell'Unione e su cui c'è l'impegno del Governo, e finché non sia effettuata la stessa valutazione di impatto ambientale. D'altra parte, gli impegni non sono mai stati resi noti al Parlamento italiano - mi riferisco agli impegni pregressi del Governo Berlusconi - e neanche sono stati sostenuti e richiamati palesemente in quest'aula.
L'esito del recente voto a Vicenza non dice solo chi ha vinto e chi ha perso, ma che il 46 per cento dei vicentini, quasi il 51 per cento se si considerano anche le schede bianche, è rimasto a casa; si tratta di un record storico negativo. Tale situazione si chiama delusione, insofferenza, lontananza dalla politica, sfiducia. Per curare una malattia così grave servono antidoti forti ed efficaci. I più utili sono la trasparenza e il dialogo, ciò che finora è mancato. Antidoti capaci di isolare il formarsi di virus pericolosi quali episodi di violenza e di intolleranza, che oggi preoccupano per primi i cittadini mobilitati contro la base.
Signor Presidente, sento il dovere infine di dirle che davanti ai cancelli del Dal Molin, se inizieranno i lavori, non troverete pochi pericolosi estremisti anti-americani, ma tante famiglie comuni.
PRESIDENTE. Deputata Trupia, la invito a concludere.
LALLA TRUPIA. Signor Presidente, sto concludendo il mio intervento. Vi saranno cittadini pacifici, amanti della pace, tanti rappresentanti istituzionali, che da molti mesi cercano di spiegare l'incompatibilità di questo progetto con il futuro e laPag. 40sicurezza della propria città (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani e Verdi).
(Orientamenti del Governo in materia previdenziale - n. 3-01008)
PRESIDENTE. Il deputato Tremonti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Elio Vito n. 3-01008 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11), di cui è cofirmatario.
GIULIO TREMONTI. Signor Presidente, uso parole vostre: la legislazione oggi vigente in Italia dà al sistema della previdenza italiana un grado di sostenibilità complessivamente superiore a quello di molti Paesi europei.
Se è così, e lo dite voi, una persona normale si chiede: se il sistema è già in equilibrio perché lavorare e rischiare di metterlo in squilibrio?
Vede, signor Presidente, le pensioni sono tutto, per tanti. Il sistema pensionistico non può essere fatto oggetto di esperimenti politici. Se il sistema va in squilibrio è una tragedia generale, non solo per chi vuole andare in pensione, ma anche per chi è già in pensione.
Per queste ragioni, proprio perché parliamo di pensioni, signor Presidente, noi la preghiamo, nella sua risposta, di essere chiaro, di essere sincero [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, vorrei ricordare all'onorevole interrogante che la sua domanda è sostanzialmente simile a quella posta in precedenza dall'onorevole La Malfa e, quindi, vorrei completare tale risposta e richiamare alcuni punti dell'azione di Governo in materia previdenziale, quali annunciati all'inizio del confronto con le parti sociali, e richiamare anche quanto ha detto nella sua introduzione: che il nostro sistema ha una sostenibilità maggiore rispetto a quella di alcuni grandi sistemi europei. Si tratta di parole che ho detto e ripetuto, ma ciò non vuol dire che vi sia sostenibilità completa. È che coloro che ci hanno fatto molte prediche sono meno a posto di noi, ma noi dobbiamo procedere lungo le quattro direzioni che ho esposto in precedenza.
Quindi, dobbiamo tener conto di un equilibrio di lungo periodo, ma anche della necessità di migliorare le pensioni in essere ed in particolare la parte più bassa, che è ancora a livelli nettamente insufficienti, per cui il sistema è in equilibrio, ma ci sono dei «poveri Cristi» che non hanno alcuna possibilità di vivere con la pensione. Dobbiamo pertanto trovare un equilibrio, ma che tenga i pensionati in vita, non uno che dia loro una pensione che non è nemmeno sufficiente per un quarto del livello di una famiglia media.
Prevediamo, pertanto, di migliorare il sistema, di aiutare le classi deboli, e soprattutto, vogliamo rilanciare, nella carriera pensionistica, le possibilità dei giovani. Richiamo quanto ho detto prima: il riscatto degli anni di laurea, la continuità dei versamenti. Dobbiamo anche pensare a coloro che si trovano in una situazione di complicata iniquità di fronte allo scalone fiscale.
Non si tratta di un problema di correzione di un equilibrio di lungo periodo, ma di una differenza di trattamento troppo forte tra coloro che si trovano in una determinata condizione rispetto ad un'altra.
Lavoriamo, quindi, per rafforzare l'equilibrio del sistema, per incentivare la permanenza negli anni di lavoro da parte dei lavoratori e per dare uno stabile equilibrio di medio e lungo periodo al sistema. Quindi, si tratta di un problema...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. ...che interessa le generazioni,Pag. 41non solo quella che va in pensione, ma anche quella che entra ora nel mercato del lavoro.
PRESIDENTE. Il deputato Tremonti ha facoltà di replicare.
GIULIO TREMONTI. Signor Presidente del Consiglio, io ho mantenuto la domanda perché non avevo capito la prima risposta. Non ho capito neanche la sua seconda risposta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
Vede Presidente, lei non sta parlando al Parlamento o al Paese, ma in puro politichese: non si capisce niente di ciò che sta dicendo!
Quando lei era in Europa «predicava bene», adesso che è venuto in Italia «razzola male». Una persona normale quest'anno si chiede: andrà in pensione a 57 anni, come avete promesso, o a 60 anni? Ce lo vuole dire? Applicherete i coefficienti della riforma Dini, che avete votato, o li modificherete? Questo è quanto normalmente una persona vorrebbe sentirsi dire dal Presidente del Consiglio. Non è stato così. Lei ha parlato di equità.
Vede la sua, la vostra, non è equità, ma avventurismo. Voi proponete di cambiare il sistema per poi trovare i soldi. Il problema non è se reperirete i soldi, ma è che saranno i pensionati a non trovare più i soldi alle poste, perché state «scassando» il sistema [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
Signor Presidente, la invito a pensare a questo dato: quello delle pensioni è un problema grande, è il suo che è un Governo «piccolo» (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Congratulazioni).
(Iniziative per il superamento della normativa sugli studi di settore - n. 3-01009)
PRESIDENTE. Il deputato Fabris ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01009 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
MAURO FABRIS. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, un anno fa, presentando il nostro Governo alla Camera, lei dichiarò che i capisaldi della nostra politica fiscale dovevano essere due, il primo dei quali era una lotta serrata all'evasione fiscale (che lei definì un male patologico dell'Italia, sintomo della crisi etica del nostro Paese). In secondo luogo, affermò la necessità di stabilire un rapporto diverso tra cittadino e fisco. Parlò di «fisco amico» per le imprese e per le famiglie, al fine di alleggerire i dipendenti e le imprese virtuose che pagano le tasse.
La lotta all'evasione comincia a funzionare e ciò è dimostrato dall'aumento di circa 35 miliardi del peso delle tasse. Quello che non sembra proprio funzionare è il rapporto tra fisco, cittadini e imprese. Noi oggi le chiediamo come sia mai stato possibile che, nonostante la maggioranza, come abbiamo detto all'inizio, voglia che la concertazione sia lo strumento per il rapporto con le componenti sociali, si sia arrivati alla vicenda dei cosiddetti studi di settore senza tale concertazione.
PRESIDENTE. Deputato Fabris, la invito a concludere.
MAURO FABRIS. Concludo, signor Presidente, chiedendo come mai si applicano per il 2006 gli indici di normalità economica previsti per il 2007 e, in secondo luogo, se il Governo non pensi di avviare il superamento di questo strumento che è del 1993.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Vorrei ribadire e specificare quanto ho dichiarato in precedenza, rispondendo all'onorevole Donadi (l'onorevole Tremonti sta uscendo, forse è per quello che non segue). Il 53,81 per cento degli operatori interessati agli studi di settore, non è sembrato congruo. Oltre a quanto affermato in precedenza sul fatto che gli studi di settore non sono assolutamentePag. 42un accertamento fiscale, ma un'indicazione utile sia al contribuente che agli uffici fiscali, vorrei specificare in quest'aula un altro aspetto: il 53,81 per cento degli operatori che hanno dichiarato dei dati che non sembrano congrui dichiara in media 193.600 euro lordi annui di ricavi e un reddito lordo di impresa pari a 10.500 euro all'anno. Il resto degli operatori hanno ricavi e redditi così bassi da determinare, di fatto, una potenziale esclusione dagli studi di settore.
Riguardo alle obiezioni, quindi, il Governo sottolinea che gli studi di settore non sono lo strumento di accertamento automatico, ma tali dati mettono in rilievo la necessità di un'attenzione ai dati stessi, che l'Agenzia delle entrate utilizza come punto di riferimento. Pertanto, se il contribuente si adegua può restare tranquillo rispetto agli eventuali successivi controlli, mentre il contribuente che, invece, ritiene non sbagliati i dati che l'amministrazione contesta, è libero di non adeguarsi.
Quindi non sono una minimum tax e, per evitare equivoci, è stata emanata una circolare diretta ad identificare con più precisione le situazioni di marginalità economica, caratterizzate da peculiari situazioni che consentono la disapplicazione degli studi stessi. Ciò interessa cinquecentomila imprese. Per consentire ai contribuenti e agli intermediari una più approfondita valutazione e una corretta applicazione della nuova normativa, viene ricordato che la scadenza ordinaria per il versamento delle imposte è stata posticipata di venti giorni per chi applica gli studi di settore, in modo che ci sia tempo per approfondire i problemi.
Aggiungo ancora una cosa. Nel triennio 2007-2009 tutti gli studi saranno sottoposti a revisione: se più favorevoli si applicheranno ai contribuenti gli studi revisionati, i quali, prima di essere approvati, saranno sottoposti alla prevista consultazione della commissione degli esperti in cui partecipano i rappresentanti delle categorie interessate. Pertanto le garanzie ci sono.
PRESIDENTE. Presidente Prodi, la invito a concludere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Rilevo, poi, che gli studi di settore non sono né una forma di «catastizzazione» del reddito, né una minimum tax; sono degli indicatori sui ricavi. Da questo punto di vista, nulla vieta che gli operatori possano essere in regola anche se i loro conti sono diversi dalle indicazioni degli studi.
PRESIDENTE. Presidente Prodi, la invito a concludere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Va ribadito che nessuno può obbligare i contribuenti a pagare le tasse secondo gli studi di settore. Il contribuente ha solo l'obbligo di presentare delle dichiarazioni che rispecchiano la realtà.
PRESIDENTE. Il deputato Fabris ha facoltà di replicare.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, non posso dichiararmi soddisfatto di questa risposta. Ho posto una questione diversa: ho chiesto come è stato mai possibile che, nonostante avessimo fatto della concertazione lo strumento di soluzione dei conflitti sociali e del rapporto con le parti sociali, si sia arrivati al punto che, con una circolare dell'Agenzia delle entrate, per il 2006 si applichino gli indicatori economici previsti nel 2007. Ciò determina per le imprese un danno che non siamo ancora in grado di calcolare e la difficoltà di affrontare le scadenze che sono state indicate. Il problema non è quello di spostare in avanti il termine di venti giorni.
Il problema è - questa è la nostra proposta, per capirci in maniera molto chiara - che questi indicatori non sono stati determinati con il contributo delle categorie, ma in maniera unilaterale dall'amministrazione. Non c'è stato lo stesso livello di approfondimento e di elaborazione degli studi di settore. Retroagiscono all'anno di imposta 2006, questo è il punto! Pertanto la nostra proposta è chiara: si sospenda l'applicazione di questiPag. 43indicatori ai fini dell'accertamento, e si vada alla rapida revisione degli studi di settore, attraverso un serrato confronto con le associazioni di categoria.
Sul fatto che si debba combattere l'elusione e l'evasione fiscale siamo assolutamente d'accordo. Tuttavia, questo tipo di intervento, da parte del nostro Governo e da parte nostra, è assolutamente insostenibile, perché abbiamo creato un conflitto con parti sociali con le quali abbiamo firmato un protocollo di intesa nel dicembre 2006, non tanto tempo fa. Le categorie oggi non chiedono l'abolizione degli studi di settore, mentre noi proponiamo che si avvii un superamento graduale degli stessi, visto che nessun Governo li ha aboliti e dal 1993 rappresentano una legge nel nostro Paese. Noi chiediamo, dunque, che si ristabilisca un rapporto positivo, costruttivo, con le categorie.
Fermiamo, dunque, questa vicenda che sta letteralmente mettendo in difficoltà decine di migliaia di aziende. Le segnalo che quattro milioni di contribuenti garantiscono lo stipendio al 70 per cento dei lavoratori a reddito fisso in Italia. Questa è la condizione in cui ci troviamo, per una vicenda che non è stata gestita secondo le intese che avevamo sottoscritto. Per il resto, signor Presidente, lei sa che noi siamo concordi nel combattere l'elusione e l'evasione fiscale. Ma la questione oggi è un'altra (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Prima di passare all'ultima interrogazione, desidero segnalare che il deputato Tremonti si era allontanato dal suo banco soltanto per fare una comunicazione al Presidente.
GIULIO TREMONTI. Grazie, signor Presidente.
(Iniziative urgenti per la revisione degli studi di settore, con particolare riferimento al periodo di imposta 2006 - n. 3-01010)
PRESIDENTE. Il deputato Leo ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-01010 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13), di cui è cofirmatario.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, le parole che abbiamo ascoltato dal Presidente Prodi generano sicuro sconforto, perché sembra di assistere ad affermazioni che non hanno il minimo fondamento sulla base delle cognizioni basilari del diritto tributario.
Innanzitutto, come si sa, i contribuenti - imprese artigiane, commerciali e di servizi - stanno vivendo momenti di angoscia perché non sanno come pagare le imposte. Come è stato già detto in una precedente interrogazione, molti contribuenti stanno chiedendo ai propri professionisti come comportarsi e nessuno sa dare delle risposte; addirittura le associazioni di categoria hanno denunciato che l'accordo sottoscritto il 14 dicembre non è stato rispettato.
Di fronte a tale situazione noi assistiamo al completo distacco da parte del Governo, che non si dà carico di ciò che sta avvenendo, e, inoltre, non si ascoltano neppure le categorie professionali (mi riferisco ai dottori commercialisti e ai ragionieri) che hanno minacciato di dar corso a manifestazioni di «disobbedienza fiscale», che consisterà addirittura nel non trasmettere i modelli per gli studi di settore. Chiediamo, quindi, al Governo di chiarire quali iniziative assumerà rispetto ai cosiddetti indicatori di normalità economica per il 2006, e chiediamo, inoltre, la sospensione della loro applicazione.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, anche in questo caso la domanda è una prosecuzione dell'interrogazione precedente, e, dunque, ripeto che noi abbiamo dato tutte le garanzie ai contribuenti circa il fatto che lo studio di settore non costituisce una minimum tax; è un punto di partenza per un confronto fra l'amministrazione e ilPag. 44contribuente. È chiaro, quindi, che questo non viola assolutamente l'impegno ad una concertazione, impegno che rinnovo in questa sede e che spero le categorie siano pronte ad accogliere. Ribadisco che ciò s'inserisce nell'ambito di una politica fiscale nei confronti delle imprese particolarmente dedicata ad alleviarne i costi ed a facilitarne, quindi, l'innovazione e la dinamica.
Ricordo ancora che dal 1o luglio le imprese potranno contare su una significativa riduzione del carico fiscale; si è parlato tanto del problema delle imposte e, a tal proposito, vi sarà una riduzione per oltre 5 miliardi a regime, e di 2,5 miliardi quest'anno, in questo secondo semestre. Ciò significa che abbiamo ridotto la base imponibile IRAP di circa 5 mila euro per ogni lavoratore a tempo indeterminato del centro-nord, e di circa 10 mila euro per ogni lavoratore a tempo indeterminato del Mezzogiorno.
Stiamo chiudendo con le parti sociali l'accordo che prevede incentivi di carattere fiscale e contributivo alla contrattazione legata ad aumenti di produttività, ossia salario di risultati e straordinari. Stiamo concertando la sostanziale riduzione degli oltre 6 miliardi di incentivi che oggi affluiscono al sistema delle imprese e si sta lavorando per una loro sostituzione con minori aliquote fiscali IRES o IRAP. A questo sforzo si affianca il lavoro per favorire un miglior funzionamento dei mercati, attraverso le liberalizzazioni e lo snellimento delle procedure.
Il mio Governo ha posto al centro della propria azione il sostegno alla crescita economica e all'occupazione; i dati di maggio relativi all'occupazione dimostrano come il clima di fiducia stia aumentando e come la crescita degli ordinativi e della produzione sia estremamente forte. L'azione di sostegno si realizzerà non soltanto grazie a incentivi e aiuti alla produzione, ma anche grazie a un sensibile alleggerimento del peso fiscale che dai prossimi giorni scatterà per le grandi imprese e per tutti gli operatori economici del Paese.
PRESIDENTE. Il deputato Leo ha facoltà di replicare.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, la risposta del Presidente del Consiglio è assolutamente insoddisfacente e, tra l'altro, la ritengo anche offensiva nei confronti dei contribuenti che adempiono correttamente il loro obbligo tributario (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Offensiva almeno pari a quella fornita ieri dal Viceministro Visco, che ha auspicato che questi signori comincino a comportarsi in modo statisticamente equivalente agli altri, aggiungendo che, a questi contribuenti, viene chiesto di versare solo tra 100 e 200 euro al mese.
Ormai, Presidente, non si pagano più le imposte sulla base di quanto si guadagna, ma di quanto statisticamente è giusto guadagnare: è la teoria del pollo di Trilussa.
Le sue parole dimostrano, Presidente Prodi, che, con la sua politica fiscale, lei ha fatto dell'Italia un paradiso per il sommerso e un inferno per l'emerso. Lei sa bene che i nuovi studi di settore introducono nell'ordinamento una nuova minimum tax in quanto, salvo casi eccezionali, non è possibile fornire la prova contraria.
Sarebbe interessante vedere il Ministro dell'economia Padoa Schioppa e il Viceministro Visco andare presso gli uffici a sostenere un contraddittorio per il contribuente e dimostrare che non si applicano gli studi di settore: per disapplicarli, infatti, dovrebbero dimostrare che il contribuente è deceduto.
L'ipocrisia del Governo raggiunge un tale livello che, nella stessa relazione tecnica che accompagna il disegno di legge finanziaria, sono stati «cifrati» 2 miliardi 700 milioni da recupero di indicatori di normalità economica. La vicenda degli studi di settore, dunque, è un grande inganno.
Presidente Prodi, mi consenta di ricordarle le parole di Abramo Lincoln: «Si può ingannare tutti a volte, qualcuno sempre, ma non è possibile ingannare tuttiPag. 45tutte le volte». Voi, invece, questo avete fatto e continuate a fare con la vostra politica fiscale.
Presidente, ciò che lascia più perplessi è che il suo Governo è insensibile ai numerosi ed accorati appelli che provengono dalle categorie economiche e professionali e non intende ravvedersi nonostante le specifiche istanze che giungono.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
MAURIZIO LEO. Il suo atteggiamento è arrogante, Presidente Prodi! Il suo atteggiamento è la dimostrazione che, laddove l'autorità politica non è ragionevole, c'è tirannia (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17 con immediate votazioni.
La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 17.