Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Informativa urgente del Governo sul caso del generale Roberto Speciale (ore 19,25).
PRESIDENTE. Avrà luogo, ora, un'informativa urgente del Governo sul caso del generale Roberto Speciale.
Avverto che, dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.
(Intervento del Ministro dell'economia e delle finanze)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro dell'economia e delle finanze Tommaso Padoa Schioppa.
TOMMASO PADOA SCHIOPPA, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, come lei e gli onorevoli deputati, ho appreso dalle agenzie di stampa la pubblicazione della sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio sul ricorso presentato dal generale Speciale. Mi sono procurato una copia di questa sentenza traendola dal sito Internet del TAR del Lazio, che è ora allo studio degli uffici della Presidenza del Consiglio, del Ministero della difesa e di quello dell'economia e delle finanze.
È evidente che non sono ora in grado di anticipare il risultato di questo esame, tanto meno le decisioni che il Governo prenderà in materia. Posso però indicare che le determinazioni del Governo, così come l'analisi della sentenza, saranno ispirati a tre principi guida: il primo attiene al massimo rispetto per la magistratura amministrativa e per le sue deliberazioni; il secondo concerne la massima cura e attenzione al Corpo della guardia di finanza e alla sua esigenza di operare in piena serenità, con un chiaro comando e in condizioni di certezza; il terzo è rappresentato dall'intendimento del Governo di esercitare pienamente le proprie prerogative nell'interesse Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).
(Interventi)
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto di parlare il deputato Tenaglia. Ne ha facoltà, per cinque minuti.
LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, quando in questo consesso ci si trova a discutere degli effetti e delle circostanze determinate da una sentenza dell'autorità giudiziaria, occorre avere rispetto e valutare serenamente quel potere che ha legittimamente operato, ma è necessario anche avere la consapevolezza del fatto che le nostre sono valutazioni politiche, che attengono al primato della politica, soprattutto quando si tratta di atti di alta amministrazione che investono l'azione di Governo e l'interesse nazionale. È di questo, infatti, che si tratta nella vicenda in esame, di questo ci troviamo a giudicare e a questo l'azione di Governo è stata improntata, perché ci siPag. 137riferisce alla politica della sicurezza, alla politica fiscale e alla politica militare.
Al riguardo, dirò con franchezza la mia opinione: ritengo che il Governo Prodi abbia fatto fronte con assoluta correttezza alla responsabilità di direzione politica del Corpo della guardia di finanza che la legge gli attribuisce. Questo è il punto dal quale partire, perché è ciò che è accaduto nel caso del quale stiamo discutendo e mi preoccupa che l'opposizione, in tutta la vicenda, non abbia tenuto conto di ciò, ma abbia sostenuto che erano possibili soluzioni diverse. Ma come sono possibili soluzioni diverse in una democrazia, quando viene meno il rapporto di fiducia imprescindibile che deve correre tra l'Esecutivo e i vertici delle Forze armate o di polizia? Se ciò viene meno e viene meno il potere governativo di designare, sostituire e nominare i vertici delle Forze armate, è l'anticamera dell'eversione!
Sostituire i vertici delle Forze armate, quando viene meno il rapporto di fiducia con l'Esecutivo, è, prima ancora che un diritto del Governo, un suo preciso dovere. Ricordo che, nel cosiddetto caso Speciale, il rapporto di fiducia non è venuto meno per valutazioni discrezionali, ma per l'insorgenza di precise circostanze di fatto che rammento solo per sintesi: la discrezionalità nella distribuzione degli encomi, le nomine assolutamente discrezionali e, soprattutto, l'evenienza di fatti successivi che abbiamo appreso dalla stampa e che dovranno essere giudicati in un'altra sede, diversa da questa.
Quindi, questo Governo ha agito con piena consapevolezza dei suoi ambiti di competenza.
Se non è così vi chiedo: se uno di voi diventasse nel futuro Ministro dell'economia e delle finanze, e venuto meno il rapporto di fiducia con il comandante generale della guardia di finanza, quest'ultimo lo sostituirebbe non solo e non tanto nel suo interesse e in quello del suo Governo, ma anche nell'interesse della nazione e della guardia di finanza stessa? Io sostengo che la risposta sia affermativa, perché lo avete già fatto nel 2001 e nel 2002 quando avete sostituito l'intero vertice della guardia di finanza di Milano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).
Ritengo che noi riaffermiamo la nostra grande fiducia nelle decisioni della magistratura e in quelle che verranno dopo la decisione di primo grado, ovvero la decisione del Consiglio di Stato. Rivendichiamo soprattutto il profondo rispetto per i sentimenti delle nostre Forze armate e della guardia di finanza, la cui lealtà democratica, il suo senso del dovere e il rispetto dei poteri del governo democratico della Repubblica sono saldi, radicati e non sono mai venuti meno.
Questo è ciò che Aldo Moro chiamava il senso del dovere. Se oggi Aldo Moro fosse qui tra noi ci inviterebbe a riflettere sul fatto che in primo luogo deve essere fatto prevalere il senso del dovere, il rispetto delle istituzioni e della decisione politica che il Parlamento e il Governo assumono (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-L'Ulivo e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bruno. Ne ha facoltà.
DONATO BRUNO. Signor Presidente, non nascondo al Ministro e al Presidente del Consiglio dei Ministri (che si è allontanato) una profonda amarezza, anche per il modo con cui il Ministro Padoa Schioppa ha voluto liquidare in questo momento la vicenda che ci vede impegnati e per la quale l'abbiamo chiamato a riferire in Aula.
Signor Ministro, lei non può liquidare con tre battute l'episodio grave che si è verificato. È un episodio grave, tra l'altro, in quanto era prevedibile. Lei o fa finta di non conoscerli o non li conosce proprio - e ciò sarebbe molto grave - i motivi per i quali il TAR ha ritenuto che il suo provvedimento andasse revocato. La sentenza parla di sviamento di potere per difetto assoluto di motivazione.
Lei non è il primo trovato per la strada. Capisco anche che quando è stato chiamato a ricoprire la carica di Ministro dell'economia e delle finanze di questoPag. 138Governo qualcuno gli ha affibbiato le iniziali TPS «tutto per sopravvivere». Lei lo sapeva che gliela avrebbero purtroppo fatta pagare. Lei si è prestato ad una serie di giochi, caro Ministro - vedo che lei sorride e mi fa molto piacere - in quanto ha mandato a casa un consigliere della RAI e anche in quel caso il TAR le ha dato torto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia ). Lei ha ritenuto che ciò è ininfluente nei rapporti istituzionali interni al Paese e ha ritenuto di mandare a casa il comandante Speciale.
Collega Tenaglia, è troppo facile affermare che bisogna conoscere e richiamare Moro, o chiedersi in che modo ci comporteremmo. Quando noi abbiamo governato delle persone sono andate in pensione e il provvedimento di trasferimento - lo sappiamo tutti - poteva essere adottato. Tuttavia, devono essere rispettate delle regole, cosa che in questo caso non è avvenuto, ma non perché lo sosteniamo noi (noi, infatti, lo abbiamo sostenuto in epoca non sospetta), ma perché lo ha affermato l'autorità giudiziaria a cui lei sembra molto deferente, anche se mi sembra che dalle sue parole si coglie quasi un'insoddisfazione per l'accaduto.
Non sono assolutamente felice di questo episodio, in quanto il suo comportamento, caro Ministro, ha lasciato sul campo due vittime. Una è D'Arrigo, persona stimatissima che abbiamo avuto modo di conoscere e che si troverà in una situazione, che non so come definire, per colpa sua. L'altra è il comandante Speciale, altra persona stimata, rimosso solo perché non si prestava al vostro gioco.
Ciò deve necessariamente trovare una soluzione. Non credo che né lei, né Prodi, né tanto meno il viceministro Visco siate in condizione di farlo. Lei dovrebbe prendere una decisione seria per ciò che si è verificato. Lei, infatti, assume provvedimenti che, in primo luogo, non potrebbe assumere, e, in secondo luogo, che non sa formulare: o la colpa è sua, oppure la costringono a farlo. Tuttavia, non c'è un'altra soluzione, se non quella di ritornare a casa.
Non è il suo mestiere gestire un Ministero così serio e delicato, che non garantisce. Ciò che, infatti, sta a cuore a chi le sta parlando è soprattutto tenere fuori da questo gioco perverso il Corpo della guardia di finanza, 64 mila persone che svolgono il loro lavoro quotidianamente. Lei ha creato subbuglio all'interno del Corpo, e lo sa benissimo. Non so come e chi sia in condizione di porvi riparo. Credo che le tre persone che ho nominato siano quelle meno adatte; pertanto, se responsabilmente ritiene di avere errato in maniera così grave da creare tensione in un Corpo fondamentale di questo Stato - proprio perché in un Paese democratico vige anche il principio della responsabilità - lei ha il dovere di rassegnare le dimissioni. È questo che le chiedo con molta serenità, caro Ministro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Ministro Padoa Schioppa, lei questa sera prende in giro ancora una volta il Parlamento e il Paese, e questo è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!
Lo denunciamo con chiarezza in quest'Aula, perché non si può venire qui, dopo il giudizio del TAR sul caso Speciale, e liquidare con quattro battute la vicenda e con qualche sorriso le dichiarazioni dell'opposizione. Ministro Padoa Schioppa, lei deve avere rispetto per il Paese, che significa assumersi le responsabilità che ne conseguono. Lei ha compiuto diverse forzature in questi mesi nel suo ruolo di Ministro: la forzatura di Petroni che è stata ricordata dal collega Bruno, che ha già dimostrato la totale incapacità, l'inefficacia e anche la responsabilità politica di voler, comunque, rimettere in discussione equilibri che non competevano direttamente a lei.
Lei è intervenuto sulla vicenda Speciale, dimostrando incapacità, incompetenzaPag. 139e anche, purtroppo, determinazione politica, perché tutto il Paese sa che, dietro questa vicenda, vi è una logica politica: quella di rimuovere figure apicali come quella del comandante della guardia di finanza quando non vengono considerate al servizio del Governo Prodi.
Dobbiamo affermare con chiarezza che tutti gli avversari politici, in particolar modo nel caso del generale Speciale, hanno ricevuto o staranno per ricevere lo stesso trattamento. Ministro Padoa Schioppa, in questo disegno di legge finanziaria lei ha inserito una norma sulla cui base sostituirà quattro dirigenti della direzione del Tesoro, il che costituisce l'ulteriore obiettivo politico di una sostituzione progressiva di uomini, che non sono, evidentemente, asserviti alle logiche di questa maggioranza.
Dunque, lei deve chiedere scusa anzitutto al generale Speciale, perché il TAR ha affermato con chiarezza che, comunque, vi è stato un abuso di potere per quanto riguarda la sua attività. Deve restituirgli e riconoscergli la dignità, anzitutto per ristabilire, come lei ha dichiarato, il massimo rispetto per la guardia di finanza, che si esercita riconoscendo agli uomini e ai direttori della direzione della guardia di finanza stessa il giusto ruolo, che al generale Speciale viene già riconosciuto dalla giustizia amministrativa, ma anche la dignità personale che lei ha messo in discussione.
Infatti, Signor Ministro, con le dichiarazioni rese al Senato, che forse non ricorda, lei ha rivolto al Paese valutazioni personali sull'attività e la conduzione del generale Speciale alla guida della guardia di finanza, che oggi, improvvisamente, non si riflettono nelle sue dichiarazioni in quest'Aula: se n'è dimenticato.
Noi le consideriamo gravi oltraggi al Corpo della guardia di finanza e al valore di un uomo, che ha trovato la sua dignità riconosciuta dal TAR, ma non ancora da questo Governo. Fa specie che il Presidente del Consiglio Prodi sia uscito dall'Aula in questa fase. Del resto, capisco che vi è una situazione di grande difficoltà da parte del Governo e della maggioranza intorno a questa vicenda. Quindi, non ci basta che voi ribadiate che vi è il massimo rispetto per la magistratura da parte vostra. Occorrono gli atti conseguenti: l'assunzione di responsabilità davanti al Paese.
Un Ministro che, come lei ha dichiarato più volte, si è presentato con spirito di servizio nei confronti delle istituzioni ha il dovere, a fronte di tali gravi errori, di rimettere immediatamente il mandato e di rispondere al Paese delle sue scelte (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania), se è in una condizione di vera serenità e libertà, come lei ha più volte dichiarato (anche con un atteggiamento di assoluta indifferenza nei confronti del Parlamento, manifestato più volte durante l'esame della legge finanziaria). Ci fa piacere vederla apparire in questa fase: lei è stato costretto a venire, a fronte di un episodio grave che ha condannato la sua gestione e ha inferto una condanna politica su una vicenda sulla quale il Governo Prodi ha pagato un prezzo politico ed ha rischiato di dover rassegnare le dimissioni. Signor Ministro, abbia uno scatto d'orgoglio, almeno in questo momento!
PRESIDENTE. Deputato Alberto Giorgetti, concluda.
ALBERTO GIORGETTI. Gli episodi che qualche mio collega ha definito di «determinazione banditesca», per «scorazzare» all'interno delle cariche dello Stato (che sono - o tentano di essere - nella disponibilità del Ministero dell'economia e delle finanze)...
PRESIDENTE. Deputato Alberto Giorgetti, deve concludere.
ALBERTO GIORGETTI. ...non possono essere ovviamente rimossi in questo modo. Signor Ministro, assuma le adeguate decisioni e rimetta immediatamente il mandato: farà un grande servizio al Paese.
Pag. 140PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mungo. Ne ha facoltà.
DONATELLA MUNGO. Signor Presidente, nel mio breve intervento mi atterrò alla sobrietà, che ritengo sia un elemento molto importante. Contrariamente ai colleghi che si sono pronunciati precedentemente, apprezzo la serietà con la quale il Ministro Padoa Schioppa ha affermato di aver bisogno di tempo per valutare, insieme agli uffici, le conseguenze della situazione, le modalità con cui dare attuazione alla sentenza e gli elementi di merito della motivazione depositata poche ore fa.
In quest'Aula, chiaramente, nessuno nasconde che siamo in presenza di una vicenda estremamente delicata, di cui abbiamo parlato spesso anche nei mesi scorsi e, in particolare, al Senato, dove il Ministro Padoa Schioppa è intervenuto in occasione della discussione di una mozione parlamentare, esprimendo parole molto dure e severe (credo che le parole pronunciate in Aula siano proferite con il massimo della responsabilità, che in questa vicenda riconosciamo del tutto al Ministro Padoa Schioppa).
Le vicende e le questioni poste, infatti, non sono inficiate dalla pronuncia del TAR. In diritto amministrativo (siamo tanti ad intendercene in quest'Aula) vi è una formula - quella dell'eccesso di potere - che si riferisce all'illegittimità dell'atto amministrativo in quanto tale, che sarà valutata successivamente dal Consiglio di Stato, che si pronuncerà in via definitiva. Oltretutto, credo che sia irritante sentire che in quest'Aula si esalta o si insulta la magistratura - ordinaria o amministrativa che sia - a seconda delle sentenze emesse o degli atti emanati. In questi giorni e in queste ore siamo in presenza di dichiarazioni gravissime nei confronti della magistratura ordinaria; eppure, avendo il TAR Lazio assunto una decisione, questa, evidentemente, secondo le valutazioni dei giudici amministrativi, sarà evidentemente motivata: come tutti noi, ho il pieno rispetto per il lavoro della magistratura come potere dello Stato, autonomo e indipendente, che tale deve rimanere, sempre e comunque.
Ritengo che tale vicenda sia stata strumentalizzata da una parte politica: vi è un attacco a un lavoro che il Governo ha svolto e sta svolgendo. Il Ministro Padoa Schioppa sa che, qualche volta, il nostro gruppo è in contrasto con le valutazioni di politica economica che il Ministero dell'economia e delle finanze effettua, ma sa anche che piena e assoluta è la condivisione del lavoro e della lotta contro l'evasione e l'elusione fiscale, che naturalmente ha bisogno di molto più tempo rispetto all'anno e mezzo che abbiamo avuto a disposizione.
È chiaro che occorre attaccare nel profondo uno dei problemi più gravi di questo Paese, perché esso determina un'ingiustizia sociale. Credo, pertanto, che avremo bisogno di stabilizzare le misure contro l'evasione fiscale e avremo bisogno di tempo per far sì che tali misure si traducano anche in un beneficio per i contribuenti che hanno sempre pagato le tasse.
Non mi riferisco solo alle persone fisiche e al lavoro dipendente - tanto per essere chiari - ma anche a quelle imprese che pagano regolarmente le tasse e, per questo, scontano un difetto e un problema di concorrenza sleale.
Auspico - anzi, sono certa - che la soluzione che verrà proposta per far sì che non vi siano ripercussioni negative sul corpo della Guardia di finanza - il cui lavoro è pregevole e che tutti noi, senza eccezione alcuna, apprezziamo, abbiamo apprezzato e continuiamo ad apprezzare - non determini problemi nel comando di tale forza, così importante per la politica fiscale del nostro Paese.
Sono certa, per l'appunto, che verranno rispettati quei tre punti che il Ministro ci ha elencato, ossia il massimo rispetto per la magistratura, il rispetto, la cautela e l'attenzione per la Guardia di finanza e, altresì, il rispetto delle prerogative del Governo.
È infatti evidente - e con ciò concludo - che questa vicenda, come affermava prima il collega Tenaglia, ci ha postoPag. 141davanti ad un gravissimo dilemma: cosa fare quando viene meno, con motivazioni così gravi, il rapporto di fiducia tra l'Esecutivo e un comandante in alto grado della Guardia di finanza (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Partito Democratico-L'Ulivo, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente della Camera, mi rivolgo a lei per manifestare il più profondo sconcerto, da parte del nostro gruppo parlamentare, per una comunicazione che, tecnicamente, nella sostanza e nella forma, non riteniamo essere un'informativa del Governo, bensì uno scarno e imbarazzato comunicato di chi non sa che pesci prendere (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 18,50)
GIANPIERO D'ALIA. La questione è politica e non può essere esaurita in tal modo: lo affermo ribadendo la richiesta che l'informativa in esame venga rinviata ad una seduta successiva, poiché il Ministro Padoa Schioppa non sa cosa dirci, non ha gli atti, né possiede gli elementi per valutare.
Signor Presidente, da lunedì (anzi da oggi, ma riferisco a lunedì come primo giorno lavorativo) la Guardia di finanza si troverà con due comandanti generali e non credo che, al di là delle opinioni che ciascuno di noi può avere su questa triste vicenda, ciò faccia onore al Parlamento e alle nostre istituzioni, né fa onore il fatto che non si sappia cosa il Governo intende fare, avendo oggi due comandanti generali della Guardia di finanza. Ciò non è tollerabile, mi creda, signor Presidente.
Lo voglio affermare perché potrei terminare qui il mio intervento ed astenermi dall'affermare che questa è una vicenda veramente triste e grave per il nostro Paese. È triste perché mai come in questo momento i cittadini hanno bisogno di istituzioni credibili, colleghi della maggioranza, e si ritrovano con un Governo che attribuisce l'epiteto di «delinquente» - così infatti sta scritto nelle contestazioni mosse dal Ministro Padoa Schioppa e portate all'attenzione del Senato sei mesi fa - al vertice della Guardia di finanza e ciò viene clamorosamente smentito dalla magistratura: questo è il dato.
La vicenda è grave, inoltre, perché determina una lesione profonda tra il Governo e la Guardia di finanza e costituisce un brutto precedente, che rende ambiguo ed inquietante il ruolo dell'Esecutivo e delegittima un importante apparato dello Stato. In questo caso non vi è logica di maggioranza e di opposizione che tenga: ci sentiamo tutti responsabili nei confronti dei cittadini, quei cittadini a cui chiediamo oggi, con l'approvazione del disegno di legge finanziaria per il 2008, sacrifici e sforzi.
Dobbiamo essere all'altezza del nostro compito e delle istituzioni che rappresentiamo, come maggioranza e come opposizione.
Signor Presidente, non credo che oggi tutto ciò sia avvenuto e quindi anticipo la richiesta di reiterare questa informativa in modo che possa definirsi tale, nel senso degno, parlamentare e democratico di questo nome, per svolgerla nel momento in cui vi saranno le condizioni e il Governo sarà nelle condizioni di valutare.
In questa vicenda non vi è un aspetto giuridico da valutare. Il Governo ha fatto «un pasticcio» - anche se non voglio aprire questo argomento, il caso Petroni docet - perché ha preso un provvedimento che non è né carne né pesce. Non si tratta di un provvedimento di revoca del comandante generale della Guardia di finanza, come sostengono alcuni in colleghi di maggioranza. Andatevi a rileggere a questo proposito le dichiarazioni che avete rilasciato, colleghi del Partito Democratico, e per favore non citate Aldo Moro. Se fosse un provvedimento di revoca, dato che laPag. 142legge consente l'interruzione di un rapporto per il venir meno del rapporto fiduciario tra il Governo e il vertice dell'Arma della guardia di finanza, non avreste avuto la necessità di contestare non so quanti aspetti.
Avete elaborato, quindi, un provvedimento di revoca che camuffa un provvedimento disciplinare. Il TAR vi dice che si tratta di un provvedimento con il quale avete abusato dei vostri poteri, perché avete camuffato un procedimento disciplinare spacciandolo per qualcosa che non si sa cosa sia.
Tutto ciò ha comportato che non avete dato la possibilità al generale Speciale di difendersi e di dire se quelle contestazione fossero vere o meno. Esiste un principio nella nostra Carta costituzionale che è quello della garanzia del contraddittorio nel procedimento amministrativo, che sta a garanzia dei principi di imparzialità della pubblica amministrazione. Salvaguardiamo questi principi, che violiamo con il sistema della logica bipolare dello spoil system, almeno nei riguardi dei vertici delle Forze armate. Questo è il punto.
La sentenza del TAR ci dice che non esiste una vicenda giuridica, perché il Governo ha sbagliato! Resta la questione politica che lei, signor Ministro, non ha sciolto. Non so perché il Presidente Prodi è andato via prima, ma credo che sarebbe opportuno che tornasse in quest'Aula, oggi o nella prossima settimana, a dirci che lei si è dimesso e a discutere seriamente di questo caso (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, il signor Ministro non ci ha detto nulla, non ha illustrato alcuna informativa, è venuto in Aula per prenderci in giro.
Tutto ciò dal nostro punto di vista è assolutamente inaccettabile. Lei, signor Ministro, avrebbe dovuto affermare, da persona seria, di non avere elementi e di non essere in grado di rispondere e rimandare questa informativa alla prossima settimana. Ciò che lei ha affermato rappresenta, invece, una presa in giro nei confronti di tutto il Parlamento.
Penso che questo imbarazzo sia stato colto anche dagli altri componenti del Governo, visto che c'è stato un progressivo «fuggi fuggi» quando è cominciata l'informativa.
MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. C'è il Consiglio dei Ministri!
ROBERTO COTA. Ad ogni modo, vista la stringatezza e il tempo a disposizione, avremmo forse potuto portarci avanti con il lavoro. Vista la presenza del Ministro D'Alema, avremmo potuto svolgere, guadagnando tempo, anche un'informativa sul caso Forleo.
Signor Ministro Padoa Schioppa, voi non conoscete evidentemente la vergogna, né la vergogna politica, né quella istituzionale. Quello che è successo è molto grave e oggi non potete affermare che non è vero, perché vi è stato il pronunciamento di un organismo esterno rispetto al vostro Governo e anche rispetto al dibattito parlamentare.
Questa sentenza ha detto che voi avete usato le istituzioni per i vostri interessi e - guarda caso - questa rimozione è stata effettuata mentre i vertici della Guardia di finanza stavano conducendo delle inchieste molto importanti. Voi avete utilizzato le istituzioni per fare i vostri interessi e lo avete fatto violando la legge; questo è il fatto grave, molto grave dal punto di vista politico.
Se avevate delle contestazioni nei confronti dei vertici della Guardia di finanza, possibili in un sistema politico e nell'ambito dei rapporti costituzionali, avreste dovuto farle alla luce del sole e non manovrare nell'ombra e tramare nello stile tipico dei paesi comunisti.
Qui non è in discussione la figura e la persona del generale Speciale; noi non vogliamo entrare in questo campo. Qui sono in discussione i rapporti istituzionaliPag. 143e l'uso delle istituzioni - lo ripeto - per i propri interessi.
Non è la prima volta che vi comportate così. Si tratta ormai del vostro stile. Lo avete fatto anche con la RAI e anche in questo caso la magistratura vi ha dato torto. Avete usato il potere e il Governo per fare i vostri interessi anche in questo caso.
Vertici delle Forze armate e televisione sono i gangli più importanti dello Stato e quello che voi state facendo dall'inizio dell'attività di questo Governo è un'operazione di occupazione del potere senza precedenti.
In politica vede, signor Ministro - e mi rivolgo anche al Presidente del Consiglio, che si è dileguato -, normalmente chi sbaglia paga. Dovrebbe pagare chi sbaglia ed è quanto succede in tutti i paesi civili, ma da noi non succede: chi sbaglia rimane al proprio posto.
Il Viceministro Visco è ancora al Governo, risponde al telefono tranquillamente e chiacchiera, il Ministro dell'economia e delle finanze è ancora qui, ma in un Paese normale voi sareste a casa e vi sareste già dimessi. In un Paese normale il Presidente del Consiglio vi avrebbe dimessi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, signori colleghi, signori del Governo, è vero, anche noi siamo delusi e adirati. Avete preteso, cari colleghi dell'opposizione, un'informativa urgente a poche ore da una sentenza, presentandovi poi in quattro gatti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo)! In quattro gatti avete scelto di abbaiare alla luna.
Il TAR ha stabilito semplicemente il reintegro di un generale, non le dimissioni del Ministro Padoa Schioppa. Per fortuna, in un paese democratico come questo, tali scelte sono ancora delegate alla politica e non alle sentenze (Commenti).
LUCA VOLONTÈ. Cambiamo la legge!
ARTURO SCOTTO. Peccato che questo principio per voi valga a giorni alterni, viste le gravissime aggressioni alla magistratura perpetrate in queste ore dal leader dell'opposizione in merito ad altre ben più gravi vicende giudiziarie.
Eppure, vi è dell'altro. Forse a qualcuno di voi dà fastidio ciò che hanno messo in campo questo Governo e questo Ministro. Forse a voi dà fastidio la scelta strategica di mettere mano ad uno degli assi portanti di una politica economica moderna, la scelta della lotta all'evasione e all'elusione fiscale, una dichiarazione di guerra ai condoni, che avevano rappresentato uno degli elementi principali delle scelte economiche del Governo precedente (Commenti).
ROBERTO MARONI. E l'indulto!
ARTURO SCOTTO. Su questo nessuno di noi ha intenzione di fare marcia indietro. Peccato che il generale Speciale nel corso degli ultimi mesi abbia scelto di politicizzare aspetti che rientravano pienamente nelle prerogative del Governo, come ha detto il Ministro Padoa Schioppa. Si tratta delle stesse prerogative che, nel 2002, hanno esercitato Berlusconi e Tremonti nell'atto di nomina del generale Speciale. Non è la prima volta che si verificano dei trasferimenti. Qualcuno, nella scorsa legislatura, per caso, ha mai chiesto conto del trasferimento del generale Mariella?
Non abbiamo mai denunciato, in nessun momento, come questi fossero apprezzamenti discrezionali e politicizzati ispirati dal Ministro Tremonti. Lo abbiamo fatto perché avevamo rispetto per un'istituzione e per un Corpo dello Stato. Eppure, il generale Speciale ha mostrato una certa predisposizione all'arbitrio, dimostrandolo nell'elargizione e nella redistribuzione di encomi talmente estesa da provocare avanzamenti a danno di altri colleghi ed ufficiali perlomeno altrettanto meritevoli.Pag. 144
Allo stesso tempo, che cosa dire dell'uso incredibile di soldi pubblici e dello spreco di aerei di Stato destinati a note mete turistiche allo scopo di fare indigestione di aragoste?
Purtroppo, alla fine di tutta questa vicenda, a pagare di più lo stress arrecatole dal combinato disposto Speciale-destra di questo Paese, saranno quei tanti, tantissimi servitori dello Stato che operano nella Guardia di finanza per combattere l'evasione e l'elusione fiscale e per risollevare questo Paese dalle macerie civili e morali in cui lo avete lasciato nel corso degli ultimi cinque anni.
Per tale motivo, ribadiamo la nostra fiducia al Governo e al Ministro Padoa Schioppa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo-Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, signor Ministro, ella si è presentata qui su richiesta pressante e cogente dell'opposizione. Noi apprezziamo la sensibilità che lei ha dimostrato presentandosi con la celerità richiesta dall'opposizione e siamo anche consapevoli che ella difficilmente, nel poco tempo a disposizione e non conoscendo completamente la sentenza (come d'altra parte anche noi), avrebbe potuto dire di più di quello che ha detto.
Per tale motivo, lo consideriamo un atto di responsabilità del Governo nei confronti delle opposizioni, ma nel contempo riteniamo anche che vorremmo avere un'altra sede e un'altra fase nella quale il Governo, svolte le sue ponderate e responsabili valutazioni, potrà riferire al Parlamento o, comunque, all'interno del Governo stesso, potrà valutare e verificare cosa c'è da fare.
Siamo rispettosi della magistratura; siamo accusati di essere giustizialisti, ma in realtà abbiamo profondo rispetto per la giustizia e per chi la amministra: lo abbiamo sempre, in ogni momento, e non un giorno sì e un anno no, come fanno alcuni partiti dell'opposizione. Questi ultimi quando le cose non vanno bene, non sanno fare nient'altro che tentare di sottrarsi alle indagini e al processo. Questo non appartiene alla cultura del centrosinistra: noi tutti siamo rispettosi delle istituzioni.
In passato, signor Ministro, abbiamo interloquito su questo caso e lo abbiamo fatto non per difendere posizioni personali (che non ci hanno mai riguardato), ma in uno spirito di leale collaborazione con il Presidente del Consiglio dei ministri, con lei e con l'intero Governo, perché esisteva un'esigenza cogente di riportare serenità all'interno delle istituzioni colpite, in quel momento, da un forte conflitto istituzionale. Lo abbiamo fatto nell'interesse del Governo e del Corpo della guardia di finanza, che noi consideriamo un ganglio fondamentale ed insostituibile di questo Stato, così come le altre istituzioni, ed a questo Corpo e al suo nuovo comandante, Cosimo D'Arrigo, che sta realizzando e riportando efficienza e serenità all'interno del Corpo, manifestiamo e confermiamo la nostra fiducia.
Non siamo intervenuti per difendere posizioni personali e per tale ragione ci rifiutiamo di credere che questa sentenza possa essere considerata come la beatificazione di qualcuno: non è così.
Siamo intervenuti presso il Presidente del Consiglio, abbiamo ritenuto che fosse opportuno riallocare le deleghe e il Presidente del Consiglio lo ha fatto, iniziando così un processo di rasserenamento complessivo all'interno dell'istituzione ed anche all'interno di questo importante corpo della Guardia di finanza.
Per tale motivo, riteniamo che la sentenza del TAR sia di carattere prevalentemente tecnico: il Governo ha esercitato la sua responsabilità e la eserciterà ancora e il fatto che in questo provvedimento siano stati riscontrati dei vizi di legittimità non comporta, per noi, alcuna conseguenza di alcun genere per quanto riguarda il Governo. Pertanto, onorevole Ministro, le chiediamo naturalmente di restare al suo posto e di continuare la sua preziosa opera (Commenti).Pag. 145
Vorremmo piuttosto soltanto rilevare che quando poniamo dei problemi, anche in termini vivaci, lo facciamo sempre con uno spirito di leale collaborazione nei confronti del Governo: lo abbiamo fatto in questo ed in altri casi, come in quello dell'Alitalia e della RAI.
Vorremmo sperare e auspicare che le nostre voci e il nostro contributo alla collegialità del Governo siano in seguito ascoltati.
Questa è la conclusione che formuliamo in questo momento, confermando la nostra lealtà, ma, nello stesso tempo, auspicando e, anzi, reclamando la pari dignità tra le forze politiche e la collegialità all'interno del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turci. Ne ha facoltà.
LANFRANCO TURCI. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, ritengo che la risposta che ci ha dato il Ministro Padoa Schioppa sia invece ineccepibile.
Giustamente noi stessi rivendichiamo il diritto e il dovere di leggere la motivazione della sentenza del TAR per potere esprimere un giudizio compiuto e mi pare che i tre principi cui si è rifatto il Ministro siano davvero fondati. Certo, massimo rispetto per la decisione della magistratura, ma bisogna salvaguardare anche gli altri due principi: garantire stabilità e guida ad un Corpo importante come la Guardia di finanza e mantenere forte il diritto all'esercizio delle prerogative del Governo.
D'altro lato, da quello che abbiamo potuto leggere dalle anticipazioni sulle agenzie di stampa circa le motivazioni della sentenza del TAR, non mi pare che venga in discussione il diritto del Governo di esercitare il suo potere, sulla base del rapporto di fiducia, per quanto riguarda incarichi di tale delicatezza come quello, appunto, del comando della Guardia di finanza.
Non c'è dubbio che il Governo si sia assunto pubblicamente di fronte al Parlamento e al Paese, al momento opportuno, la responsabilità di una scelta politica: l'ha rivendicata e credo che fosse nella sua piena legittimità e nel suo potere.
D'altro canto, che si fosse deteriorato il rapporto di fiducia tra il comandante della Guardia di finanza del momento e il Governo l'abbiamo potuto evincere anche dalla ricostruzione degli avvenimenti che hanno dato vita a quella crisi.
Non c'è dubbio che nel conflitto con il Viceministro Visco il comportamento del generale Speciale sia stato quanto meno ambiguo e inaffidabile. Su questa base si è determinata la decisione del Governo!
Da quello che si può capire dalle anticipazioni delle motivazioni del TAR, casomai, mi pare che quest'ultimo evidenzi una contraddizione che si è manifestata a un certo punto nella decisione del Governo in quel momento, quando, cioè, si è ventilata l'ipotesi di una nomina del generale Speciale alla Corte dei conti.
Probabilmente in quella fase si è giocata una contraddizione, un'incertezza nella condotta del Governo, che, forse, invece di andare fino in fondo sulla base della motivazione del venir meno del rapporto di fiducia, ha cercato, come si è sempre fatto nel passato, peraltro, una mediazione, una soluzione di compromesso che consentisse di ottenere il risultato cui il Governo politicamente e chiaramente non poteva rinunciare: nominare un nuovo vertice della Guardia di finanza e insieme evitare una crisi nel rapporto personale, data l'importanza del ruolo svolto fino a quel momento dal generale Speciale.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 20,10)
LANFRANCO TURCI. Forse in quella contraddizione si è infilato un errore di procedura su cui oggi, forse, si basa la sentenza del TAR. Ma questo non fa venir meno il potere e la responsabilità che il Governo si è assunto e che noi ci sentiamo di riconfermare anche in questo momento e in questo commento a caldo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Balducci. Ne ha facoltà.
Pag. 146PAOLA BALDUCCI. Signor Presidente, signori Ministri e colleghi, vorrei prima di tutto ricordare che il Presidente Prodi è uscito, come risulta anche dalle agenzie di stampa, perché è andato a presiedere il Consiglio dei Ministri che ha approvato le note di variazioni al bilancio. Credo, quindi, che la giustificazione per cui non si trova in questa sede sia molto importante. È un passaggio molto importante per il bene del Paese.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 20,12)
PAOLA BALDUCCI. Ringraziamo il Ministro Padoa Schioppa per avere accettato di venire subito a riferire in Aula sul caso Speciale, a seguito della pubblicazione della sentenza del TAR del Lazio.
Lei, signor Ministro, questa sentenza, come ha detto, ha avuto modo di leggerla. Noi non abbiamo ancora avuto l'occasione di farlo e per questo, a maggior ragione, ci asteniamo da qualunque commento, che comunque sarebbe improprio in quest'Aula.
Condividiamo la sua prudenza nel rinviare a un successivo esame della vicenda giudiziaria da parte della Presidenza del Consiglio, del Ministro dell'economia e delle finanze e da parte del Ministero della difesa. Questa prudenza è opportuna, sia per il rispetto nei confronti della magistratura che nei confronti della Guardia di finanza.
Condividiamo comunque, signor Ministro, i tre principi guida che lei ha ricordato: oltre al già affermato rispetto per la magistratura, è necessaria la massima attenzione nei confronti della Guardia di finanza, la quale deve avere la certezza del proprio comando che attualmente è ricoperto dal generale D'Arrigo, che conosciamo e stimiamo tutti profondamente.
Condividiamo anche la determinazione del Governo, nella logica dello Stato di diritto e della divisione dei poteri, di esercitare le proprie prerogative nell'interesse del Paese. Sotto quest'ultimo profilo ha fatto bene il collega Tenaglia a ricordare che una responsabilità altissima, come quella di ricoprire il comando generale della Guardia di finanza, deve basarsi su un pieno rapporto di fiducia con chi è chiamato a ricoprire un così alto incarico. E non c'è dubbio che, anche sulla base delle dichiarazioni rese dallo stesso generale Speciale, quel rapporto di fiducia tra quest'ultimo e il Governo si era comunque clamorosamente interrotto.
Questi sono i capisaldi essenziali per una valutazione politica - e sottolineo politica - propria di un'Aula del Parlamento. Tutto il resto attiene al piano della giustizia amministrativa, nei suoi diversi gradi del giudizio. Ed è bene che lei, signor Ministro, abbia comunque confermato il massimo rispetto per la magistratura amministrativa. Da parte nostra, noi Verdi confermiamo la solidarietà nei suoi confronti (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).