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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 17,25).
(Rischi derivanti da una potenziale crisi da influenza aviaria - n. 2-00364)
PRESIDENTE. Il deputato Bellotti ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00364 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 10).
LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, inizierò ricordando i fatti. Il 4 febbraio in Gran Bretagna, nell'allevamento di Suffolk, viene individuato il virus dell'influenza aviaria. Vengono abbattuti 159 mila tacchini e si tratta della prima volta che il virus H5N1 si manifesta nel 2007 in Europa occidentale.
La settimana precedente era stata riscontrata la presenza di tale virus in Ungheria. Nel 2006, il virus dell'influenza aviaria, ad alta patogenecità, è stato identificato in allevamenti di pollame ed in cinque Stati membri dell'Unione europea: Francia, Svezia, Germania, Danimarca e Ungheria. In altri nove paesi, invece - Italia, Grecia, Ungheria, Austria, Slovacchia, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca e Spagna -, il virus è stato scoperto su animali selvatici migratori.
Si sospetta che il virus si stia spargendo, anche se in misura minore rispetto allo scorso anno, per effetto delle migrazioni o delle importazioni di carni dall'estero. Nel frattempo, in Asia e in Africa esso miete vittime. La Turchia è il paese confinante con l'Europa più colpito; di recente, sono stati sottoposti a quarantena quattro villaggi dell'est del paese.
I dati non destano preoccupazione per la sicurezza, dal momento che l'Italia è all'avanguardia nei settori della tutela del consumatore e della profilassi veterinaria, ma vi è la preoccupazione che l'esplosione di nuovi focolai del virus vicino al nostro paese possa incidere sul consumo di pollame.
Il settore avicolo, infatti, va sollevandosi solo ora dalla caduta a picco dei consumi familiari subita nello scorso anno (-25,6 per cento), con un rialzo del 6 per cento. A preoccupare, dunque, è la carenza di informazioni ai cittadini, piuttosto che pericoli reali.
Credo che l'interpellanza urgente in oggetto risponda, più che alla volontà di conoscere e di sapere, all'esigenza di dare all'opinione pubblica un'informazione corretta. Tale informazione deve educare e prevenire quei fenomeni che, esattamente un anno fa, hanno sconvolto un settore che dà lavoro a 180 mila persone e ad oltre 500 aziende di trasformazione e, in alcuni ambiti delle nostre regioni, è la struttura portante del PIL dell'agricoltura.
Chiediamo al Governo quale siano le azioni che intenda intraprendere e quali siano le azioni che l'Europa sta cercando di portare avanti in questa direzione.
Credo di offrire al Governo l'occasione per fornire un'informazione corretta, onde evitare che l'esplosione di emotività, così com'è accaduto negli scorsi anni, degeneri e crei scompensi infiniti alle tante famiglie di allevatori che hanno visto ridurre, in maniera importante, il proprio reddito e la propria prospettiva di lavoro.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, Antonio Gaglione, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO GAGLIONE, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, onorevole Bellotti, onorevoli deputati, si ribadisce quanto già precisato nella risposta ad una interpellanza svolta nella seduta di quest'Assemblea dell'8 febbraio e si conferma che, anche per l'anno in corso, pur in assenza dei flussi migratori in atto e in condizioni epidemiologiche definibili favorevoli, restano in vigore le misure adottate con l'ordinanza ministeriale del Pag. 10526 agosto 2005, e successive modifiche ed integrazioni, concernente misure di polizia veterinaria in materia di malattie infettive e diffusive di volatili da cortile.
Relativamente ai recenti casi di focolai di influenza aviaria accertati in Ungheria, Regno Unito, Russia e Turchia, la Commissione europea non ha ritenuto necessario disporre misure supplementari a quelle già in vigore, finalizzate alla sorveglianza epidemiologica e all'applicazione delle norme di biosicurezza.
Pertanto, il Piano di monitoraggio per il 2007, diramato alle regioni e province autonome, prevede, con analoghi livelli rispetto allo scorso anno, la sorveglianza attiva, sia sul pollame domestico allevato che sui volatili selvatici, e la sorveglianza passiva effettuata con controlli sulle specie selvatiche a potenziale rischio trovate morte o cacciate.
Il 6 febbraio scorso si è riunita, presso il Ministero della salute, l'unità di crisi centrale per l'influenza aviaria, istituita con il decreto ministeriale del 9 gennaio 2006, per le necessarie valutazioni circa i recenti focolai di influenza aviaria riscontrati nel pollame domestico.
Alla riunione era presente il Centro di referenza nazionale di Padova, che ha fornito aggiornamenti sui focolai da virus H5N1 citati ed ha confermato che i circa 14.200 campioni, esaminati dalla data dell'11 ottobre 2005 nell'ambito del piano di sorveglianza nazionale, sono risultati tutti negativi per i virus influenzali H5 e H7 ad alta patogenicità.
In tale occasione, è stato stabilito di predisporre, in tempi rapidi, una nota indirizzata alle autorità sanitarie regionali che sintetizzi alcune raccomandazioni e ribadisca la priorità di mantenere elevato il livello di allerta e il rigoroso rispetto delle norme in vigore, anche in un periodo epidemiologicamente favorevole per il nostro territorio, come quello attuale.
Deve essere sottolineato, peraltro, che il monitoraggio realizzato fin dal 2004 e l'adozione del piano di vaccinazione di emergenza in alcune zone considerate ad elevato rischio (Lombardia e Veneto), hanno contribuito a mantenere lo status sanitario indenne da influenza aviaria.
Relativamente alle iniziative ritenute utili per supportare il comparto avicolo in presenza di un'eventuale crisi, si richiama l'attenzione degli onorevoli deputati sulla legge 11 marzo 2006, n. 81, in particolare sull'articolo 1-bis, che ha già previsto aiuti al comparto avicolo, qualora abbia subito danni in conseguenza della precedente crisi di influenza aviaria.
Inoltre, è già all'esame della Commissione europea uno schema di decreto attuativo, ai sensi di quanto previsto dalla legge citata, predisposto dal Ministero delle politiche agricole e forestali e di concerto con il Ministero della salute.
PRESIDENTE. Il deputato Bellotti ha facoltà di replicare.
LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, mi ritengo soddisfatto in maniera assolutamente parziale e cercherò di motivarne le ragioni. Innanzitutto, dal rappresentante del Governo mi sarei aspettato una descrizione più ampia sullo stato di attuazione della sicurezza agroalimentare nel nostro Paese.
Nella scorsa legislatura abbiamo compreso il fatto che per sviluppare il made in Italy nel settore agroalimentare era fondamentale certificare e dare una sorta di carta di identità ai nostri prodotti agricoli. Ciò ha consentito, anche grazie all'aiuto e alla grande capacità dei nostri veterinari e del nostro servizio sanitario nazionale, di farci trovare preventivamente coperti di fronte ad una serie di patologie animali di provenienza esterna. A mio avviso, tale aspetto sarebbe dovuto essere meglio evidenziato nella risposta del Governo.
Inoltre, un'altra questione non sollevata, ma che riteniamo molto importante, è lo stato di attuazione dell'authority alimentare. Anch'essa è stata preventivamente messa in cantiere nel corso della scorsa legislatura, ma ad oggi non sappiamo quale stato di attuazione intenda darle il Governo.
La mia interpellanza urgente avrebbe dovuto costituire l'occasione intanto per Pag. 106ribadire l'assoluta sicurezza delle merci alimentari italiane, in particolare dei nostri polli. Inoltre, avrebbe potuto essere l'occasione per un richiamo sereno e serio nei confronti di chi fornisce informazione, perché essa deve essere scientifica, adeguata, adatta e non emozionale, per non gettare nel panico i consumatori che ascoltano i notiziari, come avvenuto lo scorso anno. Infine, l'interpellanza avrebbe potuto essere l'occasione per dire che il Governo, dal punto di vista della sicurezza alimentare, prosegue nella strada tracciata dall'ex ministro delle risorse agricole, Gianni Alemanno, e poi proseguita dall'allora ministro Storace. Pertanto, ritengo che sia stata persa un'occasione importante.
Il Governo, oltre ad informarci sullo stato dell'arte e sull'agenda dell'Europa riguardo alle azioni preventive che intende mettere in atto, ha, a mio avviso, anche l'obbligo di togliere qualsiasi dubbio sul problema dell'etichettatura, come invece purtroppo si adombra anche da parte di autorevoli componenti del cosiddetto governo europeo. Si tratta di un problema serio, sollevato anche dalla Coltivatori diretti e credo che il Governo italiano voglia scongiurare questo pericolo politico incombente all'interno dell'Unione europea.
Da ultimo, ritengo che quando si parla di sicurezza alimentare non ci si riferisca soltanto ai decreti attuativi, alle norme o all'esaltazione della qualità italiana. Intanto, dobbiamo rivolgere un ringraziamento doveroso per la vigilanza importante che si effettua quotidianamente nel nostro Paese, al settore del controllo, iniziando dai veterinari e dalle nostre forze dell'ordine. Per costruire questa grande sicurezza alimentare serve l'aiuto ed il contributo di tutti. Dobbiamo sempre ricordare che la sicurezza alimentare significa serenità di una nazione. Dopo i fatti verificatisi in Inghilterra relativamente alla BSE, dove è stata data informazione corretta con un ritardo di dieci anni - e sappiamo bene con quali disastri - in Italia, grazie al contributo di tutti, siamo riusciti ad evitare tali disastri. Tuttavia, alla base vi è un'informazione sana e corretta.