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Discussione della proposta di legge Realacci: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse (Approvata dalla Camera, modificata dal Senato, nuovamente modificata dalla Camera e nuovamente modificata dalla XIII Commissione permanente del Senato) (A.C. 17-D) (ore 17,57).
(Discussione sulle linee generali - A.C. 17-D)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle modifiche introdotte dal Senato.
Avverto che i presidenti dei gruppi parlamentari di Forza Italia e de L'Ulivo ne hanno chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del regolamento.
Avverto, altresì, che la VIII Commissione (Ambiente) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, deputato Lomaglio, ha facoltà di svolgere la relazione.
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ricordo preliminarmente che la proposta di legge in esame, che ha come finalità l'istituzione di una CommissionePag. 51parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, si trova ad affrontare il quinto passaggio parlamentare, essendo già stata esaminata per ben due volte da ciascuno dei due rami del Parlamento. Da ultimo, infatti, il provvedimento è stato ulteriormente modificato, in sede deliberante, dalla 13a Commissione del Senato, che ha introdotto un'unica modifica all'ultima versione del testo approvato dalla Camera, riformulando l'articolo 1, comma 3, nel senso di prevedere che la Commissione non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà personale e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale. La modifica, nella sostanza, consiste nell'avere invertito l'articolazione della previsione già adottata dalla Camera, aggiungendo, inoltre, tra le fattispecie escluse, anche la segretezza della corrispondenza.
La Commissione VIII, esaminate dette modifiche nella seduta odierna, e ritenuto che queste modifiche vanno nel senso - assolutamente condiviso anche dalle altre Commissioni, che hanno già espresso i rispettivi pareri - di garantire la libertà personale e, comunque, di esplicitare ancora meglio le condizioni di segretezza delle comunicazioni, ha convenuto di proporre all'Assemblea l'approvazione del testo così come è stato trasmesso dal Senato. Il parere è favorevole sia da parte della Commissione I (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni) sia da parte della Commissione II (Giustizia).
Preso atto della limitata modifica introdotta al Senato e rilevata l'opportunità di giungere alle definitiva approvazione del provvedimento, che consentirà finalmente di istituire la Commissione parlamentare di inchiesta, propongo, pertanto, di approvare il testo della proposta di legge al nostro esame. D'altronde, il protrarsi oltre ogni accettabile capacità di tolleranza delle gravissime condizioni di emergenza nella gestione del ciclo dei rifiuti in diverse regioni del nostro paese, condizione grave ed aggravata dalla presenza sempre più arrogante ed invasiva delle organizzazioni criminali nel settore, sollecita certamente il Parlamento ad approvare al più presto il testo così come emendato, anche al fine di perseguire i compiti che alla stessa Commissione sono attribuiti e che ne motivano l'istituzione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
GIANNI PIATTI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, intervengo per confermare le valutazioni espresse dal relatore. Come si vede, la modifica è estremamente limitata. Tuttavia, il riferimento alla segretezza della corrispondenza è una modifica di garanzia che condividiamo. Pensiamo, quindi, di confermare l'invito del relatore ad approvare il testo così come emendato dal Senato.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Preannuncio fin da subito che la Lega Nord apprezza l'ultima formulazione del testo proposto dal Senato; pertanto, dichiaro che esprimerà un voto favorevole sul provvedimento in esame, sperando che la istituenda Commissione possa continuare a svolgere il lavoro già svolto nelle precedenti legislature per contribuire al ripristino della normalità nel settore dello smaltimento dei rifiuti.
Fatta questa premessa, intendo comunque sottolineare alcuni aspetti. Intanto, è giusto che tale Commissione non si sovrapponga alla normale attività delle Commissioni permanenti. Occorre tenere presente che il problema dei rifiuti riguarda alcune regioni del nostro paese. Pertanto, se il Governo e la maggioranza non prendono coscienza di ciò, ritengo che non si possa comprendere pienamente tale realtà.
Insisto sul fatto che dove governa la Lega il problema dei rifiuti non esiste; infatti, siamo sulla giusta strada per far divenire il rifiuto una risorsa. La gestione dei rifiuti svolta da alcuni amministratoriPag. 52resta da tempo immutata e ciò non può dipendere esclusivamente da fattori mafiosi o di altro genere. Vedo che alcuni governatori regionali hanno evitato di sporcarsi le mani, lasciando impantanato questo settore in alcuni territori.
Se consideriamo una grande risorsa le nostre municipalizzate e se nelle regioni governate dalla sinistra si pensasse un po' di più ad una gestione in house, credo che si potrebbe andare in fondo alla questione dei rifiuti.
Passando fin da subito dalla raccolta differenziata, si potrebbe individuare un non costo per l'utente; invece, oltre che al costo per l'utente, ci troviamo di fronte ad un disagio evidente sulle strade, creando una devianza dei comportamenti, con la configurazione anche di fattispecie penali.
Credo che di ciò qualcuno se ne debba assumere la responsabilità; infatti, è troppo facile criticare le realtà del nord, che tuttavia sanno amministrarsi. Abbiamo approntato alcuni concetti di trasparenza e di pulizia sia nelle gare di appalto sia nei comportamenti, anche attraverso gli uomini che abbiamo posto a capo delle nostre municipalizzate. Si tratta di persone che avevano già denunciato le deviazioni politiche.
Ovviamente, dalle nostre parti pretendiamo che non ci siano infiltrazioni mafiose.
Il dramma che vogliamo denunciare in questa occasione - è chiaro che consideriamo questa discussione un'occasione - è che tante volte siamo costretti a subire appalti nazionali secondo una normativa nazionale che fa sì che queste aziende mafiose, che proliferano nel settore, provenienti dal Sud, vengano ad infiltrarsi nelle nostre realtà.
Quindi, denunciamo anche questo aspetto, che per noi è molto importante. È chiaro che la sola azione di uomini e la volontà di alcune persone, magari senza strumenti, difficilmente riesce a debellare questa piaga, che avvolge l'intero Sud.
Auspichiamo, quindi, una produzione normativa che vada nel senso di favorire le giuste esigenze degli amministratori locali, che hanno grande esperienza e che sicuramente, se hanno la volontà, potrebbero approfittarne per debellare questo problema. Lo possono fare attraverso gli strumenti giusti e le adeguate infrastrutture di cui questo settore ha bisogno: inceneritori, impianti di smaltimento, sicuramente non discariche, ma una gestione in house, controllata direttamente. Poi si potrà aprire una seconda fase.
Per quanto riguarda l'intero sistema degli appalti, bisogna stabilire il principio secondo cui chi sbaglia non si potrà più proporre sul mercato e nel mondo imprenditoriale. Chi ha sbagliato una volta in questo settore non dovrà più riproporsi.
Tornando alla modifica introdotta dal Senato, ovviamente noi siamo favorevoli a far sì che questa Commissione non possa intaccare la libertà dei singoli, che consideriamo questione più importante. Proprio per questo, garantiamo fin da subito il nostro voto favorevole, ma auspichiamo anche che si possa perseguire un indirizzo che prenda ad esempio i modelli che la Lega Nord ha adottato nelle amministrazioni in cui governa.
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Cacciari, iscritto a parlare: s'intende che vi abbia rinunciato.
È iscritto a parlare l'onorevole Stradella. Ne ha facoltà.
FRANCO STRADELLA. Presidente, intervengo molto brevemente perché il collega Dussin ha già svolto alcune considerazioni e altre ne faranno i colleghi che seguiranno.
Vorrei soltanto segnalare, in riferimento a questa vicenda, l'inefficacia del sistema legislativo. Noi esaminiamo questo provvedimento in quinta lettura. Era un provvedimento partito con le più ferme intenzioni di collaborazione tra maggioranza e opposizione. Addirittura, la presidenza della Commissione aveva affidato al sottoscritto, rappresentante dell'opposizione, la relazione in prima lettura alla Camera. Era un argomento assolutamente condiviso, perché l'esperienza già vissuta in due legislature aveva prodotto risultati efficaci.Pag. 53
Siamo alla quinta lettura su questioni, secondo me, non assolutamente rilevanti e non assolutamente significative rispetto alla funzione della Commissione. La Commissione non ha lo scopo di risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti e neanche quello di sostituirsi alle aziende municipalizzate o che operano nel settore, ma di verificare se, in questo settore, ci siano intromissioni di organizzazioni malavitose e se, all'interno di questo ciclo, vi siano guadagni illeciti. Si tratta di una partita importante che riguarda la civiltà e l'ordine nel nostro paese.
La Commissione ha la funzione di verificare le inadempienze da parte di amministratori e dei governi locali sulla questione dello smaltimento dei rifiuti.
Per questo motivo, volevamo che la Commissione fosse istituita rapidamente. Pensavamo che il primo testo, concordato peraltro con la Commissione affari costituzionali, fosse sufficientemente garantista. Poi, il Senato ha ritenuto di implementare ulteriormente la normativa e noi, facendo la nostra parte, abbiamo modificato il testo per la terza volta. Questo è un «balletto» che il cittadino non comprende e che dà l'idea dell'inefficienza del sistema e del distacco della politica dai problemi del paese. Tale sistema va modificato e tutti insieme dovremmo avere il coraggio di mettervi mano una volta per tutte. Credo che esso rappresenti un costo per il paese e che dia un'immagine negativa della classe politica e del Parlamento.
Se questo strumento fosse stato disponibile fin dall'inizio, probabilmente, avremmo avuto qualche elemento di conoscenza in più. Credo che quanto affermato prima dal collega Dussin in modo velato, vada detto in modo esplicito: siamo di fronte all'ennesima perpetua crisi dei rifiuti nella regione Campania. Questa regione, tra l'altro, ha visto una larga partecipazione al Columbus Day e credo in quella sede si sarebbe potuto affrontare il problema e risolverlo.
Noi, in Piemonte, accetteremo una parte dei rifiuti della Campania. Ma credo che, una volta per tutte, vada sciolto il nodo delle connivenze tra il mondo dei rifiuti (non voglio coinvolgere il sistema politico amministrativo locale) e la malavita locale, che evidentemente inquina in modo rilevante tutte le operazioni riferite a questo settore. Tali connivenze possono cessare: certamente, vi sono elementi di conoscenza in più, che possono incidere in modo significativo su questo legame illegale nella regione Campania, come in altre regioni (tale fenomeno non è un'esclusiva del sud o del centro). Gli interventi della malavita in questo settore sono pesanti ed esistono dovunque. Questa Commissione ha la funzione di farli emergere e di trovare soluzioni affinché non si ripetano.
Speriamo che questa sia veramente l'ultima lettura alla Camera, anche perché non sono stati presentati emendamenti. Certamente, il provvedimento verrà licenziato così com'è e Forza Italia esprimerà un voto favorevole.
Approfitto dell'occasione per augurare un rapido insediamento della Commissione. Spero che quest'ultima possa lavorare in modo positivo, così da dare quei risultati che gli operatori seri e gli amministratori responsabili si aspettano. Ed auspico che tale Commissione parlamentare, in rappresentanza del popolo italiano, faccia veramente ciò che i cittadini si aspettano in una materia così delicata e complessa.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.
SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, colleghi deputati, parlo a nome dell'Ulivo e il mio intervento sarà molto rapido e sintetico. Quando su un argomento si svolge un dibattito in sede parlamentare per la quinta volta (per la terza volta alla Camera) è bene essere concisi anche nelle argomentazioni, cercando di venire al succo della questione.
Tuttavia, l'occasione è troppo ghiotta per non tentare di svolgere, sia pure molto sinteticamente, alcune riflessioni. Anzitutto, ancora una volta, va riconosciuto il merito del presidente Realacci per la presentazione di questa proposta di legge che domani diventerà legge.Pag. 54
Non ricostruirò l'iter seguito dal provvedimento, perché lo ha già fatto benissimo il relatore, il collega onorevole Lomaglio; tuttavia vorrei svolgere alcune considerazioni generali.
Vorrei osservare, in primis, che oggi lo sviluppo sostenibile è un concetto legato soprattutto ad una corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Infatti, la comunità scientifica sia nazionale, sia internazionale si interroga ormai sempre più frequentemente sulla cosiddetta life cycle analysis, vale a dire sulla capacità di conoscere - con un'espressione che certamente rende bene l'idea - la vita di ogni oggetto dalla «culla alla tomba».
L'altro elemento che vorrei evidenziare, come già fatto dal collega Stradella, è l'unanimità che si è fin qui registrata sulla proposta di legge in esame, con una convergenza tra maggioranza ed opposizione. Vorrei osservare che, quando su un provvedimento si registra l'unanimità, significa che esso coglie in pieno la reale sensibilità presente nel paese.
Ricordo che gli obiettivi che si prefigge la Commissione parlamentare di inchiesta sono tre. Il primo è costruito dall'analisi delle distorsioni e delle patologie che si manifestano nell'ambito del ciclo integrato dei rifiuti. Non voglio aggiungere altro a quanto è stato già affermato, poiché ritengo non sia solo quella la funzione preminente della Commissione in oggetto.
Reputo altrettanto importante verificare la corretta applicazione, da parte di enti pubblici, pubbliche amministrazioni ed enti locali, delle norme in materia in tutte le parti d'Italia. Ritengo altresì importante - e credo che, nell'attuale legislatura, si dovrà lavorare molto in tale direzione - avanzare proposte che consentano di far compiere un vero e proprio salto di qualità, facendo segnare un reale avanzamento del paese in questa materia. È naturale che ciò intersecherà la revisione del decreto legislativo n. 152 del 2006, cui la Commissione ambiente sta lavorando.
Vorrei evidenziare che, se vi è ancora bisogno che una Commissione parlamentare di inchiesta si occupi di tali argomenti, significa che il problema non è stato ancora risolto: dunque, un altro auspicio che dovremmo formulare è che la legislatura in corso costituisca l'ultima delle Commissioni istituite per trattare tali argomenti.
Mi associo a chi sostiene che un approccio corretto al problema dovrebbe essere basato sulle cosiddette «tre R»: riduzione dei rifiuti, riutilizzo (tuttavia, affinché vi sia riutilizzo, occorre ovviamente che funzionino la selezione e la raccolta differenziata dei rifiuti stessi) e riciclo (aspetto che ritengo importantissimo).
Ritengo sia ancora una volta merito della VIII Commissione della Camera dei deputati aver deliberato, proprio in questi giorni, lo svolgimento di un'indagine conoscitiva sull'industria del riciclo, la quale servirà a fare il punto sul modo in cui, nel nostro paese, tale importantissima fase del ciclo integrato dei rifiuti viene affrontata e sviluppata.
Non intendo parlare dei precedenti per non dilungare ulteriormente il mio ragionamento, e mi limiterò a ricordare che, nella relazione conclusiva presentata al Parlamento il 15 febbraio 2006 dalla Commissione istituita nella XIV legislatura, veniva evidenziata una serie di questioni. Ne voglio sottolineare tre in particolar modo.
La prima concerneva la necessità di compiere passi in avanti in tale materia. La seconda riguardava, invece, la delicatezza della situazione in alcune regioni meridionali (Puglia, Calabria, Campania e Sicilia), che sia all'epoca in cui venne stesa la citata relazione, sia tutt'oggi hanno differenti guide politiche (pertanto, non intendo affatto strumentalizzare la questione a fini politici), con commissariamenti che, talvolta, non solo non hanno risolto alcuni problemi, ma in alcune situazioni sono stati essi stessi fonte di distorsioni.
Ricordo, infine, che in detta relazione era evidenziata la necessità di approfondire la nozione giuridica del concetto di «rifiuto».Pag. 55
In conclusione, desidero aggiungere solamente tre argomenti a quelli già trattati. In primo luogo, occorre lavorare, a mio avviso, affinché sia introdotto nel codice penale il concetto di «delitto ambientale». Ricordo che è sempre di questi giorni la presentazione di una proposta di legge, di cui è primo firmatario il presidente Realacci, che va proprio in tale fondamentale direzione.
Bisogna lavorare, inoltre, al fine di ridurre lo squilibrio tra nord e sud del paese in materia di raccolta differenziata. Dai dati disponibili, infatti, emerge che la raccolta differenziata nel Mezzogiorno è pari al 5 per cento, mentre al nord si attesta intorno al 29 per cento. La Basilicata, regione dalla quale provengo, con l'8 per cento risulta essere leggermente al di sopra della media meridionale, ma il valore rimane comunque molto basso. Perché ciò accada bisogna reinvestire danaro. Anni fa, ricordo di aver avuto un'esperienza professionale nell'ambito del piano triennale di tutela ambientale, con una serie di stanziamenti che consentirono proprio in Basilicata di fare esperimenti che diedero buoni frutti, attraverso i cosiddetti progetti NOC, con fondi che venivano spesi per la nuova occupazione.
Bisognerebbe che il Governo riprendesse a lavorare in questa direzione; la raccolta differenziata funziona se vi sono investimenti materiali, soprattutto se si lavora sulla formazione.
L'Ulivo, che ovviamente esprimerà voto favorevole, accogliendo le ultime modifiche, come già affermato dal relatore Lomaglio, sul provvedimento in esame (che già domani potrà diventerà legge dello Stato), lavorerà perché anche su tale materia prevalga una visione riformista e moderna. L'Ulivo non accetterà mai la cultura del not in my backyard.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 18,20)
SALVATORE MARGIOTTA. L'Ulivo lavorerà perché sia chiaro ed evidente che, anche con riferimento a tali questioni, innovazione significa anche democrazia. Su questo, credo, siamo tutti impegnati (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, l'istituzione di una Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite connesse è assolutamente da condividere, perché nel nostro paese, purtroppo, vi sono numerose regioni che vivono nell'emergenza per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti. Ciò consente a eventuali malavitosi o alle organizzazioni criminali di inserirsi proprio in questa attività. La Commissione si propone, quindi, di svolgere un'attività, anche complementare rispetto all'attività del Parlamento in generale, che non può essere svolta normalmente dalle Commissioni parlamentari. Queste hanno un altro compito: svolgere in via ordinaria un'attività legislativa per proporre miglioramenti nel campo dello smaltimento dei rifiuti, tenendo conto delle particolari situazioni regionali, al fine di evitare il manifestarsi di differenze tra le stesse, come risulta dalle statistiche stilate al riguardo.
L'attività illecita non è soltanto prerogativa di alcune regioni. Purtroppo, le attività illecite si sono riscontrate nelle regioni che ritengo molto avanzate da questo punto di vista. Sono stato protagonista anche nella costruzione di alcuni impianti più moderni, come quello di Brescia. Ho svolto una funzione di supporto nella realizzazione di quegli impianti dotati di teleriscaldamento e di impiantistica moderna. Eppure, proprio in Lombardia si sono riscontrati i primi casi di attività illecita nel campo dei rifiuti. È chiaro che dove si riscontra l'emergenza più facilmente si inseriscono elementi malavitosi. Tuttavia, abbiamo notato per anni che anche l'attività illecita non è soltanto prerogativa delle regioni in cui si riscontra l'emergenza rifiuti. Quindi, gli episodi che si sono verificati giustificano l'attività di una Commissione speciale che, tuttavia,Pag. 56non si deve sovrapporre - al riguardo, sono d'accordo con Dussin - all'VIII Commissione o a quella del Senato. Noi sappiamo che i rifiuti sono una risorsa costituita da materie seconde, ma essi costituiscono anche una risorsa energetica, termica ed elettrica.
Quindi è necessario trattare questa risorsa «rifiuti» come deve essere trattata, e laddove circolano somme di denaro molto consistenti, è chiaro che è più facile che si infiltri l'azione malavitosa. La Commissione dunque vigilerà sulle modalità di esecuzione dell'attività degli enti locali. Abbiamo visto le funzioni citate adesso dal collega. Vigilerà dunque sulle modalità di esecuzione dell'attività di smaltimento, secondo le normative italiane, ma soprattutto comunitarie, che ormai sono quelle che dettano legge.
Pertanto, proprio per questi motivi, con riferimento alla funzione che essa ha svolto nelle due precedenti legislature (e che noi ci auguriamo possa svolgere anche nella presente, per completare - concordo al riguardo con quanto detto prima dalla collega Margiotta - la sua azione, al fine di rendere normale un'attività che tale dovrebbe essere, anziché di emergenza), Italia dei Valori voterà a favore, anche dopo la modifica introdotta dal Senato - che peraltro ritengo estremamente positiva - così come avvenuto anche per l'istituzione della Commissione antimafia. Il Senato ci ha ricordato che è bene preservare la privacy nella corrispondenza. Credo sia giusto che questo sia avvenuto. Dunque, Italia dei Valori è favorevole anche per questo all'istituzione di questa Commissione (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e L'Ulivo).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo - peraltro avremmo gradito una presenza più attenta alla problematica, soprattutto più vicina all'emergenza, come quella del ministro Pecoraro Scanio -, gran parte del mio intervento verterà sulla necessità che questa Commissione non diventi un rituale. Infatti, è stato già ricordato che sono due legislature (dieci anni) che viene istituita la Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Vi sono state delle corpose relazioni finali sull'attività svolta nelle due legislature precedenti. Tuttavia, risultati concreti sul terreno del contrasto alla criminalità all'interno di questa filiera non sono stati conseguiti se, come è accaduto in queste ultime settimane, abbiamo dovuto apprendere da alcuni appartenenti al centrosinistra - che in certi momenti dimentica fatti ovvi, per esaltare la nomina, ad esempio, di Bertolaso a commissario per l'emergenza rifiuti in Campania - che finalmente con Bertolaso cacceremo la camorra dal ciclo dei rifiuti! È strano, perché mi sembra che fino a ieri Bertolaso era quello che gestiva la Protezione civile, era quello che si era interessato allo stesso modo dei rifiuti in Campania e che, attraverso ordinanze, che condivideva, gestiva questo tipo di emergenze. Diventa quindi assolutamente ingiustificabile il fatto che ieri con lo stesso soggetto quel tipo di gestione non serviva ad allontanare la camorra dal ciclo di smaltimento dei rifiuti, mentre oggi, con una responsabilità diretta, quella stessa persona farebbe questo miracolo.
Ciò che non è emerso in questi dieci anni, e che è diventato come un muro di gomma, di fronte al quale più volte ci siamo dovuti arrendere, è il fatto che nelle pieghe di talune gestioni commissariali dell'emergenza non si sia ripristinata una situazione ordinaria, nonostante le ingenti risorse finanziarie che sono state messe a disposizione e nonostante la fissazione di obiettivi, che pur si dovevano raggiungere. Io, lo dicevo e lo riconfermo, parlerò della mia Campania, anche perché ho letto con attenzione il dibattito che si è svolto al Senato, dove sembra che i più trovino la giustificazione della nascita di questa Commissione proprio nel fatto che emergenze come quelle campane devono avere un meccanismo di controllo parlamentare, e soprattutto un'attiva vigilanza sulle attività degli enti locali, come ricordava poc'anzi il collega Misiti.Pag. 57
Peccato però che, nel caso della Campania, le attività in questo settore siano tutte in capo al commissario straordinario (in passato sono state in capo al presidente della giunta regionale). Gli enti locali, nel frattempo, sono diventati strumentali ed agiscono unicamente su input del commissario straordinario.
In questi anni, siamo stati costretti ad assistere a situazioni paradossali ed imbarazzanti rispetto alle quali non abbiamo mai ricevuto risposte concrete e rispetto alle quali, purtroppo, la magistratura in Campania ha assunto un atteggiamento strano, che ricorda quello delle tre scimmiette (non vedeva, non sentiva e non parlava): si revoca la certificazione antimafia necessaria per gestire un appalto pubblico ad una ditta, perché - giustamente - è in odore di rapporto con attività criminose; interviene il commissariato ai rifiuti e assegna l'appalto ad una società pubblica. Tale società pubblica affitta i mezzi e le strutture della società interdetta ai fini antimafia. Si arriva al dato paradossale che questa società, senza gestire il servizio, guadagna più di quello che guadagnava prima.
Questi fatti sono contenuti in relazioni di commissioni che, a causa di simili comportamenti, hanno determinato lo scioglimento di consigli comunali che, rispetto a questo tipo di rapporti, erano completamente estranei. Infatti, chi disponeva il rapporto era il commissariato ai rifiuti, e non erano certamente gli enti locali. È strano. Si revocano i certificati antimafia a ditte che prestano servizi pubblici anche negli ospedali o nel consiglio regionale della Campania, poi il commissariato ai rifiuti paga lautamente per occupazione di discariche che appartengono alla stessa ditta centinaia di milioni al mese!
Rispetto a tali vicende, nonostante le denunce presentate in tutte le sedi, non si è mosso alcunché. Anche la Commissione precedente, più volte, è stata sul territorio in pompa magna, per fare audizioni, interventi, ispezioni e quant'altro, ma non abbiamo notato un diverso atteggiamento rispetto a questo dato di fondo.
Non vorremmo, dunque, che ci trovassimo di fronte ad un rituale: istituiamo le Commissioni di inchiesta sul ciclo dei rifiuti per verificare ed evidenziare che vi è l'ingerenza da parte delle organizzazioni criminali, ma poi tali attività, di fatto, non vengono alla luce. Nel passato, questa attività costituiva una delle principali per la Commissione antimafia, che anche di queste cose si dovrebbe occupare, perché il riferimento alla camorra e alle attività criminali non è distante dall'impostazione della Commissione antimafia.
Il fatto poi che in questa legislatura, per la prima volta, ci accingiamo ad approvare con grande ritardo l'istituzione delle Commissioni di inchiesta, sottolinea, da una parte, la necessità di verificare i meccanismi per addivenire alla costituzione di una Commissione bicamerale su queste tematiche, dall'altra, la necessità, da parte della politica in generale e delle istituzioni, di essere più attenti all'istituzione delle Commissioni stesse. Infatti, non vorremmo che, a livello centrale, succedesse ciò che purtroppo, ahimè, appare tutti i giorni sulle pagine dei giornali e che è accaduto non solo in Campania, ma in tante altre regioni, dove il proliferare delle commissioni non porta alla produttività delle istituzioni stesse.
Tornando al dato che più ci interessa, i rifiuti e l'emergenza in Campania, ci auguriamo - ed è un auspicio che sottintende un grido di dolore, una denuncia forte che, molto spesso, abbiamo fatto anche in quest'aula; per questo richiamavo la presenza del ministro Pecoraro Scanio - che questa Commissione possa fare da pungolo per addivenire alla risoluzione definitiva di talune emergenze, in taluni territori della nazione, in particolare nella regione Campania. Infatti, bisogna condividere una scelta.
L'attuale ministro, in passato, non ha lesinato critiche rispetto alle scelte che si erano determinate in Campania ed ha contestato quello che in precedenza un ministro sempre del centrosinistra aveva approvato. Infatti, l'attuale sistema, che doveva essere realizzato in Campania, fu approvato all'epoca dal ministro Edo Ronchi;Pag. 58poi, nel tempo, ci sono state contestazioni a tutti livelli, a destra e a sinistra, con mancanza di responsabilità, che hanno frenato la sua realizzazione. Tale sistema può essere contestato nel merito ed oggi, a distanza di dieci anni, si può anche considerare che esso sia, forse, tecnicamente arretrate debba essere rivisto. Si può fare qualsiasi tipo di rivisitazione, ma non si può sottacere un dato: se si vuole contestare il sistema, si mette in campo un'altra proposta e lo si fa in maniera veloce; non si può agire, contestando poi, sul terreno della praticità e sull'adempimento dei percorsi che sono stati messi in campo, la realizzazione stessa del sistema, ponendosi un altro obiettivo.
Tutti gli osservatori sono coscienti che, una volta definita la realizzazione del sistema di smaltimento dei rifiuti in Campania, così come è stato immaginato dieci anni fa (raccolta differenziata, compostaggio, CDR, termovalorizzatore), oggi i due impianti previsti in quel sistema, che tardano ad essere realizzati, sarebbero insufficienti rispetto alla mole di rifiuti che dovrebbe essere trasformata in CDR e che dovrebbe alimentare i termovalorizzatori: è un dato rispetto al quale nessuno riflette. Se domani mattina avessimo a disposizione i due termovalorizzatori in Campania, saremmo in emergenza per quello che si produce, non per quello che si è accumulato. Rispetto al dato dell'accumulo avvenuto in questi dieci anni, oggi, quale risposta bisogna mettere in campo? Tale risposta deve metterla in campo il ministro, la regione, che ha la competenza specifica, e non certamente il commissariato ai rifiuti, che, in quanto tale, dovrebbe limitarsi unicamente a gestire l'emergenza o, meglio, avrebbe dovuto dare gli indirizzi alla gestione dell'emergenza, cosa che non ha fatto in passato perché è diventato un organismo di gestione.
La Commissione, nei dieci anni precedenti, non ha avuto la bontà di chiarire queste cose. Invece, a noi viene quasi la necessità di proporre - eventualmente, lo faremo in altra sede - una Commissione di inchiesta specifica sulla gestione del commissariato ai rifiuti nella regione Campania, per mettere in evidenza in che modo sono stati gestiti e che fine hanno fatto in questi anni migliaia di miliardi. Se tutte quelle notizie di stampa, che poi sono apparse di tanto in tanto, rispondessero a verità, bisognerebbe fare chiarezza per sapere in che modo è stato speso il pubblico denaro e che tipo di responsabilità ci sono state. In altre parole, occorrerebbe sapere se era giusto che il commissariato ai rifiuti, trasformandosi in un ente di gestione, acquistasse centinaia e centinaia di automezzi (che ancora oggi non si sia dove siano), impianti di vagliatura (che sono ancora imballati e non in funzione), e predisponesse tutta una serie di studi che non sono serviti a niente. Infatti, oggi siamo di fronte alla conclamazione del fallimento di tutto quello che è stato fatto in Campania negli ultimi dieci anni perché si è deciso, per affrontare parzialmente l'emergenza, di riaprire le discariche: questo era il dato di partenza che ha determinato quel piano dei rifiuti, la necessità di istituire il commissariato ai rifiuti, di impegnare numerose risorse affinché, sottraendo le discariche alla gestione della camorra, si emarginasse la criminalità da questo dato e da questa gestione.
Siamo tornati indietro di dieci anni. La conclamazione di questo fallimento è avvenuta nelle ultime settimane con la nomina del commissario Bertolaso che dopo dieci anni è stato costretto a riaprire le discariche per ovviare ad un'emergenza, diventata ormai endemica e non più episodica.
Per chi non conosce la realtà, altro che Commissione di indagine sul ciclo dei rifiuti! Sui piazzali delle strutture su cui dovrebbero essere realizzati i CDR vi sono accumulate montagne di balle. Vi sono centinaia di siti di stoccaggio che ormai sono diventati in Campania un panorama atipico, con montagne di ecoballe, ovvero buste contenenti chissà cosa. Molti reputano che il CDR non sia idoneo ad essere bruciato a quella temperatura perché troppo umido e perché alla base non èPag. 59stata realizzata una raccolta differenziata. Quindi, siamo di fronte ad un'emergenza nell'emergenza.
Dobbiamo interrogarci su come si esce da questo pantano perché non possiamo sempre ipotizzare per il futuro di essere ospitati da un'altra regione, o che vi siano treni merci disponibili a trasportare l'immondizia in Germania o navi verso la Grecia, anche perché può accadere che qualcuno la rimandi indietro in quanto si tratta di materiale che non può essere utilizzato e bruciato negli impianti oggi in funzione.
Quindi, più che svolgere un'inchiesta sul ciclo dei rifiuti per scoprire eventuali ingerenze camorristiche dobbiamo porci un grande interrogativo riguardo alla Campania, augurandoci che non diventi emergenza anche in altre regioni. La scelta di dire «basta» alle discariche e di creare strutture moderne come i termovalorizzatori, a valle di un sistema con sistema di raccolta differenziata e compostaggio, prevedeva che la filiera funzionasse e fosse sufficiente ad espellere dal ciclo chi fino a ieri nutriva altro interesse. Infatti, per i meccanismi di assegnazione degli impianti utilizzati negli ultimi anni è chiaro che le società affidatarie, incaricate di gestire tali impianti nei prossimi anni, sono avulse da questo tipo di condizionamento. La situazione sta però diventando drammatica anche in Puglia, in Calabria e in Sicilia se il sistema dovesse rallentare a causa di interferenze che ostacolano la definizione degli impianti e del sistema scelto. L'emergenza che si sta determinando non è dovuta al blocco di un CDR per normale manutenzione, ma perché non si sa dove indirizzare, come utilizzare o come stoccare il prodotto del CDR. A volte gli impianti non funzionano anche a causa dei continui interventi della magistratura, ma in questo caso si mette nelle balle il rifiuto talquale, senza neppure trattarlo.
Di fronte a questa situazione, noi poniamo comunque un interrogativo, pur dichiarandoci favorevoli al provvedimento, non fosse altro per smettere il «ping pong» tra Camera e Senato, cioè se davvero si conviene sulla necessità di istituire la Commissione d'inchiesta sui rifiuti. La prospettiva che vorremmo però dare a questo impegno è quella di cambiare registro rispetto al passato perché non siamo soddisfatti dei risultati ottenuti dalle precedenti Commissioni di inchiesta sul ciclo dei rifiuti. In particolare, riteniamo che per quanto riguarda la Campania vi sia necessità di fare chiarezza su come sono stati utilizzati i fondi e su quali responsabilità gravano su tale gestione economico-funzionale, per mettere in discussione il sistema così come era stato ipotizzato e porre un interrogativo generale. Infatti, politica ed istituzioni non possono fuggire da questo dato di fatto.
Ripeto: i due termovalorizzatori previsti funzionano nel modo che tutti sappiamo, e rispetto ad essi le ultime deliberazioni della commissione VIA hanno indicato la necessità di un oneroso aggiornamento tecnologico da parte di chi li realizzerà. In Campania, i concessionari hanno rescisso il rapporto con la regione e, quindi, in questo momento si è anche alla ricerca del concessionario per la regione; è stata annullata tra l'altro anche un'ulteriore gara bandita precedentemente per trovare un interlocutore rispetto al ciclo dei rifiuti. Su queste cose noi vorremmo delle risposte, al di là della istituzione di questa Commissione, dal Governo e dal ministro, che da campano mi auguravo fosse presente questa sera. Egli sa, come del resto tutti noi, che se per incanto domani mattina funzionassero i due termovalorizzatori la Campania sarebbe comunque in emergenza.
Che tipo di intervento occorrerebbe programmare? Che necessità, anche dal punto di vista economico, bisogna mettere in campo? Che rivisitazione funzionale si dovrebbe fare del piano dei rifiuti della regione Campania? Che tipo di interventi tecnologici occorrono a supporto di questa emergenza, che in qualche modo deve fungere da riferimento per il futuro di questa gestione?
Nel contesto di queste valutazioni, noi esprimiamo un voto favorevole all'istituzione di questa Commissione, riservandoci in altra sede di specificare questa richiestaPag. 60affinché si faccia chiarezza sul modo in cui sono stati utilizzati in questi anni migliaia di miliardi di denaro pubblico per gestire non il ciclo dei rifiuti, ma un'emergenza che, nonostante questo fiume di denaro pubblico, si è aggravata invece di venire risolta.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle modifiche introdotte dal Senato.